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Allegato B
Seduta n. 224 del 16/10/2007
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INTERNO
Interrogazioni a risposta immediata:
LA RUSSA, MENIA, FRASSINETTI, DE CORATO, GAMBA, AIRAGHI, GARNERO SANTANCHÈ, LAMORTE, PROIETTI COSIMI, GASPARRI, BOCCHINO, RONCHI, LEO, GERMONTANI, FILIPPONIO TATARELLA, ANTONIO PEPE, SAGLIA, PEDRIZZI, CONTENTO, BELLOTTI e MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
martedì 9 ottobre 2007 a Milano, nell'atrio della sede dell'Università statale, in via Festa del Perdono, 3, una rappresentanza di studenti iscritti ad Azione universitaria subiva, intorno alle ore 12,00, una violenta aggressione da parte di un gruppo di giovani aderenti a movimenti politici universitari della sinistra antagonista, che, dopo essersi avvicinati ad un banchetto allestito per pubblicizzare la manifestazione politica di Alleanza nazionale, celebrata il 13 ottobre 2007 a Roma, scatenava un'indegna rissa;
gli esponenti dei collettivi di sinistra, che hanno provocato, in modo premeditato,
la colluttazione fisica, erano dotati di caschi ed altri pericolosi oggetti contundenti;
prima di scatenare la colluttazione fisica, a seguito della quale è rimasto ferito al volto un giovane di Azione universitaria (come testimoniato dalla foto apparsa il 10 ottobre 2007 su la Repubblica), gli esponenti del collettivo avevano strappato una bandiera tricolore, ribaltato un tavolino ed iniziato a spintonare gli studenti che erano stati autorizzati ad organizzare la suddetta iniziativa;
il giorno dopo gli scontri avvenuti tra gli studenti di Azione universitaria ed il gruppo degli aderenti ai collettivi antagonisti di sinistra, il senatore accademico dell'Università statale di Milano, Carlo Armeni, ha affermato testualmente che «non ci sono dubbi e non si possono alimentare confusioni tra aggrediti ed aggressori», dal momento che, «ancora una volta, l'Università statale ha assistito ad un'aggressione preordinata da parte degli antagonisti che periodicamente fanno uso della violenza, occupano aule e uffici dell'ateneo, nella più totale inerzia delle autorità accademiche» (si confronti l'Ansa regionale del 10 ottobre 2007, ore 13,53);
allo stato attuale, si assiste ad un deprecabile atteggiamento dell'autorità accademica dell'Università statale di Milano, che tende a ridimensionare la gravità dei fatti accaduti il 9 ottobre 2007;
l'intimidazione verbale e l'aggressione fisica subite dagli studenti di Azione universitaria va ascritta nella scia dei numerosi atti di violenza compiuti, nel corso di questi ultimi anni, presso l'Università statale di Milano;
in particolare, occorre ricordare che il 24 ottobre 2006, all'interno della facoltà di scienze politiche dell'Università statale di Milano, un gruppo di studenti appartenenti alla sinistra antagonista ha assaltato un analogo banchetto di propaganda delle attività universitarie organizzato da Azione universitaria e tra gli assalitori ci sarebbe stato anche Alfredo Mazzamauro, alcuni mesi dopo fermato a seguito del blitz effettuato dalla digos durante un'importante operazione volta a sgominare le nuove cellule delle Brigate rosse;
gli atti di intolleranza e violenza nelle scuole e nelle università contro i giovani studenti di Azione giovani, Azione universitaria ed Azione studentesca dimostrano come sia ancora estremamente facile trasformare i luoghi di studio e di dialogo civile e tollerante in luoghi in cui, invece, si manifestano, in un clima da «anni di piombo», l'odio e la violenza -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza del grave episodio di violenza avvenuto il 9 ottobre 2007 presso l'Università statale di Milano a danno degli studenti di Azione universitaria e quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di impedire che nelle aule delle scuole e delle università italiane torni a scatenarsi quella furia ideologica, di non antica memoria, che ha contribuito ad alimentare il fenomeno del terrorismo e della lotta armata di matrice comunista.
