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Allegato B
Seduta n. 243 del 15/11/2007
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SALUTE
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
gli interpellanti hanno letto il testo della lettera inviata ieri dal Ministro della salute al sindaco di Torino sulla questione delle narcosale -:
per quale motivo il Ministro abbia appoggiato con dichiarazioni pubbliche, per oltre un mese e mezzo, l'iniziativa portata avanti a Torino sia tramite una mozione di venti consiglieri comunali sia mediante una petizione popolare (promossa da: Associazione Radicale Adelaide Aglietta, Malega9 e Forum Droghe) sottoscritta da oltre un migliaio di cittadini torinesi, per poi decretarne, con una lettera dal contenuto inequivocabile, la brusca fine;
quale sia il testo scritto delle «risposte dei competenti uffici tecnici del ministero» che hanno indotto il Ministro a bloccare l'iniziativa;
se il Ministro sia consapevole che in tutti i Paesi dove sono state create le settanta narcosale attualmente in funzione pur essendo sorti problemi di natura giuridica sulla legittimità di tali strutture non
sono stati tali da portare all'affossamento di tali iniziative di riduzione del danno, bensì al loro rafforzamento;
se il Ministro sia a conoscenza del fatto che dalle audizioni effettuate dalla Commissione Sanità del Comune di Torino non era emersa nessuna indicazione giuridica ostativa all'istituzione della narcosala;
su quali presupposti giuridici il Ministro paventi la violazione delle convenzioni internazionali sugli stupefacenti, derivante dall'istituzione di narcosale;
quale sia la natura del «disagio» che il Ministro afferma di provare al pensiero di permettere a cittadini tossicodipendenti di assumere sostanze acquisite nel mercato criminale in condizioni igieniche decenti e sotto controllo medico; se tale «disagio» sia superiore o inferiore a quello che il Ministro sicuramente prova alla vista di cittadini tossicodipendenti che si drogano sotto i ponti, in mezzo alla strada, in mezzo ai rifiuti, con tutte le conseguenze di carattere sanitario e di ordine pubblico che tale consumo comporta;
se, quando il Ministro giustamente sottolinea la necessità di un «efficace controllo sulla quantità e soprattutto sulla qualità degli stupefacenti assunti», il Ministro stesso vorrà essere rigorosa con il suo pensiero e permettere finalmente quello che in altri Paesi è prassi da decenni, ossia la possibilità per gli operatori sanitari di effettuare test delle sostanze liberamente loro fornite dai consumatori;
quando il Ministro abbia maturato la consapevolezza della necessità ed urgenza di addivenire ad una sperimentazione controllata dell'eroina, visto che non risulta agli interpellanti, negli anni, mesi e settimane scorse, alcuna traccia di questa sua evoluzione di pensiero nelle sue dichiarazioni pubbliche, nei suoi scritti pubblici, nei suoi atti pubblici;
se il Ministro sia consapevole dell'estrema improbabilità che il governo da Lei rappresentato, che non è riuscito in venti mesi ad abrogare la legge Fini-Giovanardi (come gli imponeva il programma su cui tale governo ha chiesto ed ottenuto i voti), possa imporre non solamente all'opposizione ma a parti consistenti della propria maggioranza l'effettuazione di programmi di sperimentazione controllata dell'eroina;
se il Ministro abbia informato del contenuto della lettera inviata al sindaco di Torino il suo collega Paolo Ferrero, che come Ministro della solidarietà sociale ha il compito di espletare tutti gli adempimenti previsti dal testo unico 309 del 1990 in tema di stupefacenti, e che, assieme al Ministro Turco, ha continuato in queste settimane ad appoggiare pubblicamente l'iniziativa torinese per l'istituzione di almeno una narcosala sul territorio cittadino.
(2-00848) «Mellano, Poretti».
