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Allegato B
Seduta n. 225 del 17/10/2007
...
GIUSTIZIA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
l'8 ottobre 2007 era prevista l'udienza presso la sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura, che avrebbe dovuto decidere (decisione rinviata al 17 dicembre prossimo) sulla richiesta di trasferire d'ufficio, in via cautelare, il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Luigi De Magistris, presentata dal Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, come atto dovuto in seguito alla proposta avanzata dagli ispettori ministeriali;
su questo «caso» sta montando una forte polemica, con opposte valutazioni;
la Rai, ancora una volta, attraverso il programma «Annozero» di Michele Santoro andato in onda il 4 ottobre su Rai due, si è occupata del «caso De Magistris», a ridosso proprio della prevista decisione del Csm, nell'intento evidente di sollevare l'attenzione, e non solo, dell'opinione pubblica calabrese, sui motivi che hanno portato a rinviare il sostituto procuratore di Catanzaro al giudizio del Csm;
tutto ciò appare come un modo, fortemente strumentale, di cercare di condizionare, possibilmente, i componenti del massimo organo di autocontrollo della magistratura;
proprio la sera precedente la trasmissione del programma, secondo notizie di dominio pubblico, nel noto albergo «Benny Hotel» di Catanzaro, ex Motel Agip, si
è tenuto un incontro fra il giornalista Sandro Ruotolo, collaboratore di Michele Santoro, in «Annozero», accompagnato dalla sua troupe e dalla nota contessina Beatrice Borromeo, con il sostituto procuratore della Repubblica, Luigi De Magistris;
dato atto che il citato incontro non é «certamente» da riferirsi ad una cena conviviale fra vecchi amici, ma molto più verosimilmente ad uno scambio di opinioni, e forse non solo, sul ruolo e sulle funzioni svolte dal magistrato inquisito, nonostante lo stesso abbia dichiarato, in più circostanze, di avere scelto la strada del silenzio, in attesa della riunione del Csm;
per l'abile giornalista di «Annozero», Sandro Ruotolo, invece, l'incontro è stato decisamente una ghiotta occasione, per acquisire importante materiale per la sua trasmissione. Come dire: «De Magistris non è in studio, ma ci penso io a rappresentarlo» -:
se il Ministro interrogato, alla luce di quanto sopra, non intenda avviare una ispezione a tale riguardo, ai fini dell'eventuale esercizio dei poteri di sua competenza.
(2-00791)«Satta».
Interrogazione a risposta orale:
CICCIOLI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
domenica 14 ottobre, alle ore 21,30, la Terza rete televisiva ha trasmesso, a cura di Milena Gabanelli, un servizio sui «derivati» (operazioni finanziarie strutturate) con il quale si è voluto chiaramente evidenziare, con i fatti riportati, la configurabilità di tre reati: l'estorsione, la truffa e la circonvenzione d'incapace, che alcune Banche, tra le quali primeggia l'Unicredit Banca Impresa, avrebbero commesso ai danni di circa 41.000 imprese e di numerosi Enti Pubblici territoriali;
la cinica ed ingannevole attività esercitata in disprezzo delle norme del TUF (Testo Unico della Finanza), del regolamento CONSOB e dell'etica bancaria, ha causato danni per miliardi di Euro, non può non preoccupare per la tenuta di parte del nostro tessuto produttivo e dell'equilibrio finanziario degli Enti Pubblici coinvolti, tra i quali, per citarne alcuni, i Comini di Torino, Genova, Napoli, Taranto e le Regioni Piemonte, Campania e tanti altri -:
se non intendano assumere le opportune iniziative normative volte ad imporre ai soggetti che immettono sul mercato prodotti finanziari ad alto rischio obblighi di informazione maggiori, posto che la normativa vigente si è dimostrata inadeguata a tutelare gli acquirenti;
se i ministri interrogati, secondo le rispettive competenze, non ritengano assolutamente necessario ed urgente assumere ogni iniziativa, anche normativa, al fine di vietare a tutti gli enti pubblici le sottoscrizioni di contratti di carattere finanziario ad altissimo rischio.
(3-01359)
Interrogazioni a risposta scritta:
JANNONE. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella puntata del 3 ottobre 2007 del programma televisivo «Porta a Porta», il Ministro della Giustizia ha affermato che in Italia gli istituti di pena non vengono costruiti da più di 20 anni, a causa della scarsa volontà del sistema politico di prevedere tra le spese previste dal bilancio l'edificazione di suddetti istituti;
in alcune città italiane sono presenti istituti di pena costruiti e, dopo essere stati abbandonati per decenni, convertiti in sede della Croce Rossa Italiana (carcere di Città di Castello - Perugia) e in centro sociale (carcere di Busacchi - Oristano);
sono molte le città che ospitano istituti di pena costruiti e mai utilizzati;
a titolo esplicativo possono ricordarsi:
a) Pescia (Pistoia) completato nel 1989 dotato attualmente di tv in ogni cella;
b) Castel Nuovo della Daunia (Foggia) completato nel 1982;
c) Minervino (Bari);
d) Volturara Appula (Foggia);
e) Monopoli (Bari);
f) Codigaro (Ferrara);
g) Mantova;
h) Accadìa (Foggia);
tali edifici potrebbero e dovrebbero ridurre il sovraffollamento degli istituti di pena utilizzati, rendendo più umane e rispettose dei principi costituzionali le condizioni di vita dei detenuti -:
quali misure il Ministro intenda intraprendere per utilizzare edifici di edilizia carceraria che oggi versano in stato di abbandono.
