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Allegato B
Seduta n. 24 del 12/7/2006
TESTO AGGIORNATO AL 22 SETTEMBRE 2006
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
l'introduzione nell'Unione europea della nuova pratica enologica consistente nell'uso di trucioli di legno in alternativa al tradizionale passaggio in barrique, mirata ad acquisire in tempi rapidi e con notevole abbattimento dei costi di produzione, le caratteristiche tipiche dei vini di qualità, sta per esaurire il prescritto iter procedurale;
la pratica enologica in oggetto, diretta a simulare l'invecchiamento tradizionale e l'affinamento dei vini nelle botti di rovere, era finora vietata ai produttori europei mentre, fra breve - dopo il via libera dell'Unione europea - sarà possibile procurare alcune note aromatiche dei vini di qualità senza, peraltro, attivare quei processi di micro-ossigenazione naturale derivanti dalla permanenza nelle botti;
inoltre le proposte di modifica alla normativa comunitaria di dettaglio, debbono poter coniugare gli interessi di tutte le categorie, imponendo l'obbligo di evidenziare inequivocabilmente le caratteristiche del prodotto, in modo tale che gli spazi di mercato che ciascuno verrà a ritagliarsi siano il frutto di scelte consapevoli dei consumatori;
occorre, quindi, evitare che regole di mercato, per effetto di una incerta disciplina che privilegi anche inconsapevolmente il solo criterio del prezzo, danneggino i nostri prodotti, caratterizzati da un forte legame con il territorio e che costituiscono il risultato di un sapiente utilizzo di tradizionali e affinati processi di aromatizzazione e invecchiamento;
le misure tese a stabilire parità di condizioni con i prodotti vinicoli extraeuropei non possono e non debbono favorire il livellamento verso il basso della qualità del prodotto, ma limitarsi a consentire l'introduzione del nuovo sistema, disciplinandone l'etichettatura secondo termini e modalità che non alterino il naturale processo selettivo di vendita dipendente da libere e informate scelte di mercato;
l'elevata qualità dei risultati conseguita nel settore costituisce un patrimonio la cui tutela, sotto il profilo economico e culturale, non può essere affidata alla sola iniziativa degli operatori attraverso un incremento dei costi a difesa dei prodotti di pregio;
il Comitato gestione vini dell'Unione europea, il 3 maggio 2006, ha espresso parere favorevole alla proposta di regolamento CE, già notificata al WTO e, pertanto, la pressoché certa irreversibilità della procedura in atto suggerisce, quantomeno, che vengano dettate regole precise sul processo di invecchiamento artificiale con truciolati di legno, rese pubbliche attraverso chiare indicazioni da riportare in etichetta;
infatti, mentre la proposta di regolamento prevede dettagliate prescrizioni per l'etichettatura relativa ai vini affinati e invecchiati nei barrique, al contrario, risultano del tutto indeterminate le modalità con le quali gli operatori commerciali del settore potrebbero rendere palese in etichetta l'immissione diretta nel vino di trucioli di legno per migliorare il prodotto sotto il profilo del gusto e dell'aroma;
le difficoltà invocate da quanti ritengono eccessivamente onerosa la menzione in etichetta delle prescritte indicazioni nelle varie lingue dei paesi destinatari, debbono ritenersi pretestuose e non meritevoli di alcuna considerazione, posto che l'interesse precipuo deve essere rivolto alla tutela dei consumatori e dei produttori che operano in armonia con i principi di trasparenza e correttezza;
al contrario, fra le varie misure a difesa della qualità dei prodotti, una soluzione idonea è rappresentata, almeno, dalla possibilità che lo Stato si avvalga
della facoltà di deroga, autorizzata dalla legislazione comunitaria, disponendo il divieto della pratica in oggetto per i vini di qualità e, dunque, per tutti i vini DOC, (denominazione di origine controllata) DOCG (denominazione di origine controllata e garantita) e IGT (indicazione geografica tipica),
impegna il Governo:
ad intervenire presso tutte le sedi comunitarie affinché vengano privilegiate la qualità e le tipicità del vino italiano e tutelato il lavoro dei produttori vinicoli, scongiurando l'introduzione di sistemi produttivi che abbiano come obiettivo il livellamento dei gusti verso il basso;
ad attivarsi per definire, con una apposita normativa nazionale, regole e restrizioni nell'utilizzo della pratica in oggetto, in relazione alle varie categorie vinicole, assicurando il diritto dei consumatori a non essere ingannati attraverso l'adozione di chiare modalità di etichettatura;
ad adottare iniziative volte a precisare l'esclusione della pratica enologica dei trucioli di legno per i vini classificati DOC, DOCG e IGT.
(1-00009) «Realacci, Franceschini, Lion, Alemanno, Tabacci, Cacciari, Stradella, Sereni, Saglia, Leoluca Orlando, Mariani, Bianco, Stramaccioni, Bressa, Soro, Oliverio, Fundarò».
