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Allegato B
Seduta n. 224 del 16/10/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzione in Commissione:
La XIII Commissione,
premesso che:
la produzione e la vendita dei preparati per brodo e prodotti affini è regolamentata in Italia dalla legge 6 ottobre 1950, n. 836 e dal decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio 1953, n. 567;
detta legislazione, ormai datata e non più rispondente alle esigenze produttive e di mercato, costituisce un grave fattore di penalizzazione e discriminazione per le industrie produttrici operanti in Italia, impedendo, a causa di norme restrittive non più giustificate, la formulazione di nuovi prodotti più rispondenti alle esigenze del mercato ed alle richieste del consumatore;
la normativa italiana si pone in netto contrasto con il più moderno quadro normativo riscontrabile in tutti i più importanti Paesi dell'Unione europea, che da tempo si sono ispirati alle norme del Codex Alimentarius (Codex Stan 117-1981, Rev. 2-2001) e ad un Code of Practice for bouillons and consommés - 31 marzo 2003);
tale situazione pesa quindi gravemente sulla competitività delle nostre imprese, limitandone da un lato la capacità di innovazione ed esponendole dall'altro al rischio, sempre più probabile, di subire la concorrenza, sullo stesso mercato italiano, di nuovi prodotti provenienti da altri Paesi europei più rispondenti alle attuali richieste del consumatore e ai moderni indirizzi nutrizionali;
la legislazione italiana di settore era già stata oggetto di condanna da parte della Corte di Giustizia europea con sentenza del 19 giugno 1990, in ragione delle restrizioni attinenti alla composizione ed alla denominazione dei prodotti, nonché per la prevista autorizzazione preventiva alla produzione e commercializzazione (l'autorizzazione preventiva fu soppressa con l'articolo 52 della legge 29 dicembre 1990, n. 428 - legge Comunitaria 1990);
la problematica relativa alla legittimità delle disposizioni in materia di composizione e denominazioni dei prodotti è stata oggetto di chiarimenti nella circolare del Ministero delle attività produttive del 10 novembre 2003, n. 168, dove, tra i diversi chiarimenti, si sottolinea che «...le restrizioni, già oggetto della condanna di cui sopra, non trovano più alcuna giustificazione neppure dal punto di vista igienico sanitario...»;
lo stesso Ministero, negli anni scorsi, aveva promosso un provvedimento di adeguamento della normativa nazionale di settore, con un progetto di regolamento che non aveva potuto completare il suo iter per l'intervenuta modifica del Capitolo V della Costituzione,
impegna il Governo
ad adottare con urgenza i provvedimenti necessari per dare finalmente risposta alle richieste dell'industria italiana produttrice di estratti brodi e prodotti affini, consentendo ai produttori nazionali le stesse possibilità competitive delle industrie operanti negli altri Paesi europei, attraverso l'adozione anche in Italia dei principi normativi approvati dal Codex Alimentarius e recepiti dall'industria europea attraverso un Code of Practice applicato di fatto in tutti i principali Paesi dell'Unione.
(7-00287) «Giuseppe Fini».