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Allegato B
Seduta n. 212 del 27/9/2007
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
la situazione politica e sindacale dei diritti umani nell'ex Birmania, oggi denominata Myanmar, è sempre più grave e drammatica;
in risposta alla interrogazione riguardante il Myanmar che l'interpellante ha presentato e illustrato alla Camera dei deputati in data 12 settembre 2007 durante il question time, il Ministro degli esteri, per tramite del Ministro per i rapporti con il Parlamento, ha affermato che «il Governo condivide il suo richiamo all'attenzione e alla preoccupazione. L'Italia sta seguendo con grande attenzione ed apprensione gli sviluppi della vicenda, anche alla luce dei disordini delle ultime settimane e degli arresti di numerosi esponenti dell'opposizione, da lei ricordati», aggiungendo che «formule come "dialogo critico" possano costituire lo strumento più efficace per tentare di sollecitare la promozione di sviluppi democratici in Myanmar»;
in sede di replica, l'interrogante, pur riconoscendo che i contenuti di quanto dichiarato dal Governo «sono sicuramente molto forti e condivisibili» ha osservato che «l'espressione "dialogo critico" - usata forse per comprensibili ragioni diplomatiche - è tuttavia, da un punto di vista politico, inadeguata»;
in questi ultimi giorni la situazione in Myanmar è peggiorata, anche a causa dei forti rincari del costo della benzina e dei generi di prima necessità, che ha stremato ancora di più la popolazione già ridotta alla fame e oppressa da uno dei regimi più brutali del mondo;
in tutto il Paese dilagano, da più di una settimana, forme di protesta pacifica guidate dai monaci buddisti che chiedono libertà e democrazia contro l'opprimente regime dittatoriale della Giunta militare del generale Than Shwe;
il 22 settembre 2007, Aung San Suu Kyi, «the Lady», Premio Nobel per la pace e leader dell'opposizione, si è affacciata alla porta di casa, sfidando il regime militare che da anni la condanna agli arresti domiciliari, per dimostrare solidarietà ai monaci buddisti che stavano sfilando;
dal 24 settembre 2007 la rivolta pacifica dei monaci buddisti ha assunto proporzioni ancora maggiori, con la partecipazione di decine di migliaia di pacifici cittadini: le stime riferiscono centomila manifestanti a Rangoon e in altre città del Paese;
il 25 settembre 2007 si è svolta in Campidoglio una manifestazione di solidarietà, promossa dal sindaco di Roma Walter Veltroni, alla quale ha partecipato anche l'interpellante, «per esprimere la ferma condanna del regime militare e delle violenze che in queste ore colpiscono i monaci e i cittadini che manifestano pacificamente per la libertà e la democrazia» e per il 27 settembre 2007 è stata programmata una nuova manifestazione di solidarietà con il popolo birmano, nel corso della quale esporre la foto di Aung San Suu Kyi sul Palazzo del Campidoglio;
da notizie di stampa si apprende che è in corso una violenta repressione della protesta in tutto il Paese e che vi sarebbero almeno 5 morti e 150 feriti, con oltre 200 persone, di cui la metà monaci buddisti, arrestate dalle forze di sicurezza a Yangon durante una delle manifestazioni contro la giunta militare;
in un articolo di Federico Rampini, pubblicato il 26 settembre 2007 su La Repubblica, si denuncia che «Con ogni probabilità la signora Aung San Suu Kyi, premio Nobel della pace e leader democratica, è stata deportata. I militari
l'avrebbero prelevata dagli arresti domiciliari per rinchiuderla nel famigerato carcere di Insein. La punizione contro Suu Kyi, il "volto buono" della Birmania nel mondo, sembra sia scattata dopo la manifestazione di sabato a Rangoon, quando la signora si era affacciata a salutare il corteo di monaci che sfilavano davanti a casa sua»;
