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Allegato B
Seduta n. 212 del 27/9/2007
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INTERNO
Interrogazione a risposta orale:
LO PRESTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che numerose vittime della mafia, aventi diritto di accesso al Fondo di Solidarietà istituito con legge n. 512 del 1999, in virtù di sentenze di condanna esecutive, non hanno avuto la possibilità, per l'anno in corso, di ottenere la liquidazione delle somme riconosciute dall'Autorità giudiziaria;
più in particolare, il Comitato del Fondo di Solidarietà ha ridotto, sino alla fine del corrente anno, la percentuale della quota di accesso al Fondo e attualmente liquida percentuali che oscillano tra il 50, il 10 e l'1 per cento del montante complessivo, per scaglioni di importo, con il risultato che, a fronte di crediti di diverse centinaia di miglia di euro, le liquidazioni disposte sono di poche migliaia di euro, con previsioni di saldo a lungo termine;
la causa di tali ritardi e della parziale liquidazione, risiederebbe, a detta del Ministro per l'attuazione del programma, che ha risposto all'interrogazione 3-01079, in problemi «non tanto di copertura, quanto di quantificazione degli oneri finanziari e della loro proiezione temporale»;
risulta inoltre all'interrogante che i fondi assegnati al Fondo di Rotazione per l'anno 2007 e gestiti dalla Consap S.p.a., alla data del 15 gennaio 2007 erano così ripartiti:
Entrate:
Liquidità (titoli e conti correnti bancari) Euro 23,4 milioni di cui: euro 21,5 titoli; euro 1,9 depositi in conto corrente.
Contributo dello Stato (articolo 1 lettera a legge n. 512 del 1999): euro 10,3;
Somme derivanti dalla confisca o vendita (articolo 1 lettera b legge n. 512 del 1999): euro 14,2;
Proventi finanziari stimati (al netto delle imposte): euro 0,3;
Totale: euro 48,24 milioni;
l'importo deliberato dal Comitato in favore delle vittime - dal 1o gennaio 2007 al 18 luglio 2007 - è stato pari a 24.170.239,93 di cui la Consap doveva liquidare nell'anno in corso il 50 per cento;
detti fondi all'11 settembre 2007 residuavano a circa 9,5 milioni di euro (tra titoli, conti correnti bancari, compreso il contributo statale annuo) con la previsione al 31 dicembre 2007 di un residuo pari 1,6 milioni di euro (compresi gli impegni per le delibere da pagare e i costi di gestione da rimborsare alla Consap) -:
se i dati riferiti siano corretti;
quale sia l'ammontare complessivo delle entrate derivanti dalla gestione dei beni confiscati alla mafia per il 2007 e la previsione per il 2008;
se dette somme derivanti dalla confisca o vendita dei beni mafiosi sono comprese tra quelle riferite e residuate per l'anno 2007;
quale sia l'ammontare dei rendimenti dei titoli e degli interessi sui conti correnti;
quale sia l'ammontare dei costi di gestione della Consap relativamente al Fondo di cui alla legge n. 512 del 1999;
quale siano le ragioni per le quali ad oggi non risulterebbero fondi sufficienti per pagare le vittime della mafia, a fronte di un residuo importo che dovrebbe ammontare ad una cifra prossima ai 36 milioni di euro;
quali iniziative e provvedimenti intenda assumere per garantire una rapida e integrale erogazione delle somme dovute alle vittime della mafia anche tenendo conto che la Consap deve assicurare la liquidità necessaria per far fronte all'erogazione delle somme dovute a titolo risarcitorio, con emissione di titolo di pagamento entro 30 giorni dalla ricezione della delibera del Comitato.
