Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 211 del 26/9/2007
TESTO AGGIORNATO AL 22 OTTOBRE 2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
ormai da alcuni giorni si hanno notizie di manifestazioni di piazza che coinvolgono centinaia di migliaia di cittadini del Myanmar, che sfidando il feroce regime dittatoriale, sfilano insieme a decine di migliaia di monaci buddisti per le strade dell'ex-capitale Yangon e in altri importanti centri del Paese, chiedendo democrazia e libertà;
il regime militare, che dalla fine degli anni '80 ha conquistato il potere con un colpo di Stato, si è dimostrato uno dei più crudeli, dei più violenti e repressivi dell'intero pianeta con sistematico ricorso alla violenza nei confronti dei dissidenti (famosa la repressione nel sangue del movimento studentesco del 1988) e con un controllo capillare e militare di tutto e di tutti;
il simbolo della lotta per la libertà in Myanmar è rappresentato dalla signora Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace da anni costretta agli arresti domiciliari proprio per le sue pubbliche accuse nei confronti del regime;
con sempre maggiore evidenza il Governo militare sta minacciando la popolazione, che pacificamente manifesta, di reprimere con la forza chi osa sfilare pubblicamente per le strade per reclamare democrazia, libertà, migliori condizioni di vita e il rilascio dei numerosi prigionieri politici;
un eventuale intervento militare e violento nei confronti dei manifestanti rischia di provocare decine o centinaia di vittime, con il concreto rischio di espansione in tutte le aree del paese delle violenze, delle repressioni, delle torture, delle sparizioni e delle condanne sommarie;
sintomo del possibile intervento dei militari è il recente svuotamento degli ospedali dei malati meno gravi;
un monaco buddista birmano, manifestante nonviolento, è stato ammazzato dalla polizia di fronte alla pagoda di Sule a Yangon questa mattina,
impegna il Governo:
a dichiarare ufficialmente il proprio incondizionato sostegno alla lotta nonviolenta in atto da parte dei monaci buddisti e delle centinaia di migliaia di cittadini del Myanmar;
a richiamare le massime autorità del Myanmar al rispetto dei diritti umani e civili e al contempo a diffidare il Governo militare dall'intervenire con la forza nei confronti di pacifiche manifestazioni;
ad assumere immediate e precise informazioni e rassicurazioni sulla vita della signora Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace;
ad invitare le autorità del Myanmar ad avviare un processo di riconciliazione nazionale che conduca alla democratizzazione del Paese.
(1-00224) «Mellano, Poretti, Beltrandi, Buglio, Buemi, Angelo Piazza, Pellegrino, Giachetti, Falomi, Giancarlo Giorgetti, Zacchera, Delfino, Della Vedova, Zanella, Balducci, Del Bue, Dato, Costantini, Capotosti, Leddi Maiola».
La Camera,
premesso che:
l'Italia è uno dei paesi fondatori del Consiglio d'Europa. Questa Organizzazione
internazionale, istituita il 5 maggio 1949 e della quale fanno parte 47 paesi europei, ha lo scopo di favorire la creazione di uno spazio democratico e giuridico comune in Europa, organizzato nel rispetto della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali e di numerosi altri trattati internazionali;
l'Assemblea parlamentare, che è uno dei principali organi del Consiglio d'Europa, adotta annualmente un Rapporto sullo stato dei diritti dell'uomo e della democrazia in Europa;
il 18 aprile 2007 si è svolto, durante la seconda parte della sessione dell'Assemblea, il primo dibattito annuale su questo tema, che si è concluso con l'approvazione di una risoluzione e di una raccomandazione con le quali, fra l'altro, l'Assemblea:
pur accogliendo con soddisfazione le realizzazioni e gli innegabili progressi ottenuti dal punto di vista dell'attuazione delle norme democratiche sul continente europeo nel corso degli ultimi anni, esprime la sua preoccupazione circa la moltiplicazione di deficit democratici che si osserva in tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa;
osserva con profonda apprensione il crescente sentimento di malcontento e di disaffezione politici tra i cittadini, testimoniato dal calo di partecipazione elettorale e dall'aumento del sentimento di disincanto o d'indifferenza nei confronti della politica, soprattutto fra i giovani;