La Camera,
premesso che:
negli ultimi venticinque anni, i primi 5 Paesi europei esportatori di vino (Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) hanno diminuito la loro quota di mercato sul totale delle esportazioni mondiali dal 76 per cento al 65 per cento (-14,5 per cento); a fronte di una crescita dei volumi esportati del 41,0 per cento;
le evoluzioni di cui sopra sono state, di fatto, determinate dalla crescente presenza sul mercato dei cosiddetti Paesi nuovi produttori, primi fra tutti gli USA (dall'1,0 per cento al 4,5 per cento), il Sudafrica (dallo 0,0 per cento al 3,2 per cento) ed i Paesi dell'Oceania (dallo 0,0 per cento al 7,2 per cento) e del Sud America (dall'1,0 per cento al 7,4 per cento);
sempre con riferimento agli ultimi venticinque anni, i consumi di vino si sono fortemente ridotti nei principali Paesi produttori ed esportatori e, in specie, in Francia (-28,3 per cento) e Italia (-38,9 per cento), mentre sono cresciuti in modo significativo nei principali Paesi nuovi produttori e, in particolare, negli USA (+21,2 per cento), in Australia (+44,8 per cento) e in Cina (+295,3 per cento);
dai dati di cui sopra risulta evidente che per un Paese come l'Italia (che, più di altri, ha ridotto i consumi interni) lo sbocco commerciale rappresentato dalle esportazioni ha assunto rilevanza crescente, cosi come è divenuta crescente la concorrenza da parte dei Paesi nuovi produttori;
nonostante la situazione di crescente concorrenza e difficoltà, cui sono esposti i tradizionali Paesi produttori europei, la Commissione UE, lo scorso 10 marzo, ha sottoscritto, a Londra, un accordo bilaterale con gli USA (ossia con uno dei principali Paesi nuovi produttori e, quindi, principali Paesi concorrenti) per consentire l'importazione nella UE di vini americani ottenuti con pratiche enologiche non ammesse in Europa, tra le quali l'invecchiamento artificiale attraverso l'impiego di trucioli di legno in loco delle tradizionali botti del tipo barrique;
la Commissione UE, a seguito della sottoscrizione del suddetto accordo, nell'ambito del negoziato attualmente in corso per la revisione dell'OCM vitivinicola, ha proposto di estendere l'adozione della stessa pratica enologica anche in Europa e di lasciare agli Stati membri la facoltà di decidere in quale categoria di
prodotti autorizzarla, senza tuttavia prevederne, in nessun caso, l'indicazione in etichetta;
la suddetta proposta della Commissione è stata approvata dalla maggioranza dei delegati nazionali che compongono il Comitato gestione Vino della UE e, per quanto riguarda l'Italia, risulta sia stato espresso l'orientamento di consentire l'impiego dei trucioli per i soli vini da tavola;
la situazione di crescente concorrenza nel settore del vino dovrebbe essere affrontata, in specie nei Paesi di maggiore e più consolidata tradizione produttiva, non tanto sul piano della competitività in base ai costi di produzione, quanto sulla qualificazione dei prodotti espressione delle peculiarità produttive dei territori d'origine;
alla luce di quanto sopra risulta evidente che l'apertura a pratiche enologiche come quella che prevede l'uso dei trucioli di legno in loco dell'invecchiamento in botte è da considerare unicamente ispirata ad una logica di breve periodo, volta a fare fronte a situazioni di competitività contingenti, ma, di fatto, destinata a negare strategie di sviluppo di lungo periodo fondate sulla tutela e sulla valorizzazione delle nostre produzioni vitivinicole;
impegna il Governo:
ad adottare tutte le iniziative necessarie, affinché nell'ambito della imminente riforma dell'OCM vitivinicola non sia introdotta la possibilità di fare ricorso all'impiego dei trucioli di legno, in luogo delle tradizionali tecniche di invecchiamento in botte, ovvero, il ricorso a tale pratica sia sempre e comunque indicato in etichetta;
ad adottare tutte le iniziative necessarie, affinché la Commissione UE, nelle sedi WTO, richieda che i prodotti vitivinicoli ottenuti con l'impiego di trucioli di legno e più, in genere, con pratiche enologiche non ammesse nella UE, possano accedere sul mercato comunitario solo recando l'indicazione in etichetta di dette pratiche;
ad adottare tutte le iniziative affinché sia presso la Commissione UE, sia nelle sedi WTO, sia nell'ambito di accordi bilaterali, siano definite regole precise che prevedano che l'utilizzo di diciture tradizionali o di menzioni di qualità di vini di Paesi terzi, in specie nei soli casi in cui lo stesso è riconosciuto dalla normativa interna del Paese d'origine, non costituisce un caso di concorrenza sleale e non trae in inganno il consumatore riguardo all'origine, alla natura o alla qualità del vino.
