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Allegato B
Seduta n. 235 del 5/11/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
BUONTEMPO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. -Per sapere - premesso che:
il giorno 21 ottobre 2007 alle ore 18 circa, in conseguenza di una carica della polizia sono stati dispersi i cittadini del comune di Giugliano che alla presenza dal Sindaco Francesco Tagliatatela e dal Deputato di Forza Italia Franco Malvano presidiavano i cancelli della discarica di Taverna del Re;
a seguito di tale violenta azione, nella quale si sono verificati alcuni ferimenti a carico dei cittadini, le forze dell'ordine consentivano l'afflusso alla discarica a numerosi tir carichi di ecoballe;
con decreto-legge n. 61 del 2007 successivamente convertito in legge n. 87 del 2007 all'articolo 3 si vietava di sversare ulteriori quantità di ecoballe sul territorio di Giugliano ove per altro non potevano essere localizzati nuovi siti di stoccaggio;
il 20 giugno 2007 il Senato ha approvato un ordine del giorno con il quale si impegnava il Governo ad «attivare» le necessarie iniziative finalizzate a far cessare l'attività di stoccaggio di ecoballe nel sito di Taverna del Re, nel comune di Giuliano, entro il 31 ottobre 2007;
malgrado tali disposizioni nei tre mesi successivi all'approvazione dell'ordine del giorno nessuna autorità competente ha provveduto a individuare alternative allo stoccaggio nel sito predetto;
l'abnorme quantità di ecoballe attualmente stoccate sul sito determina pericolose conseguenze a carico della popolazione ed a carico del territorio come per altro rilevato inequivocabilmente dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, dal Centro Europeo Ambiente e Salute, dall'Istituto Superiore di Sanità, dal Dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria, dall'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle ricerche, dall'Osservatorio epidemiologico della Regione Campania, dalla agenzia regionale protezione ambiente della Campania;
le ecoballe ivi stoccate non potranno essere utilizzate negli inceneritori il primo dei quali dovrebbe essere quello di Acerra, non se ne conosce comunque quando potrà essere disponibile;
le stesse ecoballe determinano enormi danni al territorio con inquinamento delle falde acquifere e deterioramento dei siti di culture agricole -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per risolvere tale ormai annoso problema in primis con il rispetto delle norme di legge in premessa menzionate ed
utilizzando adeguatamente quelle risorse che attualmente vanno sprecate ed inevitabilmente alimentano percorsi economici che favoriscono ambienti camorristici ed inoltre il Governo non ritenga, nel dare le disposizioni alle forze dell'ordine, di far presente che si tratta di cittadini nel pieno dei loro diritti che tentano di salvaguardare la salute delle proprie famiglie e non di delinquenti comuni.
(3-01391)
Interrogazione a risposta in Commissione:
BENVENUTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il torrente Bisagno nel comune di Genova si configura come la principale emergenza idrogeologica della Liguria ed una delle più pericolose a livello nazionale;
attualmente il tempo di ritorno della massima piena che può provocare una alluvione della città simile a quella del 1970 è di circa 30 anni;
i lavori di adeguamento della copertura nel tratto terminale sono finanziati (e in corso) solo in parte, mentre non è finanziata la realizzazione dello scolmatore a monte;
la prima parte dei finanziamenti è stata garantita attraverso i fondi della Protezione Civile a testimonianza della pericolosità e dell'urgenza delle opere di messa in sicurezza del torrente;
tuttavia, fino al momento del pieno adeguamento della sezione di deflusso nel tratto coperto tra Brignole e la Foce anche i lavori fino a qui realizzati sono ininfluenti ai fini della riduzione del rischio di alluvione -:
quali tempi si prevedano per il reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione dell'intera nuova copertura fino a Brignole;
quali tempi si prevedano per il finanziamento del canale scolmatore che completa la messa in sicurezza del torrente portando il tempo di ritorno della massima piena ai duecento anni previsti per legge e restituendo una normale tranquillità ai cittadini di Genova.
