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Allegato B
Seduta n. 236 del 6/11/2007
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazioni a risposta immediata:
VACCA, DILIBERTO e CESINI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
quello che sta accadendo in Sardegna è paragonabile ad una seconda emergenza economica dopo il caso Parmalat. Sono, infatti, circa 7.000 le aziende agricole sarde, dal singolo pastore al coltivatore di fiori, e quasi 30.000 le persone direttamente impegnate nell'azienda familiare, uniti ad altrettanti braccianti, che hanno perso tutto, travolti da un mix di truffa, bluff ed incompetenza, e strozzati da debiti da capogiro con le banche;
la struttura del sistema economico della Sardegna, in particolare il settore agropastorale, non è dato da stabili iniziative imprenditoriali, bensì da una moltitudine di micro-aziende, prevalentemente a carattere familiare, spesso prive all'origine dei mezzi di produzione più aggiornati;
nel 1988 la regione Sardegna approvava la legge n. 44 del 1988 per l'abbattimento dei tassi di interesse dei prestiti contratti nel settore agropastorale, con l'obiettivo di promuovere l'innovazione tecnologica e far sì che tali imprese, prive di strutture adeguate, potessero sopravvivere, rinnovandosi e cercando di superare gli ostacoli imposti dalle avverse caratteristiche del territorio, dalle dinamiche sociali ed economiche. Fu così che molti cittadini sardi tornarono alla terra, abbandonando il loro impiego sicuro ed investendo i propri risparmi in attività agropastorali;
nel 1992, anno in cui viene varata una nuova legge regionale (legge n. 17 del 1992), dello stesso stampo della prima, con la differenza che quest'ultima viene regolarmente notificata all'Unione europea, la Commissione europea apre una procedura di infrazione, dichiarando, dopo lunga istruttoria, l'illegittimità di tali leggi, sotto il profilo della concorrenza della regione Sardegna nel pagamento degli interessi, provocando la conseguente lievitazione dei tassi d'interesse a carico dei mutuatari;
così migliaia di persone si sono ritrovate improvvisamente con un carico di more da pagare su finanziamenti ricevuti dal 1988 ad oggi con le banche, che pretendono il rientro immediato dei prestiti comprensivi di interessi, nella ragione di oltre settecento milioni di euro, a causa di un meccanismo perverso per cui le aziende falliscono per pagare i debiti e, non riuscendo comunque a sanarli, vengono messe all'asta aziende, terreni e proprietà personali dei singoli agricoltori;
gli istituti di credito, a fronte dell'insolvenza dei piccoli imprenditori agricoli, hanno predisposto la vendita all'asta delle relative aziende agropastorali, circa cinquemila, determinando il tracollo di un settore economico ed il fallimento di un sistema che riveste un'importanza strategica nel processo di crescita dell'economia isolana, incidendo sullo sviluppo del territorio più di qualsiasi soggetto di programmazione economica;
a Decimoputzu (Cagliari) è stata organizzata dai coltivatori interessati una rivolta organizzata nella speranza di ottenere un intervento concreto da parte delle istituzioni, anche con misure da adottare nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria per il 2008, al fine di scongiurare la svendita delle aziende ed aprire un tavolo di confronto sul destino dell'agricoltura sarda e trovare soluzioni non più procrastinabili;
gli imprenditori coinvolti paventano che, dietro la svendita delle aziende interessate al tracollo finanziario, vi siano in gioco interessi per l'acquisto di tali aziende, al fine di alimentare la speculazione anche edilizia, in considerazione della collocazione geografica delle stesse;
consta, inoltre, agli interroganti che la regione Sardegna attraverso la società finanziaria Sfirs abbia intenzione di acquistare i crediti in sofferenza;
dopo che il 30 ottobre 2007 era stata approvata all'unanimità dalla Commissione agricoltura della Camera dei deputati la risoluzione relativa alle aziende agropastorali sarde schiacciate dai debiti, si è tenuto a Roma un vertice tra il Ministro interrogato, il manegement della Bper-Banco di Sardegna e la regione Sardegna, che avrebbe prodotto il blocco temporaneo delle azioni esecutive in attesa di un piano di ristrutturazione del debito, che dovrebbe essere discusso in un nuovo incontro fissato tra le stesse parti per il 20 novembre 2007;
la Commissione agricoltura della Camera dei deputati, oltre ad approvare la suddetta risoluzione, che impegna il Governo a prendere provvedimenti capaci di sospendere le procedure esecutive in atto
e ad adottare i provvedimenti straordinari e urgenti, anche di natura normativa, per avviare a soluzione questa delicatissima questione, sta per deliberare un'indagine conoscitiva per approfondire le complesse problematiche legate alla vicenda -:
come ritenga di dover urgentemente intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di non disperdere il patrimonio delle aziende del settore, che rischiano il pignoramento e la successiva vendita all'incanto, considerate le precarie condizioni socio-economiche dei coltivatori interessati ed evitare il permanere dello stato di crisi del settore, anche con l'utilizzo di strumenti idonei ad avviare una ristrutturazione finanziaria, quali il ricondizionamento dei mutui e il consolidamento dei debiti contratti a tasso ordinario.
(3-01396)
LEONE, CICU, MARRAS e COSSIGA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
sono 7.500 le imprese agricole della regione Sardegna messe in crisi dalla cancellazione operata dall'Unione europea degli aiuti previsti dalla legge regionale n. 44 del 1988; la vicenda, iniziata ormai 20 anni fa sotto forma di sostegno alle aziende agricole che avevano subito danni, sembra avviarsi a conclusione con aziende poste all'asta e famiglie sul lastrico;
è necessario che la regione Sardegna ed il Governo nazionale si confrontino con le proprie responsabilità: la prima per aver redatto una legge d'aiuto non compatibile con le regole comunitarie, per aver indotto gli imprenditori agricoli a sottoscrivere impegni con le banche sotto la supervisione dei funzionari regionali, per aver continuato ad attuare una legge che era già in pericolo di annullamento e per aver lasciato incancrenire la situazione sino ai traumatici eventi di questi giorni; il secondo per non aver richiamato per tempo la regione ai suoi doveri;
è opportuno, altresì, ricordare che in materia di recupero degli aiuti illegittimamente erogati ai sensi della normativa comunitaria (quote-latte e finanziamento del credito peschereccio) sono stati predisposti adeguati piani di rientro -:
se non ritenga necessario convocare con assoluta urgenza un tavolo di concertazione trilaterale tra Stato, regione Sardegna e banche interessate, ai fini della forfettizzazione e posposizione del debito aggiuntivo caricato sulle imprese agricole sarde, e se non ritenga assolutamente indispensabile predisporre un piano di recupero graduale e sostenibile degli aiuti illegittimamente erogati in violazione della normativa comunitaria, eventualmente vincolando a tale finalità una quota delle risorse che lo Stato trasferisce alla regione Sardegna.
(3-01397)