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Allegato B
Seduta n. 243 del 15/11/2007
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il decreto legislativo del 25 luglio del 2005 n. 151 recante «Attuazione della direttiva 2002/95/CE, della direttiva 2002/96/CE e della direttiva 2003/108/CE, relative alla riduzione dell'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti», stabilisce misure e procedure finalizzate a: prevenire la produzione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, di seguito denominati RAEE, promuovere il reimpiego, il riciclaggio e le altre forme di recupero dei RAEE, in modo da ridurne la quantità da avviare allo smaltimento, migliorare, sotto il profilo ambientale, l'intervento dei soggetti che partecipano al ciclo di vita di dette apparecchiature, quali, ad esempio, i produttori, i distributori, i consumatori e, in particolare, gli operatori direttamente coinvolti nel trattamento dei RAEE; ridurre l'uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche;
a partire da lunedì 12 novembre 2007, gli esercizi commerciali hanno iniziato ad applicare al prezzo degli elettrodomestici e degli altri prodotti elettrici in vendita, il contributo alla raccolta e al riciclaggio degli elettrodomestici e delle apparecchiature elettroniche;
i cittadini devono consegnare gli apparecchi usati ai servizi di nettezza urbana dei Comuni, (oppure ai negozi, se svolgono il servizio per conto del cliente) i quali, con spese a carico dei consumatori e delle aziende di produzione, girano ai riciclatori, ovvero ai consorzi di produttori, questi rifiuti difficili da trattare;
tale disposizione desta indubbia perplessità in considerazione che i cittadini o i consumatori sono già soggetti ad una imposta quelle per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, abbreviata in TARSU e prevista dal decreto legislativo n. 507 del 1993, che include anche i rifiuti elettrici;
appare conseguentemente inopportuno addebitare doppiamente una imposta come quella sui rifiuti elettrici, che come infatti predetto è in realtà già prevista;
secondo quanto riportato da un articolo del quotidiano: Il Sole 24 Ore, pubblicato domenica 11 novembre 2007, sul medesimo argomento, i consumatori iniziano a pagare il contributo suesposto per lo smaltimento degli elettrodomestici o altri prodotti elettronici non più utilizzabili, a partire, come precedentemente riportato da lunedì 12 novembre, ma il servizio di raccolta partirà effettivamente dai primi di gennaio 2008, in quanto la normativa a tal proposito ha concesso ai Comuni un periodo di tempo, necessario, per allestire le «piazzole ecologiche» in cui i consumatori o i negozianti dovranno portare gli elettrodomestici o altri prodotti elettronici fuori uso;
il medesimo articolo descrive in realtà le notevoli difficoltà in cui attualmente si trovano sia i Comuni, a causa del grave ritardo con cui stanno procedendo al predetto allestimento delle «piazzole ecologiche» che con ogni probabilità non rispetteranno i tempi previsti per l'allestimento, (secondo una stima dell'Associazione nazionale dei Comuni, l'85 per cento delle circa 800-1000 piazzole ecologiche sparse lungo la Penisola non è preparato alla novità); l'Associazione delle catene di vendita di elettronica al consumo AIRES, che ha minacciato di non procedere al ritiro degli elettrodomestici, se i Comuni non provvederanno alla realizzazione delle piattaforme per lo stoccaggio entro fine anno;
la suesposta vicenda rappresenta in maniera emblematica, l'evidente confusione del sistema normativo in campo ambientale e in particolare della legislazione
in materia di smaltimento dei rifiuti, che paralizza l'industria ambientale, «assediata» da leggi in sovrapposizione e spesso in contraddizione, che rendono ancora più aleatorio le difficoltà con cui l'imprenditore che opera nel settore ambientale è costretto a svolgere la professione, come evidenziato manifestamente anche dal ritardo con cui le disposizioni in materia di riciclo degli elettrodomestici o di altri prodotti elettronici, entreranno in vigore a causa delle complessità legislative in materia ambientale; inoltre a rendere ulteriormente più difficoltoso l'intero scenario per la raccolta degli elettrodomestici o di altri prodotti elettronici non più utilizzabili, vi è la conferma da parte dell'ASSORAEE (i riciclatori aderenti alla Fise) che evidenzia il disagio con cui i negozi e gli ipermercati svolgono tale compito, in quanto possono accumulare soltanto piccole quantità di elettrodomestici vecchi ritirati dai clienti, trattandosi di rifiuti e per accumularli è necessario l'autorizzazione allo stoccaggio che si concede alle aziende di rifiuti, con il rischio che una eventuale ispezione, possa concludersi con una denuncia penale per stoccaggio abusivo di rifiuti pericolosi;
a giudizio dei rappresentanti dell'ASSORAEE inoltre, gli apparecchi vecchi dovrebbero essere portati ai singoli centri di raccolta dei singoli Comuni di appartenenza di ciascun cliente, con fotocopia di un documento del cliente che ne attesti la residenza, pena sanzioni e sovraccosti pesanti;