(5-01685)
Interrogazioni a risposta scritta:
PEDRINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il nostro paese paga un deficit infrastrutturale cronico ormai incompatibile con la sopravvivenza competitiva stessa del sistema Italia;
siamo in una condizione di dipendenza energetica dalla quale dobbiamo uscire nel più breve tempo possibile se vogliamo mantenere il nostro paese allineato con gli altri competitori internazionali. Se così non fosse i livelli di vita che già stanno registrando un evidente compressione sarebbero destinati a diminuire ulteriormente con inevitabili conseguenze nel nostro tessuto sociale. Il tenore di vita di ogni nostro cittadino è direttamente interessato;
l'ingegner Alessandro Ortis, Presidente dell'autorità per l'energia elettrica ed il gas nel corso dell'audizione del 3 ottobre 2007, che si è svolta alla Camera dei Deputati presso la X Commissione attività produttive commercio e turismo, ha evidenziato come la situazione del deficit infrastrutturale nel nostro Paese sia grave e duratura, inoltre, ha confermato l'allarme lanciato dall'Amministratore Delegato dell'Enel, Fulvio Conti, in merito all'emergenza gas, denunciando in particolare il preoccupante squilibrio tra la domanda interna e la «produzione» nazionale;
a fronte di una domanda in crescita a un tasso medio del 3,7 per cento annuo negli ultimi 15 anni, infatti, l'offerta è diminuita, dal 1990 ad oggi, del 5,5 per cento all'anno, con un aumento delle importazioni del 7,5 per cento nello stesso periodo;
ancora una volta, il Presidente Ortis è tornato a ripetere che non si può rispondere - ciclicamente - all'emergenza con l'adozione di misure «stagionali» e di breve periodo che, oltre a non essere risolutive, sono estremamente onerose, sia in termini ambientali che economici;
appare evidente la necessità di intervenire con urgenza nella lotta all'emergenza energetica aumentando la capacità del nostro Paese di produrre energia dando soluzione concreta ai problemi del deficit infrastrutturale attraverso: il potenziamento dei gasdotti, l'indipendenza della rete di trasporto del gas, la costruzione di nuovi rigassificatori, il significativo potenziamento degli stoccaggi;
l'Autorità per l'energia ha più volte sottolineato, anche con segnalazioni al Parlamento e al Governo, l'urgenza di assicurare al sistema produttivo e agli utenti finali un mercato del gas in grado di garantire la continuità e l'economicità delle forniture con un'offerta che sia in grado di seguire la dinamica della domanda, ma anche di anticiparla con un «fisiologico» aumento dell'offerta;
alla maggior parte del fabbisogno interno di energia elettrica si fa fronte con centrali alimentate a gas con la conseguenza che le «strozzature» strutturali nel sistema del gas determinano forti impatti sul sistema elettrico, rendendo, in parte, inutili gli effetti positivi, in termini di sicurezza e di prezzi, ottenuti grazie alla liberalizzazione del settore elettrico;
per quanto riguarda l'offerta gas, accanto al rapido declino della produzione nazionale, quasi nessuna delle numerose iniziative per la realizzazione di nuove infrastrutture di approvvigionamento o stoccaggio si è concretamente attuata;
recentemente sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale le Misure urgenti in materia di finanza pubblica, di sviluppo ed equità sociale dove l'articolo 46 prevede alcune semplificazioni nella costruzione e l'esercizio di terminali di rigassificazione di GNL, situati anche al di fuori dei siti industriali;
sono certo interventi necessari ma ovviamente non sufficienti a risolvere in maniera definitiva l'emergenza strutturale di deficit energetico che il nostro Paese si trova a sopportare nel settore del gas, in particolare, esistono carenze aggiuntive connesse al fatto che l'Eni non solo è l'operatore dominante in tutte le attività della filiera, ma controlla anche tutte le infrastrutture estere di accesso al mercato italiano;
per far fronte in modo strutturale alle criticità nel settore del gas naturale è quindi necessario, come è chiaramente emerso durante l'audizione del Presidente dell'autorità per l'energia elettrica ed il gas alla X Commissione attività produttive commercio, un intervento radicale basato sul raggiungimento di tre condizioni: a) capacità di stoccaggio proporzionata alle esigenze del sistema, b) una rete di trasporto di maggiore capacità ed indipendente, c) un celere e significativo potenziamento delle infrastrutture di interconnessione con l'estero della rete nazionale, anche in funzione di una diversificazione dei Paesi produttori/fornitori, attraverso la costruzione di almeno 4 nuovi rigassificatori;
il Governo è dovuto intervenire negli anni scorsi con misure urgenti ed eccezionali per far fronte alle emergenze e ai rischi del black out e per garantire la copertura del fabbisogno, sono stati adottati provvedimenti finalizzati a contenere i consumi di gas, massimizzando l'utilizzo dell'olio combustibile nelle centrali termoelettriche anche con deroghe ai limiti di emissione previsti dalla normativa ambientale, riducendo le temperature e i periodi di riscaldamento nelle abitazioni e attivando contratti di fornitura interrompibile con conseguenti ulteriori costi per la collettività;
