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Allegato B
Seduta n. 241 del 13/11/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta immediata:
FABRIS, SATTA, DEL MESE, GIUDITTA, D'ELPIDIO, CIOFFI, ROSSI GASPARRINI, ADENTI, AFFRONTI, MORRONE, PICANO, ROCCO PIGNATARO, LI CAUSI e CAPOTOSTI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 37 del decreto legislativo n. 276 del 2003 disciplina la possibilità di ricorrere al lavoro intermittente (o a chiamata) per particolari periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell'anno;
si tratta di una disposizione particolarmente importante e utile per tutti gli operatori di quei settori che necessitano di un surplus di personale in particolari periodi, spesso a cadenza ciclica, come nel caso di ristoratori, albergatori e operatori commerciali, in genere nei periodi di maggior afflusso turistico;
si tratta, inoltre, di una norma cruciale grazie alla quale viene evitato da molte aziende il ricorso al lavoro nero per sopperire alle esigenze di surplus di personale;
pur tuttavia, non sembra che gli effetti benefici prodotti per l'economia nazionale da tale norma abbiano ottenuto adeguata considerazione nell'ambito del protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività -:
se quanto descritto dalla presente interrogazione corrisponda al vero e in tal caso quali iniziative il Governo intenda assumere per venire incontro alle esigenze di tutti quegli operatori economici e commerciali che si avvalgono di prestatori di lavoro per particolari periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell'anno, considerata la necessità di dover abbattere l'annoso problema derivante dall'ampliamento delle sacche di lavoro nero in molti settori dell'economia nazionale.
(3-01421)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XI Commissione:
PAGLIARINI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
l'imprenditore egiziano Naguib Sawiris acquistò due anni fa dalla principale impresa di fornitura energetica pubblica italiana, ENEL, la quota residua del 26 per cento nella Weather investment, che controlla al 100 per cento Wind Telecomunicazioni S.p.A., senza assicurare di fatto né le necessarie garanzie occupazionali né quelle sugli investimenti;
Wind Telecomunicazioni S.p.A., ha recentemente presentato uno studio di fattibilità su possibili trasferimenti da Milano a Roma dell'attività di staff e delle attività di eccellenza relative alla telefonia fissa, finora ubicate in gran parte nel comprensorio milanese;
Wind intende vendere le cosiddette «torri» (vale a dire le stazioni radio base, cioè le antenne funzionali alla trasmissione dei segnali per raggiungere gli apparecchi cellulari) con l'unico obiettivo, secondo le organizzazioni sindacali, di incamerare risorse;
nell'ultimo quadriennio l'azienda ha avviato vari interventi di ristrutturazione, che hanno portato, sempre secondo la denuncia delle organizzazioni sindacali, all'uscita in media di circa 500 lavoratori l'anno;
pur trattandosi di un'azienda in crescita negli Asset Customer-Operation-Rete e IT la stessa azienda ha rilevato la necessità di un diverso modello organizzativo nell'ambito di Customer-Operation che ha previsto la riduzione da 5 a 4 call center e condotto alla terziarizzazione del call center di Sesto San Giovanni costituito da 275 lavoratori;
i lavoratori Wind subiscono drammaticamente gli effetti dei più complessivi interventi di politica industriale che hanno
messo a dura prova l'intero settore delle telecomunicazioni nel nostro Paese -:
se il governo intenda attivarsi nei confronti di Wind Telecomunicazioni S.p.A., al fine di valutare l'opportunità di bloccare i trasferimenti dalla sede milanese a quella di Roma, tutelando nel contempo l'integrità di Wind Telecomunicazioni S.p.A., garantendone gli attuali livelli, occupazionali.