(3-01265)
Interrogazioni a risposta scritta:
BUEMI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
le unità cinofile dei Vigili del Fuoco nascono per la prima volta in Italia a Torino nel 1939 ed erano specializzate nella ricerca di persone disperse sotto le macerie, vennero istituite per l'allora imminente periodo bellico e notevole fu il contributo dato dai cani per individuare le persone travolte sotto le macerie dopo i bombardamenti;
dopo la guerra le unità cinofile vennero progressivamente destituite per mancanza di personale specializzato e qualificato. Agli inizi degli anni '90, grazie alla professionalità, costanza e passione di alcuni vigili del Comando Provinciale di Torino e di altri Comandi d'Italia, in date differenti iniziarono a riconoscerne l'importante ruolo svolto nelle operazioni di soccorso per ricerca persone disperse in superficie, macerie e valanghe;
proprio a Torino e precisamente nel Comune di Volpiano ha oggi sede il 1o Nucleo Regionale e la Scuola Nazionale decretata 30 maggio 2005 dal Capo Dipartimento Prefetto Morcone. La struttura, sorge in un area di circa 10.000 metri quadrati, attrezzata per ospitare ed addestrare fino a quaranta unità cinofile contemporaneamente. Sulla stessa sorge un complesso di circa 600 metri quadri composto da uffici amministrativi, aula didattica per quaranta posti, cucina e aula mensa con foresteria e servizi attrezzati per il pernottamento. Il complesso è inoltre provvisto di autorimesse per cinque automezzi, e di complessivi 20 box di stazionamento per i cani e di un campo macerie da addestramento di circa 2.000 metri quadri. Abbiamo inoltre quattro automezzi da intervento, attrezzati per il trasporto di cani e personale. Tale struttura garantisce che tutte le Unità Cinofile dei Vigili del Fuoco, sotto il coordinamento del suo responsabile Del Vago Massimo e del vice responsabile Tassi Antonio in collaborazione con la Direzione Centrale per l'Emergenza di Roma, la Direzione Centrale per la Formazione e la Direzione Piemonte, la standardizzazione e abilitazioni non che la verifica annuale, di tutte le unità cinofile dei Vigili del Fuoco d'Italia;
le unità sono momentaneamente contingentate in circa 200 unità, distribuite sul territorio nazionale in Nuclei Regionali e si occupano prevalentemente della ricerca di persone disperse in superficie e macerie, in fase sperimentale del fire-investigation (investigazione e ricerca di incendi dolosi) e del soccorso acquatico;
i corsi di abilitazione hanno la durata di una settimana con una partecipazione
per corso di circa 20 unità, il personale abilitato ogni anno deve effettuare sempre, presso la scuola Nazionale di Volpiano, una verifica per mantenere il riconoscimento della sua abilitazione;
presso la Scuola di Volpiano, si riunisce il comitato tecnico nazionale cinofilo, si effettuano corsi di aggiornamento e attività di addestramento non solo a tutti i cinofili dei Vigili del Fuoco d'Italia ma anche quando ci viene richiesto ad associazioni di volontariato della protezione civile;
la Scuola dove ha sede il 1o Nucleo Regionale sotto il coordinamento della Direzione Regionale Piemonte effettua nella regione stessa, dai 70 agli 80 interventi di ricerca persone disperse in superficie (zone boschive) e ricerca su macerie (crolli) e valanga;
la durata temporale degli interventi delle unità cinofile varia da 1 a 5 giorni circa, a secondo delle tipologia del luogo, delle caratteristiche del disperso e del motivo del suo allontanamento, il fine essenziale del lavoro delle unità è quello di contribuire al ritrovamento della persona viva con enorme soddisfazione per tutta la squadra di soccorso quando questo accade, oppure nei casi più sfortunati di ritrovare il corpo del disperso per restituirlo ai propri cari per una degna sepoltura;
i cani dei Vigili del Fuoco, sono di proprietà degli stessi, i quali li comprano e dopo aver superato una selezione per verificare le attitudini alla specializzazione scelta, iniziano tutto il percorso formativo di abilitazione e mantenimento della propria preparazione con addestramenti settimanali per tutta la durata operativa del cane. I metodi utilizzati per l'addestramento non sono mai coercitivi nei confronti del cane, si utilizzano come ricompense per gli esercizi richiesti o per il lavoro svolto il gioco o il cibo. Il cane per un cinofilo dei Vigili del Fuoco non è considerato uno strumento di lavoro ma un compagno con il quale condividere emozioni, soddisfazioni e sacrifici;
tutta l'attività sopra menzionate viene attualmente effettuata senza un minimo di organico fisso dedicato alla Scuola stessa, ma con enormi sacrifici da personale volontario VVF e permanente;
il lavoro di addestramento e di logistica, nella struttura, viene operato da personale altamente specializzato nel settore cinofilo con decenni di esperienza tecnica e teorica, e con qualifiche specifiche del corpo nazionale Vigili Del Fuoco che ne rendono indispensabile il loro impiego per una proficua continuità della stessa struttura operativa -:
se non intenda intraprendere ogni misura di sua competenza al fine di assumere, anche con contratto a tempo determinato, personale, con qualificata preparazione specifica (professionalità oggi esistenti presso il centro di esclusivo apporto volontaristico), dedicato alla Scuola di Volpiano e al 1o Nucleo Regionale ed inserito nell'organico nazionale dei Vigili del Fuoco.
