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Allegato A
Seduta n. 222 dell'11/10/2007
...
(Sezione 5 - Iniziative in merito ai test di ammissione alle facoltà universitarie)
E)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
sulla prova di ingresso alle facoltà a numero chiuso di medicina e odontoiatria di Bari la magistratura del capoluogo pugliese ha aperto un'inchiesta, che ha coinvolto, con l'accusa di concorso in corruzione e truffa ai danni dello Stato, numerosi studenti, docenti, un consigliere comunale ed esperti informatici;
nell'ambito dei propri poteri conferitigli dalla normativa sull'autonomia universitaria, il rettore dell'ateneo, Corrado Petrocelli, dopo aver chiesto parere motivato sugli atti da adottarsi all'avvocatura dello stesso ateneo, ha emanato un decreto di annullamento della prova ed ha indetto per i giorni 17 e 18 ottobre 2007 lo svolgimento di nuovi test di ammissione;
la decisione è maturata dopo che la procura della Repubblica di Bari aveva fatto pervenire al rettore una nota contenente un ampio elenco di candidati, per i quali si è accertato con sicurezza, nel corso della suddetta indagine, l'utilizzo di strumenti di telefonia cellulare da parte degli stessi e, dunque, la consumazione di reati e che erano in corso collegamenti tra una persona che teneva lezioni private e personale interno, amministrativo e docente dell'ateneo pugliese;
il decreto del rettore prevede che la ripetizione del test di riserva sarà riservata a tutti coloro che si erano iscritti all'esame sostenuto il 4 e il 5 settembre 2007, compresi gli studenti non indagati;
della suddetta decisione lo stesso rettore dava comunicazione al Ministro interpellato, che, invece, all'indomani dello scandalo, che nel frattempo aveva interessato anche gli atenei di Catanzaro, Messina,
Chieti ed Ancona, aveva disposto solo la cancellazione dalle graduatorie dei test soltanto di quegli studenti che erano risultati colpevoli e coinvolti nei reati dalle procure che conducevano l'indagine;
alla decisione del rettore il Ministro interpellato reagiva, definendo l'annullamento della prova selettiva da parte del rettore di Bari «una autonoma valutazione» e rilanciava, facendo proprio, il parere dell'avvocatura dello Stato, che considera non valide solo le prove di coloro che «sono stati scoperti e che hanno violato le regole concorsuali, senza che sia necessario procedere all'annullamento dell'intera procedura selettiva»;
in alcune dichiarazioni rese alla stampa all'epoca dei fatti il Ministro interpellato ebbe, inoltre, modo di dichiarare testualmente che: «Non esistono i presupposti giuridici per annullare i test di accesso alle facoltà a numero chiuso in tutte le sedi. Sarebbe un'ingiustizia per tutti coloro che si sono comportati correttamente»;
nel frattempo gli oltre duecento studenti che, avendo superato la prova selettiva, si sono sentiti defraudati dall'annullamento dei loro test, hanno presentato ricorso al tribunale aministrativo regionale, stanno in questi giorni manifestando contro la decisione del rettore di Bari, promuovendo sit-in di studio in vista dei nuovi test, reclamando la revoca del decreto rettorale di annullamento delle prove;
tra gli studenti delusi c'è anche chi, avendo saputo di aver superato le prove, ha rinunziato alla frequenza di altri corsi universitari o alla partecipazione ad altre prove selettive, come, ad esempio, quelle della Università cattolica -:
quali iniziative, in coerenza con quanto dallo stesso Ministro interpellato dichiarato, intenda assumere, nell'ambito dei propri poteri, rispetto a quanto indicato in premessa, anche e soprattutto al fine di non creare discriminazioni tra coloro che sul territorio nazionale hanno superato le prove e che, pur appartenendo ad atenei sospettati per gli stessi reati, si sono visti convalidare la prova, (come nel caso delle città di Messina, Chieti ed Ancona) e coloro che, invece, pur avendo onestamente studiato e superato la prova si sono visti annullare l'esito positivo della stessa, solo perché svolta presso l'ateneo di Bari;
se non voglia considerare i limiti di certe prove concorsuali basate sul sistema dei test di ingresso alle facoltà, che non tiene in alcuna considerazione la preparazione specifica, al fine di renderli più pertinenti con le discipline di studio previste dai corsi di laurea, dovendo gli stessi rappresentare soprattutto un saggio di ciò che i percorsi didattici prevedono.
(2-00778) «Napoletano, Sgobio».
(9 ottobre 2007)