ritiene che in molti paesi questo fenomeno è strettamente connesso al malfunzionamento delle istituzioni politiche: i partititi politici hanno perso parte della loro capacità di fare da tramite fra i cittadini e lo Stato; la rappresentatività dei parlamenti è troppo spesso messa in discussione; un gran numero di cittadini ha l'impressione che i principi fondamentali della democrazia, quali la separazione dei poteri, le libertà politiche, la trasparenza e la responsabilità, siano applicati in modo insufficiente o che non lo siano affatto;
osserva come in alcune «vecchie democrazie» il declino d'interesse nei confronti dei partiti dominanti e del parlamento non esprime una mancanza d'interesse per la politica ma una valutazione critica del lavoro di tali istituzioni;
rileva anche la tendenza crescente dei media a sostituirsi ai partiti determinando le priorità politiche, monopolizzando il dibattito politico, creando e scegliendo le personalità politiche;
sottolinea come la pari partecipazione delle donne al processo decisionale sia un segno del buon funzionamento della democrazia. Purtroppo, la parità in politica è ancora lontana dall'essere raggiunta. In alcuni parlamenti, le donne rappresentano appena il 4,4 per cento dei deputati; negli organi esecutivi, a livello intermedio e superiore, tale proporzione è talvolta ancora più bassa;
ritiene che i principi di sussidiarietà e di proporzionalità siano necessari per raggiungere una buona governance, essenziale al rafforzamento della democrazia;
osserva che il terrorismo è una delle sfide principali delle società aperte d'Europa. Esso può e deve essere vinto senza violare i principi stessi dei diritti umani, dello stato di diritto e della tolleranza;
rileva che la tratta degli esseri umani, in particolare delle donne e dei bambini, è da considerarsi la forma moderna del commercio degli schiavi. Tale pratica è diffusa in Europa e costituisce una grave violazione dei diritti umani. La nuova Convenzione del Consiglio d'Europa sull'azione contro la tratta di esseri umani, aperta alla firma nel maggio 2005, rappresenta una tappa fondamentale nella lotta contro questo flagello;
osserva che la discriminazione fondata sul genere o sull'orientamento sessuale, il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza sono ancora presenti in un certo numero di Stati europei;
sottolinea che i diritti sociali ed economici devono essere pienamente rispettati, in particolare per quanto riguarda l'accesso all'istruzione, all'abitazione, ad un ambiente sano, alle cure mediche, all'occupazione, ai redditi minimi, alle prestazioni sociali e alle pensioni. Tutti gli Stati membri dovrebbero ritenersi vincolati al rispetto di tali diritti in conformità, tra le altre cose, ai principi enunciati nella Carta sociale europea riveduta;
il Presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha chiesto ai Presidenti dei Parlamenti dei Paesi membri dell'Organizzazione di promuovere un analogo dibattito in seno alle rispettive assemblee;
la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha promosso, anche a sostegno dell'iniziativa del governo italiano in seno alle Nazioni Unite, un dibattito per una moratoria internazionale delle esecuzioni capitali, che si è concluso con l'approvazione, il 26 giugno 2007, nell'ambito della Sessione plenaria, di una risoluzione e di una raccomandazione,
impegna il Governo:
ad adoperarsi per contribuire a risolvere in tutte le sedi, nazionali e internazionali, i principali deficit democratici rilevati dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, e in particolare:
1. a garantire l'attuazione della Dichiarazione e del Piano d'Azione del Vertice dei Capi di stato e di Governo dei Paesi membri del Consiglio d'Europa, tenuto a Varsavia nel 2005, in particolare delle misure che garantiscono l'efficacia permanente della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali e di quelle volte alla tutela e alla promozione dei diritti umani e dello stato di diritto mediante altre istituzioni e meccanismi del Consiglio d'Europa;
2. ad adottare tutte le misure adeguate sforzandosi realmente di eliminare tutte le violazioni dei diritti umani, in particolare le sparizioni forzate, le esecuzioni extragiudiziarie, le detenzioni segrete, la tortura e i trattamenti inumani, di condurre indagini effettive su tali crimini e di perseguirne gli autori;
3. a porre fine all'impunità degli autori delle violazioni dei diritti umani, condannando tali violazioni al livello più alto, garantendo indagini trasparenti, imparziali ed effettive da parte delle forze dell'ordine e rendendo le autorità responsabili di fronte ai parlamenti;