(4-04972)
ADENTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'attuale organico del Commissariato di Voghera è di 35 unità (di cui 1 in maternità e 2 adibiti solo a servizi interni e 3 impiegati civili) e che di tale organico persone sono utilizzate esclusivamente per compiti logistici;
è evidente una grave carenza di personale della Polizia di Stato al Commissariato di Voghera che non avendo più un organico adeguato alle esigenze di una città con oltre 40.000 abitanti costringe la dirigenza ad abolire turni di vigilanza della volante, nonostante tale turnazione sia prevista dall'accordo quadro nazionale firmato da tutte le organizzazioni sindacali della Polizia di Stato ed è finalizzata a garantire una presenza costante della Polizia di Stato nell'attività di prevenzione specie in questo periodo storico per il Paese ove è maggiormente sentita l'esigenza di sicurezza;
quando detta struttura aveva in organico più di 40 elementi poteva effettuare un turno regolare di volante;
non solo il personale è diminuito, ma non sono nemmeno previste aggregazioni o trasferimenti, né possono essere inviati da Pavia contingenti di rinforzo per alcuni particolari servizi (fiera dell'Ascensione, Salice Terme nel periodo estivo eccetera), ma è la stessa città di Pavia a chiedere ausilio per servizi di ordine pubblico e di rappresentanza al Commissariato in tutto l'Oltrepo (Broni, Stradella e vigilanza nell'area di servizio Broni-Stradella dell'Autostrada Torino Piacenza in occasione del transito dei tifosi che si recano in trasferta e sostano nella predetta area);
in precedenza il personale dell'Arma dei Carabinieri di Voghera era impegnato in provincia e il personale del Commissariato in città, ora anche i servizi in provincia toccano al Commissariato;
il personale che attualmente opera in detta struttura si vede costretto a svolgere turni in straordinario che poi non trovano alcuna compensazione nella remunerazione se si pensa che la finanziaria 2007 ha contratto le risorse (in sostanza è stato diminuito il monte ore annuo disponibile del 10 per cento) e che l'ora di straordinario prestata viene retribuita ad un agente ed alle restanti qualifiche meno dell'ora ordinaria -:
se e come il Ministro interrogato intenda operare al fine di sanare tale deficit d'organico e intervenire per corrispondere al personale che attualmente opera in questa condizioni un adeguata ricompensa economica per il lavoro straordinario svolto.
(4-04973)
GRIMOLDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
rispondendo all'interpellanza n. 2-00652, concernente interventi in favore dei Vigili del Fuoco di Monza, il Sottosegretario per l'interno Ettore Rosato, in data 20 settembre 2006, ha annunciato l'intenzione del Governo di portare la consistenza organica del presidio dei Vigili del Fuoco di Monza almeno al livello di 84 unità, in corrispondenza dell'elevazione di Monza a Provincia;
nella stessa circostanza, il predetto Sottosegretario Rosato ha altresì reso nota l'assunzione entro dicembre di seicento nuovi Vigili del Fuoco su base nazionale nonché la predisposizione di una Convenzione tra il Ministero dell'interno e la Regione Lombardia che permetterà anche a quest'ultima di investire risorse nel potenziamento dei distaccamenti dei Vigili del Fuoco situati sul suo territorio;
non sono stati tuttavia precisati i tempi dell'invio dei Vigili del Fuoco addizionali di cui Monza necessita né quelli relativi al perfezionamento della citata Convenzione;
né sono stati comunicati i criteri in base ai quali Monza è stata finora classificata, dal punto di vista del rischio incendi, al livello più basso, noto come S1, a dispetto delle morti verificatesi anche di recente a causa del fuoco -:
quali siano i criteri in base ai quali Monza è tuttora considerata città a basso rischio di incendi e i tempi previsti dal Governo per l'invio dei Vigili del Fuoco attesi dal Comune di Monza nonché per il perfezionamento della convenzione con la Regione Lombardia che permetterà alla Giunta regionale lombarda di investire nel potenziamento dei presidi locali dei Vigili del Fuoco.