(3-01341)
MARONI, COTA, DOZZO, GIBELLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Il Corriere della Sera del 15 ottobre 2007, nell'edizione milanese, riporta la notizia dell'aggressione subita da due dipendenti dell'Azienda dei trasporti milanese da parte di un cittadino cinese, sorpreso senza biglietto sull'autobus della linea 90;
sul bus c'erano quattro cittadini cinesi, di cui uno solo con regolare biglietto timbrato. Gli altri tre sono stati invitati a scendere dai controllori. Ma, una volta a terra, due - con mossa fulminea - si sono messi a correre, lasciando di stucco gli addetti dell'Azienda dei trasporti milanese. Il terzo invece, 43 anni, senza documenti e con piccoli precedenti alle spalle, ha
reagito: mentre gli stavano affibbiando il verbale, li ha colti di sorpresa con colpi di karate, provocando ad entrambi lesioni guaribili in sette giorni;
la notizia riportata è solo l'ultima di una lunga serie di fatti di cronaca che pressoché quotidianamente vedono immigrati autori di fatti di violenza di particolare gravità: è del 13 ottobre 2007 la notizia dell'arresto da parte della squadra mobile di Treviso di Lucian Elwis Andricsak, un romeno di 25 anni che la mattina del 23 settembre 2007 ha stuprato una donna di 40 anni, madre di due figli, sul sagrato della chiesa di Spresiano, comune della marca trevigiana;
mentre i cittadini italiani si trovano quotidianamente ad affrontare questa situazione di grave allarme sul fronte della sicurezza, l'attuale maggioranza dibatte inconcludentemente in Consiglio dei ministri sulle misure con le quali affrontare questa emergenza, salvo poi annunciare, tra il dissenso di alcune sue componenti, l'adozione di nuove misure -:
quali siano le reali intenzioni del Governo in ordine alla necessità di varare un pacchetto di norme per affrontare l'emergenza sicurezza, in relazione al fatto che le misure più volte annunciate non risultano a tutt'oggi formalizzate in iniziative sottoposte all'attenzione del Parlamento.
(3-01342)
Interrogazioni a risposta orale:
GASPARRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il susseguirsi di drammatici incidenti in occasione dei quali persone ubriache o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti determinano la morte di passanti sta diventando troppo intenso;
è necessaria, a parere dell'interrogante, un'azione massiccia e preventiva su tutto il territorio nazionale, che porti a sequestri di patenti, a sanzioni esemplari e numerose, affinché questo stillicidio di eventi possa essere interrotto;
occorre, ad avviso dell'interrogante, dedicare tutte le energie per una capillare azione sulle strade di tutta Italia, perché il ripetersi di questi eventi è inaccettabile per i cittadini, che assistono sgomenti alla morte di uomini, donne, bambini, in ogni parte d'Italia -:
se il Governo non intenda destinare maggiori risorse ai controlli sulle strade;
se il Ministro interrogato, in particolare, non intenda esigere a tal fine che anche la Legge Finanziaria destini più fondi al ministero dell'Interno, i cui bilanci sono stati, ad avviso dell'interrogante, assurdamente decurtati sia con la Finanziaria 2007 che con quella di cui si è, in questi giorni, avviato l'esame al Senato.
(3-01352)
GIOVANARDI e BARBIERI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere:
se corrisponda a verità che sia stata indetta una gara informale per l'affidamento di lavori di installazione di un sistema di antintrusione integrato da un impianto di video sorveglianza su beni immobili a disposizione di un membro del Governo o di suoi congiunti;
se corrisponda a verità che le spese per la realizzazione di dette opere, che il prefetto competente avrebbe dichiarato «segrete», risultino a carico del Ministero dell'interno per un importo di 216.000 euro;
chi sia l'eventuale soggetto beneficiario di tale intervento.
