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Allegato B
Seduta n. 224 del 16/10/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
nell'ultima puntata della trasmissione televisiva Report è stata documentata una situazione drammatica di debiti fuori bilancio di comuni, province, e regioni italiane causata da diffondersi della cosiddetta finanza derivata strutturata, tramite convenzioni capestro stipulate con primari Istituti di Credito italiani e stranieri;
in sostanza gli enti locali per farsi anticipare somme in contanti dagli Istituti di Credito pagano ingenti costi occulti e trasferiscono avanti nel tempo oneri finanziari insostenibili a carico delle future amministrazioni;
tale meccanismo ha già comportato il dissesto finanziario e il susseguente fallimento del comune di Taranto;
nella stessa trasmissione il Capo dipartimento dell'economia di Palazzo Chigi, Francesco Boccia, ha addirittura parlato di circonvenzione di incapace per spiegare il rapporto che intercorre fra Istituti di credito e amministratori -:
quale sia la reale dimensione del fenomeno e quali iniziative intenda urgentemente intraprendere per arginarlo intervenendo anche nei confronti degli Istituti di credito imponendo loro chiarezza e trasparenzanell'acquisto e nella vendita di opzioni.
(2-00787)«Giovanardi, Volontè».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il Comandante Generale della Guardia di Finanza, generale di Corpo d'Armata, Cosimo D'Arrigo, ha recentemente sottolineato l'inadeguatezza delle risorse finanziarie a disposizione del corpo per l'assolvimento dei compiti di istituto;
da recenti notizie di stampa si è appreso che l'ex Comandante Generale della Guardia di Finanza, generale Roberto Speciale, avrebbe utilizzato in maniera impropria e per uso personale risorse e mezzi della guardia di finanza;
per questi suoi comportamenti il generale Roberto Speciale risulta inquisito dalla magistratura militare -:
se risponda al vero l'uso di velivoli ATR42 della Guardia di Finanza da parte del Generale Speciale non per scopi istituzionali ma per uso personale;
quali siano i piani di volo dei viaggi aerei cui ha preso parte il generale Speciale nella sua qualità di Comandante della Guardia di Finanza;
a quanto ammonti il costo per ogni ora di volo di aerei di questo tipo;
se corrisponda al vero che la Guardia di Finanza ha acquistato, negli anni scorsi, due velivoli Piaggio P 180 Avanti II, velivoli
ad altissime prestazioni sostanzialmente attrezzati ed adibiti al trasporto di persone;
quale sia il costo dei due velivoli;
come l'esercizio di tali velivoli si integri nelle attività aereo-navali della Guardia di Finanza;
quale sia il rapporto costi-risultati dell'utilizzo di questi aerei in relazione ai compiti di istituto della Guardia di Finanza;
se risponda al vero, ed in quali circostanze e per quali fini istituzionali, che il generale Speciale abbia utilizzato tali velivoli e più in generale i mezzi aerei e navali della Guardia di Finanza, in particolare se ed eventualmente con quali modalità e a quale titolo, nel periodo fra il 3 e 12 agosto 2006 il generale Speciale abbia utilizzato motovedette della Guardia di Finanza;
se, a che titolo e per quali finalità, il generale Roberto Speciale abbia percepito, durante il suo mandato di Comandante generale della Guardia di Finanza, oltre agli emolumenti di legge, somme corrisposte dal II Reparto del Corpo prelevate dai fondi riservati;
quali iniziative il Governo abbia assunto o intenda assumere per verificare la fondatezza delle notizie di stampa richiamate e, in caso affermativo, quali misure intenda adottare per perseguire i comportamenti denunciati, che gli interpellanti giudicano illegittimi, e per evitare che simili abusi possano ripetersi in futuro.
(2-00789)
«Sereni, Ventura, Fluvi, Nannicini, Musi, Piro».