(4-04978)
OSVALDO NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Sono stati diffusi dalla Federazione sindacale di polizia UGL di Roma alcuni dati relativi alla situazione incredibile e assurda in cui versano le forze di polizia nella capitale;
nel comunicato diffuso dal sindacato viene riportato che:
1. sono circa 800 gli automezzi della Polizia di Stato assegnati alla questura
di Roma che non si riesce a riparare per carenza di fondi;
2. la stragrande maggioranza dei Commissariati di P.S. non riesce a garantire neppure un turno di servizio, perché privi di mezzi e ridotti alla fame dalle ultime Finanziarie che hanno tagliato i fondi per la sicurezza;
3. uno dei più gloriosi ed efficenti reparti Volanti d'Italia, costretto ad impiegare continuativamente per 24 ore la stessa «Volante»;
4. prestigiosi uffici investigativi ed «anonime» ma essenziali squadre di polizia giudiziaria dei Commissariati impossibilitati a svolgere al meglio le indagini, per assenza di strumenti adeguati;
5. enormi piazzali stracolmi di mezzi, sia di serie che con i colori di istituto, che sembrano cimiteri abbandonati;
6. creditori che assediano le prefetture per ottenere, dopo anni, il pagamento delle fatture; uffici di polizia privi finanche di carta, fax, toner e dei più elementari strumenti di lavoro, dal Pc alla fotocopiatrice;
da alcune notizie si apprende che la scorsa settimana, al reparto volanti della questura di Roma, su 18 equipaggi pronti ad uscire in servizio, 8 sono rimasti in caserma perché non c'erano macchine a disposizione;
tale situazione rischia di consegnare le nostre città alla criminalità che invece è dotata di mezzi e risorse illimitati -:
quali misure ritenga di dover prendere il Ministro interrogato per porre rimedio a tale situazione che impedisce di garantire quella sicurezza che i cittadini hanno diritto ad avere.
(4-04979)
STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la questione della carenza di personale nel distaccamento dei Vigili del Fuoco di Dalmine, oramai è cronica e l'interrogante ha più volte fatto presente, con svariati atti di sindacato ispettivo, la grave situazione;
il distaccamento di Dalmine è stato istituito senza una pianta organica che lo rende, quindi, del tutto dipendente da quello di Bergamo; infatti la sede, per mantenere in efficienza il servizio, deve essere presieduta attraverso ore straordinarie svolte dal personale di via Codussi a Bergamo il cui comando, tra l'altro, è ridotto a 13 unità in servizio giornaliero (solo 7 per il servizio tecnico urgente);
a rendere peggiore la situazione sono anche i molteplici e continui incidenti stradali che si verificano sul tratto della A4 e quelli chimici che richiedono spesso l'intervento urgente dei vigili del fuoco;
per far fronte alla situazione si fa ricorso sistematicamente a 24 vigili temporanei permettendo, in questo modo, un regolare svolgimento dell'attività -:
quali misure intenda adottare al fine di potenziare l'organico dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Dalmine in modo tale da permettere di mantenere in efficienza la struttura che, situata in posizione strategica, consente il raggiungimento tempestivo delle zone limitrofe;
se non si ravvisi la necessità di procedere all'assunzione definitiva dei 24 vigili temporanei al fine di garantire un regolare e continuato servizio con tutte le garanzie che questo insostituibile lavoro richiede.