4. a proteggere in modo efficace i difensori dei diritti umani e il loro operato, ivi compreso l'accesso dei singoli senza ostacoli alla Corte europea dei Diritti Umani;
5. ad attuare pienamente al livello nazionale i diritti garantiti dalla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali e gli altri strumenti internazionali in materia di diritti umani;
6. ad applicare pienamente le sentenze della Corte europea dei Diritti Umani nell'ordinamento giuridico di tutti gli Stati membri;
7. a fare dell'educazione ai diritti umani un elemento base dell'istruzione scolastica e dell'educazione permanente;
8. a rispettare pienamente i diritti umani nella lotta contro il terrorismo, rifiutando di espellere o estradare chiunque verso un paese in cui rischi di essere soggetto a gravi violazione dei diritti umani, qualunque siano le garanzie ricevute,
e a ratificare non appena possibile le convenzioni e gli strumenti del Consiglio d'Europa relativi ai diritti umani, ivi compresi quelli riguardanti la lotta al terrorismo;
9. ad eliminare la tratta degli esseri umani, ratificando al più presto la Convenzione del Consiglio d'Europa sull'azione contro la tratta di esseri umani affinché entri in vigore il più presto possibile, e in ogni caso, ad attuarne immediatamente le disposizioni più importanti;
10. a tutelare i diritti delle persone in situazioni particolarmente vulnerabili, in particolare le persone private della libertà, i profughi e gli sfollati, le persone scomparse e i membri della loro famiglia, i richiedenti asilo e i migranti, i fanciulli, gli anziani, i portatori di handicap, gli esclusi sociali;
11. a lottare in modo efficace contro la violenza domestica, i matrimoni forzati e quelli di bambini, nonché contro i presunti «reati d'onore» e le mutilazioni sessuali femminili;
12. a lottare in modo efficace contro tutte le forme di discriminazione basate sull'origine religiosa, etnica o razziale, oppure sul genere o sull'orientamento sessuale, e a ratificare il Protocollo n. 12 alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali che prevede un divieto generale di discriminazione;
13. a difendere e applicare pienamente i diritti sociali ed economici, in particolare per quanto riguarda l'accesso all'istruzione, all'abitazione, alle cure mediche, all'occupazione, ai redditi minimi, alle prestazioni sociali e alle pensioni, al fine di costruire un'Europa più umana e più coesa;
14. a rispettare pienamente il diritto all'istruzione previsto dall'articolo 2 del Primo Protocollo alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali e il diritto di ciascuno a partecipare alla vita culturale, di cui all'articolo 15 del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali;
15. a mirare al progressivo e totale sradicamento della povertà;
16. ad adottare misure legislative in favore di una gestione congiunta e sostenibile delle risorse per proteggere l'ambiente, a promuovere il ricorso a fonti di energia rinnovabili, ad attuare programmi di risparmio energetico nell'industria, negli uffici e nelle abitazioni, ad incoraggiare i trasporti pubblici e la gestione sostenibile dell'acqua, e ad elaborare una politica agricola incentrata sulla sicurezza alimentare, sul benessere degli animali e sullo sfruttamento sostenibile delle risorse;
17. a rafforzare il ruolo del Consiglio d'Europa in quanto meccanismo efficace di cooperazione paneuropea per la tutela e la promozione dei diritti umani;
18. ad accertarsi che la complementarietà e la ricerca di valore aggiunto regolino le relazioni del Consiglio d'Europa con gli altri organismi e organi internazionali che operano nel campo dei diritti umani, e in particolare, con l'Agenzia dei diritti fondamentali dell'Unione europea recentemente fondata, al fine di evitare duplicazioni di attività e uno spreco di fondi pubblici;
19. a considerare la rapida adesione dell'Unione europea alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali come una priorità assoluta e ad adottare le misure necessarie al fine di garantire tale adesione;
20. ad adoperarsi in ogni sede affinché la moratoria delle esecuzioni capitali sia effettivamente posta in essere e
rappresenti il primo passo verso l'eliminazione definitiva della condanna alla pena capitale.
(1-00225) «Rigoni, Franceschini, Mosella, Cesa, Galeazzi, Romano, Khalil detto Alì Rashid, Siniscalchi, Bianco, Boniver, Zacchera, Stucchi, Azzolini, Fassino, Marcenaro, Venier, De Zulueta».
