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Allegato B
Seduta n. 229 del 23/10/2007
ATTI DI CONTROLLO
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta scritta:
GASPARRI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei trasporti, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ben prima degli anni '60, periodo nel quale si iniziarono i lavori per la costruzione dell'Aeroporto Leonardo Da Vinci, era presente sul litorale, tra l'abitato di Fiumicino e la macchia di Fregene, un sito boscoso, di circa 150 ettari, chiamato con l'antico nominativo romano di «Coccia di Morto»;
tale sito, di importante valenza ambientale, era rimasto inalterato negli anni per volontà della proprietà, che riteneva opportuno mantenere l'area nella originale situazione naturale di macchia mediterranea, con zone umide, alberature, aree di nidificazione, rifugio e svernamento di specie migratorie, eccetera;
si ritenne, all'epoca, di non percorrere la possibile opzione edificatoria e speculativa, ma di mantenere il sito nelle originali condizioni naturali;
il sito di «Coccia di Morto», è rimasto, sino ai giorni nostri, una delle rarissime aree costiere della Provincia di Roma che mantiene intatta la sua popolazione faunistica e vegetazionale;
per questo motivo il sito, anche a causa della sua positiva situazione forestale, contribuisce alla lotta contro i cambiamenti climatici attraverso l'assorbimento delle emissioni dei gas serra prodotti dall'aeroporto e aumentati del 90 per cento negli ultimi 7 anni (dati Nuova Ecologia) fornendo anche uno di quei importantissimi polmoni di assorbimento di carbonio, previsti dal Protocollo di Kyoto che, in qualità di Carbon Sink assorbe CO2;
negli anni '30, infatti, anche a fini di bonifica, si piantarono circa un migliaio di pini (pinus pinea), identici a quelli della tenuta presidenziale di Castelporziano e delle Oasi del Lago di Traiano e della Macchia di Focene, distanti poche migliaia di metri, gestite dal WWF e da Legambiente;
tali aree, ricomprese negli ultimi anni '90 nella Riserva Naturale del litorale, oltre che essere definite SIC e ZPS ai sensi della Direttiva Habitat e Uccelli, sono vincolate dalle disposizioni che discendono dalle relative Direttive Comunitarie, recepite con leggi nazionali e regionali;
la Riserva Naturale di Coccia di Morto, oltre a godere dello specifico regime di protezione individuato dalla legislazione nazionale e regionale delle aree protette, è collegato ai contigui SIC e ZPS sopra citati, con i quali costituisce un unicum ambientale facente parte del Sistema di Rete Ecologica previsto dalla normativa europea;
approfittando del riparo fornito dalla macchia alberata, nei periodi di migrazione e di freddo più intenso, si è registrata la presenza nel piccolo lago, di coppie di cigni selvatici;
si può affermare che la fauna migratrice, che si sposta fra i SIC e ZPS di Macchia Grande, Lago di Traiano e Tenuta di Castelporziano e le aree contigue, sosta e trova rifugio nelle aree umide interne al bosco di Coccia di Morto e nel suo lago protetto dagli alberi;
dopo 40 anni di convivenza con l'aeroporto, l'ENAC e gli Aeroporti di Roma, nel 1999 convocarono una Conferenza di Servizi, sostenendo che le alberature della
Riserva Naturale Coccia di Morto, per la loro posizione, esterna all'aeroporto, ma in linea con il cono di involo, ostacolavano la navigazione aerea;
in merito si ricorda che le piante furono messe a dimora intorno al 1930 e che all'epoca della costruzione dell'aeroporto, nel 1960, l'altezza dei pini non si discostava molto da quella attuale. Infatti i progettisti, pur avendo a disposizione la completa area dell'aeroporto, realizzarono la Pista 2 esattamente in direzione di quel bosco, già completamente sviluppato, del quale dopo 40 anni si chiede l'abbattimento;
nella Conferenza di servizi del 1999 l'ENAC e AdR affermavano la necessità di procedere con un progetto per il taglio, prima di circa 400 piante, poi di 770;
a tale impostazione fu chiesta modifica anche dal Corpo forestale, che subordinava la sua approvazione alla predisposizione della relativa obbligatoria documentazione (VIA, eccetera) ed alle necessarie intese con la proprietà;
