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Allegato B
Seduta n. 224 del 16/10/2007
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
la Procedura per la stipula di un'intesa tra una confessione religiosa e lo
Stato italiano prevede, tra l'altro, che il Presidente del Consiglio dei ministri affidi l'incarico di condurre le trattative con le rappresentanze delle Confessioni religiose al sottosegretario-Segretario del Consiglio dei ministri che si avvale della «Commissione interministeriale per le intese con le Confessioni religiose» affinché essa predisponga la bozza di intesa unitamente alle delegazioni delle Confessioni religiose richiedenti. Su tale bozza d'intesa esprime il proprio preliminare parere la «Commissione consultiva per la libertà religiosa»;
la «Commissione interministeriale per le intese con le Confessioni religiose» composta da: professor Francesco Pizzetti, Presidente; Rappresentanti dei seguenti Ministeri: Presidenza del Consiglio dei ministri, interno, giustizia, economia e finanze - dipartimento ragioneria, economia e finanze - agenzia delle entrate, difesa, pubblica istruzione, università e ricerca, beni e attività culturali, salute;
la «Commissione consultiva per la libertà religiosa» è composta da: professor Francesco Margiotta Broglio, Presidente; professor Carlo Cardia, professor Giovanni Long, professor Giorgio Pastori, professor Francesco Pizzetti, professor Giorgio Sacerdoti -:
se sia a conoscenza o, in caso contrario, se intenda verificare se vi siano membri di dette Commissioni che abbiano svolto o svolgano attività di consulenza retribuita a favore di confessioni religiose che godano di intese: approvate con legge ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione; firmate e non approvate con legge; avviate in vista della conclusione dell'intesa ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione;
se non ritenga che un'eventuale consulenza retribuita costituisca un patente conflitto di interessi e, in caso affermativo, quali provvedimenti intenda assumere.
(2-00786)«Turco, Villetti».
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BONO e BOCCHINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la notte di Natale del 1996 naufragò al largo di Portopalo di Capo Passero un natante che trasportava centinaia di cittadini extracomunitari, la maggior parte di origine asiatica, causando la morte di tutti i passeggeri;
la tragedia del mare, collegata alla vile attività di traghettatori senza scrupoli che affligge il mondo dell'immigrazione clandestina, che speculano sull'ansia di riscatto di tanti disperati in cerca di un futuro migliore, commosse il mondo, ma innescò altresì una polemica perniciosa, nei confronti della civilissima comunità di Portopalo di Capo Passero, del tutto incolpevole non solo per il tragico evento, ma anche del presunto successivo cinico atteggiamento;
per fare chiarezza sulla dinamica della tragedia e restituire dignità alle vittime del naufragio, il Presidente del Consiglio onorevole Romano Prodi, il 16 febbraio 2007, comunicò con una lettera ad un parlamentare, che erano state stanziate le risorse per procedere al recupero del relitto;
il 18 febbraio 2007, il quotidiano Il Manifesto diede ampio risalto alla decisione del Presidente del Consiglio, chiarendo che i fondi stanziati per il recupero del relitto erano stati affidati alla protezione civile;
lo scorso mese di aprile, con l'ausilio di una nave oceanografica, sembra di proprietà di una cooperativa calabrese, sono stati effettuati i rilievi nel punto mare in cui fu ritrovato il relitto nel giugno 2001, a circa 19 miglia da Portopalo di Capo Passero, ma a tutt'oggi nessuno si è curato di rendere pubbliche le risultanze di quell'indagine;
solo il sito web del quotidiano La Repubblica il 23 aprile 2006, a proposito delle operazioni di recupero che poi furono in effetti finanziate e avviate, aveva parlato di «intervento semplice, poco oneroso,
di grande significato e che può essere messo in atto in tempi rapidi», avvalorando tutto ciò con immagini del relitto giacente a circa 100 metri di profondità;
il silenzio assordante attorno a questa tragica vicenda non appare più oltre sopportabile, anche alla luce dell'iniziativa meritoria di sollecitazione al Governo di procedere al recupero del relitto da parte della comunità parrocchiale di Portopalo di Capo Passero, attraverso una petizione popolare presentata dal parroco don Calogero Palacino il 13 marzo 2007 al Parlamento italiano -:
se non ritenga riferire a che punto è l'azione di recupero del relitto relativo al naufragio di Natale del 1996 al largo di Portopalo di capo Passero, i tempi eventualmente ancora necessari per completare l'operazione, i motivi dei ritardi, e qualsiasi altra notizia ed informazione necessaria a fare chiarezza attorno a questa tragica e penosa vicenda umana.