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
V Commissione:
ANGELINO ALFANO, PRESTIGIACOMO, GIUDICE, STAGNO D'ALCONTRES, FALLICA, PALUMBO, LA LOGGIA, MORMINO, MARINELLO, MISURACA, BAIAMONTE, GRIMALDI, CRIMI, GERMANÀ e FLORESTA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con i provvedimenti di manovra per l'anno 2007 sono state adottate alcune misure finalizzate a correggere gli andamenti della spesa sanitaria in alcune regioni;
tali misure si muovono nel senso di una responsabilizzazione delle regioni interessate, tuttavia nel rispetto della loro autonomia finanziaria e delle loro competenze normative;
in particolare, per quanto concerne la regione Siciliana, con una disposizione inserita con un emendamento del Governo si è in primo luogo rideterminata in aumento la percentuale di spesa sanitaria posta a carico del bilancio della regione stessa, contestualmente demandando ad un'intesa da raggiungere con lo Stato la definizione delle nuove norme di attuazione dello statuto della regione Siciliana in materia sanitaria;
contestualmente, con il comma 832 si è disposta, nelle more della definizione dell'intesa, la retrocessione alla regione di una percentuale non inferiore al 20 e non superiore al 50 per cento del gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio regionale;
il complesso delle disposizioni richiamate costituisce un apprezzabile punto di equilibrio fra l'esigenza, cui si è fatto riferimento in precedenza, di assicurare il rientro della spesa sanitaria entro dimensioni compatibili con gli impegni assunti con riferimento ai saldi di finanza pubblica e la necessità di dotare la regione Siciliana delle risorse necessarie per far fronte allo sforzo aggiuntivo richiesto;
le disposizioni richiamate fissavano al 30 aprile 2007 il termine entro il quale doveva essere raggiunta l'intesa ai fini dell'emanazione delle nuove norme di attuazione dello statuto regionale mentre il riconoscimento della retrocessione di
quota parte del gettito delle accise dei prodotti petroliferi doveva avere immediata attuazione;
a distanza di vari mesi non risulta che il Governo abbia proceduto allo scopo di assicurare la puntuale attuazione delle norme richiamate, nonostante il fatto che le stesse, come ricordato in precedenza, siano state inserite nel testo della legge finanziaria con un emendamento del Governo -:
quali ragioni abbiano sino ad ora impedito che si desse attuazione alle disposizioni cui si è fatto riferimento e quali iniziative intenda assumere per evitare che venga violata una previsione di legge e che, conseguentemente, la regione Siciliana subisca un evidente danno patrimoniale che determinerebbe gravi pregiudizi per la popolazione residente mettendo a repentaglio la qualità delle prestazioni sanitarie erogate.
(5-01607)
VI Commissione:
D'IPPOLITO VITALE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
si moltiplicano le segnalazioni, provenienti da molte regioni d'Italia, con le quali si denuncia la pratica, da parte di molti agenti della riscossione, di procedere all'iscrizione di ipoteca per crediti di natura tributaria, anche laddove la pretesa dell'Erario risulti insussistente;
appare a tale riguardo emblematico il caso di un imprenditore calabrese, il quale si è visto recapitare, nel 2003, una cartella esattoriale per 78.000 euro di imposte non pagate, nonostante egli avesse sempre puntualmente corrisposto i tributi da lui dovuti;
dopo aver fornito i chiarimenti in merito presso il competente ufficio territoriale delle Entrate, fornendo la prova dell'avvenuto pagamento, nel 2007 tale soggetto ha avuto notizia che il competente agente della riscossione aveva proceduto all'iscrizione di ipoteca sull'abitazione di proprietà del medesimo, per un importo di circa 13.000 euro, in relazione alla predetta cartella esattoriale;
a seguito di tale ulteriore, illegittimo provvedimento dell'amministrazione, il contribuente interessato ha dovuto attivarsi, facendosi carico di gravosi oneri, per vedere riconosciuto il proprio diritto, cancellando l'ipoteca iscritta, la quale impediva a quest'ultimo di accedere al credito bancario;
pervengono inoltre numerose segnalazioni dalle quali risulterebbe che in moltissimi casi i concessionari della riscossione procedono indiscriminatamente all'adozione del fermo amministrativo o all'iscrizione di ipoteca relativamente alle cartelle di pagamento emesse, senza tener conto dell'anno di iscrizione a ruolo, né della data di notifica della cartella stessa, anche nel caso in cui tali crediti risultino prescritti;
