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Allegato B
Seduta n. 227 del 19/10/2007
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INTERNO
Interrogazione a risposta orale:
DEL BUE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
si fa riferimento alla strage che si è consumata nel Tribunale di Reggio Emilia mercoledì 17 ottobre 2007, nel corso di un'udienza di separazione, da parte di un albanese che ha ferito gravemente con una pistola la moglie e freddato un parente della vittima, venendo a sua volta ucciso da un agente a sua volta ferito, assieme a un legale -:
quali controlli esistano per impedire ad armi di entrare nei palazzi di giustizia e se quello reggiano sia dotato di qualche dispositivo, perché, nell'eventualità esistano controlli, un uomo armato abbia potuto entrare indisturbato e, qualora non esistano, perché il tribunale reggiano ne sia privo;
in quest'ultima eventualità, quali siano i motivi che hanno indotto le autorità competenti a non intervenire trattandosi oltretutto di una struttura con relativa anzianità, essendo stata inaugurata circa vent'anni or sono;
quali provvedimenti si intendano assumere a fronte di un avvenimento di così grave portata.
(3-01362)
Interrogazioni a risposta scritta:
REINA, OLIVA, LO MONTE, MINARDO, NERI e RAO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta agli interroganti, per averne avuta diretta conoscenza dagli organi d'informazione, a mezzo di apposite interviste effettuate con il segretario provinciale del S.A.P di Catania, che una porzione straordinariamente importante del territorio della Provincia regionale di Catania, quella che afferisce alla città di Acireale e al suo comprensorio di comuni limitrofi, sia allo stato sostanzialmente priva di un regolare servizio di pattugliamento da parte delle cosiddette squadre volanti della Polizia di Stato;
tale circostanza è stata determinata da intervenute nuove contingenze operative per lo svolgimento di un servizio di tipo fisso che hanno, di conseguenza, drasticamente ridotto (fin quasi al suo annichilimento) quello effettuato dalle volanti - ormai svolto praticamente una sola volta al giorno - e ciò malgrado il contingente di unità assegnate al controllo del territorio in parola si ritrovasse già al limite inferiore delle necessità operative;
l'area territoriale interessata - prescindendo dal suo rilievo, peraltro estremamente peculiare nella storia della Sicilia - presenta una consistenza davvero notevole di tessuto urbanizzato, con l'insistere di diffusi insediamenti abitativi e la presenza di una popolazione residente e domiciliata che somma circa 100 mila persone, oltre che di opifici produttivi ed attività commerciali di varia natura, fra quelli di maggiore importanza in tutta l'Isola;
non può sfuggire, immaginiamo, agli uffici e servizi all'uopo preposti del Ministero interrogato, come del resto è pacificamente noto agli stessi cittadini residenti, che si tratta di un'area particolarmente delicata sotto il profilo della sicurezza e che, certamente, abbisognerebbe di ben altra attenzione da parte di chi ha la responsabilità di garantire l'ordine pubblico ed assicurare l'idonea prevenzione rispetto alla possibile insorgenza di atti criminali in danno alle persone e/o alle cose;
non riusciamo davvero a comprendere in quali termini si concretizzerebbe sul territorio, nella fattispecie, il tanto decantato e pubblicizzato patto per la sicurezza -:
quali siano le ragioni che hanno fin qui impedito che si svolgesse regolarmente il servizio di pattugliamento delle squadre volanti della Polizia di Stato nel territorio della Provincia regionale di Catania sopraindicato, distogliendo unità operative per altri generi di servizi;
quali urgenti iniziative si intendano porre in essere per ripristinare condizioni di effettiva sorveglianza del territorio interessato, a tutela dell'imprescindibile sicurezza di tutta la popolazione.
(4-05322)
RAMPELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
un elicottero della Polizia di Stato è precipitato martedì scorso nella zona di Santa Palomba, nel pressi di Pomezia (Roma), mentre stava tentando un atterraggio di emergenza in seguito a un guasto durante un volo di addestramento;
a bordo del mezzo - un Agusta Bell 206 da ricognizione - c'erano il comandante del Reparto volo della Polizia di Pratica di Mare, Giovanni Liguori, e il copilota Eliano Falivene;
Liguori è deceduto sul colpo, mentre Falivene è morto dopo essere stato trasportato al Policlinico Gemelli di Roma;
già nel 2005 un elicottero dello stesso modello cadde nei pressi di Nuoro anche se con conseguenze meno tragiche;
al di là della tragica fatalità, questo ennesimo incidente pone dei dubbi in merito alla consistenza e all'affidabilità del velivolo Ab206;
a giudizio dell'interrogante non è ammissibile far esporre a rischi di ordine tecnico chi ogni giorno è chiamato a farlo per tutelare i cittadini -:
se non ritenga opportuno avviare un'indagine di carattere tecnico diretta a stabilire le cause dell'incidente;
se non ritenga necessario incrementare nei tempi più brevi le risorse destinate al potenziamento, all'ammodernamento e alla manutenzione dei mezzi aerei in dotazione della Polizia di Stato.