(5-01614)
CICCIOLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito di un procedimento penale che vede indagati in concorso il Dirigente la struttura della Regione Marche che si occupa di caccia ed il Funzionario titolare dei connessi procedimenti amministrativi emerge, dall'esame degli atti al vaglio della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, che l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica abbia espresso per iscritto al WWF Italia, Associazione Ambientalista con Sede Nazionale in Roma, Via Po 25/C, proprie valutazioni nei riguardi di una delibera della Giunta della Regione Marche;
detta delibera è al vaglio del Giudice Amministrativo, territorialmente competente, per richiesta sospensione dell'efficacia dell'atto avanzata dalla citata Associazione Ambientalista;
l'udienza per la discussione dell'istanza cautelare è fissata per la Camera di Consiglio del 7 novembre 2006 e il documento, redatto dall'INFS per conto del WWF Italia, reca data del 6 ottobre 2006;
alla luce delle notate circostanza e a prescindere dal concreto utilizzo del cennato documento, in sede processuale, dagli esiti del giudizio pendente, dalle valutazioni espresse dall'INFS e, più in generale, dal contenuto del documento medesimo -:
se corrisponda a verità il fatto che l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica abbia indirizzato una nota, di data 6 novembre 2006, al WWF Italia nel contesto della quale vengono espresse valutazioni in merito alla delibera della Giunta Regionale delle Marche n. 1122 del 2006;
se la redazione e la produzione di detta nota non costituisca violazione dei compiti e delle finalità istituzionali assegnate dalla legge e dallo statuto all'organismo predetto a mente dei quali l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica esprime pareri tecnico-scientifici unicamente nei riguardi dello Stato, delle Regioni e delle Province Autonome oltre che nei confronti degli Organi gestori delle Aree Protette: figure quest'ultime tra le quali non è dato annoverare una associazione ambientalista peraltro parte di un contenzioso amministrativo con la Regione Marche e peraltro in occasione di una fase processuale che si sarebbe tenuta, come poi in effetti si è tenuta, il giorno seguente la stesura della nota;
se, più in generale, alla luce delle considerazioni che precedono, l'Istituto nazionale per la Fauna Selvatica, all'epoca dei fatti narrati alle strette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri, non sia incorso nel classico sviamento di potere con ciò gravemente compromettendo quel ruolo di Organismo Scientifico super partes che la legge in materia gli assegna.
(5-01615)
Interrogazioni a risposta scritta:
COSENZA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la drammaticità della situazione ambientale in Campania non ha fine, in
quanto il programma previsto dalla legge regionale n. 4 del 28 marzo 2007 non è stato rispettato e gli Ato non sono stati costituiti alla scadenza del 30 settembre;
entro il 31 dicembre si dovrebbe provvedere ad affidare la gestione del servizio di smaltimento rifiuti ed ad oggi nessun'azione in tal senso è stata avviata e nessuna gara è stata indetta;
la prima linea del termovalorizzatore di Acerra, il cui inizio di attività era previsto per il 31 ottobre, non è entrata in funzione ed è già stato chiesto il differimento al commissariato per l'emergenza rifiuti;
la raccolta differenziata è pressoché inesistente e lo smaltimento rifiuti avviene attraverso i roghi di cumuli di rifiuti e l'incendio dei cassonetti in strada, con aumenti dei livelli di diossina che soprattutto nelle province di Napoli e Caserta hanno raggiunto livelli che vanno da otto a quattordici volte superiori alla media;
il 70 per cento dei campioni di latte esaminati nel 2006 sono risultati positivi al Tcdd, la peggiore delle diossine e anche nei campioni di acqua, aria e suolo i valori di tale «veleno» risultano essere dieci volte superiori alla media -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno spiegare perché non è stato predisposto un piano di monitoraggio e controllo del rispetto delle azioni e della tempistica per l'attuazione del ciclo completo dei rifiuti, in modo da assicurare quanto stabilito da leggi regionali e nazionali e tentare di uscire da un patologico regime di proroghe senza fine.