(4-05264)
MANCUSO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Presidente del Tribunale di Novara ha decretato il trasferimento delle cause in materia di locazione, delle pratiche di volontaria giurisdizione sullo stato delle persone, dei procedimenti cautelari e possessori delle procedure di esecuzione mobiliare del Tribunale di Borgomanero a quello di Novara, a partire dal 18 giugno 2007;
le conseguenze materiali di questo provvedimento sono che i cittadini di Borgomanero e di altri 29 comuni, per una popolazione complessiva di 80-90 mila abitanti, saranno costretti a rivolgersi al Tribunale di Novara, con conseguenti disagi legati alla distanza ed al tempo necessario per raggiungerlo;
tale decreto sarebbe motivato con l'impossibilità dei giudici del tribunale di Borgomanero di far fronte al carico delle cause civili;
il Consiglio Giudiziario di Torino si era espresso unanimemente in modo sfavorevole al trasferimento delle cause e provvedimenti richiamati in premessa per la presenza di due Giudici Onorari;
gli amministratori locali, la popolazione dei comuni interessati, gli operatori della giustizia, temono che questo atto possa costituire la premessa per la chiusura definitiva del Tribunale di Borgomanero;
è ardito dimostrare che la concentrazione dell'attività giudiziaria in pochi grandi tribunali garantisca l'adeguata risposta che lo Stato deve garantire a tutti i cittadini italiani, rispetto alla conservazione di tribunali periferici che hanno un alto tasso di produttività -:
se il Governo intenda considerare la situazione di grave disagio cronico in cui versa il Tribunale di Novara e, conseguentemente, il Tribunale di Borgomanero;
se il Governo intenda intervenire sulla struttura organica dei giudici con idonee assegnazioni.
(4-05265)
MIGLIORI e ULIVI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
al 31 agosto 2007 il numero dei detenuti nei 18 Istituti Penitenziari della Toscana era di 3.211 rispetto ai 2.866 posti di capienza regolamentare;
soprattutto nelle Carceri di Firenze, Livorno, Pisa e Prato il numero dei detenuti è particolarmente superiore rispetto al numero massimo previsto ed uguale a quello che determinò solo un anno or sono la fallimentare misura dell'indulto;
in Toscana il numero degli Agenti di Polizia Penitenziaria è particolarmente basso e comunque assolutamente al di sotto degli organici previsti -:
quali iniziative urgenti in favore di celeri interventi in Toscana per l'edilizia carceraria si intendano assumere «anche perché si scongiuri l'assurda previsione di un nuovo indulto».
(4-05288)
GIOVANARDI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 6 marzo ed il 7 giugno 2007 il sottoscritto ha inoltratomi 2 interrogazioni volte a conoscere le misure adottate dal Ministero della giustizia, quale ente di controllo, al fine di porre soluzione ad una vicenda dai contorni paradossali che ha gravemente ed ingiustamente colpito alcuni professionisti appartenenti alla categoria degli agrotecnici;
in data 25 giugno 2007 veniva trasmessa dal Ministero della giustizia una nota nella quale, con riferimento ai quesiti contenuti nelle citate interrogazioni, si rinviava a quanto risposto dal Governo, in relazione ad altra interrogazione. A tale riguardo l'interrogante ritiene necessario quanto doveroso evidenziare che:
a) trattasi di risposta all'interrogazione parlamentare n. 4-02170 depositata il 17 gennaio 2007 dall'onorevole Lello Di Gioia, che pur interessando la medesima categoria e traendo spunto dalla stessa vicenda poneva interrogativi diversi da quelli del sottoscritto che pertanto rimane in attesa di risposta agli interrogativi n. 3-00693 del 6 marzo 2007 e n. 3-00959 del 7 giugno 2007;
b) qualora con tale atto codesto Ministero intendesse rispondere anche alle interrogazioni sopra elencate l'interrogante ritiene doveroso chiedere chiarimenti in ordine alle modalità con cui il Ministero della giustizia esplica il proprio ruolo di vigilanza e controllo, ed in particolare se questo si ritenga espletato solamente attraverso la mera constatazione di irregolarità e violazioni o se invece, come l'interrogante ritiene opportuno ed appropriato, questo ruolo si estenda anche all'adozione di tutti quei, provvedimenti anche sanzionatori necessari a ripristinare correttezza e decoro;
c) il riferimento è rivolto in modo particolare alle citazioni effettuate da codesto Ministero volte ad indicare le irregolarità e le violazioni commesse sia dal commissario straordinario Davide Neri che dallo stesso collegio nazionale degli agrotecnici senza riferimento alcuno ad eventuali provvedimenti adottati, se adottati, al fine di perseguire le condotte irregolari e/o illegali indicate;
