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Allegato B
Seduta n. 215 del 2/10/2007
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SALUTE
Interrogazione a risposta orale:
BUONTEMPO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante si è recato il 19 settembre 2007 nei locali del Policlinico Umberto I di Roma;
nell'occasione ha personalmente verificato lo stato di abbandono, il mancato rispetto delle norme igieniche, e le condizioni di grave rischio per la salute dei pazienti e per gli operatori del settore;
particolare stato di abbandono si è riscontrato nei sotterranei ove risultano abbandonate non soltanto costosissime apparecchiature ma, anche, in assoluta mancanza di sicurezza, contenitori per rifiuti tossici e nocivi;
in alcune zone di passaggio (vedi vani ascensori) fanno bella mostra di sé cumuli di rifiuti maleodoranti, abbandonati da tempo, che rischiano di trasformarsi in focolai di infezione;
sono state individuate 6 centraline elettriche con i cavi scoperti, senza alcuna protezione di sicurezza, con il rischio che un corto circuito determini ulteriori danni se non addirittura incendi;
i corridoi in gran parte presentano ancora coperture di amianto, quasi tutte le parti di ferro del piano interrato (dove ci sono anche ambulatori) sono arrugginite;
sono state individuate tubature fatiscenti, arrugginite, con brandelli di lana di vetro penzolanti dal cui interno fuoriesce, in almeno quattro punti, liquido di cui non si è saputa spiegare l'origine;
è stato riscontrato, nel corso della visita, il grave stato di abbandono in cui versa il reparto di chirurgia plastica ove, pur operando altissime professionalità mediche, per la carenza di personale e l'assenza di manutenzione, anche ordinaria, dei locali e l'inadeguatezza delle apparecchiature è particolarmente difficile operare nel rispetto della necessità. L'impressione riportata dall'interrogante, viste le carenze, è che ci sia una inconfessata e inconfessabile volontà di portare il reparto verso una definitiva chiusura seguendo, probabilmente la stessa logica che in altri ospedali ha portato alla chiusura, dopo il sotto utilizzo, i reparti di chirurgia plastica;
a seguito di alcune inchieste giornalistiche sulla malasanità, che avevano coinvolto principalmente il Policlinico, il Ministro Turco aveva riscontrato la «necessità di un'azione forte e immediata di verifica del rispetto delle indicazioni nazionali per la prevenzione delle infezioni ospedaliere» e i carabinieri del nucleo antisofisticazioni di Roma effettuarono anche perquisizioni e controlli al Policlinico Umberto I -:
quali iniziative il Governo intenda assumere:
a) per ovviare in tempi rapidissimi alle attuali condizioni di abbandono e di rischio;
b) per lo stanziamento dei fondi per adeguare le strutture in questione alle condizioni di sicurezza determinate, dalle leggi in vigore;
c) per individuare un percorso burocratico accelerato per ridurre i tempi della bonifica a spazi temporali meno lunghi di quelli previsti dal Direttore generale;
d) per garantire quanto previsto dalla legislazione vigente circa la tutela della salute e la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale
(ex articolo 117 sostituito dall'articolo 3 della legge costituzionale 12 ottobre 2001, n. 3).
(3-01289)
Interrogazioni a risposta in Commissione:
CAPITANIO SANTOLINI e VOLONTÈ. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nel febbraio del 2006 a Firenze è stata promulgata la cosiddetta «Carta degli Innocenti» che proponeva, tra l'altro, di non procedere alla rianimazione di quei bambini con determinate caratteristiche; tali caratteristiche consistevano nell'età gestazionale molto bassa;
la Carta di Firenze proponeva, infatti, di non rianimare, salvo eccezioni, i nati prima di 25 settimane di gestazione, nonostante oggi si prevede la possibilità di rianimarli già da 22 settimane di gestazione;
il Ministro della salute avrebbe creato delle commissioni ad hoc per valutare le proposte della Carta stessa, la quale non è mai stata approvata da neonatologi italiani, nonostante la stampa affermi il contrario -:
se siano state effettivamente istituite tali commissioni e da chi siano costituite e se su questo tema sia mai stato coinvolto il Consiglio Nazionale di Bioetica.