(5-01758)
BUONTEMPO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
l'Associazione nazionale combattenti e reduci, eretta con regio-decreto 24 giugno 1923, n. 1371 in ente morale avente personalità giuridica, è soggetta alla vigilanza della presidenza del Consiglio dei ministri e della Corte dei conti cui vengono sottoposti - tra l'altro - i bilanci;
l'Associazione è articolata in federazioni provinciali che svolgono attività d'impresa creando apposite società per il perseguimento degli scopi statutari (Statuto ANCR firmato dal Presidente della Repubblica), l'unica storica attività svolta direttamente dai propri dipendenti e quella di vigilanza privata tramite la propria articolazione denominata Istituto Vigilanza Urbe (ente morale con regio-decreto del 1932) pur se svolgono attività in senso lato d'impresa, costituiscono articolazioni locali dell'Associazione nazionale combattenti e reduci, che rimane tuttavia titolare di una esclusiva personalità giuridica rispetto alle proprie articolazioni ed in particolar modo con l'Istituto di Vigilanza Urbe che impiega circa 850 lavoratori con fatturato che ha raggiunto anche i 50 milioni di euro; è un'unica realtà fiscale, tanto che utilizza la stessa partita Iva, lo stesso codice fiscale e lo stesso regolamento interno dell'Associazione nazionale combattenti e reduci;
va specificato che l'Associazione è definita ente pubblico da numerosi elementi normativi e non (fra gli altri legge 18 agosto 1978, n. 481 e compendio del Ministero dell'economia e delle finanze. Dipartimento della Ragioneria generale
dello Stato, ispettorato generale di Finanza, avente ad oggetto «Enti ed organismi pubblici non territoriali, diversi dagli organi costituzionali»), tanto che alcuni dipendenti hanno potuto usufruire dei benefici previsti dal decreto-legge n. 165 (mobilità inter-ente);
con decreto datato 4 agosto 1995, dal Ministero della difesa di concerto con i Ministeri del tesoro, del lavoro e della previdenza sociale si disponeva l'obbligo da parte dell'ANCR di iscrivere tutti i dipendenti da tale data alla Cassa previdenza enti locali (oggi INPDAP) dando la facoltà ai dipendenti assunti precedentemente di poter trasferire la propria posizione previdenziale presso la sopra citata Cassa;
da tre anni circa sono in corso iniziative degli amministratori dell'Associazione aventi come obiettivo la cessione del ramo di azienda ad altri soggetti esercenti la medesima attività, attraverso trattative di tipo privatistico senza l'esperimento di apposita procedura ad evidenza pubblica giustificando queste iniziative e, supportandole con una crisi di fatturato dovuta alla perdita di numerosi appalti; tale giustificazione appare inverosimile in quanto negli anni sono state acquisite dall'ANCR, tramite il suo braccio finanziario «Finurbe», numerose società di Vigilanza che attraversavano una profonda crisi (Metro Security Express eccetera come rilevato dalla relazione della Corte dei Conti per il biennio 2001/2002 e «Metronotte Città di Roma» acquistata in profonda crisi, risanata e portata a livelli d'eccellenza tanto da avere un fatturato annuo di 33 milioni di euro circa ed alienandola ad un prezzo ridicolo); si precisa anche che la «Metronotte Città di Roma», oggi società cooperativa, conta tra i suoi «soci fondatori» Dirigenti che hanno mantenuto incarichi in entrambe le realtà contemporaneamente contravvenendo a quanto previsto da leggi vigenti;
anche i magistrati della Corte dei conti (relazione anni 2003/2004/2005) ha rilevato numerose anomalie e carenze nei dati forniti dalla Dirigenza ANCR;
oggi è in corso presso il Tribunale ordinario di Roma - Sezione fallimentare - un procedimento per la dichiarazione di insolvenza dell'Istituto di Vigilanza dell'Urbe che viene artificiosamente disgiunto dall'ANCR che porterà la precarizzazione degli 850 lavoratori dell'IVU che, ricordiamo, godono per legge (Ministero del lavoro e Ministero previdenza sociale - Lettera 41083-XXVII-22 del 21 novembre 1949 e regio decreto-legge del 4 ottobre 1935 n. 1827 articolo 40 n. 2 e della legge n. 264 del 29 aprile 1949 articolo 32) della stabilità di impiego che esenta dal pagamento della disoccupazione involontaria;
tali gravi tensioni finanziarie sono dovute principalmente a dismissioni di servizi svolti e a mancate partecipazioni a gare promosse da committenti pubblici e privati favorendo in piú occasioni la «Società Cooperativa Metronotte Città di Roma» depauperando quindi il portafoglio clienti dell'ANCR - IVU tanto da far pensare ad un disegno preordinato teso alla svendita e privatizzazione dell'Istituto da parte degli amministratori in carica;
quali iniziative di propria competenza intenda assumere per risolvere i problemi descritti in premessa.