(3-01353)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
I Commissione:
ADENTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la riforma della Pubblica Amministrazione è imperniata sui criteri di efficienza,
efficacia ed economicità per renderla moderna e pronta a rispondere in maniera adeguata alle necessità del sistema-Paese, con un modello di P.A. che deve perseguire il principio della meritocrazia;
in tal senso, nel previgente ordinamento dei Vigili del Fuoco era iniziato lo sviluppo della carriera dei funzionari amministrativi e informatici che avrebbe dovuto naturalmente sfociare in breve tempo nell'istituzione di un ruolo dirigenziale, così adeguando gradualmente tale componente alle moderne necessità del Corpo Nazionale. Su queste premesse erano stati anche recentemente assunti con concorsi dall'esterno i primi funzionari amministrativi e informatici laureati VVF (ad esempio direttori amministrativi C2 nel 2003 e ispettori amministrativi C1 nel 2005);
invero il processo di riforma del CNVVF, attuato con legge 252/04 e con decreto legislativo 217/05, ha rappresentato un brusco passo indietro prevedendo un illogico ridimensionamento e demansionamento del personale amministrativo e informatico VF;
in primo luogo tale illogicità si manifesta con evidenza tenendo conto che a questo personale è stato ancora una volta precluso l'accesso a quella dirigenza che nell'amministrazione dei Vigili del Fuoco è esclusiva del personale tecnico, medico e ginnico. Cosa ancor più grave e irragionevole, poi, è che nell'ambito del medesimo Ministero dell'interno il ruolo dirigenziale, è stato istituito anche per il personale del ruoli civili che espleta mansioni amministrative e per il quale dal 2005 ad oggi sono stati banditi 2 concorsi per complessivi n. 55 posti di dirigenti di II fascia che saranno impiegati nell'ambito degli uffici centrali, delle Prefetture e delle Questure;
in secondo luogo l'illogicità si appalesa nella creazione di evidenti quanto pericolose disparità di trattamento nei percorsi professionali tra lavoratori che svolgono analoghe funzioni, in diretto contrasto con gli articoli 3 e 35, comma 2, e 97 della Costituzione: in effetti, invece di continuare a prevedere regole uniche per tutti i funzionari, distinguendoli solo per le materie di rispettiva competenza, si è voluto costruire un complesso quanto illogico sistema dove ai funzionari tecnici, medici e ginnici è stato riservato un percorso di carriera agevolato, addirittura agganciando tali carriere a quelle dirigenziali in sede di contrattazione, mentre per i funzionari amministrativi e informatici non solo, come anticipato, non è stato previsto il giusto sbocco dirigenziale, bensì sono stati previsti sviluppi di carriera ben più lenti, al contempo accorpando i suddetti funzionari al restante personale non direttivo e non dirigente in materia di contrattazione. Inoltre la qualifica di vice dirigente, solo relativamente ai funzionari amministrativi e informatici VVF (solamente per i quali viene previsto un concorso, mentre per le altre categorie il passaggio avviene con scrutinio a ruolo aperto per merito comparato), è stata svuotata di senso restando un'etichetta priva di contenuto, contrariamente a quanto previsto all'unisono per tecnici, medici e ginnici VVF e più in generale dall'ordinamento dello Stato per il ruolo della vice dirigenza pubblica;
in ultimo l'illogicità è dimostrata dal fatto che tali provvedimenti sembrano di fatto voler abdicare ai principi di buona amministrazione e di meritocrazia nei confronti del personale amministrativo e informatico VF per il quale non viene esteso quel sistema di accelerazione delle carriere per meriti che invece è rivolto solo al personale dei ruoli tecnici anche in materie strettamente legate ad innovazioni nei processi amministrativi e tecnologici ed al buon andamento degli uffici, naturaliter di competenza squisitamente amministrativa e informatica;
si evidenzia che per alcuni aspetti relativi all'ordinamento del personale, la normativa di riforma è già stata rinviata al vaglio di costituzionalità dai TAR Veneto e Calabria. Non v'è chi non veda come
proseguendo sulla strada tracciata dalla riforma del Corpo Nazionale potrebbe aprirsi un lungo, doloroso e oneroso contenzioso tra personale e Amministrazione in tutte le sedi competenti -:
quali iniziative vorrà intraprendere nell'ambito della sua competenza per presentare un nuovo progetto normativo che intenda eliminare le problematiche evidenziate nella presente addivenendo ad una equa soluzione della vicenda sulla base degli assodati principi dell'omogeneità di funzioni e di carriere tra qualifiche funzionali di pari livello, dell'applicazione di modelli meritocratici e dello sbocco dirigenziale per le carriere amministrative.
