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Allegato B
Seduta n. 235 del 5/11/2007
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DIFESA
Interrogazione a risposta orale:
DURANTI e DEIANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 25 luglio 2007 è stato pubblicato sul Quotidiano di Lecce un articolo in cui si denunciava l'apertura di un cantiere a Punta Palascìa, nel comune di Otranto (Lecce) da parte della Marina Militare Italiana, finalizzato a ristrutturare ed ampliare la propria base militare esistente su quel territorio;
in prossimità dell'area oggetto dell'intervento, è stato collocato il cartellone che fornisce tutte le informazioni in merito ai lavori in corso, con i riferimenti del contratto, data di inizio e fine lavori e ditta appaltatrice;
nei giorni successivi, sulle emittenti locali, il sindaco del Comune di Otranto ha dichiarato che i lavori erano iniziati senza che fosse stata preventivamente attivata la procedura volta ad ottenere il rilascio della necessaria autorizzazione paesaggistica;
il Comitato di cittadini, tramite un esposto, ha informato la magistratura dell'esistenza di un cantiere già avviato con la presenza di impalcature, materiale tecnologico, ruspe, materiale terroso rimosso, recinzione con rete metallica e relativo cordolo in cemento, sottolineando che, essendo detta zona ricadente all'interno del perimetro del Parco Naturale Regionale «Costa Otranto - Santa Maria di Leuca - Bosco di Tricase» nonché all'interno del SIC «Costa Otranto - Santa Maria di Leuca»;
il 18 agosto 2007 nel corso di una manifestazione organizzata dal Comitato, cui hanno preso parte più di 2.000 persone, la sottosegretaria all'Ambiente Laura Marchetti ha pubblicamente manifestato la sua contrarietà ad un'opera impattante in un luogo così fortemente protetto e tutelato dalla normativa ambientale e paesaggistica;
il 21 agosto 2007 l'Ufficio Parchi della Regione Puglia scrive alla Direzione del Genio Militare della Marina, ricordando che l'ufficio Parchi della Regione Puglia è competente in merito al rilascio di nulla-osta per tutte le opere ricadenti all'interno del perimetro del Parco Naturale Regionale «Costa Otranto - Santa Maria di Leuca - Bosco di Tricase» istituito con legge regionale n. 30 del 26 ottobre 2006 (BURP n. 143 del 3 novembre 2006) nonché all'interno del SIC «Costa Otranto - Santa Maria di Leuca» cod. IT915002;
nel mese di settembre la IV Commissione consiliare Provinciale di Lecce (Commissione Ambiente) ha approvato un o.d.g., successivamente (in data 21 settembre 2007) approvato all'unanimità dal Consiglio Provinciale di Lecce, che ha impegnato la Provincia di Lecce ad assumere tutte le iniziative possibili ed indispensabili, affinché venga impedita qualsiasi modificazione sostanziale della zona di Punta Palascìa, bloccandone la prosecuzione dei lavori ed eventualmente chiedendo la modifica degli elaborati progettuali, al fine di eliminare ogni impatto visivo delle opere;
la Polizia Provinciale, incaricata dal Presidente della Provincia di Lecce, dopo aver ricostruito l'iter amministrativo seguito dal Genio Militare prima di avviare il cantiere e a seguito di un accesso ai luoghi, ha ritenuto suo preciso dovere trasmettere la propria relazione alla Procura della Repubblica di Lecce;
dalla lettura della relazione della Polizia Provinciale è risultato che la Direzione del Genio Militare con nota del 4 dicembre 2006 faceva sapere alla Sovrintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Lecce e, per conoscenza, al Comune di Otranto che l'infrastruttura in oggetto ricadeva nelle categorie previste quali opere destinate alla difesa nazionale e quindi non sottoposta ai pareri degli Enti competenti in materia di vincoli paesaggistici e che il progetto preliminare era già stato sottoposto al vaglio del Comitato Misto Paritetico Regionale della Regione Puglia che aveva espresso parere favorevole, in data 3 marzo 2004;
analoghe posizioni contrarie all'insediamento a Punta Palascìa, tramite Ordini del giorno votati nei Consigli Comunali, sono state assunte da diversi Comuni della provincia di Lecce, anche di differente orientamento politico;
sulla questione si è determinato un forte movimento di opinione pubblica contraria all'intervento che, per il suo notevole impatto ambientale comprometterebbe irreversibilmente la bellezza unica di un luogo tutelato dalla legge. Sono state promosse numerose iniziative ed una petizione popolare;
Punta Palascìa, infatti, è una scogliera incontaminata che sorge nel punto più ad est d'Italia, da sempre considerato dalle popolazioni salentine ponte simbolico
con le genti e le culture dell'Oriente; è un sito a ridosso di insediamenti preistorici che, dalla «Grotta del Rospo» (a 100 metri dal faro di Palascìa) fino alla «Grotta dei Cervi» (limitrofa zona denominata Porto Badisco) custodiscono da millenni le prime espressioni artistiche dell'umanità; è un sito circondato da macchia mediterranea con rare e delicate varietà vegetali; è un luogo che ha rappresentato l'incontro delle culture e delle spiritualità, che, nell'adiacente monastero di Casole, studiavano l'essenza comune alle diverse religioni ed ora è sede ogni capodanno dell'iniziativa «Alba dei popoli» e potrebbe rientrare nel progetto di accendere i cinque Fari d'Europa (Genova, Tunisi, Gibilterra, Alessandria d'Egitto e Palascìa), per restituire loro il compito di guidare la navigazione e di mostrare al navigante l'immediata accoglienza della terra d'approdo -:
quali siano le ragioni per le quali detta opera, che prevede la ristrutturazione e ampliamento manufatto per usi operativi, realizzazione e potenziamento videosorveglianza con integrazione impianto antintrusione e costruzione locale per tre automezzi, debba necessariamente sorgere sulla scogliera di Punta Palascìa;
se non sia opportuno che il Governo, tramite il Genio Militare, rinunci al progetto di intervento a Punta Palascìa.