Interrogazioni a risposta in Commissione:
PORETTI e MELLANO. - Al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
US Consumer Product Safety Commission, l'ente americano per sicurezza dei prodotti, ha annunciato di aver fatto ritirare 4 milioni di giocattoli prodotti in Cina da Aqua Dots. I giochi sono risultati contenere un agente chimico che se ingoiato può condurre i bambini al coma. I prodotti di Aqua Dots sono stati venduti nelle maggiori catene di negozi degli Stati Uniti fin dall'aprile del 2007, incluso Wal-Mart;
anche in Spagna gli ultimi giocattoli pericolosi fabbricati in Cina e tolti dal mercato sono stati Aqua Dots di Spin Master e Bindeez di Mouse Enterprise. Questi giocattoli sono commercializzati da Toys'r'us, Hasbro e Giochi Preziosi, come informa l'Instituto national del Consumo (ministero della sanità) che ha ordinato il ritiro. Il difetto rilevato in Aqua Dots può produrre un'occlusione intestinale, segnala
il ministero della sanità spagnolo. Bindeez, venduto in Spagna da Giochi Preziosi, è l'altro nome dello stesso prodotto. L'azienda ha informato d'aver richiesto le dovute analisi, dopo un allerta che arriva dall'Australia;
l'Ente cinese per la sicurezza dei prodotti industriali ha confermato che i giocattoli tolti dal commercio negli Stati Uniti ed in Australia facevano ammalare i bambini perché contenevano una sostanza tossica, l'1,4-butanediolo, che una volta ingerito può causare problemi respiratori, perdita di coscienza e perfino coma e morte;
l'Aduc riportando queste notizie ha scritto una lettera al Ministro dello sviluppo economico, Pierluigi Bersani, per sapere se analoghi prodotti siano presenti in Italia e quali siano i risultati, se ce ne sono, delle indagini sui giocattoli sollecitate nei mesi scorsi -:
se i ministri siano a conoscenza di questa situazione e se non ritengano di aumentare i controlli su questi prodotti per bambini provenienti dalla Cina;
se i ministri non ritengano necessario svolgere accurati controlli per verificare se questi prodotti siano già nel nostro mercato e, in caso affermativo, se non sia urgente ritirarli dal mercato.
(5-01783)
VOLONTÈ, LUCCHESE e CAPITANIO SANTOLINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo un articolo apparso sul quotidiano Avvenire dell'8 novembre 2007, alcune «autorità italiane» avrebbero richiesto di registrare il farmaco RU 486 all'Aifa, l'ente di controllo dei farmaci;
nel 2006, nel corso del convegno della Fiapac, la Federazione internazionale degli operatori di aborto e contraccezione, il ministro Emma Bonino e la dottoressa Maura Cossutta, sponsorizzato dalla casa farmaceutica Exelgyn, produttrice della pillola abortiva, avevano preso impegni a favore dell'introduzione della RU 486 in ltalia -:
se corrisponda al vero che autorità italiane avrebbero dato segnali rassicuranti circa la richiesta di registrazione del farmaco RU 486 e quali siano, eventualmente, tali autorità italiane.
(5-01785)
Interrogazioni a risposta scritta:
BALDUCCI e BONELLI. - Al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
gli organi di informazione, il 29 ottobre scorso hanno dato notizia del sequestro da parte del Corpo Forestale dello Stato di un canile, in provincia di Taranto, nel territorio di Statte; con una struttura per duecento posti esso reclude seicento animali, diversi dei quali in evidente stato di malattia e di denutrizione;
il canile è stato sequestrato su denuncia delle associazioni animaliste e dei cittadini, che ne hanno segnalato il degrado; oltre 100 corpi di animali sono stati rinvenuti a poche centinaia di metri dalla struttura;
siamo di fronte all'ennesimo luogo di sofferenza e di morte per gli animali, e sembra che la struttura in questione, in regime di convenzione con il comune di Taranto, ed altri Enti, non abbia da tempo ricevuto da quest'ultimo nessun contributo; gli animali, negli ultimi mesi, sono sopravvissuti grazie alle cure di tre sole volontarie;
a 16 anni dal varo della normativa nazionale per la prevenzione del randagismo e per la tutela degli animali d'affezione, la legge 281 del 1991, spesso non risulta un'assunzione di responsabilità da parte degli amministratori locali, a cominciare dagli assessorati regionali alla sanità. Basti pensare che sovente, in passato, le
regioni non hanno neppure ritirato le somme elargite dalla legge nazionale, che viene rifinanziata ogni anno;
