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Allegato A
Seduta n. 238 dell'8/11/2007
INTERPELLANZE URGENTI
(Sezione 1 - Iniziative connesse all'accertamento di responsabilità con riguardo agli scontri verificatisi a Nassiriya nella notte tra il 5 e il 6 agosto 2004)
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
nell'agosto del 2004, in Iraq, mentre era in corso un duro confronto militare fra le truppe americane e i miliziani di Moqtada Al Sadr, asserragliati nella città santa di Najaf, si sono verificati degli, scontri anche a Nassiriya, che hanno visto coinvolti i militari italiani del reggimento lagunari Serenissima, schierati in difesa dei tre ponti sull'Eufrate;
nel corso di tali scontri, avvenuti nella notte fra il 5 ed il 6 agosto 2004, secondo la versione ufficiale, resa nota dal portavoce della missione «Antica Babilonia», capitano Ettore Sarli, i militari italiani che presidiavano il ponte Charlie, avrebbero bloccato un'autobomba diretta, contro di loro, facendola esplodere. Tuttavia, nei giorni immediatamente successivi è stato trasmesso dal Tg3 delle ore 19 e poi dal Tg2 delle ore 20 un filmato girato dal giornalista americano Micah Garen, che in quel periodo si trovava a Nassiriya ospite del contingente italiano, in cui veniva intervistato il conducente di un'ambulanza (e mostrato il veicolo semidistrutto), il quale sosteneva che i militari italiani avevano sparato contro l'ambulanza che trasportava una donna partoriente all'ospedale di Nassiriya, provocando la morte della donna e di altre persone;
in una dichiarazione resa al quotidiano l'Unità (8 agosto 2004) il capitano Ettore Sarli smentiva la ricostruzione dei fatti denunziata da Garen, confermando la versione di un'auto esplosa mentre si dirigeva verso la postazione italiana, forse per provocare una strage, ed aggiungeva che il mezzo saltato in aria procedeva a fari spenti ed era esploso quando era stato raggiunto dalle raffiche;
il 27 agosto del 2004 vi è stata una seduta delle Commissioni riunite esteri e difesa di Camera e Senato per ascoltare le comunicazioni del Governo in ordine agli eventi iracheni e, in particolare, in ordine alla drammatica vicenda del rapimento e dell'uccisione del giornalista italiano Enzo Baldoni; nel corso della seduta i deputati Cento (Verdi) e Deiana (Rifondazione comunista) hanno chiesto i chiarimenti sull'episodio dell'ambulanza;
in quella occasione l'allora Ministro degli affari esteri Frattini, alla presenza del Ministro della difesa Martino, ha respinto, con indignazione, ogni addebito, dichiarando che la notizia era completamente falsa, testualmente: «è sbagliato ed ingiusto asserire che i nostri militari hanno sparato contro un'ambulanza con una donna incinta a bordo. Semplicemente non è vero.»;
secondo il Ministro Frattini la falsità della notizia sarebbe stata dimostrata dagli atti e dalle smentite: gli atti sarebbero un'inchiesta del reggimento lagunari Serenissima, mentre le smentite sarebbero venute dagli stessi giornalisti della Rai, che «hanno smentito questa notizia falsa, che offende ingiustamente i nostri militari»;
la vicenda è stata oggetto di accertamento da parte dell'autorità giudiziaria competente, il tribunale militare di Roma; al termine delle indagini preliminari, il giudice per le indagini preliminari, non accogliendo la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, disponeva la formulazione dell'imputazione di «uso aggravato delle anni contro ambulanze e contro il personale addetto in concorso» (articolo 191 del codice penale militare di guerra) nei confronti dei militari del reggimento lagunari Serenissima, Allocca Gabriele e Stival Fabio, per aver aperto il fuoco contro un'ambulanza irachena e contro il personale addetto, provocando la morte di quattro civili iracheni, fra cui la partoriente (Jlud Qutti Halema), il fratello (Jlud Qutti Thaer), la madre (Habsh Irees Khadmea) ed una vicina di casa (Zyaer Thejelk Klamesa);
