Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 226 del 18/10/2007
...
SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
PELLEGRINO e TREPICCIONE. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 40, della legge 662 del 1996 fissa le quote spettanti all'industria, ai grossisti e alle farmacie del prezzo al pubblico dei medicinali, al netto dell'Iva gravante sugli stessi. In particolare il 66,65 per cento spetta all'industria, il 6,65 per cento al grossista ed il 26,7 per cento alla farmacia (ed ora anche alle parafarmacie ed ai corner della GDO);
l'esigenza che sia una legge a ripartire il prezzo al pubblico in quote spettanti tra i produttori ed i distributori intermedi e finali del farmaco è legata alla peculiarità del bene commercializzato. L'individuazione del prodotto da somministrare al paziente non deve essere influenzata in alcun modo da logiche commerciali. In tal senso sono da considerare anche le puntuali limitazioni, fissate sempre dal legislatore, in materia di pubblicità dei medicinali. È proprio per evitare forme di
concorrenza non compatibili con la delicata natura dei beni commercializzati e quindi per assicurare la necessaria massima neutralità dei vari soggetti che a vario titolo possono influire su detta scelta che il legislatore ha da sempre sottratto alle parti la libertà di disporre delle quote di spettanza sul prezzo al pubblico dei medicinali;
inoltre negli ultimi anni sempre di più è stato affidato alla farmacia un ruolo di verifica della prescrizione medica affinché si arrivasse ad una riduzione dei costi senza inficiare la prescrizione medica stessa; la farmacia è tenuta a valutare la prescrizione per trovare, tenendo conto del principio attivo e della forma farmaceutica stabilita dal medico, il medicinale con il prezzo al pubblico più basso;
il direttore generale dell'Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA), ha dichiarato che: «...L'impiego dei farmaci equivalenti, introdotti sul mercato nel 2001 sotto il nome di "generici", negli ultimi anni è aumentato. Tuttavia, non è ancora sufficientemente diffusa la convinzione che si tratta di un medicinale che equivale in termini di qualità, efficacia e sicurezza al corrispettivo medicinale di marca. In realtà si tratta di medicinali che arrivano nelle nostre farmacie dopo essere stati sottoposti dall'AIFA agli stessi controlli di qualità di tutte le altre specialità e seguono precisi standard applicati in tutti i Paesi europei. Il costo inferiore degli equivalenti permette, inoltre, di indirizzare fondi e risorse per l'acquisto di farmaci innovativi e facilitano quindi l'accesso a nuove e costose terapie...»;
viceversa il mercato «reale» si discosta in moltissimi casi dalle esigenze precedentemente esposte, soprattutto per quanto attiene alla quota di spettanza della farmacia. In particolare ciò si verifica per i farmaci cosiddetti equivalenti o generici, indipendentemente dalla loro collocazione in fascia A (prescrivibili a carico del Servizio sanitario nazionale) o C (ad esclusivo carico del cittadino), caratterizzati da vendite, effettuate sia direttamente tra industria e farmacie o anche tramite grossisti, con le quali vengono riconosciuti alle farmacie extra sconti che arrivano a raddoppiare il margine previsto dalla legge per i medicinali in generale;
il sistema che porta a questo risultato è semplice: l'industria aumenta artatamente il prezzo al pubblico in modo che nelle vendite dirette alle farmacie o tramite i grossisti possa essere garantito ai farmacisti un compenso pari all'aumento artificioso del prezzo al pubblico: di fatto con i soldi del consumatore o del Servizio sanitario nazionale si da un vantaggio economico al dettagliante autorizzato se non un vero e proprio incentivo ad acquistare ed a consigliare le tipologie di farmaci che gli riconoscono di fatto un più elevato margine di guadagno;
secondo un'ipotesi più inquietante gli sconti sarebbero resi possibili da alterazioni del ciclo registrativo e produttivo, in violazione dei vigenti protocolli e quindi con nocumento della qualità del prodotto ovvero con aumento dei rischi per la salute dei pazienti;
in relazione ai rischi sopra paventati già dall'estate 2006 i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni hanno svolto delle indagini presso l'AIFA su disposizione del Giudice Raffaele Guariniello per verificare l'esistenza o meno di farmaci «fasulli» autorizzati come buoni, sperimentazioni cliniche palesemente false e connessi sospetti di tangenti -:
quali iniziative si intendano adottare in materia di politica del farmaco per:
a) accertare il livello di diffusione della pratica dell'extra sconto alle farmacie finalizzato all'incentivazione della sostituzione dei farmaci prescritti dai medici a favore del farmaco maggiormente premiante la singola farmacia;
b) accertare se gli extrasconto praticati dalle industrie non siano resi possibili da un minore prezzo di produzione dovuto ad una minore qualità del prodotto, riferendo sullo stato delle indagini giudiziarie in corso;
c) riportare il margine-premio assicurato dall'industria alle farmacie a diminuzione del prezzo al pubblico ovvero a diretto favore del Servizio sanitario nazionale.