d) in modo particolare l'interrogante l'evidenzia le iniziative extra-competenza intraprese dal commissario straordinario e l'adozione di provvedimenti disciplinari, molto pesanti, da parte di collegio incompetente (collegio di Milano Lodi); fatti, questi, di cui codesto Ministero sembra volersi limitare alla mera constatazione ed elencazione; fatti che a parere del sottoscritto interrogante rivestono aspetti che vanno oltre la regolarità della gestione amministrativa, rivestendo una rilevanza penale (eccesso di potere ed abuso d'ufficio articolo 323 C.P.);
e) non si può non sottolineare come la constatazione di codesto ministero circa l'incompetenza del collegio di Milano Lodi alla trattazione ed emanazione di provvedimenti disciplinari, peraltro abnormi, non arrivi conseguentemente a considerarne la nullità giuridica, che peraltro appare all'interrogante evidente, ma si limiti alla mera azione di constatazione;
f) per quanto di conoscenza dell'interrogante uno dei principali vizi di legittimità degli atti amministrativi, che ne inficia la validità e l'efficacia, è proprio la sua predisposizione da parte di ente/autorità incompetente ad agire, come, appunto, nel caso dei provvedimenti disciplinari in questione, il cui vizio è implicitamente evidenziato proprio da codesto Ministero nella sua risposta all'onorevole Di Gioia, erroneamente inviata al sottoscritto interrogante;
g) non meno trascurabile, nello stesso documento in discussione, appare la questione del commissariamento del collegio rodigino autonominatosi a seguito dei citati provvedimenti disciplinari; questa dissertazionemerita alcune repliche e precisazioni: innanzitutto risulta al sottoscritto che già alla data della predisposizione del documento di risposta ora in esame fosse già pubblicata la sentenza del Tar Lazio che annullava i provvedimenti ministeriali di commissariamento, senza che di essa vi sia alcuna menzione; inoltre è doveroso sottolineare come il procedimento di commissariamento si sia svolto con lunghe e contorte dissertazioni numeriche per la trattazione delle quali si è perso il nesso logico e reale del fatto accaduto: nel collegio rodigino sono venuti a mancare contemporaneamente 4 (quattro) dei 7 (sette) componenti, motivo per cui nessun provvedimento poteva essere adottato in quanto la maggioranza assoluta dei componenti risultava contemporaneamente mancante e inoperosa; è evidente pertanto che è assolutamente priva di legittimità anche la surroga del componente radiato, poiché effettuata da un consiglio decaduto composto da tre componenti su sette: ne deriva l'abnorme legittimazione di un consiglio autonominatosi, e le nebulose ed incomplete dissertazioni ministeriali possono considerarsi alla base dell'inconsueta validazione da parte del Tar di tale assurda procedura; è invece fin troppo evidente come possa essere stato trascurato l'elemento temporale oltre a quello numerico: la contemporanea emanazione dei provvedimenti disciplinari ha contemporaneamente afflitto 4 (quattro) dei 7 (sette) componenti l'organo amministrativo comportandone l'immediata decadenza e l'impossibilità di compiere qualsiasi atto, tanto meno una surroga di un componente radiato;
h) nella medesima vicenda un aspetto di elevata gravità che codesto Ministero sembra non voler trattare, riguarda il collegio dei revisori dei conti; organo di controllo del collegio locale eletto dagli iscritti e con i medesimi abnormi provvedimenti disciplinari risulta decaduto in toto, avendo visto la radiazione di tutti i suoi componenti: orbene gli stessi tre consiglieri superstiti del consiglio decaduto, quindi decaduti, hanno disposto l'intera surroga di tutto il collegio sindacale, anziché attivare le procedure elettive mediante convocazione dell'assemblea degli iscritti -:
se l'attività di vigilanza e controllo esercitata dal Ministero di Giustizia sugli ordini professionali si limiti alla mera constatazione di irregolarità o violazioni o se questa si estrinsechi invece anche attraverso provvedimenti sanzionatori e/o informazioni all'autorità giudiziaria per i casi di competenza;
nelle controverse vicende che hanno afflitto il collegio rodigino quali provvedimenti siano stati adottati in ordine all'accertamento delle irregolarità e delle violazioni evidenziate proprio da codesto Ministero;
considerata la sentenza del Tar Lazio se non ritenga opportuno ricorrere al Consiglio di Stato alla luce delle considerazioni suesposte.
(4-05293)