anche l'Associazione delle catene di vendita di elettronica al consumo, che raggruppa i sette gruppi leader del settore in Italia, con oltre 2.200 negozi AIRES, ha sollecitato ripetutamente il Governo, ad un rapido intervento al fine di rendere maggiore chiarezza per le norme sul riciclo degli elettrodomestici o di altri prodotti elettronici, che appaiono all'interrogante, indubbiamente impostate su una logica schizofrenica e incomprensibile, non ottenendo alcuna significativa risposta in merito;
rimangono in attesa di emanazione ancora 13 decreti attuativi del decreto legislativo 151 del 2005, molti dei quali di fondamentale importanza in quanto sono necessari per definire sia le modalità di finanziamento del sistema della gestione dei rifiuti di apparecchiature di illuminazione, sia la determinazione degli oneri per il monitoraggio del sistema, nonché l'istituzione del Registro dei produttori ed il funzionamento del Comitato di vigilanza e controllo e del Comitato di indirizzo;
se non ritenga urgente ed opportuno, prevedere attraverso un provvedimento legislativo ad hoc, la sospensione delle norme sul riciclo degli elettrodomestici esposte in premessa, nonché del contributo che i consumatori pagano a partire da lunedì 12 novembre 2007, in aggiunta al prezzo finale di acquisto del prodotto elettronico a titolo di contributo RAEE, in considerazione della già prevista imposta per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, detta TARSU, che include pertanto anche lo smaltimento dei rifiuti elettrici;
se non ritenga altresì urgente, disporre una verifica dell'intero impianto normativo sul riciclo dei rifiuti elettrici, in considerazione delle evidenti problematiche ed inefficienze che le disposizioni previste in materia in termini di applicazione stanno manifestando, con gravi danni al settore commerciale, delle imprese di riciclo dei rifiuti, degli stessi consumatori e delle stesse finalità che la legge intende tutelare;
se non ritenga infine, in caso contrario, provvedere urgentemente all'emanazione dei restanti decreti attuativi del decreto legislativo n. 151 del 2005, la cui rilevanza rappresenta una legittima ed evidente aspettativa da parte dei soggetti esposti in premessa e direttamente coinvolti dalla normativa in materia di rifiuti elettrici, ma che tuttavia non eliminano le incertezze e le falle che complessivamente la normativa in questione evidenzia nella sua totalità.
(2-00846) «Di Cagno Abbrescia».
Interrogazioni a risposta scritta:
SCOTTO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'emergenza rifiuti in Campania ha assunto ormai un carattere sistemico e appare lontano un ritorno all'ordinario che restituisca ai cittadini una corretta e trasparente gestione del ciclo dei rifiuti;
le soluzioni individuate sino ad oggi appaiono misure di tamponamento, nient'affatto inserite dentro un quadro di uscita strutturale dalla crisi e raramente concertate con il territorio;
l'area di stoccaggio delle ecoballe individuata per la Provincia di Napoli dal Commissariato regionale ai Rifiuti, situata in via Cupa del principe a S. Pietro a Paterno rischia di non essere idonea per alcune ragioni indicate dai comitati civici locali, tra cui:
1) l'eccessivo congestionamento del territorio dove insiste un fitto tessuto di piccole e medie imprese, terreni a coltura agricola intensiva, oltre che una base militare statunitense;
2) la presenza ad appena 250 metri della pista di decollo e di atterraggio dell'aereoporto di Capodichino, che potrebbe determinare problemi di sicurezza al traffico aereo, in quanto - come è noto - i siti dei rifiuti attraggono uccelli e volatili di vario tipo, favorendo il fenomeno del bird-strike;
3) Le condizioni geomorfologiche del suolo sono alquanto problematiche, essendo il sito collocato su un territorio collinare e dunque poco adatto per assorbire il percolato prodotto e sprovvisto di vasche di decantazione -:
quali iniziative intenda prendere il Governo per verificare in tempi rapidi l'idoneità del sito individuato per lo smaltimento delle ecoballe in Provincia di Napoli.
(4-05647)
STUCCHI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel gennaio 2007 il sindaco di Pantelleria (Trapani), Salvatore Gabriele, consta all'interrogante che avrebbe autorizzato lo stoccaggio dei rifiuti in un'area prossima a una delle vie principali e più trafficate dell'isola, che viene percorsa per raggiungere l'aeroporto, nonché adiacente al centro urbano;
la discarica, sorta provvisoriamente, doveva essere chiusa in pochi mesi, tant'è che risulta all'interrogante il proprietario del sito avrebbe richiesto nel mese di settembre il ripristino urgente dell'area;
sembra che la discarica contenga oggi circa 70 mila metri cubi di materiale altamente inquinante, nonché circa 800 metri quadrati di magazzini ricoperti da eternit ovvero cemento-amianto;
10 giorni fa la discarica è stata posta sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Pantelleria, che ha poi dovuto provvedere a dissequestrare l'area appena, qualche giorno fa;
oltre che uno spettacolo indecoroso sotto gli occhi di tutti, la discarica che, visto il permanere del deposito dei rifiuti, potrebbe essere definita abusiva rappresenta secondo l'interrogante una minaccia ingiustificata alla salute degli abitanti dell'isola, per la sua alta tossicità -:
di quali informazioni dispongano i Ministri interrogati, in relazione alle rispettive competenze, con riguardo alla vicenda descritta in premessa;
se intendano assumere le opportune iniziative necessarie a smantellare con urgenza la discarica citata.