il Presidente degli Stati Uniti, Bush, ha annunciato nel corso del suo intervento alle Nazioni Unite, martedì 25 settembre 2007, nuove sanzioni americane nei confronti della giunta militare in Birmania che ha imposto «un regno di 19 anni di paura» nel paese, soffocando le libertà di base: «Le Nazioni Unite e tutte le nazioni - ha detto - useranno le loro capacità diplomatiche ed economiche per alleviare le sofferenze in Birmania»;
il Consiglio di sicurezza dell'Onu prevede di riunirsi alle ore 21, ora italiana, del mercoledì 26 settembre 2007, per consultazioni urgenti sulla drammatica situazione in Birmania. La convocazione del Consiglio di sicurezza era stata richiesta da numerosi paesi, fra i quali l'Italia. In particolare, il premier britannico Gordon Brown ha chiesto la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla situazione in Myanmar, sostenendo che l'Unione europea «ha intenzione di valutare un ampio ventaglio di sanzioni che potrebbero essere imposte»;
il Presidente del Consiglio Prodi, inoltre, in un colloquio con il presidente di turno dell'Unione europea, José Socrates, avvenuto il 26 settembre 2007, ha chiesto una riunione urgente in ambito comunitario al fine di esaminare le misure ritenute adeguate alla cessazione delle violenze in Myanmar, affermando che «la comunità internazionale deve mobilitarsi per il rispetto dei diritti umani in tutte le parti del mondo e perché sia assicurata la libertà di esprimere le proprie opinioni ed il proprio dissenso in modo pacifico»;
«Il Governo italiano - ha affermato Prodi come riportato da agenzie di stampa il 26 settembre 2007 - è al lavoro in ambito europeo ed internazionale, con i propri partner, per promuovere tutte le iniziative suscettibili di far cessare le violenze delle forze di polizia nei confronti dei manifestanti e far ripartire il dialogo» -:
quali siano le valutazioni del Governo in merito agli ultimi fatti di violenza accaduti nella ex Birmania e quali urgenti ulteriori iniziative intenda intraprendere presso le sedi internazionali, l'Unione europea e soprattutto l'ONU, per fermare, innanzitutto, la violenta repressione da parte del regime militare birmano nei confronti delle manifestazioni pacifiche dei monaci buddisti e di inermi cittadini e, inoltre, per promuovere tutte le azioni necessarie affinché il rispetto dei diritti umani nella ex Birmania sia pienamente garantito.
(2-00753) «Boato».
Interrogazione a risposta orale:
FABRIS, SATTA, DEL MESE, GIUDITTA, ROCCO PIGNATARO, D'ELPIDIO, PICANO, AFFRONTI, CAPOTOSTI, ADENTI, MORRONE, LI CAUSI, CIOFFI e ROSSI GASPARRINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la legittima richiesta di trasparenza che proviene dai cittadini circa i costi della pubblica amministrazione si scontra con l'ipocrisia di troppi soggetti che usano in maniera strumentale questo argomento per avvelenare in modo del tutto demagogico ed arbitrario il dibattito politico, come recentemente accaduto nel caso del volo di Stato richiesto e utilizzato dal Vice Presidente del Consiglio, l'Onorevole Francesco Rutelli, e su cui è stato ospitato il Ministro della Giustizia, il Senatore Mario Clemente Mastella, i quali erano stati invitati per la premiazione ufficiale del Gran Premio di Monza, ma che ha causato una violentissima polemica da parte della stampa unicamente indirizzata nei confronti del Guardasigilli;
in diversi casi, è lecito sostenere che i membri dell'attuale Governo e di quelli precedenti che oggi accusano il Guardasigilli hanno essi stessi in passato usufruito di analoghi voli di Stato, trattandosi di situazioni niente affatto nuove e che, anzi, sono comuni a diversi esponenti sia dell'attuale Esecutivo sia di quelli delle passate Legislature -:
quanto l'andamento dei costi per l'utilizzazione del servizio del volo di Stato sia cresciuto, nelle stime attuali, durante le ultime tre Legislature e, in particolare, nel rispetto dei limiti imposti dalla necessità di non violare il segreto di Stato relativo alle destinazioni, quale sia l'elenco dei Ministri, degli altri membri del Governo e dei loro accompagnatori che abbiano usufruito e per quante volte di tali voli durante le ultime tre Legislature.
