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Allegato B
Seduta n. 236 del 6/11/2007
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INTERNO
Interrogazioni a risposta immediata:
LA RUSSA, LO PRESTI, BRIGUGLIO, CATANOSO, BONO, SCALIA, LAMORTE, MENIA, FILIPPONIO TATARELLA, GERMONTANI, LEO, PROIETTI COSIMI, ANTONIO PEPE, BELLOTTI, MANCUSO, FRASSINETTI, ALBERTO GIORGETTI, LISI, RAISI, PEDRIZZI e MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la procura della Repubblica di Catania e le forze dell'ordine hanno portato a termine un'importante operazione contro alcuni temuti affiliati ai clan della malavita catanese, le cui attività criminose si estendevano per tutta la costa orientale dell'isola;
gli arresti eseguiti a seguito del suddetto blitz, pur rappresentando un altro inequivocabile segnale dell'impegno profuso dalle istituzioni a fianco di tutti gli imprenditori siciliani, ancora non costituiscono una risposta sufficiente in termini di adeguate politiche di sostegno a coloro che si oppongono al racket del pizzo, denunciando gli estortori;
da ultimo, nella giornata di lunedì 5 novembre 2007, nei pressi di Carini, in
provincia di Palermo, la polizia ha arrestato i latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo, padre e figlio, Andrea Adamo e Gaspare Pulizzi: tutti gli arrestati sono nei primi trenta posti dell'elenco dei ricercati più pericolosi;
recenti fatti di cronaca evidenziano, infatti, come in Sicilia, soprattutto nelle grandi città (Palermo, Catania e Agrigento), la recrudescenza dell'attività criminale mafiosa nei confronti di imprenditori, associazioni, giornalisti, magistrati abbia raggiunto livelli di allarme sociali non più sopportabili;
da più parti si teme l'inizio di una nuova stagione di sangue e di terrore, come quella che ha gettato nello sconforto la popolazione siciliana negli anni '80 e '90, anni, questi, in cui la rassegnazione morale e civile sembrava aver preso il sopravvento;
l'allarme è così sentito che, per la prima volta, nella storia dell'isola, le associazioni di categoria degli industriali e dei commercianti si sono organizzate, assumendo decise posizioni contro il racket e dimostrando così di non accettare sottomissioni e ricatti;
le forze dell'ordine e la magistratura ordinaria continuano ad operare in condizioni di grave difficoltà, dal momento che alla carenza di uomini, di mezzi e di risorse finanziarie non si è ancora provveduto mediante adeguati provvedimenti normativi;
dal mondo politico e dalla società civile si leva un grido di dolore e si invoca l'invio dell'esercito nell'isola, il solo che possa contribuire a garantire un effettivo e capillare controllo del territorio, restituendo così fiducia alla popolazione siciliana;
per sua stessa ammissione, il Ministro interrogato ha dichiarato, davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, che «quella dell'esercito, nelle regioni a rischio, è un'operazione di grande impatto persuasivo» -:
quali iniziative il Governo intenda adottare per garantire, nel più breve tempo possibile e prima che si consolidi ulteriormente il fenomeno della criminalità mafiosa, l'invio dell'esercito in Sicilia per supportare le forze dell'ordine nel loro incessante impegno di controllo dell'intero territorio e di repressione del crimine.
(3-01400)
VOLONTÈ, D'ALIA, RONCONI, GIOVANARDI, BOSI, D'AGRÒ, FORMISANO, LUCCHESE, RUVOLO, PERETTI, DRAGO, MEREU e COMPAGNON. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel corso di un'intervista al Tgl di domenica 4 novembre 2007, il Ministro dell'economia e delle finanze ha assicurato che le risorse per la sicurezza ci sono e che «sono stati stanziati nuovi fondi per quest'anno e per l'anno prossimo», aggiungendo che «la sicurezza è un problema molto più ampio»;
nel corso dell'audizione svoltasi lunedì 5 novembre 2007 presso la Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera dei deputati, tuttavia, è emerso un quadro drammatico dello stato in cui versano le nostre forze di polizia;
secondo il presidente del Cocer carabinieri la dotazione organica manca di 6.500 unità ed il parco mezzi è vecchio oltremisura, ponendo un serio problema di sicurezza; a questa situazione si aggiunge lo stato di profondo disagio e delusione in cui vive il personale per il mancato rispetto delle promesse fatte sul fronte degli stipendi;
per il generale della guardia di finanza, è un paradosso amaro quello del Governo, che punta ad incrementare la lotta all'evasione e poi taglia sui bilanci della guardia di finanza, ricordando come l'anno scorso il Ministro Padoa Schioppa ha suddiviso 410 milioni di euro tra gli impiegati, lasciando fuori la guardia di finanza da questa suddivisione;
secondo il segretario del Silp-Cgil , in polizia è ormai una questione di serbatoi a secco e «con questa finanziaria si è consolidato un taglio di 240 milioni al bilancio del ministero dell'interno, con la conseguenza che il turn-over è coperto a metà, mancando già 5700 agenti e altri 3900 mancheranno entro tre anni»;
c'è, inoltre, la questione degli stipendi del personale della polizia di Stato, che, per il segretario del Sap, Filippo Saltamartini, «sono ormai alla soglia di povertà», mentre intanto chiudono 8 commissariati a Napoli, una cinquantina di distaccamenti tra polstrada e polizia ferroviaria, sei scuole e manca la benzina per le volanti;
secondo le organizzazioni sindacali delle forze dell'ordine, il pacchetto di sicurezza varato dal Governo non risulta accompagnato da un adeguato investimento di risorse finanziarie, né quelle stanziate nel disegno di legge finanziaria per il 2008 risultano congrue per garantire maggiori livelli di sicurezza -:
se non ritenga, alla luce delle dichiarazioni di chi vive quotidianamente l'emergenza sicurezza che sta attraversando il nostro Paese, che sia indispensabile prevedere ulteriori risorse per consentire alle forze dell'ordine di poter assolvere alla loro funzione e poter rispondere adeguatamente alla richiesta di un maggiore controllo del territorio, così come viene richiesto dai cittadini italiani.
