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Allegato B
Seduta n. 22 del 10/7/2006
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INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
D'AGRÒ. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la maggior parte dei comuni italiani è di piccole e medie dimensioni, variando da 700 a 5.000 abitanti;
tali comuni devono affrontare sempre più problemi connessi alla congiuntura della finanza pubblica;
molti di essi si trovano in difficoltà, anche di natura economica, nel reperire il segretario comunale, figura centrale dell'apparato burocratico dell'ente locale;
in particolare, nella regione Veneto sono ben 56 i comuni che sono privi di un segretario;
l'articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria 2005) dispone per tutto il triennio 2005-2007 il divieto di assumere personale a tempo indeterminato, inclusi i Segretari comunali e provinciali -:
considerati i disagi in cui si trovano ad operare molti piccoli comuni italiani, se non ritenga opportuno adottare iniziative, anche normative, per fare in modo che siano esclusi dal blocco le assunzioni di segretari comunali o almeno sia consentita la possibilità di assumere coloro che sono già iscritti nell'apposito albo istituito con la legge n. 127 del 1997;
se non ritenga opportuno, in subordine, consentire anche agli iscritti all'albo dei segretari nella fascia C) (la prima fascia professionale), che attualmente possono svolgere la loro attività solo nei comuni fino a 3.000 abitanti, di prestare funzione nei comuni fino a 10.000 abitanti, sembrando anacronistico lo sbarramento vigente che risale al decreto del Presidente della Repubblica 23 giugno 1972, n. 749, dato che tali soggetti sono in possesso degli stessi requisiti professionali richiesti a coloro che sono iscritti all'albo nelle fasce A) e B).
(4-00496)
GIORDANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il signor Rodolfo Rose, assistente amministrativo dell'amministrazione civile del Ministero dell'interno in servizio presso il posto fisso del presidio ospedaliero dell'Annunziata di Cosenza, militante e dirigente del Partito della Rifondazione Comunista, proprio a causa della sua fede politica, peraltro professata con estrema discrezione nell'ambiente di lavoro, è stato oggetto di attenzioni particolari da parte di personale di polizia, con interventi e relazioni anche scritte che travalicano non solo il comune buon senso ed il rispetto di ogni regola democratica ma anche i più elementari principi sanciti dallo statuto dei lavoratori;
per dirimere la vicenda, l'amministrazione, nella persona del questore di Cosenza, è addivenuta alla determinazione di assegnare il signor Rose ad altro ufficio, pur non essendo reo di alcuna colpa;
la vicenda che ha visto coinvolto il militante e dirigente di Rifondazione Comunista, non è che uno dei numerosi segnali di un diffuso e generalizzato malessere che serpeggia negli uffici centrali e periferici del dipartimento della pubblica sicurezza, a causa dei mai chiariti rapporti tra personale appartenente a due diversi ordinamenti: il personale dell'amministrazione civile dell'interno (contrattualizzato del comparto ministeri) ed il personale della polizia di Stato ad ordinamento pubblicistico. Infatti nonostante il chiaro ed inequivocabile dettato della legge 1o aprile 1981, n. 121, sussiste una commistione nell'impiego del personale per cui nelle attività amministrative, contabili e patrimoniali, di pertinenza del personale dell'amministrazione civile, vengono sistematicamente utilizzate consistenti aliquote di personale della polizia di Stato, distolte così dalle attività prettamente istituzionali;
tale stato di cose oltre a distogliere consistenti aliquote di personale di polizia dalle attività istituzionali (infoinvestigazione, controllo del territorio, prevenzione e repressione criminalità organizzata e microcriminalità, lotta al terrorismo, eccetera) a fronte di una sempre più pressante richiesta dell'opinione pubblica, mortifica professionalità e competenze di centinaia di funzionari dell'amministrazione civile, spesso emarginati e marginalizzati negli uffici a favore del personale di polizia che tende ad occupare, a tutti i livelli, posizioni
di responsabilità anche nei settori prettamente burocratico-amministrativi con un'evidente irrazionale gestione delle risorse umane ed economiche, determinando, per questa via, una palese violazione delle norme che disciplinano l'ordinamento del personale dell'amministrazione civile;
si rende indispensabile ed improcrastinabile definire con chiarezza lo spartiacque tra le due amministrazioni, attribuendo nei settori amministrativi, contabili e patrimoniali, responsabilità, funzioni e competenze al personale dell'amministrazione civile, senza commistioni e confusione di ruoli, in relazione alle materie trattate, restituendo così personale di polizia ai servizi d'istituto, come peraltro previsto dal programma dell'Unione -:
se sia a conoscenza dei fatti sopradescritti;
se intenda fornire i dati circa l'impiego del personale di polizia nelle attività prettamente burocratiche, di natura amministrativa, quali quelle degli uffici del personale, uffici amministrativo-contabili, uffici tecnico-logistici, direzioni interregionali, uffici stranieri, divisioni polizia amministrativa, archivi, mense, spacci, U.R.P., e cioè in tutte quelle attività proprie del personale dell'amministrazione civile;
se intenda fornire i dati circa l'esatto impiego del personale civile;
quali iniziative intenda adottare affinché vengano recuperate risorse umane per le attività dirette a rispondere alla sempre più pressante richiesta di sicurezza da parte dei cittadini e affinché venga dato ad una intera categoria di lavoratori (l'amministrazione civile dell'interno) il giusto riconoscimento e la dignità che gli compete.
