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Allegato B
Seduta n. 227 del 19/10/2007
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
LANDOLFI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 12 settembre 2007 alcuni Consiglieri regionali della Campania, e nello specifico Stefano Buono e Michele Ragosta del gruppo consiliare dei Verdi ed il Vice Presidente del Consiglio regionale Salvatore Ronghi, membro del gruppo consiliare di Alleanza Nazionale, sono stati delegati dal Presidente del Consiglio regionale a ricevere una rappresentanza del Ministero della Difesa francese - composta dal signor Didier Lepine e dal Comandante Charles-Henry Orcel assistiti dall'interprete signora Francoise Cunff - congiuntamente agli imprenditori napoletani Antonio e Roberto Montagna, operanti nel ramo della cantieristica e della rottamazione navale nel porto di Napoli;
oggetto dell'incontro era l'aggiudicazione, ritenuta probabile dagli ospiti transalpini, alla Società dei signori Montagna di una gara d'appalto europea per lo smantellamento e lo smaltimento della tristemente nota portaerei francese Clemenceau, disarmata nel 1997, carica di sostanze tossiche e di molte tonnellate di amianto;
la storia della portaerei Clemenceau, dopo la sua dismissione dal patrimonio militare francese, è ricca di episodi di cronaca, soprattutto per l'attenzione ad essa riservata dagli attivisti dell'associazione ambientalista internazionale Greenpeace che, più volte, è intervenuta per denunciare il tentativo delle autorità francesi di dismetterla e smaltirla nel sito indiano di Alang, nel distretto di Gujarat, gravemente noto per la carenza o disapplicazione di norme a tutela della salute dei lavoratori locali, impegnati nelle attività di smantellamento navale, e dell'ambiente;
le proteste di Greenpeace, per la verità, fondavano sul fatto che il sito di Alang - a decorrere dal 1997 per espressa scelta del Governo indiano - avrebbe potuto accettare esclusivamente navi che non trasportassero sostanze nocive ed inquinanti a bordo e sulla vigente normativa internazionale - Convenzione di Basilea del 22 marzo 1989 - che stabilisce che le navi provenienti dai Paesi appartenenti all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) debbano essere smantellate negli stessi paesi aderenti all'organizzazione e non altrove;
per quanto siano state registrate diverse violazioni alla Convenzione di Basilea, il caso della portaerei Clemenceau è certamente più grave ed eclatante di molti altri;
pertanto, le autorità francesi - sconfitte peraltro nei processi internazionali attivati da Greenpeace - hanno seguito pedissequamente le regole internazionali cercando di individuare un sito di smaltimento all'interno dei Paesi OCSE, da questo la possibile individuazione di Napoli (come sito di trasferenza) e poi Torino (come sito per lo stoccaggio definitivo delle parti in amianto contenute nella nave) per la realizzazione dell'operazione di bonifica dell'enorme «rifiuto galleggiante»;
la riferita riunione dello scorso 12 settembre presso la sede del Consiglio regionale della Campania aveva, nelle intenzioni dei rappresentanti francesi, lo scopo di verificare la disponibilità delle istituzioni pubbliche campane a sostenere e supportare l'avvio, nel porto di Napoli, di una apposita filiera della cantieristica e della rottamazione navale;
i Consiglieri regionali del gruppo dei Verdi hanno assicurato che la questione era, ormai da diversi mesi, all'attenzione
della Giunta regionale grazie, anche, all'appoggio politico degli esponenti del suddetto partito ambientalista;
il Vice Presidente Ronghi, invece, essendo esponente di opposizione - e pertanto impossibilitato a conoscere gli specifici impegni assunti dalla maggioranza di centrosinistra - non poteva che confermare soltanto i progetti di potenziamento della portualità partenopea, non potendo assicurare alcuna specifica disponibilità in merito alla questione a cuore agli interlocutori d'oltralpe;
dalle informazioni desunte non si può non esprimere perplessità e preoccupazione in merito alla prospettiva di assegnare a Napoli, e al suo sistema portuale, l'opera di smantellamento della portaerei Clemenceau sia sulla base delle scarse e generiche affermazioni trapelate dalla recente riunione presso il Consiglio regionale campano, sia per quanto sommariamente discusso in altre riunioni di livello istituzionale regionale da parte degli esponenti di maggioranza intervenuti, oltre che per la notissima situazione ambientale campana che, proprio in tema di rifiuti e smaltimento di essi, ha vissuto e vive delle criticità ignote nel resto d'Italia, in Europa e nei Paesi OCSE;
l'importazione di amianto e di altri materiali ad alta tossicità - viste le manifeste disfunzioni che l'ordinario sistema di smaltimento rifiuti campano ha registrato negli ultimi anni - non è certamente né auspicato né auspicabile, ancorché inserito nell'aggiudicazione di un'importante gara d'appalto europea, certamente di notevole importanza dal punto di vista economico -:
se gli interrogati siano a conoscenza della situazione, e dei progetti, esposti nelle premesse che risultano avere anche un impatto di livello sovraregionale, soprattutto in merito ai connessi diritti costituzionali alla salute e alla tutela ambientale;
se, altresì, gli interrogati ritengano che un progetto di tale peso e di altrettanta delicatezza sia sostenibile per il sistema Paese e, in particolare, per l'area regionale campana;
se siano a conoscenza di quale attività di adeguamento infrastrutturale e logistico le istituzioni regionali avrebbero messo in progettazione al fine di rendere possibile, nel rispetto delle norme nazionali e internazionali, l'espletamento dell'appalto eventualmente assegnato alla struttura dei signori Montagna.