(3-01266)
Interrogazioni a risposta scritta:
CAMPA, PANIZ, GARDINI, GIUSEPPE FINI, ZORZATO, MILANATO e MISTRELLO DESTRO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
è un vero e proprio bollettino di guerra quello che arriva dal Veneziano, zona colpita da una forte perturbazione; in poche ore è caduta sull'area una quantità di pioggia in misura eccezionale, mai registrata prima dall'Arpav (Agenzia regionale per l'ambiente);
per fare un esempio, tra le 7 e le 8 di mattina del 26 settembre tra Mestre e Venezia sono caduti 145 mm di pioggia: un dato record, mai registrato prima nello stesso periodo dell'anno con la pioggia sono arrivati vento e freddo, il maltempo sta interessando tutto il Veneto, con particolare violenza nel Veneziano e nel Trevigiano; il comune di Venezia parla di Codice Rosso con l'allerta della Protezione Civile e consiglia alla cittadinanza di non muoversi di casa se non per necessità urgenti; le strade della terraferma veneziana sono in gran parte allagate e bloccate, con semafori in tilt sottopassi allagati, come quello della stazione ferroviaria di Mestre dove nella mattina del 26 settembre si è formata una lunga fila di viaggiatori per comperare stivali di gomma. Ora anche a Mestre e non solo a Venezia, come a suo tempo consigliato dal sindaco Cacciari, ci si può difendere dalle acque alte solo con gli stivali;
il Ponte della Libertà, tra Venezia e Mestre, è rimasto inagibile a lungo;
problemi per la circolazione ferroviaria, con ritardi su varie linee, ritardi anche all'aeroporto Marco Polo di Venezia; per i disagi inevitabili il comune di Venezia ha sospeso persino le conferenze stampa previste per oggi e la prova, con le sirene di emergenza a Malcontenta, in zona industriale; ed è lavoro senza tregua per vigili del fuoco e forze dell'ordine occupati da questa notte per liberare le strade dall'acqua e dai rami caduti, e per far fronte alle 350 richieste di soccorso; le previsioni non sono lusinghiere: il peggio sembra essere passato, ma piogge e temporali sono previsti ancora sul Veneto;
la regione Veneto in accordo con il comune di Venezia ha avviato le procedure per richiesta della dichiarazione dello stato di crisi -:
quali iniziative intenda assumere per accogliere immediatamente la richiesta della regione Veneto e del comune di Venezia per lo stato di crisi e per dare una risposta concreta alle difficoltà oggi presenti per le popolazioni venete in modo particolare per quelle del Veneziano e della sua terraferma.
(4-04981)
CIOCCHETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della pubblica istruzione, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
con il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 è stato adottato il Testo unico dei dipendenti civili dello Stato;
l'articolo 19, commi 3, 4, 5 e 10, del Decreto legislativo 31 marzo 2001, n. 165 prevede specifiche modalità per il conferimento degli incarichi al personale appartenente alle due fasce in cui si articola il ruolo unico dei dirigenti dello Stato;
l'articolo 19, commi 5-bis e 6, del Decreto legislativo 31 marzo 2001, n. 165 prevede specifiche modalità per il conferimento degli incarichi al personale esterno al ruolo dei dirigenti;
la Corte dei conti ha precisato che, per il conferimento di incarichi a personale esterno, «il criterio secondo il quale il legislatore ha inteso disciplinare l'immissione nell'esercizio di funzioni dirigenziali di soggetti, quali essi siano, in precedenza già non investiti di tale qualifica, risulta evidentemente informato alla volontà di acquisire professionalità estranee, tali da presentare qualità aggiuntive e comunque non minori rispetto ai già elevati requisiti previsti per le nomine di funzionari appartenenti ai ruoli dirigenziali...» (in Corte dei conti, n. 3 del 2003);
la Corte dei conti ha precisato inoltre che, per il conferimento di incarichi a personale esterno, è indispensabile «che risulti provato ... che l'Amministrazione, non nel solo ambito settoriale considerato, ma nel più ampio bacino della sua intera organizzazione, non disponga» delle professionalità cui sia possibile il conferimento dell'incarico dirigenziale (in Corte dei conti, n. 2 del 2005);
la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Funzione pubblica, nella Circolare del 21 dicembre 2006, n. 5 (Linee di indirizzo in materia di affidamento di incarichi esterni e di collaborazioni coordinate e continuative) precisa, anche se nell'ambito delle collaborazioni previste all'articolo 7 del decreto legislativo n. 165 del 2001, che ai fini dell'attribuzione di collaborazioni esterne, è indispensabile, anche in considerazione della consolidata giurisprudenza della Corte dei conti che «l'amministrazione deve avere preliminarmente accertato l'impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili al suo interno»;