(4-00497)
HOLZMANN. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il poliziotto ed il carabiniere di quartiere si sono rivelati una positiva intuizione per il controllo del territorio nelle aree urbane;
i positivi risultati hanno determinato un maggiore senso di sicurezza da parte dei cittadini, non soltanto dal punto di vista psicologico bensì per la migliore conoscenza del territorio, delle persone, dei titolari di attività commerciali e più in generale delle situazioni meritevoli di attenzione;
la città di Bolzano ha potuto svolgere un positivo esperimento in tal senso, coinvolgendo i commercianti che con la loro collaborazione hanno consentito la tempestiva individuazione delle situazioni di rischio potenziale -:
se non ritenga opportuno estendere la presenza dei poliziotti e dei carabinieri di quartiere a tutti i quartieri della città di Bolzano ed agli altri comuni della provincia.
(4-00498)
GIANFRANCO CONTE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 5 luglio 2006 la città di Roma è stata invasa, come era stato da tempo annunciato, da una moltitudine di tassisti provenienti da tutta Italia per manifestare contro il decreto Bersani che prevede, tra le altre cose, la liberalizzazione delle licenze;
per il corretto svolgimento della manifestazione sono stati chiamati a vigilare duecentocinquanta poliziotti della Questura di Roma e dei Reparti Mobili di Roma e Firenze, che sono entrati in servizio alle 5,30 del mattino;
questi uomini sono rimasti in servizio per quindici ore consecutive, senza ricevere il cambio da altro personale, senza acqua, senza assistenza e potendo consumare - alle ore 16,00 - solo un pasto molto frugale;
solo grazie ad un energico intervento del sindacato di polizia COISP è stato dato, finalmente, alle ore 21, il cambio agli agenti in servizio -:
quali iniziative intenda adottare nei confronti dei funzionari della questura di
Roma, preposti all'organizzazione dei servizi di ordine pubblico, per accertare le responsabilità di quanto accaduto ed, eventualmente, sanzionare un comportamento palesemente lesivo delle dignità del personale nonché di dispregio delle più elementari norme in materia di orario di lavoro e di tutela della salute dei poliziotti.
(4-00501)
RONCONI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sembrerebbe che con nota inviata nei giorni scorsi alle questure e ai commissariati della polizia di Stato, il ministero dell'interno, abbia raccomandato il contenimento delle spese relative agli apparati delle telecomunicazioni e di effettuare unicamente le riparazioni ritenute urgenti, nonché vietato l'avvio di sperimentazioni di nuove tecnologie -:
se tali notizie corrispondano al vero e se non ritenga, conseguentemente, di fornire adeguati chiarimenti in merito, atteso che l'efficienza del sistema di telecomunicazioni è essenziale nell'azione di contrasto alla criminalità e per garantire la sicurezza dei cittadini e che a fare le spese di tale situazione saranno soprattutto gli uffici minori.