(4-04986)
FOTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 14 febbraio 2007 il Governo ha fornito risposta alle interrogazioni 5-00021 e 5-00401 relative alla questione di «Via della Chiesa», sita in frazione di Vicobarone del Comune di Ziano Piacentino (Piacenza);
per quanto consta all'interrogante, la risposta resa (sulla base di errate informazioni
recepite dal Ministero) contiene diverse inesattezze, tali da condizionare - come hanno condizionato - le conclusioni del Governo e di cui alla predetta risposta;
invero ed in particolare, la causa sulla destinazione d'uso della strada di cui trattasi non è stata promossa da un Comitato di cittadini di Vicobarone - come si legge nella risposta - contro i proprietari del Castello, ma, al contrario, da questi ultimi contro il Parroco e il Presidente del Consiglio parrocchiale;
le opere provvisionali prescritte con ordinanza sindacale del 7 agosto 2006 ben possono essere eseguite servendosi della «Via della Chiesa», solo parzialmente occupata da mesi e mesi da strutture metalliche che avrebbero dovuto servire all'esecuzione di lavori al Castello comunque non iniziati, strutture facilmente smontabili e rimontabili (in mezza giornata);
impraticabile è invece la possibilità di passare sulla proprietà della Parrocchia (richiesta di cui non si comprende comunque il significato, se non strumentale) per eseguire le opere predette;
la «situazione di stallo» rappresentata dal Governo non è assolutamente addebitabile a quanto nella stessa risposta sostenuto;
ad oggi, né il Comune né il Prefetto hanno adottato le iniziative sostitutive di legge per l'adempimento coattivo dell'ordinanza sindacale 7 agosto 2006, ormai da 7 mesi totalmente ignorata dagli ingiunti;
il Prefetto di Piacenza non risulta avere assunto alcuna iniziativa, come preannunciato nella risposta del Governo, e tanto meno risulta avere convocato una conferenza di servizi con la presenza anche di un rappresentante della Soprintendenza, così come si renderebbe invece urgentemente necessario;
paradossalmente perdura, quindi, l'inerzia a provvedere di ogni e qualsiasi autorità competente, dopo mesi e mesi;
con la questione delle opere provvisionali nulla interferisce la sentenza del Tribunale di Piacenza da poco emessa che, per ragioni processuali, ha ritenuto di non poter entrare nel merito dell'uso pubblico o meno della strada;
la violazione dell'articolo 30 del Codice della strada era stata in precedenza segnalata dall'interrogante in altro atto di sindacato ispettivo al fine di sottolineare che la stessa prevede l'irrogazione di una sanzione ad opera del Prefetto che - anche dopo l'intervento dei Vigili del fuoco - non risulta peraltro irrogata -:
come il Governo e le competenti autorità locali (Prefetto, Comune, Soprintendenza, Vigili del Fuoco) intendano procedere per assicurare la pubblica incolumità relativa al sagrato della Chiesa e, comunque, l'esecuzione delle opere provvisionali, dichiarate urgenti mesi e mesi fa, ma che nessuno a tutt'oggi si è paradossalmente curato di erigere in via diretta (Sindaco) o in via surrogatoria (Prefetto).
(4-04988)
FOTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dopo la pubblicazione della sentenza del Tribunale di Piacenza con la quale il Giudice unico dello stesso Tribunale ha ritenuto di non poter entrare nel merito dell'uso pubblico o meno della Via della Chiesa sita in provincia di Piacenza, segnatamente a Vicobarone di Ziano Piacentino, già oggetto di precedenti atti di sindacato ispettivo, la situazione di pericolo paventata a proposito della vecchia casa di proprietà privata prospiciente la detta strada, sembra essersi subitaneamente (e fortunatamente) risolta;
il Comune di Ziano Piacentino ed il Comando provinciale Vigili del Fuoco non sembrano ora ritenere necessarie opere provvisionali e/o definitive per la tutela della pubblica incolumità;
nessun organo giuridicamente ed istituzionalmente competente, in via diretta o
di surroga, sembra più occuparsi dell'adempimento dell'ordinanza sindacale 7 agosto 2006;
non risulta all'interrogante che l'ordinanza anzidetta sia stata revocata, né eventualmente sulla base di quali esatti e specifici motivi -:
quali opere esatte siano state eseguite per la messa in sicurezza del fabbricato di cui trattasi e quali opere, separatamente, i soggetti deputati istituzionalmente a farlo (il Comune di Ziano Piacentino e il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Piacenza) abbiano accertato come eseguite, giudicandole e ritenendole sufficienti a scongiurare i gravi pericoli solo pochi mesi fa paventati;
se le opere eseguite siano state previamente autorizzate dalla competente Soprintendenza;
in ragione di quali motivazioni tecniche il Comune e il Comando VVFF nonché la Soprintendenza non abbiano più ritenuta necessaria l'esecuzione di ulteriori opere;
se risultino avviate indagini relativamente ai fatti in questione.