Risoluzioni in Commissione:
La V Commissione,
premesso che:
l'articolo 2, comma 9, della legge 24 novembre 2006, n. 286 ha introdotto l'articolo 48-bis al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1972, n. 602, stabilendo il principio secondo cui tutte le amministrazioni pubbliche e le società a prevalente partecipazione pubblica, prima di effettuare, a qualunque titolo, il pagamento di un importo superiore a diecimila euro, verificano se il beneficiario risulti inadempiente rispetto all'obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento per un ammontare complessivo pari almeno a tale importo; ove l'inadempienza risulti, le pubbliche amministrazioni e le società indicate non procedono al pagamento e segnalano la circostanza all'agente della riscossione competente per territorio, ai fini del recupero delle somme iscritte a ruolo;
la legge demandava ad un regolamento successivo del ministro dell'economia e delle finanze la definizione delle modalità attuative della disposizione;
in pendenza del regolamento, a tutt'oggi non emanato, dallo scorso maggio si sono succedute diverse iniziative:
a) la direzione generale dell'Agenzia delle Entrate, interpellata con riguardo all'applicazione dell'articolo introdotto, ha reso noto che «la norma prevedendo espressamente l'attuazione con un regolamento, resta inapplicata fino all'emanazione del medesimo»,
b) la Corte deiconti, sezione regionale Basilicata (parere 10/2007) ha ritenuto «pienamente operativa la disposizione normativa», al contempo riconoscendo, nell'attesa del regolamento, «le sicure difficoltà oggettive per la sua applicazione, tali da determinare ingiustificati ritardi anche nei confronti dei creditori che non si trovino nelle condizioni di morosità verso l'Amministrazione Finanziaria»,
c) con due successivi atti amministrativi (circolari n. 28 del 6 agosto e n. 29 del 4 settembre) il ministero dell'economia e delle finanze ha definito ambito e modalità applicativi della norma, linee guida con valore precettivo - in particolare nei casi di accertamento della morosità dei creditori delle pubbliche amministrazioni e delle società indicate -, stabilendo anche ipotesi di sanzioni - nella fattispecie, l'arrecato danno erariale - nel caso di irregolare applicazione delle disposizioni da parte delle amministrazioni;
d) il 12 settembre Equitalia ha emanato una direttiva contenente il modello che i fornitori/creditori delle pubbliche amministrazioni e delle società indicate dovranno utilizzare per dichiarare, in autocertificazione, l'assenza di cartelle di pagamento a loro carico;
in questi giorni la Ragioneria generale dello Stato avanza l'ipotesi di un nuovo intervento in materia, al fine di dirimere alcune criticità applicative emerse in merito al suddetto «blocco», sempre nell'attesa del prescritto regolamento ministeriale che, tuttavia, potrebbe adottare modalità applicative difformi in tutto o in parte rispetto a quelle finora indicate;
l'applicazione dell'articolo 48-bis, delineata dalle circolari e dalla direttiva sopra richiamate, ha sollevato dubbi con
riguardo all'efficacia e agli effetti giuridici vincolanti degli atti stessi, ma, in particolare, ha generato non poche incertezze e difficoltà interpretative nei soggetti interessati;
la più vistosa è senza dubbio la portata stessa della disposizione originaria, che pare indistintamente comprendere qualsiasi tipo di pagamento a qualsiasi titolo da effettuarsi da parte delle pubbliche amministrazioni;
un secondo fattore di criticità risiede nel fatto che fino all'emanazione del regolamento, le pubbliche amministrazioni, le società indicate e gli agenti della riscossione risultano essere impossibilitati ad effettuare gli adempimenti previsti dalle circolari - in particolare le verifiche delle autocertificazioni da parte dei creditori che, tra l'altro, hanno una validità di venti giorni - con ciò alimentando i ritardi, le difficoltà burocratiche ed i mancati pagamenti che rischiano di innescare un meccanismo a catena con gravi ripercussioni giuridiche ed economiche;
un ulteriore aspetto problematico riguarda la mancata previsione, chiara ed inequivocabile, dei casi di esclusione dal blocco dei pagamenti, tra i quali, in particolare, i casi di cartelle di pagamento in contenzioso, che potrebbero risolversi in favore del contribuente e per questo rendere ingiustificato il blocco medesimo;
occorre evitare che si procrastinino tali condizioni di incertezza, che rischiano di incrementare il già notevole contenzioso con gli apparati delle amministrazioni, in particolare quella finanziaria, che spesso risulta soccombente;
impegna il Governo:
a sospendere l'applicazione delle circolari e della direttiva sopra richiamate;
ad adempiere tempestivamente al dettato della legge attraverso l'emanazione del regolamento prescritto, tenendo in considerazione i fattori di criticità emersi e, in parte, sopra esposti;
a valutare, al contempo, l'opportunità di introdurre misure idonee a limitare o prevenire i ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, onerosi per i fornitori di opere e servizi e che rischiano di apparire come veri e propri abusi.