(5-01640)
Interrogazioni a risposta scritta:
PELLEGRINO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in Italia la percentuale di soggetti in sovrappeso è di circa il 35 per cento, con una prevalenza del sesso maschile, mentre la percentuale di soggetti obesi è di circa il 10 per cento, con una maggiore piccola prevalenza per il sesso femminile e per le regioni meridionali;
in Italia, si registra un aumento degli obesi, infatti dal 1994 c'è stato un incremento del 25 per cento;
vi sono, attualmente circa 16 milioni di soggetti in sovrappeso e circa 5,5 milioni di pazienti obesi. Tutto questo si traduce in un enorme impatto sociale, dal momento che l'obesità e le malattie correlate comportano una riduzione della qualità della vita e rilevantissimi costi sociali, diretti ed indiretti;
circa il 75 per cento di chi soffre di gravissime forme di obesità abbandona l'attività lavorativa, il 7 per cento la diminuisce ed il 13 per cento è costretto a cambiare la propria attività. È bene ribadire, a questo proposito, che si tratta di persone di età inedia inferiore ai 40 anni e, quindi, nel pieno della maturità produttiva. Il costo sociale è esorbitante, circa 22 miliardi di euro, di cui 11 a carico del servizio sanitario nazionale (il 65 per cento della spesa sanitaria per l'obesità è dovuta ai ricoveri in ospedale);
attualmente, in Italia sono circa 1,5 milioni i pazienti che potrebbero giovare del notevole e duraturo calo ponderale indotto dalla chirurgia, con notevole riduzione della morbilità e della mortalità proprie dell'obesità e delle malattie correlate, con un notevole miglioramento della qualità della vita e con una notevole riduzioni dei costi diretti per la Sanità. Vi è, poi, da considerare la notevole riduzione dei costi indiretti, con il pieno recupero, nella massima parte dei casi, dei soggetti ad una normale attività lavorativa, sociale e di relazione;
abbiamo, a parere dell'interrogante, di fronte a questo allarme nazionale, due priorità: la prevenzione, con la diffusione di nuove abitudini alimentari e di un corretto stile di vita, e la cura efficace e duratura dei casi più gravi;
ad oggi esiste un DRG unico sia per gli interventi estremamente semplici sia per gli interventi di elevatissima complessità, tale DRG, nella maggior parte dei casi, è del tutto insufficiente anche a coprire «le spese vive» dell'intervento bisogna, inoltre, ricordare che, ormai, quasi tutta la chirurgia bariatrica si effettua in laparoscopia e che si tratta di chirurgia laparoscopica avanzata, che ha dei notevolissimi vantaggi ma che richiede anche una adeguata tecnologia e degli investimenti. La seconda è che questo DRG unico è di valore variabile anche di oltre il 100 per cento a seconda delle varie regioni italiane -:
se il Governo, intenda assumere provvedimenti per verificare la sussistenza di quanto anzi premesso e se confermato, ritenga opportuno disporre quanto necessario alla risoluzione volendo, considerare la necessità e l'opportunità di affrontare nel suo insieme il gravissimo problema dell'obesità e la problematica dei Centri di terapia chirurgica per l'obesità grave e la superobesità;
se non intenda prendere in considerazione l'assoluta necessità di istituire, anche a livello interministeriale, una commissione o un tavolo di lavoro, che affronti il problema della revisione dei DRG in rapporto all'obesità.