(4-05324)
FUGATTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei mesi scorsi i giovani trentini che si rifanno al centro sociale «Bruno» hanno occupato l'ex collegio Mayer in via Lampi;
in precedenza avevano occupato un altro edificio sito nell'area denominata «Zuffo» all'altezza dell'uscita autostradale di Trento;
nei giorni scorsi tali giovani hanno liberato l'ex collegio Mayer e si sono trasferiti in un altro edificio denominato «ex Dogana» sito in pieno centro a Trento;
i fatti sono accaduti alla «luce del sole», nel senso che le autorità comunali probabilmente erano già a conoscenza del trasferimento messo in atto dai giovani no-global;
tali azioni hanno allarmato non poco i cittadini trentini che vedono le normali leggi civili messe in un angolo di fronte alle azioni di occupazione illegale compiute da questo gruppo di giovani -:
se il Ministro competente sia al corrente dei fatti spiegati in premessa;
se il Ministro intenda in collaborazione con le autorità locali, attivare le forze dell'ordine per ripristinare al più presto la legalità infranta dai giovani no-global trentini.
(4-05325)
RAMPELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Ministro dell'interno, nel corso delle sue comunicazioni in materia di sicurezza pubblica rese martedì 25 settembre presso la I Commissione affari costituzionali del Senato, ha lanciato un allarme sul nomadismo affermando che «dalla Romania è in atto un vero e proprio esodo di rom per le condizioni di non vita nelle quali hanno finito per trovarsi»;
secondo la Caritas - ma i dati forniti dall'Ismu (Iniziative e studi multietnicità) prevedono un flusso più consistente - i cittadini romeni di etnia rom si spostano tra i sessanta e i centomila l'anno, il che significa che entro il 2030 ci saranno in Italia circa due milioni e mezzo di zingari;
fonti giornalistiche riportano come, soprattutto in prossimità delle grandi aree metropolitane, si sia registrato un aumento di atti criminosi da parte di nomadi di etnia Rom, tra cui furti, scippi, borseggi e, talvolta, intimidazioni e percosse, unitamente al diffuso fenomeno dell'accattonaggio;
la situazione è estremamente critica nella città di Roma, dove - a fronte della negligenza dell'amministrazione comunale nell'affrontare il problema con rigore e serietà, ciò anche in relazione all'ubicazione dei campi e al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie - esiste una vera e propria «emergenza rom», come ha puntualmente ricordato il prefetto Mosca nel corso della sua analisi sulla sicurezza;
in mancanza di dati ufficiali sull'effettiva consistenza numerica delle comunità Rom presenti su tutto il territorio nazionale, è ormai necessario adottare sistemi più concreti e sicuri per controllare l'ingresso, la permanenza e gli spostamenti sul territorio nazionale di queste popolazioni;
per realizzare questo obiettivo non bisogna limitarsi ad analizzare il fenomeno o a reclamare misure straordinarie che rischiano di aggravare le tensioni sociali tra i cittadini e le comunità nomadi ma è quanto mai opportuno cominciare ad applicare gli strumenti previsti dalla legislazione vigente;
la Direttiva 2004/38/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004, relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, consente restrizioni all'esercizio del diritto di libera circolazione per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica; al tempo stesso, il diritto di soggiorno per un periodo superiore a tre mesi viene subordinato a determinate condizioni;
l'articolo 7 stabilisce, in particolare, che «ciascun cittadino dell'Unione ha il diritto di soggiornare per un periodo superiore a tre mesi nel territorio di un altro Stato membro, a condizione: a) di essere lavoratore subordinato o autonomo nello Stato membro ospitante; o b) di disporre, per se stesso e per i propri familiari, di risorse economiche sufficienti, affinché non divenga un onere a carico dell'assistenza sociale dello Stato membro ospitante durante il periodo di soggiorno, e di un'assicurazione malattia che copra tutti i rischi nello Stato membro ospitante; c) - di essere iscritto presso un istituto pubblico o privato, riconosciuto o finanziato dallo Stato membro ospitante in base alla sua legislazione o prassi amministrativa, per seguirvi a titolo principale un corso di studi inclusa una formazione professionale, - di disporre di un'assicurazione malattia che copre tutti i rischi nello Stato membro ospitante e di assicurare all'autorità nazionale competente, con una dichiarazione o con altro mezzo di sua
scelta equivalente, di disporre, per se stesso e per i propri familiari, di risorse economiche sufficienti, affinché non divenga un onere a carico dell'assistenza sociale dello Stato membro ospitante durante il suo periodo di soggiorno; o d) di essere un familiare che accompagna o raggiunge un cittadino dell'Unione rispondente alle condizioni di cui alle lettere a), b) o c)»;
la Direttiva 2004/38/CE è stata recepita in Italia con il Decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, il quale - unitamente alle ipotesi di limitazione al diritto di ingresso e di soggiorno per motivi di ordine pubblico (articolo 20) - stabilisce che il provvedimento di allontanamento può essere adottato quando vengono a mancare le condizioni che determinano il diritto di soggiorno dell'interessato (articolo 21);
la mancanza, in particolare, o il venir meno del requisito relativo alla disponibilità delle risorse economiche per il soggiorno consente l'allontanamento del cittadino dell'Unione dal territorio nazionale ai sensi dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 30 del 2007, come ribadito dalla circolare del 18 luglio scorso -:
se il Governo non intenda dare concreta applicazione a quanto previsto dalla Direttiva 2004/38/CE, come attuata dal decreto legislativo n. 30 del 2007, procedendo per il tramite degli uffici competenti alle necessarie verifiche circa la sussistenza della condizione della disponibilità delle risorse economiche e, in caso negativo, disponendo l'immediato allontanamento dei cittadini comunitari privi dei requisiti richiesti.
(4-05326)