(4-05258)
TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
su La Repubblica del 20 settembre 2007 a pagina 51 è apparso un articolo dal titolo «Chiesa e quattrini» in cui è scritto che il 10 luglio 2007 il banchiere Giampiero Fiorani, di fronte ai magistrati milanesi, Francesco Greco, Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, ha tra l'altro affermato che «I primi soldi neri li ho dati al cardinale Castillo Lara, quando ho comprato la Cassa Lombarda, m'ha chiesto di dargli trenta miliardi delle vecchie lire possibilmente su un conto estero, non sul conto del Vaticano». All'epoca a capo della Popolare di Lodi c'era Angelo Mazza e Fiorani era il suo braccio destro. A metà degli anni '90 l'istituto lodigiano rileva il 30 per cento della Cassa Lombarda, la banca della famiglia Trabaldo Togna guidata oggi da Giuseppe Spadafora (ex Bnp Paribas), una partecipazione tenuta in portafoglio fino al 2001. «Quando abbiamo comprato la Cassa Lombarda, una quota era del Vaticano, dell'Apsa». Il passaggio avviene con un giro di acquisti intermedi: «La quota l'hanno intestata a una società della Bsi di Lugano, Bsi ha venduto, poi ha venduto, e le chiese han venduto a Trabaldo Togna e poi Trabaldo Togna ha venduto a noi». I soldi però vengono in parte dirottati su un conto estero della Bsi, la banca della Svizzera italiana, ora in mano alle Generali. «Noi abbiamo dichiarato un valore troppo basso - dice il cardinale Castillo Lara secondo la ricostruzione di Fiorani - paghiamo troppe plusvalenze, allora facciamo un'operazione estero su estero». Fiorani riporta a Mazza, il quale dà l'autorizzazione al pagamento. E parte un bonifico bancario su un conto della Bsi. Perché in quella banca «ci sono tre conti del Vaticano che era, penso, non esagero dai due ai tre miliardi di euro».
dall'annuario Pontificio 2007 risulta che il cardinale Castillo Lara Rosalio José è Presidente emerito sia dell'Apsa, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e della Pontificia Commissione per lo Stato Città del Vaticano;
rispondendo all'interrogazione a risposta scritta 4-00692 dell'interrogante, la sottosegretaria Marcella Lucidi affermava che «Al novero degli enti centrali appartengono indubbiamente gli uffici e gli organismi costituenti la Curia romana, che danno vita all'organizzazione che, operando in nome e per autorità del Romano
Pontefice (cf. can. 360 CIC), gestisce in via ordinaria gli affari della Chiesa universale. Detti uffici ed organismi sono elencati dalla costituzione apostolica di Giovanni Paolo II Pastor bonus (28 giugno 1988). Fra questi, l'articolo 172 enumera l'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), a cui spetta «amministrare i beni di proprietà della Santa Sede, destinati a fornire fondi necessari all'adempimento delle funzioni della Curia romana». Non può, per tanto, mettersi in dubbio che all'APSA, in quanto ufficio facente parte della Curia romana, si applichi il disposto dell'articolo 11 del Trattato del Laterano.» Mentre «La tipizzazione dello IOR quale ente della Chiesa Cattolica è stata riconosciuta con pronuncia della Corte penale di cassazione, Sezione quinta, 1o aprile 1987, n. 3932.»;
l'articolo 1 della Costituzione apostolica di Giovanni Paolo II Pastor bonus (28 giugno 1988) recita che «La Curia romana è l'insieme dei dicasteri e degli organismi che coadiuvano il romano Pontefice nell'esercizio del suo supremo ufficio pastorale per il bene e il servizio della Chiesa universale e delle Chiese particolari, esercizio col quale si rafforzano l'unità di fede e la comunione del Popolo di Dio e si promuove la missione propria della Chiesa nel mondo.»;
l'articolo 307 della versione consolidata del Trattato che istituisce la Comunità europea recita che: «le disposizioni del presente trattato non pregiudicano i diritti e gli obblighi derivanti da convenzioni concluse, anteriormente al 1o gennaio 1958 o, per gli Stati aderenti, anteriormente alla data della loro adesione, tra uno o più Stati membri da una parte e uno o più Stati terzi dall'altra. Nella misura in cui tali convenzioni sono incompatibili col presente trattato, lo Stato o gli Stati membri interessati ricorrono a tutti i mezzi atti ad eliminare le incompatibilità constatate. Ove occorra, gli Stati membri si forniranno reciproca assistenza per raggiungere tale scopo, assumendo eventualmente una comune linea di condotta;
nell'applicazione delle convenzioni di cui al primo comma, gli Stati membri tengono conto del fatto che i vantaggi consentiti nel presente trattato da ciascuno degli Stati membri costituiscono parte integrante dell'instaurazione della Comunità e sono, per ciò stesso, indissolubilmente connessi alla creazione di istituzioni comuni, all'attribuzione di competenze a favore di queste ultime e alla concessione degli stessi vantaggi da parte di tutti gli altri Stati membri» -:
se il Ministero della giustizia abbia ricevuto dalla procura di Milano una richiesta di rogatoria internazionale volta a chiarire i fatti verbalizzati il 10 luglio 2007 e quali siano stati in tal caso gli atti assunti dal Ministero;
se, chi, quando e con quali risultati, ha valutato la compatibilità del Trattato del Laterano con il diritto comunitario.
(4-05263)