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Allegato B
Seduta n. 236 del 6/11/2007
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UNIVERSITÀ E RICERCA
Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
il Centro italiano di studi superiori sul turismo e sulla promozione turistica di Assisi (CST), nasce nel 1982 come associazione no proft;
soci fondatori furono l'Università degli Studi di Perugia, l'Università Italiana per stranieri di Perugia, il comune di Assisi, la regione Umbria;
lo statuto dell'associazione individuava come aree di attività del CST la didattica, la formazione, la ricerca e l'assistenza tecnica applicate allo specifico campo delle attività turistiche con l'obiettivo di sensibilizzare il mondo accademico alle opportunità di sviluppare una formazione superiore per le imprese del turismo e per gli apparati pubblici competenti;
per questi motivi, nel 1984, il CST selezionò un gruppo di neolaureati che, dopo un percorso formativo biennale, è venuto a costituire un nucleo di docenti-ricercatori che, a tutt'oggi, nei rispettivi ambiti disciplinari, rappresentano il deposito scientifico, al livello più alto in Italia in ambito turistico;
nel 1985, fu avviata una esperienza formativa, unica in Italia, dedicata alla formazione superiore nel turismo, istituendo un corso triennale post diploma, finanziato dal FSE, che consentì di sperimentare programmi, tecniche, metodologie di ricerca e formazione nell'ambito dell'economia del turismo;
anche sulla base di tale esperienza, nei primi anni '90, il Ministero per l'università e la ricerca, istituì, nell'ordinamento universitario italiano, i diplomi universitari in Economia e Gestione dei servizi Turistici e i corsi di laurea in Economia del Turismo;
l'attuale Statuto, approvato il 24 febbraio 2003, sottolinea che il CST «collabora, ove richiesto, insieme alla Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Perugia, allo svolgimento del corso di laurea in "Economia e gestione dei servizi turistici", al corso di laurea specialistica in "Economia del turismo" mettendo a disposizione, anche attraverso gli enti partecipati, le risorse umane, logistiche e le esperienze professionali, nonché l'utilizzo dei laboratori professionalizzanti, finalizzati al completamento della formazione nei rispettivi ambiti disciplinari»;
il legame funzionale che fin dall'inizio lega il CST alla gestione dei corsi di laurea in Economia del turismo dell'Università di Perugia è ulteriormente sottolineato dal fatto che lo statuto prevede che il Presidente del CST sia nominato dall'Assemblea su indicazione del Rettore dell'Università degli Studi di Perugia;
la genesi del CST spiega la prevalenza dei servizi erogati verso i corsi di laurea in Turismo dell'Università degli studi di Perugia, ma va sottolineato come il CST operi anche nel campo della formazione manageriale, della ricerca e dell'assistenza tecnica in materia di turismo partecipando a bandi nazionali e internazionali e acquisendo commesse da soggetti pubblici e privati;
l'impegno del CST allo svolgimento dei corsi di laurea in Economia del turismo dell'Università degli studi di Perugia si è concretizzato in varie forme di collaborazione e, in particolare, anche nella copertura con propri docenti/ricercatori di numerosi insegnamenti specialistici nei vari anni accademici, assicurando know-how altamente specializzato nelle diverse problematiche del turismo, continuità e presenza costante nella sede distaccata,
copertura della maggior parte delle attività di assistenza a tesi, con notevoli vantaggi per gli studenti;
occorre ricordare, tra l'altro, che poiché il CST è certificato ISO 9001, le attività erogate al di fuori dei contratti ad personam (laboratori professionalizzanti, stage, seminari, tutoring, manutenzione tecnologica, eccetera) sono sottoposte a verifica periodica ISO;
quanto descritto dimostra, ad avviso dell'interrogante, che i rapporti tra l'Università degli Studi di Perugia e CST non sono semplici rapporti cliente-fornitore e sono ben più di una partnership strategica (ormai di durata peraltro più che ventennale);
il CST, con i suoi ricercatori, costituisce il nucleo di conoscenza specialistica nel turismo dei corsi di laurea in Economia del turismo dell'Università di Perugia, in quanto la continua presenza presso la sede didattica di Assisi di docenti/ricercatori del CST ha consentito alla Facoltà di Economia di assicurare una elevata qualità ai corsi stessi, riconosciuta dal mondo delle imprese, conservando la capacità di attrarre studenti pur davanti all'aumento esponenziale dell'offerta dei corsi di laurea in turismo riscontrata negli ultimi anni -:
se non ritenga di valutare la possibilità di derogare al decreto ministeriale del 26 luglio 2007, recante «Attuazione dei decreti ministeriali in, data 16 marzo 2007 (classi di laurea e di laurea magistrale) - decreto ministeriale di definizione delle linee guida per l'istituzione e (attivazione da parte delle Università dei corsi di studio», prevedendo che i crediti didattici collegati ai contratti di insegnamento dei ricercatori del CST siano considerati come crediti «di ruolo», al solo fine della contabilizzazione didattica, senza che ne derivi alcun diritto ulteriore a favore dei ricercatori che continueranno, in tal modo, a mantenere la loro qualifica di dipendenti del CST.