(4-00504)
BIANCOFIORE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 24 giugno la popolazione di lingua tedesca dell'Alto Adige ha festeggiato - come ogni anno, la ricorrenza cristiana del «voto al Sacro Cuore» compiutosi - per la prima volta, nel 1796. In quell'anno, infatti, le truppe francesi che dilagavano in tutta Europa, capeggiate da Napoleone I intendevano invadere la regione da sud dopo aver conquistato Milano, per ricongiungersi sull'Inn con il generale Moreau e marciare su Vienna. Viste le intenzioni dei francesi, i rappresentanti della Dieta del Tirolo si riunirono a Bolzano (nell'attuale Alto Adige) per cercare di far fronte al nemico. Messi alle strette dallo strapotere delle truppe francesi, fecero la proposta di affidare la regione alla protezione del «Sacro Cuore di Gesù» attraverso un voto e di confidare così nell'appoggio del Signore. I rappresentanti della regione giurarono in nome del popolo di santificare ogni anno la ricorrenza del Sacro Cuore di Gesù attraverso dei fuochi sacri che si accendono sulle montagne e quale giornata del Sacro Cuore fu scelto il secondo venerdì dopo il Corpus Domini. Accadde però che il 5 settembre Napoleone, incalzando le truppe austriache, entrò in Trento. Ma qui avvenne il prodigio che i tirolesi appunto ascrivono al voto del Sacro Cuore. Anzichè proseguire lungo l'Adige verso Bolzano per ricongiungersi con Moreau sull'Inn, come era nei piani, Napoleone si diresse verso est, prese la strada per la Valsugana puntando su Vienna attraverso il Friuli. Il Tirolo fu così risparmiato. Il Sacro Cuore aveva fatto il miracolo e la Heimat (la Patria) si ritenne salvaguardata dall'invasore straniero;
i fatti storici sopra esposti sono stati strumentalmente e irresponsabilmente enfatizzati negli anni contro la presenza italiana in Alto Adige da alcuni partiti politici di lingua tedesca e da sedicenti gruppi folcloristici a tal punto da sfociare, nel 1961, in quella triste pagina di storia altoatesina che si ricorda come «notte dei fuochi» e che diede inizio con ben 37 deflagrazioni di tritolo e dozzine e dozzine di tralicci dell'alta tensione abbattuti, mettendo al buio la città di Bolzano e soprattutto la sua zona industriale «italiana», alla stagione delle bombe altoatesine. Stagione proseguita con la morte di civili e militari italiani ed assalti contro i «simboli dello Stato» che in molti, ancora oggi, vogliono sminuire facendola passare come «guerra di liberazione», giustificando o meglio volutamente dimenticando, che in quella stagione si sparò su carabinieri, alpini e finanzieri, si fecero saltare le camionette e le caserme e il sangue di nostri concittadini scorse a fiumi;
tale atteggiamento pericoloso e irresponsabile è con scadenza annuale reiterato e che quest'anno, ricorrenza del 45o
anniversario della su citata notte dei fuochi, ha visto sostenitori dell'idea della «patria da liberare» attraverso il comunicato stampa allegato, i giovani del partito di estrema destra tedesco, Union für Südtirol, già protagonista di atti quali il fascio littorio e il tricolore italiano impressi sulla carta igienica, o manifesti che rappresentavano lo Stato italiano come un water nel quale espletare i propri bisogni fisiologici;
nel suddetto comunicato i giovani dell'Union für Südtirol parlano deliberatamente di attualità del voto del Sacro Cuore come «richiamo alla libertà, che ad oggi manca in Alto Adige che dopo 200 anni è sotto l'occupazione dell'Italia»;
nello stesso comunicato si inneggia alla notte dei fuochi citando esplicitamente gli attentati ai tralicci giustificati come «un forte segnale contro l'oppressione del popolo e per la libertà della Patria»;
nello stesso comunicato si allude alla bandiera tirolese, che si chiede di issare innanzi a tutte le case sudtirolesi quale bandiera della «Patria Tirolese» rifiutando di conseguenza l'appartenenza all'Italia e di riconoscersi nel tricolore italiano, così come chiese esplicitamente il Presidente della Repubblica Ciampi nel corso dei festeggiamenti del 4 novembre 2001;
nello stesso comunicato si lascia intendere che la libertà o meglio l'autonomia si è conquistata grazie all'uso delle «armi che nel 2006 non servono più per esprimere il desiderio di libertà»;
a giudizio dell'interrogante, tali comportamenti integrano gli estremi di reati gravi quali l'istigazione al terrorismo, il vilipendio della Repubblica e della bandiera, nonché l'attentato contro l'unità dello Stato. Essi costituiscono, inoltre, una palese violazione anche della cosiddetta legge Mancino in materia di razzismo (recentemente modificata dalla legge di integrazione al codice penale in materia di reati d'opinione) che prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenze o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi -:
se e quali iniziative intenda intraprendere per porre fine a questi comportamenti che costituiscono atti simbolici contro lo Stato italiano e di conseguenza contro i suoi cittadini di lingua italiana residenti in Alto Adige;
se intenda adottare iniziative normative volte a porre fuori legge, come già accaduto in passato in altri Stati europei (leggasi la Spagna), partiti e sedicenti gruppi folcloristici che continuino a macchiarsi deliberatamente e senza motivi di tali reati.
(4-00506)