all'udienza preliminare gli imputati chiedevano il giudizio abbreviato. Con sentenza emessa in data 9 maggio 2007 (depositata in data 5 giugno 2007), il giudice per le indagini preliminari assolveva Allocca Raffaele e Stival Fabio dal reato di concorso in omicidio e tentato omicidio plurimo, così diversamente qualificato il fatto loro ascritto, perché persone non punibili per aver ritenuto di agire in stato di necessità militare;
attraverso l'accertamento compiuto dall'autorità giudiziaria, è emerso - in modo incontrovertibile - che i fatti si sono realmente verificati, secondo le modalità indicate da Garen. In particolare, dalla sentenza (pagina 12) emerge che: «il veicolo colpito era davvero un'ambulanza dell'ospedale civile di An Nassiriyah, recante gli usuali contrassegni e dispositivi luminosi; a bordo di essa si trovano in tutto sette persone, tre delle quali sedute sui sedili anteriori (l'autista Sabah Khazà Al, l'infermiere Abdu Alssheb Adel e Iwaid Kenaib Alì) ed altre quattro posizionate nella parte posteriore (Jlud Qutti Halema, Jlud Qutti Thaer, Habsh Irkes Khadmea, Zyaer Thejelk Khamesa); mentre le prime tre, ai colpi inizialmente indirizzati contro l'ambulanza si salvavano, uscendo e dandosi alla fuga, le altre quattro, purtroppo decedevano»;
per quanto riguarda le cause della morte, l'autorità giudiziaria ha accertato che essa «è stata determinata da una forte combustione attendibilmente divampata a seguito della accensione istantanea del carburante contenuto nel serbatoio dell'ambulanza colpito dal munizionamento tracciante e perforante, utilizzato dai militari italiani; tale combustione è stata ulteriormente alimentata nella parte posteriore dell'ambulanza dalla fuoriuscita dell'ossigeno contenuto in una bombola in dotazione alla medesima, a sua volta raggiunta e perforata da un proiettile»;
dalla formula dell'assoluzione si deduce che l'autorità giudiziaria ha accertato il carattere obiettivamente criminoso del fatto per l'assenza di ogni causa di giustificazione: non si trattava, pertanto, di un'autobomba che si dirigeva a luci spente verso il contingente italiano, fatta esplodere per sventare un attentato, ma di un'ambulanza, che si è incendiata solo ed a causa delle sventagliate di mitragliatrice, esplose dai lagunari della Serenissima con l'arma di reparto; è stato, in tal modo, smantellato il castello di menzogne attraverso il quale si è voluta negare persino l'esistenza stessa del fatto materiale;
è di tutta evidenza, pertanto, che i Ministri Frattini e Martino hanno fornito al Parlamento informazioni non corrispondenti al vero, tali informazioni potrebbero essere state determinate - in tutto od in parte - dalle false comunicazioni che i responsabili della missione italiana hanno reso alla stampa ed all'opinione pubblica, nel tentativo di allontanare da sé la responsabilità per un evento
criminoso che non faceva onore ad una missione militare presentata come intervento di pace ed umanitario;
in tal contesto appare agli interpellanti particolarmente discutibile il comportamento del generale Corrado Dalzini, che il 28 agosto 2004 ha consegnato un encomio al maresciallo Stival «per aver contribuito in maniera determinante al successo dell'operazione» -:
se il Governo abbia risarcito il danno ai familiari delle vittime o, in difetto, se intenda risarcirlo al più presto;
se le regole d'ingaggio applicate dal dispositivo militare italiano prevedessero la necessità di aprire il fuoco anche contro le ambulanze, in deroga all'articolo 191 del codice penale militare di guerra;
se intenda accertare le responsabilità della catena di comando del battaglione lagunari La Serenissima e dei comandanti della missione «Antica Babilonia» nella diffusione di informazioni false all'opinione pubblica e alle autorità politiche ed adottare i rimedi conseguenti;
se non ritenga che l'encomio concesso dal generale Corrado Dalzini al maresciallo Stival, il sottufficiale che ha ordinato di aprire il fuoco contro l'ambulanza, non costituisca un illegittimo atto di compiacimento, dato il carattere criminoso dell'episodio, e se intenda prendere provvedimenti.
(2-00800) «Deiana, Migliore».
(23 ottobre 2007)