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Allegato B
Seduta n. 224 del 16/10/2007
TESTO AGGIORNATO AL 5 DICEMBRE 2007
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
REALACCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 14 ottobre è apparsa sul quotidiano il Secolo XIX una notizia in prima pagina relativa al furto, avvenuto a quattro giorni dall'inaugurazione, di tutti gli accumulatori dell'impianto fotovoltaico destinato ad alimentare interamente il nuovo depuratore nel Comune di Poggiorsini in provincia di Bari;
i pannelli sono stati sequestrati quarantotto ore dopo nel porto di Genova dove sarebbero stati imbarcati per il Marocco, dopo che la Polizia Marittima era stata insospettita dalla documentazione del carico durante gli usuali controlli agli imbarchi dei traghetti che collegano Genova alla Tunisia e al Marocco;
da tempo la Polmare ligure indaga sugli episodi, sempre più diffusi, di saccheggio di pannelli destinati ad alimentare centrali pubbliche, fabbriche, case private e diretti per la stragrande maggioranza in Nord Africa;
gli uomini di polizia della frontiera genovese hanno accertato che solo nel 2007 sono stati commessi oltre 200 furti di pannelli fotovoltaici, per un numero di pezzi trafugati che si aggira attorno alle decine di migliaia. Emblematici sono i casi di Serre di Persano in provincia di Salerno dove sono stati sottratti settemila pannelli; a Teggiano, sempre in provincia di Salerno, ne sono scomparsi duemila, mentre un'azienda di Terni rischia di dover licenziare degli operai dal momento che i suoi macchinari sono fermi a causa del furto di 400 accumulatori. Nell'area sperimentale ENEA nel Comune di Monte Aquilone, in provincia di Foggia, sono stati trafugati anche i convertitori e si dovrà cominciare la sperimentazione daccapo;
ogni pannello solare possiede un numero di matricola che permette di identificarlo immediatamente ma, dal momento che la banca dati è presente solo in Italia, se i pannelli riescono a raggiungere il Maghreb possono essere riciclati senza problemi;
dall'inchiesta del Secolo XIX emerge anche che alcune aziende lucrano sui finanziamenti pubblici, attraverso un gioco di appalti e subappalti, presentando preventivi per forniture che rispettino certi standard di qualità mentre effettivamente installano materiali molto più scadenti, arrivando a guadagnare da 0,42 a 0,49 euro per ogni kilowatt di energia pulita prodotto in un anno;
ad aggravare il fenomeno c'è poi il problema delle società assicuratrici che spesso si rifiutano di assicurare impianti posizionati in aperta campagna e non sorvegliati;
si tratta di un danno enorme allo sviluppo, in Italia, della produzione di energia da fonti rinnovabili, per le quali lo Stato mette a disposizione ingenti finanziamenti, e per un settore che nel nostro Paese ha enormi potenzialità e sul quale è necessario continuare ad investire; inoltre per molte comunità medio-piccole rappresenta una prospettiva essenziale anche per iniziative ad alto contenuto civico come l'illuminazione di parchi pubblici, asili, piste ciclabili, incroci pericolosi -:
quali iniziative il Ministro dell'interno intenda attivare;
se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non intenda attivare il NOE per dare avvio ad un'indagine più approfondita su un fenomeno che rischia di avere gravi ripercussioni sull'economia delle amministrazioni pubbliche e di disincentivare investimenti in un settore chiave per lo sviluppo economico del nostro paese e allo scopo, inoltre, di individuare i vertici delle bande, probabilmente collegati alla criminalità organizzata, e interrompere la saldatura, che, stando alle informazioni derivate dall'inchiesta del Secolo XIX, pare diventi sempre più ramificata, tra gruppi attivi in Nord Africa e in Italia.
(5-01608)
Interrogazioni a risposta scritta:
RAMPELLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel mese di febbraio 2005 il Nucleo operativo del Corpo Forestale dello Stato ha posto sotto sequestro una discarica abusiva sita in località a Piana Perina, nel comune di Riano (Roma), nella quale sono stati rinvenuti mille fusti che contengono sostanze altamente inquinanti, come oli minerali esausti, gravemente nocivi per la salute pubblica;
la vicenda, sulla quale nelle scorse legislature erano stati presentati numerosi atti di sindacato ispettivo (per esempio interrogazione a risposta scritta n. 4/19655 del 17 settembre 1998), alcuni dei quali avevano anche ricevuto risposta da parte del Governo, risale ai primi anni novanta ed è lontano dall'essere risolta;
l'area era stata già sequestrata nel 1998 ma i successivi lavori di bonifica non si erano mai conclusi e l'area mai messa in sicurezza;
la preoccupazione è che i fusti, deteriorati da anni di interramento, possano aver rilasciato il loro contenuto nel terreno contaminando le falde acquifere del territorio;
l'Agenzia regionale prevenzione e ambiente del Lazio ha realizzato nel territorio interessato dei prelievi dai pozzi artesiani al fine di monitorare la situazione;
tali prelievi sono stati effettuati, tuttavia, su pozzi distanti e a livello superficiale del terreno di modo che la percentuale di arsenico riscontrata è stata relativamente elevata finché i valori si sono successivamente abbassati;
ancora oggi una quota pari al trenta per cento dell'area compromessa (zona est) deve essere bonificata;
a distanza di vent'anni, i cittadini attendono risposte certe e definitive, suffragate da evidenze scientifiche -:
quali iniziative intenda adottare perché sia garantita una totale bonifica della zona circostante la cava di Piana Perina e, in particolare, se non ritenga opportuno realizzare ulteriori prelievi di terreno a diverse profondità e a diverse distanze, anche sulle parti sinora non bonificate, ciò al fine di chiarire definitivamente i dubbi e le preoccupazioni dei cittadini in merito al rischio di inquinamento delle falde idriche.
(4-05257)
MELLANO e TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'Enel ha avviato la progettazione per la costruzione di un parco eolico sul monte Porale, tra i Comuni di Ronco Scrivia (Genova) e Voltaggio (Alessandria) di grandi dimensioni (20 aerogeneratori con torre da 50 metri di altezza ciascuno e tre eliche da 30 metri ciascuna);
l'ambito di intervento riguarda i territori delle Regioni Piemonte e Liguria e si ritiene ai sensi dell'allegato 3 della legge regionale 38/98 della Liguria che il suddetto parco eolico debba sottostare alla VIA regionale;
l'area interessata dalla costruzione del parco eolico comprende luoghi che allo stato attuale costituiscono un habitat di specie di avifauna migratoria, in particolare per la poiana e il gufo reale, e pertanto gli stessi godono di un regime di tutela ai sensi della direttiva 92/43/CEE;
nell'analisi dell'idoneità del sito, la conformità della zonizzazione urbanistica deve comunque essere messa in gioco con altri fattori, e in ogni caso i progetti ricadenti in aree critiche sono assoggettati alla procedura di VIA e obbligatoriamente a Valutazione di Incidenza ai sensi dell'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 120/2003;
in tali aree non può essere permessa la perdita di uno specifico habitat di interesse comunitario presente all'interno del sito;
il progetto deve comunque scontare la VIA regionale ai sensi della legge regionale 38/98 -:
se - anche nella sua veste di azionista dell'Enel - abbia notizia dell'esistenza del progetto di impianto eolico sopra indicato;
quali eventuali misure il Governo intenda adottare per la conservazione dell'avifauna ai sensi del direttiva 92/43/CEE e più in generale per la tutela del paesaggio del monte Porale.
(4-05262)