(2-00827) «Fabris, Capotosti».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
la funzione specifica dell'università, sin dalla sua nascita nel corso del Medioevo, è caratterizzata dallo stretto rapporto esistente tra didattica e ricerca scientifica;
l'articolo 33 della Costituzione prevede che «l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento» e che «gli atenei hanno il diritto di darsi degli ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti solo dalle leggi dello Stato»;
la legge n. 168 del 1989 riconosce che le università sono dotate di personalità giuridica e, in attuazione dell'articolo 33 della Costituzione, hanno autonomia didattica, scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile e, inoltre, che esse si danno ordinamenti autonomi con propri statuti e regolamenti;
la riforma degli ordinamenti didattici di cui al decreto ministeriale n. 509 del 1999 sancisce la realizzazione dell'autonomia didattica e la responsabilità dei singoli atenei per la qualità dei processi formativi offerti;
le linee guida per l'attuazione della riforma (Gazzetta Ufficiale - Serie generale - 22 ottobre 2007, n. 246) prevedono che, per essere o restare attivati, i corsi di laurea debbano rispettare alcuni requisiti indispensabili, in particolare riguardanti le risorse di docenza, per cui viene stabilito che, oltre alla presenza di un dato numero di docenti di ruolo, deve essere rispettato, per ciascun corso di laurea, un grado di copertura dei settori scientifico-disciplinari previsti per le attività di base e caratterizzanti, pari ad almeno il 50 per cento;
tale copertura qualitativa dei Settori scientifico disciplinari, che rifiuta di far valere per i requisiti minimi i docenti che appartengono ai settori scientifico disciplinari definiti affini, è stata oggetto di rilievi da parte del Comitato nazionate di valutazione del sistema universitario;
è per gli interpellanti chiara la natura arbitraria dei criteri, del tutto estranei agli indispensabili requisiti di scientificità, secondo i quali è stabilito che un settore scientifico-disciplinare rientri o meno nei settori di base o caratterizzanti, ovvero «affini»;
risulta per gli interpellanti inaccettabile un assetto normativo come quello ideato dal decreto ministeriale 26 luglio 2007 n. 386, centrato su vincoli che costituiscono una palese violazione dei principi di autonomia didattica degli atenei stabiliti a partire dalla legge n. 168 del 1989 in attuazione dell'articolo 33 della Costituzione;
tale decreto ministeriale, infatti, esercita una indebita forzatura sulle libere scelte degli atenei in fatto di aree scientifiche che si intende sviluppare con il decisivo contributo della docenza. Infatti, in conseguenza delle sempre più ridotte risorse finanziarie, il reclutamento di docenza strutturata dovrà essere effettuato, secondo il decreto ministeriale suddetto, sulla base di criteri estranei alla valutazione dell'apporto che il docente, in quanto ricercatore, è in grado di assicurare all'Ateneo e al Paese;
il provvedimento colpisce secondo gli interpellanti in modo gravissimo il potenziamento delle attività di ricerca pregiudicando in maniera molto grave lo sviluppo della ricerca in Italia, nonché la programmazione della ricerca scientifica nel singolo Ateneo -:
se non ritenga opportuno riconsiderare, alla luce di quanto esposto e soprattutto alla luce della deficitaria situazione della ricerca in Italia, la assoluta necessità di inserire anche i settori scientifico-disciplinario definiti «affini» nel computo dei requisiti minimi, in modo da non contravvenire al principio costituzionale (articolo 33) che garantisce che «l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento» e che «gli atenei hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti solo dalle leggi dello Stato»;
se non ritenga necessario riconsiderare piuttosto, anche attraverso apposite iniziative normative il palese squilibrio determinato, in fatto di autonomia universitaria, e nel rapporto tra garanzia del libero sviluppo della ricerca e controllo sulla utilizzazione delle risorse dei contribuenti, del sistema di governance degli Atenei caratterizzato da una sostanziale irresponsabilità nella gestione delle risorse pubbliche erogate annualmente dallo Stato, che appare ben tollerata dal Ministero interpellato il quale, con effetti destabilizzanti sulla finanza nazionale, si astiene dall'esercitare controlli sui bilanci delle Università statali.
(2-00829)
«Marinello, Angelino Alfano, Fallica, Gioacchino Alfano, Fabbri, Caligiuri, Boscetto, Bruno, Jannone, Della Vedova, Brancher, Paniz, Armosino, Biancofiore, Bertolini, Zorzato, Milanato, Laurini, Ceroni, Romele, Paroli, Di Virgilio, Fasolino, Licastro Scardino, Di Cagno Abbrescia, Garagnani, Mario Pepe, Azzolini, Galli, Verro, Picchi, Uggè, Fitto, Mazzaracchio, Pelino, Ponzo, Campa, Iannarilli, Lenna, Sanza».