(5-01616)
FRIAS, MASCIA e MUNGO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il giorno 15 ottobre 2007 un ragazzo tunisino di 23 anni è stato trovato morto nel CPT di Modena;
questo tragico evento si aggiunge a numerose violazioni, incidenti e abusi che vengono consumati nei CPT;
questa forma di detenzione nulla produce rispetto agli obiettivi dichiarati cioè quello di identificare gli stranieri privi di permessi di soggiorno oltre a costare milioni di euro ai contribuenti italiani (4.256.698 annui);
in particolare nel CPT di Modena si sono verificati moltissimi casi di autolesionismo nonché diverse evasioni -:
quali siano le cause che hanno determinato il decesso, quale tutela della salute e degli altri diritti sia garantita nel CPT di Modena e se tale tragico evento non confermi ancora una volta l'urgenza di superare i CPT.
(5-01617)
FITTO, BOSCETTO, LEONE, AMORUSO, CARLUCCI, ANTONIO PEPE e SANZA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 148 dell'11 giugno 2004, ha istituito la provincia di Barletta-Andria-Trani;
l'articolo 2 della citata legge, al comma 2 prevede che alcuni adempimenti, (ricognizione delle dotazioni organiche, stato di consistenza del patrimonio, eccetera) vengano deliberati dalle province di Foggia e di Bari non prima di 34 mesi e non oltre 4 anni dalla data di entrata in vigore della legge;
al comma 4, sempre dell'articolo 2, testualmente si legge: «Le prime elezioni degli organi elettivi delle provincia di Barletta-Andria-Trani hanno luogo in concomitanza con il primo turno utile delle consultazioni elettorali per il rinnovo degli organi elettivi della provincia di Foggia o di Bari, successivo alla scadenza del termine di cui al comma 2, primo periodo»;
gli adempimenti previsti dalla legge, quale condizione per procedere alle elezioni, sono stati quasi completati, per cui ora si pone la questione su come il Ministero degli interni debba procedere al fine di assicurare la costituzione della provincia di Barletta-Andria-Trani;
non vi è dubbio che il primo turno utile, successivo alla scadenza del termine per procedere agli adempimenti, è rappresentato dal turno in cui vota Foggia essendo, la prima delle due province chiamata a rinnovare il proprio organo. Infatti, mentre la provincia di Foggia si rinnova per scadenza naturale nel 2008, la provincia di Bari si rinnova, sempre per scadenza naturale, nel 2009;
tale evenienza fu tenuta ben presente dal legislatore, il quale volontariamente usò la disgiunzione «o» tra le parole Foggia e Bari dal momento che teneva ben presente che le scadenze di rinnovo delle due province erano sfalsate; per la medesima ragione furono respinti alcuni emendamenti con i quali si chiedeva di sostituire la disgiunzione «o» con la congiunzione «e»;
verificatasi la condizione dell'espletamento delle attività previste al comma
secondo, primo periodo della legge, è certo che nel 2008 il Ministero dell'interno dovrà predisporre gli adempimenti necessari per consentire le elezioni nella provincia di Barletta-Andria-Trani, insieme con la provincia di Foggia. Conseguentemente si dovrebbe procedere allo scioglimento anticipato del consiglio provinciale di Bari, onde consentire la contestuale elezione nelle tre province. La costituzione della provincia di Barletta-Andria-Trani ha infatti provocato il passaggio nel neo istituito ente, di sette comuni dalla provincia di Bari e di tre dalla provincia di Foggia, è quindi inconcepibile che un corpo elettorale, che ha già partecipato alla elezione della provincia di Bari possa successivamente concorrere alla elezione della provincia di Barletta-Andria-Trani consentendo che i due enti esercitino contemporaneamente, così eletti, il proprio mandato, sia pure per un solo anno. D'altro canto è la stessa legge che usa, sempre all'articolo 2, il termine plurale «elezioni», nel comma 6 ed espressamente recita, nel comma 5 «Nel caso di scioglimento anticipato del consiglio provinciale di Bari o di Foggia, gli adempimenti di cui al comma 2, primo periodo, sono effettuati in tempo utile per consentire lo svolgimento delle prime elezioni degli organi elettivi della provincia di Barletta-Andria-Trani e il rinnovo degli organi elettivi delle province di Bari e di Foggia nel primo turno amministrativo successivo alla data dello scioglimento anticipato»;