(5-01759)
ROCCHI e DIOGUARDI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
con un opuscolo inviato a tutti i pensionati, l'Inpdap comunica che a partire dal 1o novembre prossimo tutti potranno accedere alle prestazioni erogate dalla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell'ente medesimo, in virtù del decreto ministeriale n. 45/07;
l'iscrizione, si precisa, è volontaria e comporta una spesa, dal mese di novembre, pari allo 0,15 per cento dell'importo lordo di pensione, mentre è gratuita per importi inferiori a 600 euro mensili;
per chi non intende iscriversi alla Gestione unitaria vi è l'obbligo di compilare il modulo di non adesione, che si
trova all'interno dell'opuscolo, e consegnarlo via fax o per posta, entro e non oltre il 31 ottobre alla sede provinciale o territoriale Inpdap, in caso contrario l'adesione scatterà automaticamente;
in questo modo, al di là dell'esiguità della cifra e del merito di tale provvedimento, molti pensionati rischiano, per non aver letto l'opuscolo o perché si dimenticano di inviare la lettera di non adesione, di essere iscritti automaticamente alle prestazioni erogate dalla Gestione unitaria con la relativa detrazione dalla pensione -:
se, non si ritenga che la procedura prevista sia lesiva dei diritti dei pensionati che, a parere dei sottoscritti, avrebbero al contrario dovuto inviare una lettera di eventuale adesione alle prestazioni di cui sopra e cosa s'intenda fare, con la dovuta e necessaria urgenza, per porre rimedio a tale situazione.
(5-01760)
LO PRESTI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la legge 34 del 2005 sul riordino della professione dei dottori commercialisti e dei ragionieri commercialisti, (attraverso la unificazione degli albi), prevedeva l'attribuzione della delega al governo per i provvedimenti relativi alla eventuale unificazione delle rispettive casse di previdenza;
la delega avrebbe dovuto essere esercitata entro il 31 marzo 2007. Decorso tale termine si è venuta a creare una condizione di vuoto normativo che ha ingenerato una situazione di stallo nel processo di unificazione delle casse previdenziali dei professionisti in questione;
si è determinata una vera e propria discrasia nel rapporto di derivazione che legava la unificazione delle casse alle unificazioni degli ordini con la conseguente alterazione dei delicati equilibri tra i due ordini professionali che mette a rischio di fallimento il progetto di unificazione voluto dal legislatore e dai professionisti -:
quali sono, le, ragioni del mancato esercizio della delega e quali iniziative intende adottare per provvedere rapidamente ed entro il 1o gennaio 2008 alla regolamentazione dei diritti previdenziali dei dottori commercialisti e dei ragionieri commercialisti.
(5-01761)
FABBRI e PAOLO RUSSO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
nel corso dell'ultimo anno gli organi periferici del Ministero del lavoro hanno effettuato visite ispettive presso alcune aziende per verificare se i contratti a progetto avessero le caratteristiche previste dalla legge 14 febbraio 2003 n. 30, detta anche Legge Biagi;
si apprende da organi di stampa e precisamente da Il Mattino del giorno 1o agosto 2007 che l'Ispettorato del lavoro della Provincia di Napoli ha dichiarato di aver effettuato nel corso dei primi 7 mesi dell'anno 3.341 controlli presso aziende che avevano rapporto con contrattisti a progetto. Lo stesso Ispettorato dichiara che il 100 per cento dei controlli ha avuto un responso negativo, cioè che il 100 per cento dei contratti sono «falsi contratti a progetto», e quindi devono essere convertiti in contratti a tempo indeterminato, con l'obbligo da parte delle aziende di assumere i lavoratori e pagare le sanzioni;
analizzando i dati ufficiali comunicati dall'Ispettorato del lavoro della Provincia di Napoli e conoscendo la realtà lavorativa di molte aziende del napoletano, sorge il dubbio che gran parte dei risultati derivanti dalle ispezioni effettuate nel territorio della provincia di Napoli possano essere viziati da un pregiudizio nei confronti delle aziende che hanno sottoscritto contratti a progetto;
risulta, inoltre, che gli Ispettori hanno, tra le altre anche sanzionato una
delle società italiane di sondaggi di opinione, la IPR Marketing, con sede operativa a Pozzuoli, in provincia di Napoli, perché ha utilizzato, tra l'altro solo in determinati periodi dell'anno e non in maniera continuativa, intervistatori telefonici con contratto a progetto, nonostante la circolare del Ministro Damiano n. 17 del 14 giugno 2006 preveda in maniera esplicita che le società di sondaggi possono utilizzare la tipologia di lavoro a progetto per quanto riguarda gli intervistatori telefonici -:
se, nell'avviare un'indagine conoscitiva per accertare i fatti di cui sopra, e precisamente se quanto contestato alle aziende sia pretestuoso, immotivato, infondato e privo di pregio giuridico, non ritenga opportuno intervenire urgentemente per verificare la correttezza dell'operato degli ispettori del lavoro della provincia di Napoli, sia in relazione al dato generale e anomalo - comunicato dall'Ispettorato del lavoro - che il cento per cento delle ispezioni effettuate nel periodo gennaio-luglio 2007 aventi come oggetto i contratti a progetto ha generato una sanzione per le aziende, sia nello specifico dell'azione ispettiva messa in atto nei confronti dell'Istituto di sondaggi IPR Marketing.
(5-01762)