(7-00278)«Aurisicchio, Rotondo».
La V Commissione,
premesso che:
in attuazione del comma 29 dell'articolo 1 della legge n. 311 del 2004, è stata comunicata, dal Ministero dell'economia e delle finanze, in data 30 novembre 2006, la revoca di contributi statali concessi in base ai decreti ministeriali dell'8 luglio 2005 e del 7 marzo 2006, per un importo pari, rispettivamente, a 17.625.000 euro e a 750.000 euro;
rilevato che tale revoca è stata disposta in quanto gli enti beneficiari non hanno provveduto, entro i termini previsti, agli adempimenti posti a loro carico ai fini della fruizione dei contributi concessi;
considerato che la procedura di cui al predetto comma 29 dell'articolo 1 della legge n. 311 del 2004 richiede che ai fini della riassegnazione dei medesimi contributi il Ministro dell'economia e delle finanze debba procedere in coerenza con apposito atto parlamentare,
impegna il Governo
ad attenersi, ai fini dei l'assegnazione dei contributi già revocati, alle seguenti priorità:
(7-00279) «Duilio, Ventura, D'Elpidio, Raiti, Andrea Ricci, Aurisicchio, Di Gioia, Napoletano, Zorzato, Alberto Giorgetti, Peretti, Garavaglia».
La XIII Commissione,
premesso che:
l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari è organo tecnico del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali preposto alla funzione di prevenzione e repressione delle frodi nel settore agroalimentare e dei mezzi tecnici di produzione;
la funzione di contrasto alle frodi nella produzione e nella commercializzazione dei prodotti agroalimentari ha assunto oggi una valenza strategica a causa della diffusa consumazione di frodi lesive della qualità e del nome delle produzioni «made in Italy», determinando gravi danni economici al sistema agroalimentare e ai consumatori;
occorre, pertanto, un potenziamento delle azioni poste a tutela delle produzioni agroalimentari, in particolare delle produzioni di qualità registrata, che concorrono a garantire il consolidamento e le distintività delle produzioni italiane;
l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, a seguito delle recenti disposizioni di legge (leggi numeri 77 del 2004, 204 del 2004, 71 del 2005, 231 del 2005), ha visto notevolmente aumentati i propri compiti;
da ultimo, la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) ha attribuito all'Ispettorato anche le funzioni di vigilanza sull'attività di controllo degli organismi pubblici e privati operanti nell'ambito dei regimi di produzioni agro-alimentari di qualità registrata. L'attività di vigilanza si svolge su 30 Consorzi di tutela e 65 Denominazioni di origine vini, su 66 Organismi di controllo pubblici e privati che controllano 199 DOP/IGP e circa 51.034 Operatori biologici e su 93 Disciplinari di etichettatura volontaria delle carni bovine e avicole;
un puntuale assolvimento dei compiti istituzionali di vigilanza prevenzione e repressione delle frodi nel settore agroalimentare rende opportuno un potenziamento della struttura dell'Ispettorato attraverso l'assunzione di nuovo personale,
impegna il Governo
ad autorizzare, nell'ambito del programma di assunzioni di personale presso le Amministrazioni dello Stato, definito con apposito decreto del Presidente della Repubblica e a valere sul Fondo di cui all'articolo 1 comma 96, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari del Mipaaf ad assumere, in deroga al generale divieto di assunzione a tempo indeterminato, 50 unità di personale ispettivo e di laboratorio, attingendo da graduatorie di concorsi conclusi o che si concluderanno entro l'anno, al fine di consolidarne la struttura, migliorarne il funzionamento e assicurarne l'efficace svolgimento dei propri compiti istituzionali.
(7-00277)
«Giuseppe Fini, Misuraca, Romele, Licastro Scardino».