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Allegato A
Seduta n. 226 del 18/10/2007
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(A.C. 2161 - Sezione 8)
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
il funzionamento efficiente, efficace ed imparziale della pubblica amministrazione costituisce un principio fondamentale del diritto, prescritto dall'articolo 97 della Costituzione;
l'efficacia e l'imparzialità sono garantite anche dall'istituto giuridico del comando da un settore ad un altro della pubblica amministrazione;
i dipendenti non dirigenti dell'amministrazione statale in comando o fuori ruolo a disposizione di settori dell'amministrazione statale diversi da quelli di appartenenza conservano lo stato giuridico ed il trattamento economico delle amministrazioni di provenienza;
tali dipendenti hanno acquisito competenze nel nuovo settore ma non maturano miglioramenti di carriera, essendo impossibilitati a frequentare corsi di formazione;
tali dipendenti sono sovente impossibilitati a fruire di servizi dell'amministrazione per la quale attualmente lavorano;
alla luce di quanto sopra esposto, appare opportuno che il Governo ponga allo studio tutte le misure volte a stabilizzare, senza oneri aggiuntivi, i dipendenti comandati e fuori ruolo non appartenenti alle forze dell'ordine nelle amministrazioni presso cui lavorano, purché tale posizione persista almeno dal 31 dicembre 2005,
impegna il Governo
a dare seguito a quanto esposto in premessa.
9/2161/1. Rocchi.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, come chiaramente si evince dal titolo e come evidenziato nel parere che la Commissione giustizia ha dato sullo stesso, ha la finalità
di garantire ai cittadini la qualità dei servizi resi dalla pubblica amministrazione, nonché di migliorarne l'efficienza;
è necessario da parte dell'amministrazione della Giustizia reclutare personale per migliorare la qualità del servizio reso ai cittadini viste anche le attuali difficoltà del «sistema giustizia» italiano;
occorre ricordare in primo luogo l'eccessiva durata dei processi sia civili che penali;
è opportuno, inoltre, rilevare come sia necessario valutare in via prioritaria l'immissione in ruolo, nel Ministero della giustizia, di dipendenti in posizione di comando o fuori ruolo e ciò anche per corrispondere alle legittime aspettative degli interessati che nel perdurare del comando hanno organizzato la propria vita di relazione;
è necessario, infine, proprio al fine di migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione ed in particolare del settore giustizia e di garantire un più efficace utilizzo delle risorse umane nello stesso, che il personale non dirigente in posizione di comando o fuori ruolo sia trasferito, su domanda, nei ruoli del Ministero della giustizia in cui presta continuativamente servizio a far data dal 1o gennaio 1998, con inquadramento sulla base dell'anzianità di servizio e nella posizione economica corrispondente a quella posseduta,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di dare seguito a quanto previsto nelle premesse, al fine di contribuire a dare ai cittadini un'amministrazione più efficiente ed a migliorare la qualità del «sistema giustizia» italiano che deve offrire ai cittadini risposte adeguate e tempi certi soprattutto per la definizione dei procedimenti sia civili che penali.
9/2161/2.(Testo modificato nel corso della seduta) Marinello.
La Camera,
premesso che:
dal dibatitto sul provvedimento in esame è emersa la necessità di aiutare gli enti locali, anche con maggiori stanziamenti economici, per procedere alla modernizzazione ed ad una maggiore efficienza delle amministrazioni pubbliche, sia per il loro funzionamento ottimale che per interconnettersi con le altre pubbliche amministrazioni, in particolare per quanto concerne gli investimenti per l'innovazione tecnologica,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di disporre, nell'ambito della prossima sessione di bilancio, ulteriori risorse per gli enti locali volte a realizzare quanto indicato in premessa, recependo le istanze provenienti da larga parte delle forze politiche.
9/2161/3.(Testo modificato nel corso della seduta)Zacchera, Osvaldo Napoli.