(4-05327)
ZANELLA, DEIANA, FINCATO, GALANTE, SPERANDIO e TRUPIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 16 e il 17 ottobre 2007, sono stati introdotti i macchinari necessari alla bonifica del terreno dell'aeroporto Dal Molin, per far costruire la nuova base Usa, e nella mattina del 17 all'alba sono iniziati i primi interventi;
l'area era stata pesantemente bombardata durante la II guerra mondiale;
la zona adiacente all'area in oggetto è densamente abitata;
tutto questo avviene senza che la popolazione sia stata avvisata e in assenza di un piano pubblico di sicurezza: ad oggi nessuno degli organismi preposti, amministrazione comunale, commissario straordinario governativo, protezione civile, prefettura, questura, amministrazioni provinciale e regionale, ha illustrato i rischi e le conseguenti misure di sicurezza tese a garantire l'incolumità della cittadinanza;
nel 2001, per il disinnesco di una singola bomba ritrovata presso il cimitero di Vicenza, vennero evacuate 77.000 persone (circa i 3/4 della città) -:
se il Governo sia al corrente di quanto esposto e se non ritenga che questa modalità di avanzamento dei lavori per la nuova base Usa non sia ancora una volta
segno di grave disinteresse per le esigenze della popolazione locale da parte delle autorità locali;
se il Governo non consideri necessario fare chiarezza su quali siano i termini degli interventi nell'area, e, nel caso vi sia la certezza della presenza e dell'ubicazione di ordigni, non voglia fare luce su motivi e responsabilità delle mancate misure di allerta alla popolazione;
se il Governo non ritenga urgente intervenire nelle modalità che gli sono proprie affinché i lavori della bonifica vengano sospesi al più presto per salvaguardare la cittadinanza di Vicenza.
(4-05330)
ANGELA NAPOLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle comunicazioni, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
i CORECOM sono organi di consulenza e di gestione delle Regioni in materia di comunicazione, nonché organi funzionali dell'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni;
la legge regionale della Calabria, n. 2 del 22 gennaio 2001, prevede l'istituzione ed il funzionamento del CORECOM regionale;
l'articolo 1 della citata legge regionale della Calabria recita: «Il Consiglio regionale della Calabria, nel rispetto del pluralismo e della concorrenza, dell'obiettività, della completezza e dell'imparzialità dell'informazione, nonché dell'apertura delle diverse opinioni, tendenze politiche, sociali, culturali, linguistiche e religiose, promuove ogni opportuna iniziativa per lo sviluppo ed il potenziamento delle comunicazioni nella Regione»;
i cinque membri, compreso il Presidente del CORECOM Calabria, erano stati nominati all'inizio della corrente legislatura regionale, in data 18 settembre 2005 con decreto del Presidente del Consiglio regionale, fra persone ritenute garanti di indipendenza dal sistema degli interessi di settore delle comunicazioni e che possedevano competenza ed esperienza nel medesimo settore nei suoi aspetti culturali, giuridici, economici e tecnologici;
il 27 settembre 2007 il Consiglio regionale della Calabria ha commissariato il CORECOM approvando un subdolo emendamento all'assestamento del bilancio regionale;
non è la prima volta che il Consiglio regionale della Calabria interviene su organismi di controllo, quasi a dimostrazione di voler governare senza alcuna possibilità di contrasto o di legittima valutazione del proprio operato;
la decadenza ed il conseguente commissariamento del CORECOM Calabria, non solo appare in contrasto con la legislazione nazionale in materia, ma è stato deliberato, peraltro, proprio nel momento di approvazione, da parte dello stesso CORECOM, della graduatoria per l'erogazione di oltre 2 milioni di euro;
all'interrogante appare del tutto illegittima, e comunque priva di trasparenza e di imparzialità, l'erogazione dei citati fondi sulla base di una graduatoria redatta dal solo Presidente dello stesso CORECOM Calabria, il quale è stato, peraltro, già oggetto di denunzie presentate, dai componenti dello stesso CORECOM, presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria;
è chiaro che il commissariamento di un tale organo di garanzia, avvenuto, peraltro, ad opera della maggioranza di un Consiglio regionale, quale quello della Calabria, che presenta un elevato numero di suoi componenti inquisiti, non può che essere considerato illegittimo ed immotivato -:
se non ritengano necessario ed urgente verificare le motivazioni che hanno portato al commissariamento di un organo regionale di controllo così importante;
se il citato commissariamento sia compatibile con la normativa nazionale vigente in materia;
se non ritengano opportuno far impugnare dalla Presidenza del Consiglio dei ministri la legge regionale 5 ottobre 2007, n. 22 contenente il provvedimento di decadenza ed il conseguente commissariamento del CORECOM Calabria ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione.
(4-05331)