tale legge, una normativa di avanzato profilo europeo, presuppone un forte impegno da parte delle istituzioni, a cominciare dagli enti locali, ma anche da parte del ministero interrogato; a oggi, però, essa è in buona parte disattesa, se non inapplicata, nelle regioni del sud. Risulta evidente la necessità di un monitoraggio continuo e minuzioso sul territorio, per controllare le condizioni degli animali e anche per verificare l'applicazione dell'anagrafe canina;
parimenti, in buona parte inapplicata è la misura della sterilizzazione degli animali in stato di abbandono, misura che il legislatore volle adottare abbandonando la barbara prassi fino ad allora in vigore, cioè l'uccisione di cani e gatti -:
quali misure intenda adottare per la piena applicazione della legge in oggetto e per affrontare la drammatica situazione di molti canili-lager;
in particolare, se non ritenga che quanto accaduto a Statte e in altri canili tristemente balzati alle cronache nazionali, sia indegno di un paese civile;
se non ritenga che il randagismo sia un fenomeno grave, la cui soluzione non può essere rimandata, da affrontare soprattutto con la prevenzione e con una grande determinazione;
se non valuti come priorità la lotta alla speculazione criminosa da parte di privati che hanno trasformato le strutture di ospitalità degli animali in business sulla loro pelle, sovraffollando all'inverosimile le strutture stesse a fini di profitto;
se non valuti dunque opportuno che i comuni esercitino direttamente la gestione dei canili, superando i regimi di convenzione;
se sia a conoscenza del numero, anche approssimativo, dei canili in regime di convenzione e non, presenti nel nostro Paese;
se non intenda attivare da subito controlli capillari su canili e gattili da parte delle autorità di polizia preposte, per accertare le condizioni degli animali;
se non ritenga di dover emanare con estrema urgenza una circolare a tutte la AUSL perché adempiano, senza eccezioni, ai compiti di vigilanza che la legge n. 281 del 1991 impone loro, per evitare le sofferenze degli animali e per evitare che si configurino i reati di maltrattamento e dunque la violazione degli articoli 544-ter e 727 del codice penale;
se non intenda concordare tempestivamente con le regioni e con gli assessorati regionali alla sanità misure per la reale applicazione della legge n. 281 del 1991, con una piena assunzione di responsabilità, in particolare per prevenire i reati di maltrattamento, per l'efficace adozione dell'anagrafe canina per i piani di sterilizzazione;
se intenda garantire l'accesso ai canili da parte delle associazioni di volontariato per favorire le adozioni;
ai fini della prevenzione del randagismo e per garantire il benessere degli animali, se non ritenga di voler adottare la tracciabilità dei cuccioli posti in vendita e provenienti dagli allevamenti, molti dei quali oggi sfuggono a ogni controllo;
se al Governo risulti quali misure abbia adottato l'assessore alla sanità della regione Puglia per la disastrosa situazione, da tempo nota, della struttura di Statte e perché lì si trovino 600 animali, ovvero il triplo di quanti ne possa ospitare e per quali ragioni i comuni convenzionati con la struttura abbiano interrotto l'erogazione dei contributi.
(4-05669)
PELLEGRINO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
è stato registrato ovunque nel mondo un aumento esponenziale del consumo di psicofarmaci per i minori, con incrementi nelle vendite fino a dieci volte negli ultimi
dieci anni, ed è ormai purtroppo acclarata la tendenza all'iper-medicalizzione del disagio di bambini ed adolescenti;
a maggio 2007 sono stati approvati anche in Italia due psicofarmaci destinati ai bambini, il metilfenidato (nome commerciale Ritalin(r)) e l'atomoxetina (nome commerciale Strattera(r));
sull'opportunità di somministrare questi potenti prodotti psicoattivi ai minori la comunità scientifica non è assolutamente concorde, come risulta dalle numerose dichiarazioni di medici, psichiatri e neuropsichiatri infantili, psicologi e pedagogisti, pubblicate su riviste specializzate e su organi di stampa ad ampia diffusione, italiani e stranieri;