è quindi chiaro come il legislatore abbia preferito la contestualità delle elezioni nelle tre province e il principio voluto è d'altronde coerente con i precedenti costituzionali. Quando la durata del Senato e della Camera era differente (sette anni il Senato, cinque anni la Camera), il Presidente della Repubblica sciolse solo il Senato nel 1953, nel 1958 e nel 1963, per consentire la contemporanea elezione dei due rami del Parlamento, sino alla riforma costituzionale del 1963 che portò la durata del Senato a cinque anni. Si potrebbe obiettare che lo scioglimento anticipato della provincia di Bari potrebbe ledere l'interesse degli eletti di quell'ente a conservare il munus sino alla scadenza naturale. Ma tale interesse è inferiore rispetto a quello del corpo elettorale della provincia di Barletta-Andria-Trani di votare nella prima tornata utile e di quello della provincia di Foggia di votare alla scadenza naturale, dal momento che l'altra ipotesi per consentire la contemporaneità delle elezioni sarebbe quella di prorogare la durata del Consiglio provinciale di Foggia sino al 2009. Ma tale ipotesi è impraticabile, in virtù di quieti principi ordinamentali e costituzionali, infatti mentre il legislatore ordinario prevede l'ipotesi di scioglimento dei Consigli provinciali agli articoli 141 e seguenti decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per casi in cui gli enti non possano assicurare il normale funzionamento, non prevede la ipotesi della proroga;
sotto il profilo costituzionale poi, mentre è riconosciuto il potere ordinario del Presidente della Repubblica di sciogliere le Camere o anche una sola di esse (articolo 88 della Costituzione), «la durata di ciascuna Camera non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra» (articolo 60 della Costituzione) -:
quali iniziative il ministro interrogato intende assumere per garantire la elezione delle province di Bari, Foggia e Barletta-Andria-Trani nel 2008.
(5-01618)
COTA, FAVA e GIBELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 28 settembre il Consiglio comunale di Casalmaggiore ha approvato il nuovo Statuto comunale;
l'articolo 20 del citato Statuto prevede che il «Comune assicura la piena attuazione dei diritti di cittadinanza, attiva e passiva, che comprende anche l'esercizio del diritto di voto dei cittadini extracomunitari che risiedono in Casalmaggiore da almeno 5 anni per la designazione delle rappresentanze cittadine del Consiglio comunale»;
la disposizione citata determina senza dubbio un grave vulnus costituzionale, in considerazione del fatto che sulla scorta della giurisprudenza costituzionale e del Consiglio di Stato, l'attribuzione dell'elettorato attivo e passivo agli stranieri extracomunitari nelle elezioni amministrative richiede un intervento di revisione costituzionale;
basterebbe ricordare a questo proposito che il Governo, supportato dal parere del Consiglio di Stato, già in passato ha, annullato in via straordinaria la delibera statutaria genovese che aveva previsto l'estensione ai cittadini extracomunitari dell'elettorato attivo e passivo alle elezioni comunali e circoscrizionali (confronta il decreto del Presidente della Repubblica del 17 agosto 2005);
analogamente sono state annullate le disposizioni statutarie dei Comuni di Torino e Ancona in materia di elezioni circoscrizionali e analoghe disposizioni deliberate nei Comuni di Firenze, Jesi, Perugia, La Spezia e Cesena -:
se non ritiene il Ministro di dover assumere una chiara presa di posizione al riguardo, al fine di prevenire per il futuro iniziative che determinano la necessità di interventi successivi di annullamento in via straordinaria di atti illegittimi.