(4-04989)
MIGLIORI e ULIVI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la popolazione residente negli otto comuni nel quale è suddiviso il territorio dell'Isola d'Elba è di poco meno di 30.000 persone;
durante il periodo estivo, vi è una forte presenza turistica che rende il numero di soggiornanti circa 10 volte superiore alla suddetta popolazione residente;
tale situazione aumenta esponenzialmente il rischio del verificarsi di situazioni di pericolo per le persone o del verificarsi di incendi;
gli operatori del locale Comando dei Vigili del Fuoco, che operano con abnegazione ma al limite della loro capacità operativa, sono in numero palesemente inferiore a quello che occorrerebbe per gestire nel modo migliore le reali esigenze degli elbani e dei turisti;
gli operatori impegnati per ogni turno sono sei, e tale situazione obbliga di fatto gli operatori, in caso del verificarsi in contemporanea di diverse situazioni di pericolo, ad una scelta discretiva sulla priorità di intervento in base alla gravità degli eventi stessi;
gli automezzi attualmente in uso al Comando dei Vigili del Fuoco dell'Isola d'Elba, sono perlopiù ormai obsoleti (l'autobotte risale al 1982) e lo stesso Comando dispone, per l'intero territorio dell'isola, di una sola area attrezzata ad eliporto -:
se non ritenga di voler disporre l'aumento di personale operativo da assegnare al Comando dei Vigili del Fuoco dell'Isola d'Elba;
se non ritenga di voler far effettuare un censimento sui mezzi attualmente in utilizzo al Comando dei Vigili del Fuoco, disponendo, se del caso, l'assegnazione allo stesso di nuovi mezzi e strutture, prima fra tutte un ulteriore eliporto per facilitare le operazioni cui sono preposti i Vigili del Fuoco.
(4-04991)
ZACCHERA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
da circa un anno è stato chiesto, a più riprese, al Ministro dell'interno di chiarire gli aspetti connessi al progetto di dare ai cittadini italiani una carta d'identità elettronica (CIE), dapprima da un cospicuo numero di colleghi parlamentari, primo firmatario l'Onorevole Luigi Vitali in data 12 ottobre 2006 e successivamente dal sottoscritto, senza avere alcuna risposta;
il silenzio del Ministro Amato, che più volte ha richiamato l'interesse primario dei cittadini a vivere in sicurezza, garantita dallo Stato, potrebbe far ritenere
che la gestione della struttura ministeriale, sia condizionata da società che riscuotano il consenso implicito dei responsabili del Viminale, come la NESTOR, società peraltro consulente dello stesso Ministero;
il Ministro dell'interno non dovrebbe ignorare cosa stia accadendo al suo Ministero, dove la società consortile Nestor di cui si riconosce la composizione italiana, ma non quella lussemburghese, al DUNS 40-04-0700, ad avviso dell'interrogante rischia di demolire i fondamentali di sicurezza della CIE;
nella sostanza infatti la CIE è sempre meno un documento di identificazione personale, come espresso dai regi decreti del 1931 e del 1940, è sempre più una carta di servizio, come dimostra l'assenza del Dipartimento della Pubblica Sicurezza dai tavoli decisionali;
il termine CIE viene usato per dare maggiore rilievo al progetto che in realtà mirerebbe soltanto ad accrescere il business di chi produce software in modo proprietario lontano da standard internazionali, elevando i livelli di autodipendenza;
è singolare che mentre il Ministero dell'interno abbassa di fatto il livello di sicurezza e di privacy degli italiani, il Vice Presidente del Consiglio On. Rutelli parli invece pubblicamente di creare una Banca Nazionale del DNA -:
se risponda al vero che la CIE è stata definitivamente declassata da documento di identità a carta di servizi, come dimostrano i continui richiami in rete ed ai servizi in rete nelle nuove «Regole tecniche» dettate da Nestor, la decisione di spostare la banca dati delle carte di identità dalla Polizia di Stato all'Amministrazione Civile dell'Interno, ciò tra l'altro senza alcuna base legale e in contrasto con il decreto ministeriale del 19 luglio 2000 tutt'ora in vigore;