(5-01539)
PORETTI, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e TURCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'Unità Operativa Semplice di Fisiopatologia della Riproduzione Umana è stata istituita nel 1999 presso l'IRCCS S. de Bellis di Castellana Grotte (Bari). Dalla sua istituzione fino al dicembre del 2005 la UOS ha erogato prestazioni di PMA (procreazione medicamente assistita) di II livello e III livello, segnalandosi come centro di riferimento per la sterilità di coppia nel sud Italia, come dimostrato dalla alta percentuale di attrazione extraregionale di pazienti infertili (40 per cento);
nell'agosto 2005 l'allora Ministro della Salute, onorevole Storace, ha nominato un nuovo Commissario Straordinario, l'avvocato Francesco Paolo Sisto;
nel settembre 2005 sempre l'allora Ministro della salute, onorevole Storace, ha determinato la chiusura della linea di ricerca in fisiopatologia della riproduzione, di modo che la UOS non avrebbe più potuto beneficiare di progetti di ricerca finanziati dal Ministero;
il Commissario Sisto ha successivamente nominato il Direttore Sanitario, nella persona del dottor Vincenzo De Filippis (membro dell'associazione medici cattolici, del quale si ricorda l'attivo impegno in seno al comitato promotore del NO ai quesiti referendari sulla legge 40). Costui ha subito messo in discussione la regolarità dei contratti di consulenza stipulati con i medici della UOS di Fisiopatologia della Riproduzione Umana, smembrando di fatto l'unità stessa e revocando i contratti di collaborazione scientifica del personale dirigenziale della UOS;
di fatto, dunque, dal 1 gennaio 2006, la UOS di fisiopatologia della riproduzione umana è stata costretta a sospendere i trattamenti di PMA ed i ricoveri. Inoltre, a causa dell'assenza di un embriologo, i pazienti che avevano chiesto di poter disporre dei propri gameti già crioconservati presso la UOS per utilizzarli nell'ambito di trattamenti maggiori di PMA presso altri centri non avevano potuto prelevarli, ricevendo così un ulteriore danno alla propria salute;
il Direttore Sanitario dell'Ente, dottor Vincenzo De Filippis, è stato il responsabile e firmatario di tutti gli atti a seguito dei quali la UOS ha cessato la propria funzione. Secondo quanto comunicato dall'Assessorato alle Politiche della Salute della Regione Puglia, Servizio Ispettivo, il
dottor De Filippis non disponeva dei requisiti necessari alla nomina di direttore sanitario;
nell'ultimo anno prima della chiusura, la UOS ha erogato circa 800 trattamenti maggiori di PMA, 2.000 visite specialistiche, 1.400 esami seminologici, 400 interventi diagnostico-terapeutici di chirurgia miniinvasiva. Nell'anno 2004 l'attività della UOS di Fisiopatologia della Riproduzione Umana ha prodotto un attivo di bilancio pari a 382.621 euro, ed un fatturato totale pari al 13 per cento di quello prodotto dall'intero ospedale, pur avendo a disposizione solo il 5 per cento dei posti letto del nosocomio;
la UOS si è inoltre distinta per la sua attività scientifica, finanziata in buona parte dal Ministero della salute mediante progetti di ricerca corrente e finalizzata, che ha prodotto brillanti risultati;
l'associazione di pazienti l'Altra Cicogna ha denunciato la vicenda ai mass media ed ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Bari, denunciando l'interruzione di pubblico servizio occorsa all'IRCCS de Bellis. La Procura di Bari, ha archiviato il caso, nonostante la UOS di Fisiopatologia della Riproduzione Umana avesse, di fatto, cessato di erogare le abituali prestazioni dal gennaio 2006 e non avesse mai ripreso le proprie funzioni;