(5-01619)
Interrogazioni a risposta scritta:
GRIMOLDI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la Cascina Bareggiate, sita a Pioltello all'interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale denominato Parco delle Cascine, è occupata abusivamente da circa quattro anni da cittadini di etnia rom. Il primo nucleo corposo di occupanti si trasferì in tale cascina, in seguito allo sgombero dello stabile occupato di via Adda a Milano;
ad oggi si stima che presso la Cascina Bareggiate vivano 150/200 rom. Nei mesi scorsi gli occupanti hanno tuttavia superato per un certo periodo le 500 unità;
la maggiore difficoltà che le forze dell'ordine devono affrontare è quella della tenuta sotto controllo delle persone in ingresso alla struttura, che è praticamente inattuabile a causa delle rilevanti dimensioni dell'insediamento;
gli occupanti si sono adattati a vivere nei locali dimessi (ad esempio le unità abitative un tempo destinate ai braccianti agricoli) o ad allestire tende e baracche in legno all'interno della cascina. All'ingresso della cascina è posto un gruppo elettrogeno da cui parte un impianto elettrico montato dagli occupanti stessi. A detta degli occupanti stessi il riscaldamento è garantito da stufe a legna o a cherosene, il che lascia supporre che vi siano anche taniche di liquido infiammabile stoccate da qualche parte, con il conseguente elevato rischio del propagarsi di incendi;
le condizioni igienico-sanitarie sono a livello di emergenza. La cascina non ha chiaramente servizi igienici e all'interno della corte è presente un fosso di acqua stagnante che non ha scarico e che viene alimentato continuamente da un tubo dal quale gli occupanti prelevano l'acqua da bere e quella per lavare stoviglie o indumenti;
una simile concentrazione di persone in un ambiente del tutto privo di servizi e di acqua corrente rischia di ingenerare un focolaio di malattie (virali, batteriche e parassitarie) trasmissibili all'esterno. Tanto più se si considera che in alcuni periodi dell'anno questa concentrazione può aumentare fino a 4/5 volte quella attuale;
è documentato che all'interno della Cascina sono state eseguite operazioni di polizia a carico di occupanti che si sono resi protagonisti di episodi di microcriminalità e sfruttamento dei minori. Si deve anche segnalare un aumento, a partire dalla primavera scorsa, dei furti nelle abitazioni dei comuni del circondario; sono altresì documentati casi di furto e borseggio ai danni
generalmente di donne, cittadine italiane, presso il mercato di Pioltello del sabato e nei vicini supermercati -:
se il Ministro non ritenga di dovere affrontare questa «emergenza Rom» con strumenti ed azioni efficaci su tutto il territorio nazionale, supportando adeguatamente le amministrazioni locali che si trovano spesso a dover affrontare vere e proprie emergenze sotto il profilo della sicurezza a causa di insediamenti abusivi come quello di cui in premessa.