(3-01390)
Interrogazioni a risposta scritta:
MENIA. - Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
dal 16 ottobre sono state spente le luci tricolori sul Monte Sabotino, di fronte alla città di Gorizia;
sullo stesso monte, versante sloveno, ricompare ciclicamente la scritta «nas Tito», inneggiante al tristemente famoso maresciallo che fu capo della Jugoslavia comunista;
secondo voci ricorrenti in città, l'illuminazione tricolore sarebbe stata spenta perché non gradita ai vicini sloveni;
altre ricostruzioni dicono invece di difficoltà tecniche e di un impianto non a norma che la bgt «Pozzuolo del Friuli», affidataria dello stesso, non potrebbe rimettere in opera per mancanza di fondi -:
quali siano le motivazioni dell'oscuramento del Sabotino;
se davvero derivi da scelte politiche dello stesso tenore del francobollo dedicato a Fiume ritirato all'atto dell'emissione per compiacere il governo croato;
se si tratti invece di questioni tecniche ed in tal caso come si voglia ovviarvi, anche con opportuna destinazione di fondi, al fine di ripristinare urgentemente l'illuminazione del monte Sabotino.
(4-05475)
LAZZARI e COSSIGA. - Al Ministro della difesa, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
sono stati espletati numerosi concorsi per l'assunzione di personale civile al Ministero della difesa, ma fino ad oggi, non sono state ancora avviate le assunzioni dei vincitori di concorso a causa dell'introduzione di norme, soprattutto nelle leggi finanziarie, che bloccano «di fatto» le stesse con forti ripercussioni sull'occupazione in generale ed, in particolare, in settori amministrativi nevralgici come quello della difesa;
ciò determina, senza dubbio, preoccupanti problemi per l'efficienza della pubblica amministrazione e mortifica, altresì, personale che ha vinto un concorso pubblico e ha diritto, senza ombra di dubbio, a svolgere il proprio lavoro e «a mettere in luce» la propria professionalità;
è necessario, quindi, avviare un percorso di assunzione celere dei vincitori di concorso nel Ministero della difesa prevedendo
deroghe apposite al blocco delle assunzioni e seguire, per l'assunzione del personale, il metodo cosiddetto cronologico, ovvero l'assunzione deve, necessariamente riguardare, prioritariamente coloro che hanno vinto i concorsi «più vecchi» in ordine temporale;
solo attuando un programma di assunzioni attraverso i concorsi pubblici si può, infatti, garantire una pubblica amministrazione efficiente che consenta di dare adeguate risposte ai cittadini e assicurare il diritto al lavoro per quanti, vincitori di concorso, sono stati «trascurati» e aspettano da anni e il posto di lavoro che hanno meritato -:
quali siano, allo stato, le intenzioni del Governo, circa la proposizione di deroghe al blocco di assunzioni nella pubblica amministrazione e, in particolare, nel settore difesa e se i vincitori di concorso nello stesso ministero potranno avere garantito il loro diritto al lavoro;
se non sia opportuno, avviare, in settori amministrativi così importanti come quello della difesa, un graduale piano di assunzioni seguendo, come detto in premessa, il criterio temporale dell'assunzione di personale, vincitore di concorso, ai sensi dell'articolo 97 della Costituzione, ovvero reclutando il personale dal concorso pubblico «più vecchio» fino ad arrivare a quello più recente;
se sia «in cantiere» una riforma complessiva della pubblica amministrazione, al di là degli annunci del Governo, per inserire nel nostro apparato amministrativo giovani meritevoli che hanno vinto un concorso pubblico, riducendo, al contempo le spese per le consulenze, molte volte eccessive, inadeguate e poco «trasparenti» che, il più delle volte mortificano le professionalità esistenti nella pubblica amministrazione.
(4-05477)