(1-00010) «Maroni, Dozzo, Alessandri, Allasia, Bodega, Bricolo, Brigandì, Caparini, Cota, Dussin, Fava, Filippi, Fugatti, Garavaglia, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Lussana, Montani, Pini, Pottino, Stucchi».
La Camera,
considerato che:
la missione ISAF in Afghanistan, alla quale l'Italia partecipa dall'anno 2001, è stata costituita su mandato del Consiglio di Sicurezza dell'ONU con la Risoluzione n. 1386 del 2001; questa, come previsto dall'allegato 1 all'accordo di Bonn, ha autorizzato la costituzione di una forza di intervento internazionale con il compito di garantire, nell'area di Kabul un ambiente sicuro a tutela dell'allora autorità provvisoria (guidata da Hamid Karzai, tuttora capo del Governo) e del personale delle N.U. colà impegnato;
il mandato è stato rinnovato sino ad oggi nel tempo da una serie di successive risoluzioni;
il Consiglio del Nord Atlantico MAC ha deciso la assunzione da parte della NATO il 16 aprile 2003 del Comando, del coordinamento e della pianificazione delle operazioni ISAF;
la Risoluzione 1510 del 13 ottobre 2003 autorizza l'espansione delle attività dell'ISAF anche al di fuori dell'area di Kabul;
all'operazione prendono parte circa 9.000 uomini di 30 nazioni diverse, il 95 per cento dei quali di provenienza NATO;
l'Italia è presente con proprie forze sia a Kabul, con compiti di sicurezza, bonifica di esplosivi ed armi chimiche, sia ad Herat per garantire la sicurezza e l'attività di P.R.T.;
la presenza e l'attività delle forze impegnate nell'operazione hanno favorito il progressivo sviluppo delle iniziative istituzionali democratiche, il mantenimento in zone sempre più ampie di un accettabile livello di sicurezza e hanno consentito la progressiva realizzazione di strutture afgane per la governance, una propria organizzazione di polizia e di forze armate, una organizzazione della giustizia (sotto egida italiana), il contrasto alla produzione e al traffico di stupefacenti;
il successo dell'attività di numerosi P.R.T. dislocati nell'area settentrionale e centrale del Paese ha consentito il progressivo sviluppo delle attività commerciali, la riapertura di tutti gli istituti di formazione scolastica e un generale progressivo miglioramento della qualità della vita;
ritenuta la necessità di allargare l'area di libertà, di pace, di sicurezza e di progresso civile alle aree non ancora «pacificate», al fine di garantire il successo completo alle iniziative di democratizzazione del Paese, come era nelle intenzioni dell'accordo di Bonn;
impegna il Governo
a considerare favorevolmente le richiesta di integrazione della partecipazione italiana all'operazione ISAF, provenienti dall'ONU o dalla NATO, e a riferire tempestivamente in proposito al Parlamento.
(1-00011) «La Russa, Gamba, Briguglio».
La Camera,
premesso che:
priorità della Repubblica, anche da quanto risulta dall'articolo 1 della Costituzione italiana, deve essere il lavoro, fondamento primo della Nazione;
il Governo ha sempre indicato essere nel proprio programma come punto imprescindibile la tutela dei lavoratori, anche tramite metodi di concertazione con le parti sociali;
il posto di lavoro di molti dipendenti dei Consorzi agrari è ora, invece, posto in grave pregiudizio dalle misure di riforma degli stessi consorzi, inserite nel decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, non prevedendo più la possibilità per essi di usufruire della mobilità in enti privati e pubblici;
il problema dei Consorzi agrari non può essere risolto in modo semplicistico, trascurando di considerare il fattore occupazionale, elemento che l'attuale maggioranza indica da sempre come suo valore caratterizzante
impegna il Governo
a costituire immediatamente un tavolo che coinvolga le parti sociali per discutere l'adozione di iniziative a tutela dei dipendenti dei Consorzi agrari.
(1-00012) «Bellotti, Buonfiglio, Catanoso, Cosenza, Patarino, Lamorte, Giorgio Conte, Migliori, Menia, La Russa, Briguglio».
Risoluzioni in Commissione:
La VIII Commissione,
premesso che:
è urgente affrontare il nodo dello stato di realizzazione dei progetti relativi alla salvaguardia di Venezia e il loro iter nell'immediato e nel futuro prossimo;
il Comitatone appositamente creato è composto da vari Ministri ed attribuisce al Comune di Venezia un ruolo specifico;
prima di riunire il Comitatone sarebbe bene, come richiesto dal Comune, svolgere un puntuale lavoro istruttorio, in modo che coloro che devono decidere possano farlo sulla base di ipotesi collegialmente predisposte,
impegna il Governo:
coinvolgere fin da subito nel lavoro istruttorio tutti i Ministri interessati e non solo il Ministero dei lavori pubblici e delle infrastrutture;
dare risposte immediate e chiare alle richieste avanzate dal Comune di Venezia riguardo il suo pieno e fattivo coinvolgimento.