le politiche di emergenza, oltre ad obbligare gli esercenti a modificare il proprio mix produttivo verso combustibili meno «puliti» e più costosi del gas, hanno vincolato l'Autorità ad adeguare le proprie deliberazioni in materia, intaccando anche
la stabilità regolatoria indispensabile per il mercato;
la capacità di stoccaggio disponibile è riconducibile quasi interamente al gruppo ENI e risulta essere largamente insufficiente a soddisfare la domanda;
negli ultimi anni non è entrato in esercizio alcun nuovo campo di stoccaggio ed anzi la già limitata capacità di stoccaggio a partire dal prossimo inverno sarà ulteriormente ridotta, mentre paradossalmente in pochi anni sarebbe economicamente e tecnicamente fattibile un sostanziale raddoppio delle nostre capacità di stoccaggio;
non si comprende l'inerzia della STOGIT, società di ENI che opera nello stoccaggio, che non può essere imputabile ad un scarsità di risorse economiche, visto che le tariffe consentono da anni cospicui utili, destinati per la loro quasi totalità a dividendi da Eni, ne può essere imputabile la scarsità di risorse tecniche o ancora a scarsità di occasioni di investimento da parte di Eni;
il piano di investimenti presentato dalla STOGIT appare inadeguato alle esigenze del Paese;
nel settore del gas ENI è l'operatore dominante non solo per quanto riguarda lo stoccaggio ma in tutte le attività della filiera controllando anche «tutte le infrastrutture estere di accesso al mercato italiano» chi entra nel mercato inevitabilmente dipende da ENI;
ENI si trova impegnata da anni con cospicui investimenti in Kazakistan ed al momento non si conoscono gli sviluppi di questo considerevole impegno, in particolare nella regione del Kashagan, che anzi appare procedere a rilento ed in maniera critica;
tale impegno rappresenta una fonte di spesa enorme, che grava anche sulle spalle dei cittadini italiani con un inevitabile rincaro dei costi delle bollette energetiche e che, dunque, dovrebbe essere giustificato adeguatamente oltre che obbligato all'ottenimento di risultati ottimali;
appare necessario un maggiore controllo da parte dei soci delle aziende pubbliche o partecipate dallo Stato sull'operato dei vertici dei consigli di amministrazione;
è necessario non sottovalutare gli appelli di chi sta valutando con preoccupazione lo stato delle nostre riserve energetiche ed il concreto rischio di nuovi black out;
è socialmente doveroso investire nel settore energetico per uscire dallo stato di attuale dipendenza energetica del nostro Paese e per riallineare i costi dell'energia nel nostro Paese a quelli delle altre nazioni europee -:
se il Governo non reputi necessario intervenire al più presto affinché il prossimo inverno non si verifichi l'esperienza degli anni scorsi a causa della mancata disponibilità di ulteriori capacità di importazione da gasdotti e rigassificatori, nonché la riduzione delle attuali disponibilità di stoccaggio;
come il Governo intenda procedere perché possano essere realizzati gli investimenti necessari a dare seguito alle decisioni già prese, come quelle relative alla terziarizzazione degli stoccaggi e della rete di trasporto del gas e quali interventi reputi mettere in atto con urgenza per garantire l'economicità, la certezza e la continuità strategica degli approvvigionamenti e delle forniture finali ai consumatori;
se il Governo non ritenga necessario privilegiare, ed in caso contrario perché, tra le richieste di autorizzazione alla realizzazione di impianti di rigassificazione, quelle in grado di garantire la fornitura di gas sulla base di dati concreti;
se il Governo non ritenga opportuno, considerato il ruolo importante che troppo spesso in questo stallo di investimenti hanno le opposizioni locali, intervenire sempre nel rispetto delle Autonomie locali,
definendo regole univoche e concrete che coinvolgano il territorio sia in termini di responsabilità che - soprattutto - di convenienze e penalizzazioni conseguenti alle decisioni assunte;
se il Governo non ritenga necessario, ed in caso contrario perché, intervenire affinché ENI fornisca in maniera chiara e compiuta tutti i ragguagli e le informazioni utili a focalizzare lo stato d'avanzamento e le criticità dell'impegno assunto in Kazakistan;
se il Governo non ritenga necessario verificare, ed in caso contrario perché, se i bilanci di Eni riportino, eventualmente, alla voce «riserve» i milioni di barili di petrolio della quota di competenza sulle previsioni di estrazione dal Kashagan, ed in caso affermativo a quanto ammonti ogni anno questa quota, quale sia la sua valorizzazione economica e se su tali importi siano stati calcolati e pagati dall'azienda premi e a chi e quanto sia stato ad oggi l'investimento complessivo fatto da Eni sul progetto estrattivo del Kashagan;
se il Governo non ritenga altrettanto necessario intervenire per il recupero del controllo sulle aziende pubbliche, necessario allo Stato al fine di prevenire il rischio che eventuali operazioni possano rivelarsi negative per il Paese, valutando sin d'ora forme volte a garantire una maggiore attenzione e controllo da parte dei soci delle aziende pubbliche o partecipate dallo Stato, sull'operato dei vertici dei consigli l'amministrazione;
se il Governo non ritenga altrettanto necessario intervenire affinché ENI faccia quanto in suo potere per far sì che STOGIT investa in maniera adeguata alle necessità del nostro Paese.