se confermi che tutti i software di sicurezza vengono realizzati dai tecnici di Nestor Scarl software non di mercato: ciò con gravi rischi circa l'affidabilità e il controllo delle procedure, della loro gestione e della manutenzione successiva;
se non ritenga, viceversa, più corretto e trasparente individuare le caratteristiche fondamentali di sicurezza ed elaborare un capitolato d'oneri per scegliere sul mercato la migliore soluzione;
se sia a conoscenza, dell'estrema debolezza degli aspetti correlati alla sicurezza e alla privacy dei cittadini, contenuti nel nuovo decreto e alle relative «Regole Tecniche»: l'articolo 6, in particolare, cita strumenti standard quali i certificati digitali che sono per loro natura, autoconsistenti. È infatti inquietante che nella scrittura di questo articolo venga evidenziato, con molta superficialità e senza alcun dettaglio tecnico adeguato, che «nel corso dei servizi di validazione non si procede a tracciatura e registrazioni centralizzate», altrettanto inquietante è la circostanza che nonostante la generale condivisione che le basi anagrafiche e quella delle carte di identità dovessero rimanere separate per motivi di sicurezza, affidate a strutture diverse, nei fatti si registra il raggruppamento delle banche dati in un'unica struttura, e l'assicurazione fornita, senza alcuna spiegazione ulteriore è «che verranno adottati tutti gli accorgimenti» per assicurare l'effettiva separazione delle banche dati e l'impossibilità di consultazioni incrociate; a riprova di quella che l'interrogante ritiene la presenza invasiva della società Nestor Scarl nell'amministrazione del Ministero dell'interno nel nuovo decreto CIE viene inserita la presenza del codice fiscale, in analogia alla Carta Nazionale dei Servizi. La presenza del codice fiscale, «in chiaro» volutamente negata nel 2000 per motivi di privacy, renderebbe evidente a chiunque l'identità del richiedente il servizio, anche nel caso di servizi dove il rispetto della privacy risulta fondamentale e senza che il cittadino ne sia pienamente consapevole;
se il Ministro dell'interno sia a conoscenza che le «Regole Tecniche» della Nestor sono nuove ma vecchie di alcuni anni giacché secondo l'interrogante affermare
che i dispositivi contactless potranno essere utilizzati sulla base dell'evoluzione delle tecnologie è falso: tali dispositivi esistono e funzionano benissimo in tutto il mondo con l'applicazione del passaporto elettronico, e l'utilizzo del contactless è, quindi, già ora ma anche nel futuro orientato alla identificazione personale, assolutamente indispensabile se si vorrà rendere compatibile la CIE con il passaporto elettronico, così come appare insostenibile l'affermazione contenuta nelle «Regole Tecniche» che la tecnologia contactless potrà essere adottata solo «a fronte di un diretto assenso del cittadino»;
se il Ministro dell'economia condivida il basso profilo assunto dal Poligrafico dello Stato nella gestione del progetto CIE, atteso che secondo la legge 43/2005, infatti, il Poligrafico dello Stato è il principale attore del progetto CIE, come degli altri progetti relativi ai documenti di identificazione, in quanto finanziatore e braccio operativo del Ministero dell'economia e delle finanze. Sembrerebbe che l'Istituto Poligrafico svolga un ruolo meramente passivo, partecipando con un basso profilo tecnico e strategico alle varie discussioni in corso, incompatibile con il grande sforzo finanziario a cui è chiamato;
se non ritenga il Ministro dell'economia che il forte sbilanciamento dei conti dell'Istituto, che ammonterebbero ad oltre 200 milioni di euro, potrebbe compromettere a breve non solo l'attesa privatizzazione ma anche la stessa solidità della società.
(4-05003)