(4-05256)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'associazione non riconosciuta, «Waqf al-Islami in Italia», che diverrebbe proprietaria della moschea, non ha sede nel Comune di Bologna ma a Segrate, in Via Cassanese 3. All'atto della sua fondazione (1988) aveva invece sede a Milano, in via Anacreonte 7. Nel suo atto costitutivo si precisa che esso aderisce all'Ucoii;
le due sedi sociali, prima quella di Milano e poi quella di Segrate, coincidono coi due spostamenti di sede del Centro Islamico di Milano, associazione presieduta da Ali Abu Shwaimah, pregiudicato condannato con sentenza definitiva per lesioni colpose gravi su minore e noto alla cronaca tanto per le sue minacce nei confronti dell'on. Daniela Santanchè;
Ali Abu Shwaimah è stato il primo segretario dell'Ucoii, ed attualmente presiede l'Ucie: il consiglio di coordinamento fra le varie strutture europee dei «fratelli musulmani»;
presidente dell'Associazione «Waqf al-Islami in Italia» è il siriano Mohamed Maher Kabakebji, appartenente ad una delle famiglie fondatrici dell'organizzazione estremista dei «fratelli musulmani»;
presidente e rappresentante legale del Centro bolognese è il siriano Mohamed Radwan Altounji, discendente di una delle più importanti famiglie fondatrici dei «fratelli musulmani» ed espulso dall'Italia durante la Guerra del Golfo per via dei suoi stretti legami col regime del deposto dittatore iracheno Saddam Hussein;
nella sua recente intervista su il Resto del Carlino, quando gli viene chiesto come reperirà i fondi per la costruzione della moschea, Altounji risponde dicendo «chiederemo aiuto all'Arabia Saudita»;
sul carattere anti-occidentale, anti-democratico, ideologicamente fiancheggiatore del terrorismo islamico, di una organizzazione come l'Ucoii, si sono abbondantemente pronunciati, fra gli altri, lo storico delle religioni Massimo Introvigne e il vice direttore del Corriere della sera Magdi Allam;
estremo scalpore hanno fatto nascere le inserzioni a pagamento pubblicate dall'Ucoii sui quotidiani italiani: contenevano la traduzione di un proclama dell'organizzazione terroristica libanese Hezbollah nel quale gli israeliani vengono paragonati ai nazisti;
altrettanto scalpore hanno fatto le dichiarazioni a «Porta a porta» di Sara Orabi, portavoce dei giovani musulmani italiani, secondo la quale, non solo è giusto lapidare le adultere, ma se i cristiani fossero veri credenti le lapiderebbero anche loro;
il Presidente dell'Ucoii Nour Dachan (padre di Asmae Dachan) ed il suo ex-segretario Roberto Piccardo sono stati rinviati a giudizio per «istigazione all'odio etnico e religioso» e «apologia del terrorismo»;
si sono espressi «negativamente» nei confronti dell'Ucoii, nelle loro sentenze, autorevoli magistrati, come il dottor Marcello Cascini, sostituto procuratore di Milano, che scrive: «È dimostrato con ampia ed accurata documentazione che effettivamente l'Ucoii e/o i suoi principali esponenti da un lato hanno mostrato di condannare il terrorismo, dall'altro hanno operato però distinzioni, di fatto, tra terrorismo cattivo e terrorismo "meno cattivo"; nonché in alcune occasioni si sono schierati al fianco dei "Fratelli Musulmani",
organizzazione della quale fa parte Hamas, la quale Hamas si vanta, notoriamente, di far esplodere tramite i Kamikaze autobus civili israeliani, con all'interno donne e bambini»;
il dottor Gaetano Ruta, sostituto procuratore di Milano scrive: «Sul sito internet gestito dalla Ucoii appaiono numerosi articoli e riferimenti che rendono evidente il legame con Qaradawi, teorico dei Fratelli Musulmani, che predica l'ideologia violenta nei confronti dell'occidente»;
il dottor Enrico Manzi, giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano scrive: «Dalla lettura di questa documentazione emerge un quadro preciso delle posizioni ideologiche della Ucoii e della sua vicinanza alle posizioni più radicali del mondo islamico, ivi compresa una sorta di «comprensione» ideologica verso Hamas, che è stata notoriamente favorevole all'uso del terrorismo contro Israele -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se corrispondano al vero e quali provvedimenti intenda adottare per garantire da un lato la sicurezza dei cittadini e il rispetto della legalità da parte delle comunità musulmane presenti in Italia e dall'altro il diritto all'esercizio del culto a tutte le confessioni religiose presenti nel nostro Paese;
se il ministero possa fornire una mappatura completa di tutti i centri culturali islamici presenti in Italia ed una seconda scheda informativa sulle relative modalità di organizzazione e finanziamento.
(4-05259)