la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Funzione pubblica, nella Direttiva del 2 febbraio 2007, n. 1 (Misure di trasparenza e legalità in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali, di amministrazione e consulenza e in generale di gestione), puntualizza in riferimento a quanto previsto dalla legge finanziaria per l'anno 2007, che, da «quanto premesso deriva che le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, debbono verificare i presupposti di legittimità degli incarichi da esse conferiti» e che le «stesse amministrazioni debbono inoltre ottemperare a tutti gli obblighi di pubblicità anche tramite la pubblicazione dei relativi dati sui propri siti istituzionali»;
l'articolo 1, comma 404, punto a) della legge 28 dicembre 2006 n. 296 (legge finanziaria), prevede una riduzione del personale dirigenziale di seconda fascia di ciascuna amministrazione entro il limite minimo del 5 per cento;
presso il Ministero della Pubblica istruzione alla Direzione generale per le risorse, risulta conferito un incarico dirigenziale a personale esterno, ex articolo 19, commi 5-bis e 6 del decreto legislativo n. 165 del 2001 in epoca non determinabile, ma registrato alla Corte dei conti il 12 aprile 2007;
presso il Ministero della Pubblica istruzione, alla predetta Direzione Generale per le risorse, esistono altri dirigenti cui sono stati assegnati funzioni di consulenza, studio e ricerca, appartenenti al ruolo dei dirigenti di seconda fascia dell'amministrazione, in possesso di idonei requisiti per l'assunzione di tale incarico;
presso il Ministero della Pubblica istruzione, alla Direzione generale per lo studente, risultano conferiti tre incarichi dirigenziali a personale esterno, ex articolo 19, commi 5-bis e 6 del decreto legislativo
n. 165 del 2001, nel periodo intercorrente tra la fine dell'anno 2006 e l'inizio del corrente anno 2007;
uno di questi incarichi, presso il Ministero della Pubblica istruzione, alla Direzione generale per lo studente, è stato conferito a seguito di sentenza del Giudice del Lavoro, con contratto sottoscritto il 16 giugno 2007, non con reintegro sull'ufficio come da dispositivo, ma su altro ufficio reso disponibile;
presso il Ministero della Pubblica istruzione, alla predetta Direzione generale per lo studente, è stato conferito un incarico di consulenza, studio e ricerca, ex articolo 19, comma 10 del decreto legislativo n. 165 del 2001, ad un dirigente di seconda fascia appartenente al ruolo dell'amministrazione - con decreto del Capo dipartimento per l'Istruzione, del 12 gennaio 2007, a seguito della cessazione automatica del precedente incarico ai sensi del decreto-legge n. 181 del 2006 - in possesso di idonei requisiti per l'assunzione di uno di tali incarichi;
l'Ufficio Centrale di bilancio presso il Ministero della Pubblica istruzione, ha mosso rilievo il 20 aprile 2007 al predetto incarico, anche in considerazione del fatto che non era stato formalizzato alcun incarico a decorrere dal 16 agosto 2006, data della decadenza automatica prevista dal decreto-legge n. 181 del 2006 al suddetto dirigente;
l'Ufficio Centrale di bilancio presso il Ministero della Pubblica istruzione, ha reiterato il rilievo in data 21 giugno 2007, in mancanza di risposta da parte dei competenti uffici del Ministero della Pubblica istruzione -:
se il Ministro della Pubblica istruzione sia a conoscenza delle procedure adottate per il conferimento dei predetti incarichi;
se il Ministro della Funzione pubblica ritenga che le procedure di nomina adottate presso il Ministero della Pubblica istruzione siano compatibili con la vigente normativa relativa al conferimento di incarichi a personale esterno;
se i Ministri della Funzione pubblica e della Pubblica istruzione ritengano che le procedure descritte siano compatibili con le vigenti normative relative alla trasparenza, all'economicità ed all'efficacia dell'azione amministrativa;
se il Ministro della Funzione pubblica non intenda accertare la legittimità delle procedure adottate;
se il conferimento di incarichi a personale esterno, in presenza di dirigenti assegnati a compiti di consulenza, studio e ricerca presso il Ministero della Pubblica istruzione, sia compatibile anche con la previsione della riduzione prevista dal predetto articolo 1, comma 404, della legge n. 296 del 2006;
infine, quali provvedimenti intenda adottare il Ministro della Pubblica istruzione, in via di autotutela, per porre termine all'insostenibile situazione che vede dirigenti di ruolo dell'amministrazione, con un'alta professionalità acquisita nel corso degli anni, relegati su posti di consulenza, studio e ricerca, a fronte di personale esterno cui vengono conferiti incarichi dirigenziali su posti di funzione.