(3-01401)
MARONI, COTA, DOZZO, GIBELLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BODEGA, BRICOLO, BRIGANDÌ, CAPARINI, DUSSIN, FAVA, FILIPPI, FUGATTI, GARAVAGLIA, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LUSSANA, MONTANI, PINI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i recenti fatti di cronaca, che hanno visto una gravissima escalation criminale nel nostro Paese ad opera prevalentemente di cittadini stranieri, pone più che mai l'urgenza di rivedere i vincoli internazionali ai quali l'Italia è sottoposta in merito alla libera circolazione dei cittadini comunitari;
in particolare, i vincoli derivanti dal trattato di Schengen pongono l'Italia in seria difficoltà riguardo al controllo delle proprie frontiere, con specifico riferimento all'applicazione della stessa normativa comunitaria relativa al diritto dei cittadini dell'Unione europea a circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri;
la disciplina citata, contenuta nel decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, distingue, infatti, il diritto di soggiorno fino a tre mesi ed il soggiorno per periodi superiori, assoggettandoli a differenti condizioni e formalità;
la vigenza del trattato di Schengen esclude, tuttavia, controlli sui documenti dei cittadini comunitari che si muovono nell'area degli Stati aderenti al trattato, con l'effetto di rendere impossibile l'individuazione di una data certa di ingresso del cittadino comunitario in un altro Stato membro;
tale situazione è destinata ad aggravarsi con i prossimi allargamenti dell'area Schengen, a partire dal 21 dicembre 2007, quando entreranno nella cosiddetta «area Schengen» i nove Paesi entrati a far parte dell'Unione europea nel 2004 -:
se il Governo italiano non ritenga di dover assumere nelle sedi comunitarie tutte le iniziative volte ad una sospensione del trattato di Schengen, sino all'adozione di una procedura comune idonea a determinare con certezza la data nella quale un cittadino dell'Unione europea entra in un altro Stato membro, al fine dell'applicazione delle disposizioni relative al soggiorno di lungo periodo.
(3-01402)
ZACCARIA, ALLAM, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, QUARTIANI, AMICI, BUCCHINO, DE MITA, FERRARI, GIOVANELLI, GOZI, INCOSTANTE, LA FORGIA,
MARONE e NACCARATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da tempo le cronache provenienti dalle nostre città registrano episodi di violenza diffusa che minano la serenità della vita dei cittadini; il senso di insicurezza è diffuso in molti abitanti delle nostre città;
la settimana scorsa la barbara uccisione di Giovanna Reggiani ha provocato sdegno e forte reazione nell'opinione pubblica; il giorno precedente il Governo aveva, del resto, varato un pacchetto di norme che tendono a garantire più efficacemente la sicurezza dei cittadini; una parte di queste norme, quella sulle espulsioni, è stata trasferita in un decreto-legge, che spetta ora al Parlamento intero, maggioranza e opposizione nella loro specifica responsabilità, convertire al più presto in legge, anche con le eventuali ed opportune modifiche;
il giorno successivo all'omicidio di Giovanna Reggiani, a Guidonia l'ex ufficiale dell'esercito Angelo Spagnoli dal terrazzo della sua abitazione ha sparato colpi di pistola e fucile, uccidendo due persone e ferendone altre. Secondo gli investigatori i morti potevano essere molti di più; secondo le notizie diffuse dai media, Spagnoli aveva dovuto interrompere la propria carriera al servizio dell'esercito per le crisi depressive di cui soffriva, ma malgrado ciò era in possesso di un regolare porto d'armi ottenuto grazie al certificato sanitario di idoneità rilasciato dall'azienda sanitaria locale;
la vicenda di Guidonia non è che l'ultima di una lunga serie di episodi di violenza legati al possesso di armi da parte di persone non idonee; alcuni sindacati di polizia chiedono maggiori controlli sulle condizioni fisiche e psichiche delle persone che chiedono di poter usare armi; la certificazione medica prevista dalla normativa attuale risulta, del resto, generica e priva di valore;
accanto a questi episodi eclatanti vi sono piccoli episodi criminosi che le cronache oramai neanche registrano, ma che molto incidono sulla vita di tutti i giorni -:
quali misure ulteriori il Governo intenda adottare per assicurare la sicurezza nei centri urbani e, nello specifico, se intenda intervenire per la modifica della normativa sul possesso delle armi, prevedendo, ad esempio, un'apposita certificazione di idoneità psico-fisica con efficacia limitata nel tempo.