in tal modo molte delle procedure di riscossione avviate risultano viziate, e sono pertanto destinate ad essere annullate, incrementando conseguentemente il contenzioso in materia e gli oneri conseguenti alla soccombenza dell'amministrazione;
tali vicende testimoniano chiaramente del grave stato di disordine nel quale versa l'intero sistema della riscossione, e dell'assoluto spregio delle norme che spesso caratterizza l'azione degli agenti della riscossione;
infatti tali comportamenti, oltre a risultare in contrasto con la disciplina in materia, ed a confliggere con ogni principio di buona amministrazione, che dovrebbe consigliare le amministrazioni competenti di annullare, in sede di autotutela, le cartelle relative a somme del tutto indebite ovvero ormai concernenti pretese ormai estinte per l'intervenuta prescrizione, comportano notevoli difficoltà per i cittadini interessati, i quali, a fronte di pretese del tutto arbitrarie dell'Erario nei loro confronti, sono costretti ad affrontare procedimenti complessi e gravosi per contestare la cartella emessa
nei propri confronti, onde evitare le conseguenze pregiudizievoli derivanti dalle procedure di riscossione e dalle eventuali ipoteche accese sui loro beni -:
quali iniziative intenda assumere per assicurare un'attenta vigilanza sul settore della riscossione coattiva, al fine di ripristinare una condizione di legalità, ed onde evitare il permanere di comportamenti i quali, oltre a determinare inaccettabili oneri per i cittadini, in particolare in danno dei soggetti imprenditoriali che, in presenza di ipoteche iscritte sul proprio patrimonio immobiliare, incontrano maggiori difficoltà ad accedere al credito bancario, rischiano di determinare aggravi per le stesse amministrazioni pubbliche interessate, assicurando inoltre a tal fine un migliore coordinamento tra tutte le amministrazioni interessate.
(5-01620)
REINA, ZELLER, BRUGGER, WIDMANN, BEZZI e NICCO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
dai dati resi noti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze lo scorso 3 ottobre in Commissione Finanze è emerso che, per gli anni 2005-2006, per la Provincia di Bolzano il criterio utilizzato per effettuare i controlli della Guardia di Finanza sia rapportato alle risorse umane disponibili e al monte ore lavorabili dal personale addetto ai controlli;
in base a tali criteri è dunque emerso che per gli anni 2005-2006 i controlli effettuati nella Provincia di Bolzano sarebbero inferiori rispetto alle altre regioni del Nord Italia per la carenza di risorse umane disponibili;
i dati forniti in quella sede dal Ministero si riferiscono ai controlli effettuati sui contribuenti con un volume d'affari superiore ai 5 milioni di euro, che rappresentano una minoranza nella platea dei contribuenti rispetto alla maggioranza dei contribuenti che si collocano sicuramente al di sotto dei 5 milioni di euro;
dalle notizie provenienti dagli operatori economici della Provincia di Bolzano e apparse sulla stampa locale, sembra emergere che i controlli sulle imprese dell'Alto Adige nei primi 8 mesi del 2007 siano sproporzionati ed eccessivi rispetto a quelli effettuati nelle altre regioni, anche del Nord Italia, pur tenendo conto dell'inasprimento delle verifiche voluto dal Ministro dell'economia e delle finanze;
secondo le nostre informazioni, ciò potrebbe essere dovuto alla massiccia presenza di personale impiegato presso la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle entrate;
è ragionevole ipotizzare che tali controlli non dovrebbero essere calibrati sulle risorse umane presenti in zona, ma proporzionati al numero delle partite IVA presenti sul territorio -:
se possa fornire dei dati in merito al numero delle persone impiegate presso la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate e se tale numero sia superiore alla media nazionale, con indicazione dei controlli effettuati nella Provincia di Bolzano nel primo semestre del 2007 e negli anni 2005-2006 sui contribuenti con un volume d'affari inferiore a 5 milioni di euro, e se sia possibile ottenere tali dati rapportando il numero dei controlli al numero delle partite IVA presenti nel territorio della Provincia di Bolzano, comparati alle altre regioni del Nord Italia.