(7-00024) «Bandoli, Zanella, Francescato, Balducci, Camillo Piazza, Cacciari».
La IX Commissione,
premesso che:
da oltre un decennio è aperto il dibattito sulla nuova linea ferroviaria Torino-Lione, inserita nelle scelte prioritarie dell'Unione europea ed assunta come obiettivo dei due Stati;
il Governo italiano, nell'affermare la necessità di potenziamento dei collegamenti tra Italia e Francia per sostenere, dal punto di vista infrastrutturale, le esigenze di crescita economica del nostro Paese, conferma la necessità della scelta prioritaria della ferrovia per il trasporto delle merci, assumendo i necessari interventi, indispensabili per colmare un ritardo sempre più drammatico nella capacità dei sistemi su ferro di recuperare quote di mercato;
circa la nuova linea ferroviaria Alta Capacità Torino-Lione, si prende inoltre atto degli impegni già formalmente assunti tra gli stati italiano e francese, nel rispetto delle indicazioni dell'Unione europea sul «Corridoio 5», concentrando ogni sforzo sul miglioramento del progetto, per massimizzarne le ricadute positive, minimizzarne gli impatti ambientali ed assicurarne una cantierizzazione sostenibile;
ribadito che:
in un momento come l'attuale, assolutamente critico per l'economia, risulterebbe sbagliato rinunciare ad una straordinaria opportunità di rafforzamento strutturale come quella offerta dal nuovo collegamento transalpino e dall'inserimento nel «Corridoio 5».
impegna il Governo:
a mettere a punto una posizione ufficiale, da presentare e sostenere autorevolmente, in tutte le sedi competenti ed anche tramite iniziative presso la società Ferrovie, che rispetti i seguenti indirizzi:
conferma di una esplicita e ferma opzione ferroviaria, che deve portare ad un riequilibrio tra le scelte modali gomma-ferro, sottolineato che tale opzione non potrà risolversi solo nella realizzazione di infrastrutture ma dovrà estendersi ad innovazioni normative e tariffarie riguardanti il trasporto di merci atte ad incentivare l'uso della ferrovia, in assenza delle quali non ci si potrà attendere risultati apprezzabili;
esercitare il massimo impegno nei confronti dei competenti organismi dell'Unione europea perché si definisca e si renda operativa la cosiddetta normativa «Eurovignette», che ha indicato le linee guida sul riequilibrio modale per tutti i governi;
il perseguimento di politiche specifiche per le aree alpine, volte alla tutela dell'ambiente dall'inquinamento da traffico e al contingentamento del transito di mezzi pesanti, specialmente nei trafori stradali e autostradali, teatro in anni recenti di gravi incidenti, riconsiderando l'adesione dell'Italia al protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi;
la realizzazione, contestuale alla cosiddetta «gronda merci di Torino», della bretella multimodale di Corso Marche,
già oggetto di protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte, la Città di Torino, i Comuni dell'area metropolitana Ovest e la Camera di Commercio, in data 18 luglio 2005, al fine di consentire, mediante la nuova linea, un idoneo accesso al Passante torinese e allo scalo merci di Orbassano;
definire, unitamente alla Regione Piemonte ed all'interno del progetto di «Servizio Ferroviario Metropolitano» un credibile e rigoroso programma di potenziamento del traffico passeggeri sulla linea storica, con relative strutture di accompagnamento (parcheggi di interscambio, eventuali nuove fermate, eccetera) in grado da subito, ma soprattutto a seguito dell'aumento di capacità disponibile sulla linea storica dovuto all'entrata in servizio della nuova linea, di ridurre il traffico veicolare pendolare, migliorando il servizio di trasporto pubblico offerto ai residenti ed al turismo;
impegno nel reperimento di adeguate risorse per il rinnovo ed il potenziamento del materiale rotabile, con particolare riferimento alle locomotive politensione, al fine di massimizzare l'efficacia degli interventi infrastrutturali attivati sul corridoio;
intervenire presso il Governo francese e i gestori ferroviari perché, considerato l'interesse riscosso dalla sperimentazione dell'Autostrada Ferroviaria Alpina di trasporto intermodale e per renderla maggiormente attrattiva nei confronti delle società di trasporti, si preveda la rilocalizzazione del terminale francese in prossimità di Lione;
supporto con ogni sforzo al lavoro dell'Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione, affinché siano garantite la condivisione delle scelte attraverso la concertazione e il confronto continuo con le comunità locali, in un'ottica di massima trasparenza ed efficienza.
(7-00023) «Giorgio Merlo».