(4-04987)
LUCCHESE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
annualmente nel settore della stampa periodica si concedono fior di milioni di euro ai grandi quotidiani e periodici, che fanno capo a grossi gruppi e potentati economico finanziari, mentre non si eroga neanche un euro alla cosiddetta piccola stampa, che risulta poi nei fatti quella veramente indipendente, che non ha scopi celati;
vi sono organi di stampa (in particolare agenzie stampa) di portata nazionale
che sono attive da decenni e che non riescono ad ottenere alcun contributo dallo Stato;
appare all'interrogante assurdo che i contributi siano concessi a quasi esclusivo beneficio della grande stampa;
risulta anche all'interrogante che la Presidenza del Consiglio sottoscriva abbonamenti solo a beneficio di alcune agenzie scartandone altre anche se queste ultime escono con rigorosa puntualità da decenni;
tale operazione, portata avanti da questo Governo, rappresenta per l'interrogante una discriminazione inaccettabile, posto che consta all'interrogante che non siano stati rinnovati gli abbonamenti ad alcune testate giornalistiche;
si verifica poi che enti di Stato, come ENI ed ENEL, concedano pubblicità soltanto alla cosiddetta grande stampa, escludendo la piccola stampa;
peraltro alle testate dell'alta finanza ed a quelle dei partiti politici sono assicurati cospicui finanziamenti, mentre sulla piccola stampa non viene assicurata da parte di questi gruppi nemmeno la pubblicazione di un piccolo inserto pubblicitario;
tutto ciò non incoraggia la stampa veramente indipendente, che viene discriminata ed esclusa da ogni tipo di finanziamento, un fatto certamente non democratico e teso a non incoraggiare la libera stampa -:
se il Governo intenda proseguire su questa strada o intenda modificare con una proposta di legge governativa le attuali norme sugli aiuti all'editoria determinando un positivo e democratico cambiamento che renda giustizia alla libera stampa.
(4-04996)
MIGLIORI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la Camera dei deputati nel corso della seduta di mercoledì 12 settembre ha approvato il disegno di legge di ratifica della «Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale adottata a Parigi il 17 ottobre 2003 dalla XXII sessione della Conferenza generale dell'UNESCO»;
trattasi di una straordinaria ulteriore occasione di valorizzazione del patrimonio culturale italiano di cui il Palio di Siena è primo ed insigne esempio -:
se il Governo intenda, oppure no, avanzare la candidatura italiana naturale del Palio di Siena all'interno della prestigiosa lista dell'UNESCO.
(4-04998)
PILI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 15 dello Statuto sardo dice che «la legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi»;
la legge regionale n. 20 del 1957 e successive modificazioni individua erroneamente un quorum di validità del referendum pari al 33 per cento;
tale quorum non è previsto nell'articolo 15 dello Statuto sardo;
una legge regionale che prevede in modo equivoco il quorum di partecipazione del 33 per cento per il referendum confermativo di una legge statutaria è palesemente incostituzionale;
il Presidente della Regione sarda non ha in alcun modo esplicitato preventivamente la corretta interpretazione e applicazione delle norme referendarie relativamente alle norme statutarie;
la prevalenza gerarchica della disposizione statutaria risulta evidente su qualsiasi altra norma regionale;
l'applicazione della norma prevede che il mancato raggiungimento di un quorum, peraltro incostituzionale, rendere di
fatto il referendum non valido e conseguentemente la legge statutaria non può essere promulgata;
secondo autorevoli pareri di costituzionalisti «il referendum è invalido per mancanza di quorum partecipativo, la legge statutaria non è approvata dalla maggioranza dei voti validi, perché se il referendum non raggiunge il quorum nessun voto è valido»;
sarebbe costituzionalmente corretto che i sardi potessero preventivamente e ufficialmente conoscere la corretta applicazione della norma;
è doveroso segnalare il rischio di una gravissima violazione senza precedenti di una disposizione di una norma avente valenza costituzionale;
va considerato che il 21 ottobre prossimo vi sarà un appuntamento referendario e pertanto occorre una urgente iniziativa volta a dare attuazione alla disciplina statutaria -:
se il Governo abbia valutato l'opportunità e il dovere di un intervento diretto, anche tramite impugnativa davanti alla Corte Costituzionale ai sensi della vigente normativa, teso al rispetto dello Statuto sardo approvato con le procedure di legge costituzionale e delle prerogative democratiche dei sardi.
(4-05010)