(5-01621)
FLUVI, TOLOTTI e MUSI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
recentemente si è appreso da un documento filmato ufficiale della Guardia di Finanza, reso pubblico da un organo di informazione, che l'ex Comandante generale della Guardia di Finanza, generale Roberto Speciale, ha utilizzato in modo abusivo, per sé e per un gruppo di persone a lui vicine non appartenenti al Corpo, velivoli di servizio della Guardia di Finanza;
per tale comportamento il generale Roberto Speciale è ora inquisito dalla Magistratura militare;
tale comportamento era da lui considerato del tutto normale, tanto da permettere (se non addirittura richiedere) la ripresa filmata della sua trasferta da parte di strutture della stessa Guardia di Finanza e far inserire il filmato nella rete Intranet del corpo;
tutto ciò sembra dimostrare che il ruolo di Comandante Generale della Guardia di Finanza sia stato esercitato dal generale Speciale travalicando con assoluta disinvoltura i limiti istituzionali imposti ai suoi poteri -:
se risultino utilizzi per fini non istituzionali di mezzi e strutture di servizio del Corpo della Guardia di Finanza da parte del generale Roberto Speciale ed, in particolare, se, ed eventualmente con che modalità e a che titolo, abbia utilizzato motovedette nel periodo tra il 3 e il 12 agosto 2006.
(5-01622)
Interrogazione a risposta scritta:
TAGLIALATELA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel porto di Capri sono sempre più frequenti gli incidenti che mettono a rischio sia la sicurezza delle navi in entrata ed in uscita dallo scalo che l'incolumità delle persone che a migliaia affollano il molo dell'isola;
tra i numerosi incidenti è utile segnalare, a titolo esemplificativo, quello particolarmente pericoloso avvenuto nel pomeriggio di mercoledì 7 giugno 2007 allorquando si è sfiorata la tragedia per l'improvviso ed inspiegabile incendio determinatosi sulla motonave «Flash»;
nelle settimane scorse altri gravi episodi si sono registrati nel porto ed in diversi incidenti si è verificata addirittura la caduta in mare di due turisti che sono finiti in acqua a causa della ressa sul molo;
per fortuna finora non si sono verificati eventi luttuosi, ma se malauguratamente ciò accadesse molto negative sarebbero le ricadute sull'immagine dell'isola di Capri e su quella del golfo di Napoli che annualmente è raggiunto da milioni di turisti;
lo scalo portuale di Capri, la cui realizzazione risale al lontano 1928, quasi ottanta anni fa, sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri di Mussolini, è ormai inadatto ed inidoneo a gestire l'enorme flusso di navi e persone che ne usufruiscono;
sono assolutamente necessari lavori di adeguamento ed ampliamento dello scalo, a cominciare dalla costruzione di una nuova banchina per l'approdo delle navi e delle imbarcazioni;
il progetto di ampliamento del porto di Capri, così come elaborato dall'amministrazione comunale, è attualmente fermo per la mancata approvazione della Regione. Tale progetto è stato definitivamente approvato dal consiglio comunale di Capri in una seduta del mese di agosto 2007 apportando ulteriori modifiche tese a soddisfare le esigenze di sicurezza portuale e quelle di accoglimento turistico;
gli amministratori locali continuano a lamentare il mancato ascolto da parte dell'istituzione regionale delle istanze della comunità dell'isola e segnalano che l'atteggiamento della regione, che pone ostacoli alla realizzazione dell'opera così come prevista nel progetto approvato dal consiglio comunale di Capri, mette a rischio i reali bisogni di sicurezza portuale e la salvaguardia dei flussi turistici dell'isola;
la Regione Campania, oltre allo stanziamento di sei milioni di euro di fondi Por, deve assicurare ulteriori risorse per la realizzazione del progetto di adeguamento ed ampliamento del porto di Capri -:
se il Ministro dell'economia abbia notizia delle motivazioni dei ritardi dell'utilizzo dei fondi Por stanziati per questo progetto;
se i ritardi sopra descritti siano causati dalla sussistenza di vincoli paesaggistici ed ambientali.
(4-05260)