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Allegato B
Seduta n. 227 del 19/10/2007
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazione a risposta scritta:
FASOLINO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
a quasi due anni dalle prime segnalazioni in Italia, il Rhinchophorus Ferrugineus altrimenti detto Punteruolo Rosso, si è stabilmente insediato negli areali dell'Italia meridionale infestando e poi distruggendo numerose specie di Palme (Phoenix Canariensis, P. Dactylifera, P. Silvestris, Cocos Nucifera ed altre ancora);
il Punteruolo Rosso della palma è dannoso soprattutto allo stato di larva: distrugge la polpa e la linfa vitale dell'albero che manifesta i suoi primi sintomi di decadimento con una asimmetria delle foglie apicali che prima si piegano e poi si afflosciano. La palma infine marcisce e muore;
dalla letteratura fitosanitaria appare ormai consolidata la nozione per cui, nei confronti della palma già duramente colpita con lesioni apicali e afflosciamento
della chioma, l'unico provvedimento da adottare è l'eradicazione con seguente incenerimento;
nei confronti delle palme vegetanti nelle immediate adiacenze e sul territorio di un comune che ricada, anche parzialmente, nel raggio di un chilometro dall'area di primo riscontro e che non presentino ancora i su descritti sintomi, si deve agire preventivamente. In effetti la diffusione del punteruolo rosso, prima limitata a poche aree in ambito europeo (la Spagna, la Sicilia), si è estesa nel giro di pochi mesi ad altri ambiti territoriali del Mezzogiorno d'Italia con particolare riguardo alla Campania;
l'azione di profilassi va articolata oltre che con quanto esposto nei commi precedenti, anche nel modo seguente:
a) accurate ispezioni periodiche su tutte le piante suscettibili di attacco da parte del Punteruolo Rosso;
b) impiego di trappole innescate con ferormone di aggregazione per il monitoraggio degli insetti adulti;
c) accurata potatura delle vecchie foglie e delle inflorescenze secche con eliminazione delle guaine fogliarie;
d) bruciatura dei residui della potatura;
e) astensione da tagli fogliari o, se proprio necessario, effettuazione del taglio nei mesi invernali;
f) trattamento sull'intero palmizio, ad intervalli ristretti, con prodotti insetticidi secondo indicazioni differenziate in relazione all'ambito da risanare, vivaistico privato aree pubbliche urbane per le quali ultime vanno utilizzati prodotti antiparassitari minori con simbolo di pericolo assente o xi (irritante);
per quanto concerne il trattamento con insetticidi, a giudizio dell'interrogante, può anche ravvisarsi l'opportunità di un impiego di antiparassitari maggiori in aree pubbliche previa opportuna recinzione con interdizione dell'accesso al pubblico;
la soluzione radicale dell'infestazione va altresì legata ad un monitoraggio severo sui vivai di origine, insistenti sull'opposta sponda mediterranea, specie in Egitto, impedendo l'esportazione delle palme in Italia e in Europa qualora già attaccate dall'insetto; oltre ad un monitoraggio nei punti di entrata con quarantena e, in caso di riscontro positivo per il parassita, con incenerimento della palma -:
se siano stati attivati da parte dei ministri interrogati tutti i servizi fitosanitari regionali e se gli stessi abbiano stabilito gli opportuni contatti con le Province, i Comuni, i responsabili di vivai pubblici e privati e i singoli proprietari, al fine di dare il via al programma di monitoraggio, profilassi ed incenerimento;
se non si ritenga opportuno, con adeguati interventi mediatici, anche nelle scuole, di incentivare la cultura delle essenze autoctone che conferiscono prestigio bellezza e carattere al territorio mentre la messa a dimora di piante esogene espone anche a rischio di infestazioni incontrollabili con possibile successiva compromissione della vegetazione locale;
è triste offrire alla vista dei nostri giovani e dei turisti che scelgono l'Italia anche per le sue peculiari ricchezze botaniche e forestali, lo spettacolo di un inaspettato scampolo d'Africa o di Finlandia laddove prima insistevano corbezzoli, lentischi e carrubi. Di questo passo andrà a finire che uno straniero per poterli ammirare, in un futuro pericolosamente vicino, dovrà fare a meno dell'Italia e recarsi in qualche ambito mediterraneo vicino come Corsica, Grecia e Penisola Iberica; anche perché, tra un po' di tempo, sarà difficile trovarli anche sulle nostre montagne attesi i ricorrenti incendi che le devastano mentre dalle autorità di governo non partono ancora le misure per una strategia idonea a combatterli o, quanto meno, contenerli. Con buona pace dell'esercito sempre invocato nelle emergenze estive, puntualmente dimenticato dopo i tempi del disagio come dimostrano le condotte tenute dal Ministro della difesa
Parisi e dal Ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio.
(4-05323)