(4-05651)
CATONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la fondazione Mirror, costituita formalmente a giugno del 2005 su iniziativa della Micron technology Italia con l'adesione di alcuni soggetti pubblici e privati, ha elaborato un progetto denominato «per la fornitura di servizi ecocompatibili alle attività produttive»;
tale progetto, in realtà, riguarda un impianto sperimentale di torcia al plasma, unico al mondo nel suo genere, per lo smaltimento di 240 mila tonnellate di rifiuti industriali pericolosi tossici nocivi, con un costo di circa 150 milioni di euro ed una estensione di 400 mila metri quadri, localizzato nella Marsica, precisamente nel territorio del Comune di Luco dei Marsi (L'Aquila);
il Fucino, situato nella Marsica, è un altopiano a prevalente destinazione agricola, costituito da 14.005 ettari di terreno agrario, suddivisi in circa 500 appezzamenti;
nel settembre 2007 il ministro dello sviluppo economico, a seguito di una nostra interrogazione in merito, riferì in aula che «il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha comunicato che, con un confronto con le competenti autorità centrali e locali, predisporrebbe, nel caso, un approfondimento ispettivo per verificare la conformità di tale ulteriore progetto in relazione alla normativa vigente in campo ambientale»;
attualmente il progetto della Mirror-Micron è presso la Regione Abruzzo per ricevere le relative autorizzazioni;
un manager della Micron ha dichiarato, circa due mesi fa, che il progetto di torcia al plasma originariamente era stato pensato solo per il fabbisogno della stessa Micron e che è stata la Regione Abruzzo a volere un progetto di quelle dimensioni;
nelle scorse settimane si è diffusa la notizia che nella Marsica dovrebbero sorgere impianti di biomassa per la produzione di energia attraverso la combustione di rifiuti;
per la realizzazione di detti impianti, classificati per «energia fonti rinnovabili», è prevista, grazie all'attuale normativa, anche una percentuale di contributo pubblico;
dovrebbero nascere due impianti nel territorio di Avezzano (L'Aquila) per produrre complessivamente 104 Megawatt di energia elettrica, che dovrebbero bruciare complessivamente 410 mila tonnellate l'anno di biomasse, comprese le oleose;
sarebbe previsto un impianto anche nel territorio del Comune di Collarmele (L'Aquila) per la produzione di biodisel da 75 mila tonnellate l'anno di semi di girasole e colza e che dovrebbe bruciare inoltre circa 210 mila tonnellate di residui di lavorazione e residui legnosi per alimentare una centrale elettrica di 35 Megawatt;
due impianti per smaltire complessivamente 95 mila tonnellate dovrebbero sorgere nei Comuni di Trasacco (L'Aquila) e Ortucchio (L'Aquila);
per la loro concentrazione nel territorio della Marsica, che per sua conformazione geografica è un conca (del Fucino), tali impianti potrebbero elevarne il rischio per la salute dell'uomo, per l'ambiente e per l'agricoltura;
potrebbe risultarne danneggiata l'agricoltura nel Fucino e inoltre bisogna tener conto che la quantità di biomassa che dovrebbe essere distrutta non è presente nel territorio marsicano e non trova nelle attuali infrastrutture le adeguate garanzie di sicurezza nel trasporto;
per di più, gli impianti potrebbero essere impiegati per lo smaltimento, oltre che delle biomasse, anche di altre tipologie di rifiuti, come rsu e industriali, eventualità più che probabile in periodi di «emergenza rifiuti»;
infine, come da notizie di stampa, per quanto concerne la regione Abruzzo, il territorio della Marsica è tra i punti più sensibili per gli investimenti delle associazioni malavitose, come del resto testimoniano reati di ecomafia nel territorio riscontrati dalle autorità competenti -:
se esistano per la Marsica anche altri progetti del genere, presentati nei rispettivi ministeri, oltre a quelli elencati;
quali siano le motivazioni secondo le quali il territorio della Marsica può essere soggetto ad una così elevata concentrazione di questi impianti;
se i ministri interrogati sono in possesso di dati scientifici che possano garantire l'assoluta innocuità di tali impianti per l'uomo, l'ambiente e l'agricoltura;
se risulti quali siano le motivazioni secondo le quali l'impianto Micron di torcia al plasma è stato progettato per dimensioni superiori ai propri fabbisogni;
se siano stati inviati gli ispettori del ministero dell'ambiente come annunciato dal ministro dello sviluppo economico.
(4-05668)