(3-01403)
Interrogazioni a risposta scritta:
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sulla «Gazzetta di Reggio» di mercoledì 31 ottobre 2007, a pagina 13 si evidenzia come esista un fenomeno di contraffazione dei permessi di soggiorno;
attraverso queste contraffazioni che possono avvenire tramite sostituzione di foto o attraverso la modifica dei dati anagrafici, gli extracomunitari riescono ad ottenere una serie di documentazioni originali, come il codice fiscale, la tessera sanitaria, e i documenti necessari per la patente di guida;
se un clandestino con tutte queste documentazioni in parte vere ed in parte falsificate non subisce controlli da parte delle forze dell'ordine può vivere tranquillamente in semiclandestinità per ben due anni, fino al momento di presentarsi presso la questura per rinnovare il permesso;
il 17o dossier della Caritas sull'immigrazione riguardante la regione Emilia Romagna presenta un quadro assai preoccupante, ipotizzando 80.000 stranieri irregolari nella regione Emilia Romagna -:
se il ministro sia a conoscenza di quanto in premessa e cosa intenda fare per limitare questa violazione sistematica delle leggi italiane in materia di immigrazione;
se non intenda potenziare l'introduzione del permesso di soggiorno elettronico,
strumento più difficile da contraffare e di maggiore controllo da parte di tutti gli uffici pubblici, nel momento in cui vengano dotati di un lettore di permessi di soggiorno elettronici;
se non intenda il Ministro potenziare la rete di controllo elettronica aumentando le sperimentazioni di questo tipo di permesso di soggiorno, in tutte le regioni;
se non intenda sollecitare da parte di tutti gli uffici pubblici un maggior controllo dei permessi di soggiorno e l'immediata segnalazione alle forze dell'ordine di situazioni di dubbio.
(4-05511)
BURGIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel luglio 1941 El Alamein, in Egitto, fu teatro di una sanguinosa battaglia che vide contrapposti l'Afrika Korps italo-tedesco al comando di Erwin Rommel e l'8a Armata britannica al comando di Claude Auchinleck;
di fronte al 13o Corpo d'armata britannica morirono oltre 4600 paracadutisti della Folgore, su di un totale di 5000 soldati partiti dal nostro Paese, tutti impegnati in una guerra d'aggressione al Nord Africa combattuta a fianco dell'alleato nazista;
le fonti storiche affermano che nella battaglia di El Alamein trovarono la morte 13.500 inglesi, 17.000 italiani e 9.000 tedeschi;
la vittoria delle truppe inglesi risultò decisiva ai fini delle sorti dell'intero conflitto mondiale nella misura in cui consentì agli Inglesi il controllo del Mediterraneo e rese in seguito possibile l'apertura del secondo, decisivo fronte, che ebbe il suo apice due anni dopo con lo sbarco in Sicilia delle truppe alleate;
il 27 ottobre 2007 sì è tenuta a Livorno, presso la Rotonda di Ardenza, una commemorazione - promossa e co-finanziata dal Comune e dalle Provincia di Livorno - di tale battaglia;
ad essa hanno preso parte decine di paracadutisti della Folgore provenienti da numerose città italiane, reduci, militari di altri corpi e diversi militanti di forze dell'estrema destra che hanno caratterizzato l'appuntamento come una parata militare dai contenuti politici apertamente neofascisti;
in contemporanea, diverse associazioni anti-fasciste hanno promosso un corteo (a cui hanno partecipato oltre duecento persone) che è stato ripetutamente provocato da gruppi di parà;
l'incolumità dei manifestanti anti-fascisti è stata assicurata soltanto dall'intervento attivo delle forze dell'ordine -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti in parola e quale sia, a riguardo, il suo giudizio;
se il Ministro interrogato non ritenga tale manifestazione, finanziata con i soldi dei due enti locali livornesi, offensiva nei confronti della tradizione democratica ed anti-fascista della città di Livorno, medaglia d'argento della Resistenza.
(4-05515)