(4-05307)
PELLEGRINO. - Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i criteri di quantificazione del contributo obbligatorio di tutti i sanitari iscritti agli ordini professionali italiani versato in favore della Fondazione Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani (ONAOSI) negli anni di contribuzione 2003, 2004, 2005 e 2006 - contenevano profili di illegittimità costituzionale;
con sentenza n. 190 del 5 giugno 2007 la Corte costituzionale ha infatti dichiarato «l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2, lettera e), della legge 7 luglio 1901, n. 306 (Provvedimenti pel Collegio-convitto per gli orfani dei sanitari italiani in Perugia), quale sostituito dall'articolo 52, comma 23 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria del 2003), nella parte in cui prevedeva che la misura del contributo obbligatorio di tutti i sanitari iscritti agli ordini professionali italiani in favore della Fondazione Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani (ONAOSI) venisse stabilita dal consiglio di amministrazione della Fondazione stessa;
anche se detti contributi siano stati fissati con regolamenti soggetti ad approvazione dei ministeri vigilanti (salute, lavoro e politiche sociali, economia e finanze), la Corte costituzionale ha espressamente dichiarato l'incostituzionalità di detti contributi in quanto «determinati con atto unilaterale, alla cui adozione non concorre la volontà del privato»;
la Fondazione ONAOSI, attraverso note ufficiali della Presidenza, ritiene che la sentenza della Corte costituzionale di cui sopra abbia determinato un «vuoto normativo», null'altro ritenendo di dover o poter porre in essere nei confronti di migliaia di cittadini sanitari contribuenti;
malgrado la citata pronuncia di incostituzionalità, la Fondazione sta quindi continuando a inviare notifica di pagamento, mediante concessionari, di quote contributive che contrastano con il dettato costituzionale;
malgrado la citata pronuncia di incostituzionalità, in caso di mancato pagamento o di ritardo alcuni sanitari hanno subito il fermo amministrativo di beni mobili registrati (es. automobile);
malgrado la citata pronuncia di incostituzionalità, il contributo ONAOSI continua a figurare come trattenuta sul cedolino paga dei sanitari pubblici -:
se non ritengano opportuno un immediato intervento per sospendere le azioni di notifica, stante la dichiarata incostituzionalità dei contributi ONAOSI degli anni 2003-2006;
se non ritengano opportuno verificare eventuali profili di illegittimità nei casi di esecuzione forzata del pagamento, fermo amministrativo eccetera;
se non ritengano opportuno verificare ed intervenire in merito alle trattenute tuttora operate sullo stipendio dei sanitari dipendenti, le cui quote - le sole rimaste obbligatorie come da Finanziaria 2007 - presentano profili di incostituzionalità;
se non ritengano di assumere le opportune iniziative stante che, allo stato, non si è dato alcun seguito alla pronuncia della Corte costituzionale n. 190/2007, al fine di garantire il ripristino di diritti costituzionalmente garantiti;
se non ritengano che i sanitari contribuenti degli anni 2003-2007 abbiano diritto al rimborso dei contributi incostituzionalmente versati o ad eventuali forme risarcitorie per la violazione di diritti costituzionalmente garantiti;
se non ritengano di disporre ulteriori interventi di verifica sulla gestione amministrativa pregressa della Fondazione nonché ulteriori interventi regolamentari nell'ambito delle attività della Fondazione ONAOSI per ciò che attiene i futuri processi decisionali e di fissazione
delle quote contributive, ai fini di una maggiore trasparenza e conformità alla nostra Carta costituzionale.
(4-05309)