nel 2006, terminato il commissariamento dell'Ente, si è insediato il nuovo Consiglio di Indirizzo e Verifica dell'Ente, il cui Presidente, dottor Tateo, ha affermato per iscritto che ogni attività della UOS di Fisiopatologia della Riproduzione Umana era di fatto cessata a far data dal gennaio 2006. L'associazione Altra Cicogna ha preso contatti con il Presidente del CIV, e ha fornito la sua intermediazione per un accordo di programma con il Ministero della salute a favore della riapertura della UOS;
l'Assessore alle Politiche della Salute dr Alberto Tedesco ha espresso l'intenzione di trasferire la UOS presso il vicino nosocomio di Conversano, nonostante presso la nuova sede dell'IRCCS de Bellis fosse stato realizzato un centro IVF modello, dotato di sala operatoria autonoma, di un adiacente laboratorio di embriologia, di sala risveglio e di ambulatori e laboratori a norma. In quanto allo stabile di Conversano, in evidente stato di deterioramento, sarebbero stati necessari onerosi ed antieconomici lavori di consolidamento e di messa a norma degli impianti, oltre alla realizzazione ex novo di un ulteriore centro IVF situato a cinque chilometri da quello di Castellana Grotte, che sarebbe rimasto inutilizzato;
a causa di quella che l'interrogante giudica l'inspiegabile ostinazione dell'Assessore alle Politiche della salute, tuttavia, non è stato possibile ad oggi riattivare la UOS di Fisiopatologia della Riproduzione Umana -:
quali provvedimenti il Ministro intenda prendere per fronteggiare la descritta interruzione di sevizio ai pazienti, visto che la situazione è al Ministro stesso nota da oltre un anno e vi sono 400 malati che sono costretti ad andare all'estero e fuori regione per farsi curare.
(5-01545)
Interrogazioni a risposta scritta:
GARAGNANI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
si fa riferimento alla situazione sanitaria dell'Emilia Romagna ed in particolare a quanto successo al Policlinico universitario Sant'Orsola di Bologna dove una donna è deceduta in seguito ad un'operazione eseguita per errore;
la morte di una persona, come quella avvenuta al Sant'Orsola, non può essere risolta solamente chiamando in causa un errore umano, ma sarebbe piuttosto - ad avviso dell'interrogante - l'epilogo di un lungo percorso lastricato di errori e una serie di scelte politiche sbagliate che avrebbero, sempre a parere dell'interrogante,
nel tempo, degradato la facoltà di Medicina e chirurgia portandola da punto di eccellenza a punto critico -:
quali iniziative intenda intraprendere per verificare la gravità della situazione sopra descritta, tenendo conto della preoccupazione della maggioranza dei cittadini bolognesi e non solo, che vivono con ansia il degrado del nosocomio più importante della città emiliana e che si protrae ormai da troppo tempo e quali provvedimenti intenda adottare per fare chiarezza sulle responsabilità individuali di chi era preposto al controllo perché generalizzando si rischierebbe di penalizzare i molti docenti e clinici che svolgono la loro attività con impegno, dedizione e rispetto del codice deontologico.
(4-05040)
GARAGNANI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'epidemia di Chikungunya, virus trasmesso dalla zanzara tigre, in corso sulle coste romagnole, avrebbe colpito più di 250 persone, e l'intera vicenda è caratterizzata dal silenzio;
inevitabili sono le conseguenze che l'anomala situazione potrebbe avere sul turismo della riviera e sull'economia regionale in genere essendo probabile che, in primavera, quando le larve delle zanzare oggi portatrici di virus si schiuderanno, il problema si ripresenti -:
se intenda verificare se le autorità sanitarie regionali abbiano fatto tutto quanto in loro potere per prevenire ulteriori e futuri contagi.
(4-05041)