(4-05496)
SALERNO e BUONTEMPO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
si fa riferimento a quanto previsto per l'avvio, da parte di ANAS, dei lavori del quinto macrolotto dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, tra Bagnara e Scilla, area che avrebbe dovuto costituire il terminale terrestre del ponte sullo stretto di Messina (dal km 412,429 al km 424,100) con gli inevitabili disagi (dimezzamento della carreggiata) per la popolazione locale e per le imprese coinvolte nel traffico sullo stretto;
il traffico medio in tale area è quantizzato dai 20 ai 40 mila veicoli al giorno, di cui 3 mila camion, con la conseguente importanza economica e sociale di detto traffico;
vi è stata una richiesta del Ministro Bianchi di bloccare i cantieri a titolo precauzionale in totale difformità di vedute del suo collega delle infrastrutture nonché dell'ANAS;
va considerata la non meglio precisata proposta del ministro Bianchi, con non adeguatamente precisati richiami alle cosiddette «autostrade del mare», di dirottare in tutto o in parte il traffico merci e passeggeri da e per la Sicilia su Gioia Tauro con grave pregiudizio del notevole traffico e relativo volume d'affari che si svolge in detto porto anche in conseguenza dell'accordo sulla logistica;
ingente è il finanziamento (1,7 miliardi di euro) per la realizzazione degli ammodernamenti programmati nell'area di Reggio Calabria;
tali ammodernamenti in origine erano stati concepiti e finanziati nell'ottica della realizzazione del Ponte sullo Stretto;
l'attuale governo ha tuttavia depennato il suddetto ponte dalle proprie priorità;
l'ANAS ha dovuto pertanto rivedere in quest'ottica la progettazione degli ammodernamenti autostradali peraltro necessari;
in caso di cambio di orientamento governativo in merito si renderebbe necessario l'ulteriore cambiamento della progettazione e della realizzazione delle suddette opere con spreco di tempo e di denaro pubblico, orientamento governativo
che si ritiene suscettibile di cambiare visti i diversi avvisi del Ministro delle infrastrutture onorevole Di Pietro e del Ministro dei trasporti onorevole Bianchi sull'opportunità o meno di procedere alla realizzazione del progetto del ponte sullo stretto e conseguentemente il diverso avviso di detti ministri riguardo le opere da approntare a livello locale per le comunicazioni dell'area;
recenti sono le vicende parlamentari in cui una parte sostanziale della maggioranza (IDV) si è espressa per il mantenimento della società «ponte sullo stretto» malgrado il diverso avviso del Governo in carica;
recenti sono le dichiarazioni del Ministro Di Pietro riguardo non meglio precisati investimenti - non rinvenibili in alcun documento di programmazione governativa - per la mobilità in Sicilia a valere sui fondi già stanziati per il Ponte sullo Stretto;
va ritenuto pertanto, in base a quanto esposto, che non esista una politica - o che essa al momento attuale non sia comunque intelligibile - dell'attuale Governo in merito all'area in questione ed ai connessi collegamenti con la Regione Siciliana -:
se il Ministro delle Infrastrutture e il Presidente del Consiglio intendano chiarire - stante la completa difformità di vedute in merito dei ministri competenti - in via definitiva l'orientamento ed i progetti del Governo per quanto riguarda il complesso nodo dei collegamenti Sicilia - continente per quanto attiene ai lavori della Salerno - Reggio Calabria e viabilità connessa nell'area di Reggio.
(4-05499)