nel mese di ottobre 2007 l'ENAC, emetteva un'ordinanza di abbattimento di 770 piante, non tenendo conto di un ulteriore recentissima ordinanza del Consiglio di Stato, che da un lato ammetteva la necessità di rispettare il pubblico interesse consentendo i tagli, ma dall'altro prevedeva l'obbligo di completare l'ipotesi di progetto presentata nel 1999 con le relative documentazioni prescrittive, la sistemazione dell'area, le intese con le parti pubbliche e private interessate e le relative compensazioni;
una recentissima riunione, convocata e presieduta dal Prefetto di Roma, alla quale con telegramma chiedevano, senza alcun esito, di essere ascoltate le parti sociali, prevedeva, a supporto delle indifferibili operazioni di taglio, l'intervento della forza pubblica;
il taglio dei 770 pini, oggi intimato, oltre a pregiudicare irrimediabilmente la destinazione naturale del sito al punto di vista forestale, causerebbe anche, per ovvi problemi di logistica, trasporti del materiale tagliato, costruzione di piste di esbosco, ulteriori non ripristinabili danni alla macchia naturale del sottobosco. Inoltre l'ingresso di mezzi di lavoro pesanti sul terreno delicatissimo soggetto ad allagamenti invernali provocherebbe anche, per la compattazione, l'irrimediabile e inestimabile perdita dei valori naturali dell'area;
inoltre la situazione unica di area tutelata con un mix di bosco, macchia, paludi, che la pone all'interno della principale rotta migratoria che segue la linea di costa e ne trova uno dei migliori rifugi utilizzabili, con la sua complessiva e non ricostituibile biodiversità, se distrutta causerebbe un irrimediabile danno al pubblico interesse che deve essere attentamente valutato;
la disponibilità degli aeroporti di Roma di ripiantare un elevato numero di specie diverse a ristoro di quelle tagliate non potrebbe costituire adeguata compensazione sia economica che di carattere naturale, poiché, come è noto, tali irripetibili aree, createsi negli anni, non possono essere sostituite in breve tempo con interventi artificiali di dubbia valenza tecnica -:
se il Ministero dell'agricoltura abbia osservato tutte le prescrizioni di massima previste nel piano forestale, cui si riferiscono richieste del Corpo forestale espresse nell'ambito della Conferenza dei Servizi;
in particolare, se siano state previste le misure di compensazione e le valutazioni di impatto e le valutazioni di incidenza;
se il Ministro dei trasporti ritenga di attuare interventi sull'ENAC, al fine di verificare se siano stati predisposti i necessari e richiesti dossier ambientali, affinché questi testi, se esistenti, vengano prodotti a sostegno delle ordinanze dell'ENAC;
se, presso il Ministro dell'ambiente, si abbiano notizie relative alle valutazioni della Direzione della conservazione della natura, alla quale si è rivolto il presidente della Commissione di Riserva del Parco del Litorale per avere un parere, in particolare se vi siano lettere o prese di posizione relative al taglio e alla distruzione dell'area protetta;
se il Ministro dell'ambiente possa produrre gli studi e i riferimenti tecnici e scientifici e i precedenti nazionali e internazionali che supportino tale decisione;
se il Ministro dei trasporti ritenga questa operazione di taglio propedeutica a un'operazione di allungamento della pista interessata e ad un ampliamento complessivo dell'aeroporto, cui si fece cenno già nella Conferenza dei servizi del 1999;
se, in tal caso, si sia proceduto alle obbligatorie valutazioni di impatto;
nel programma di Natura 2000, che prevede la realizzazione e difesa di una rete ecologica, quali siano le procedure che siano state adottate in caso di interventi distruttivi per il sistema di aree protette di Macchia Grande, Coccia di Morto, Lago di Traiano, interno alla riserva naturale del litorale romano;
se, in caso di interventi che riguardano aree protette e tutelate a tre titoli, europeo, nazionale e regionale, siano stati previsti adeguati strumenti compensativi;
se il Ministro dell'interno non ritenga di convocare le parti interessate e i loro rappresentanti per una valutazione della situazione, anche in riferimento all'annunciato intervento della forza pubblica, che potrebbe essere messa al servizio di un'azione lesiva di un patrimonio ambientale irripetibile.
(4-05343)