La Camera,
premesso che:
molti uffici della pubblica amministrazione, a livello centrale e periferico, per il loro funzionamento ordinario hanno assoluta necessità di utilizzare personale in posizione di comando e fuori ruolo; il provvedimento di comando, che dovrebbe avere durata limitata nel tempo, è stato ed è tuttora utilizzato anche per coprire le carenze organiche e sopperire ai reiterati provvedimenti di blocco delle assunzioni;
il personale comandato è dipendente a tempo indeterminato, di ruolo nella pubblica amministrazione, vincitore di concorsi pubblici, chiamato temporaneamente ed individualmente a prestare la propria attività sulla base di specifiche professionalità e competenze in amministrazioni diverse da quelle di appartenenza;
come ha certificato la Ragioneria generale dello Stato, in tutta la pubblica amministrazione, oltre 7.500 dipendenti pubblici a tempo indeterminato lavorano in posizione di comando e fuori ruolo, in particolare, la sola Presidenza del Consiglio dei ministri, ha reiterato, anche per 15 anni, i propri provvedimenti di comando;
i dipendenti comandati hanno spesso perduto le opportunità di avanzamento di carriera presso le amministrazioni di provenienza ed al tempo stesso non possono usufruirne presso quelle di servizio poiché non sono stabilmente inseriti nel ruolo organico: tale limitazione ingenera insoddisfazione anche a danno della produttività e dell'efficienza della pubblica amministrazione;
la stabilizzazione del predetto personale è del resto in linea con le scelte operate dal Governo in materia di risparmi di spesa, poiché si potrebbero ottenere consistenti economie di gestione perché ogni dipendente comandato è contemporaneamente gestito da tre diversi uffici del personale, con enorme dispendio di risorse umane e strumentali;
è necessario che vengano al più presto poste allo studio iniziative normative volte alla stabilizzazione del personale civile, non dirigenziale, in comando e fuori ruolo, presso la pubblica amministrazione ed in particolare presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, dove il problema è più pressante e urgente,
impegna il Governo
a dare attuazione a quanto indicato in premessa.
9/2161/4.(Testo modificato nel corso della seduta) Rusconi, Sanga.
La Camera,
premesso che:
la modernizzazione della pubblica amministrazione è un tema centrale nell'ottica dello sviluppo del Paese;
il monitoraggio sugli effetti dei provvedimenti di legge, e la modifica della normativa qualora gli obiettivi non fossero stati raggiunti, è, in generale, un atto indispensabile se si vogliono risolvere realmente i problemi ed evitare che la stratificazione delle leggi nel tempo crei solo una inutile e costosa burocrazia,
impegna il Governo
a monitorare gli effetti del provvedimento, rifererendone i risultati al Parlamento entro un anno, nonché a valutare l'opportunità di adottare modifiche alla normativa qualora gli obiettivi non fossero stati raggiunti.
9/2161/5. Baldelli.
La Camera,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte:
a dare priorità, nell'ambito di attività di monitoraggio, alle azioni di semplificazione amministrativa che interessano soggetti/persone fisiche e/o giuridiche che presentano disfunzioni/patologie croniche e che riguardano problematiche di urgenza/emergenza, specie in funzione dei risultati attesi dall'operato di questi soggetti sul territorio, e che hanno notevole impatto a livello economico o sociale/ambientale e influenzano la cultura civile di riferimento;
a ingegnerizzare, ove possibile, i vari processi di analisi, valutazione, verifica e controllo effettuate dai nuclei di valutazione di amministrazioni centrali e locali e/o da commissioni di supporto alle amministrazioni pubbliche, per garantire una maggiore affidabilità e omogeneità di giudizio, anche accendendo, per comparazione, a sistemi e banche dati che riportino gli esiti di altri nuclei e/o organi similari, in altre parti del territorio nazionale, impegnati su problematiche e valutazioni simili;
a eliminare, ove possibile, duplicazioni di organi, enti, processi e ruoli, operando secondo tecniche di one stop shop, attraverso l'individuazione delle migliori competenze presenti nel segmento/settore specialistico di lavoro delle amministrazioni interessate (progetto di re-engineering dei processi burocratici) e attribuendo a questi nuclei/progetti/gruppi di lavoro/commissioni, eccetera, la facoltà di proposta, debitamente documentata e valorizzata economicamente, per accelerare gli iter burocratici/amministrativi e i relativi adempimenti, avvalendosi di tecnologie allo stato dell'arte (data base, interrogazione archivi, internet, reservoir pubblici o ad esclusivo accesso pubblico, eccetera).
9/2161/6. Gioacchino Alfano.