l'International Narcotic Control Board dell'ONU ha affermato che «l'uso di sostanze eccitanti quali il metilfenidato-Ritalin per la cura del deficit di attenzione-disturbi d'iperattività (ADHD) è aumentato di un sorprendente 100 per cento in più di 50 paesi. In molti paesi - Australia, Belgio, Canada, Germania, Islanda, Irlanda, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Spagna e Regno Unito - l'uso delle sostanze stupefacenti potrebbe raggiungere livelli alti quanto quelli degli Stati Uniti. Il Consiglio si appella quindi affinché le nazioni valutino la possibile sovrastima dell'ADHD e frenino l'uso eccessivo del metilfenidato-Ritalin»;
l'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l'Agenzia Italiana del Farmaco, ha predisposto una serie di protocolli diagnostico-terapeutici al fine di limitare gli abusi e gli usi impropri di questi psicofarmaci sui minori;
il più rappresentativo consorzio italiano per la farmacovigilanza per l'età pediatrica, «Giù le Mani dai Bambini(r)», composto da centosettanta enti tra i quali dieci prestigiose Università, quindici ordini dei Medici, ed associazioni genitoriali e socio-sanitarie, ha esaminato nel dettaglio questi protocolli ed ha preso una posizione critica, giudicandoli certamente migliori di quelli americani (in USA sono undici milioni i minori sotto terapia) ma comunque del tutto insufficienti a garantire il profilo minimo di sicurezza per i piccoli pazienti;
una delegazione Parlamentare «bipartisan» e mista (Camera-Senato) si è recata a giugno 2007 presso l'Agenzia Italiana del Farmaco, audendo congiuntamente la Presidente dell'AIFA, il Direttore Generale e diversi membri del consiglio di Amministrazione, nonché delegati-dirigenti dell'Istituto Superiore di Sanità, ed ha richiesto formalmente l'attivazione di un tavolo inter-istituzionale di confronto con lo scopo di rivedere in senso più restrittivo tali protocolli;
tale tavolo è stato attivato, pur in ritardo rispetto alle richieste della delegazione Parlamentare, ed è composto da rappresentanti del Ministero della Sanità, dell'Agenzia Italiana del Farmaco, dell'Istituto Superiore di Sanità e del Comitato «Giù le Mani dai Bambini(r)»;
nella seconda metà di settembre la Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale ha richiesto la convocazione in audizione di una serie di membri del Consiglio di Amministrazione e di dirigenti dell'Agenzia Italiana del Farmaco e da parte di alcuni componenti sono state formulate osservazioni critiche circa sospetti conflitti d'interesse con riguardo ad eventuali rapporti con i produttori dei farmaci;
una parte significativa della comunità scientifica e della stessa società civile ha richiesto la modifica in senso restrittivo di questi protocolli, e non è chiaro il motivo per il quale sia l'ISS che l'AIFA siano di fatto indisponibili ad apportare tali modifiche, ovvero siano disponibili solo formalmente, in quanto in oltre cinque mesi di lavoro al tavolo congiunto ogni specifica richiesta di revisione dei protocolli è stata sistematicamente disattesa dagli organismi di controllo sanitario, e non uno dei rilievi critici ad essi notificati si sia tradotto in nuove misure di sicurezza a tutela dei piccoli pazienti -:
se, il Governo, intenda assumere provvedimenti per verificare la sussistenza
di quanto anzi premesso e se confermato, ritenga opportuno:
a) provvedere alle più opportune ed approfondite verifiche - anche patrimoniali - su tutti gli specialisti componenti detto tavolo tecnico interistituzionale, sia di parte AIFA che di parte ISS, al fine di fugare i sospetti di potenziale conflitto d'interesse già apparsi su alcuni organi di stampa, sospetti tali da recare nocumento alla credibilità delle nostre istituzioni;
b) disporre comunque - trattandosi di incarichi delicati afferenti la predisposizione e la valutazione di meccanismi atti a garantire il diritto alla salute dei bambini - affinché tali professionisti siano obbligati a render noto - ora ed in futuro, per preciso obbligo di trasparenza verso la cittadinanza - ogni legame di ordine finanziario o di qualunque altro genere con le aziende produttrici dei farmaci in discussione, ivi inclusi contratti di ricerca od accordi di sostegno siglati dai dipartimenti universitari e/o dagli istituti di ricerca ove essi prestano servizio;
c) disporre per la sospensione immediata ancorché temporanea della somministrazione di tali psicofarmaci ai minori, dal momento che i protocolli che ne regolano la somministrazione sono stati da più d'un autorevole fonte giudicati ancora insoddisfacenti, e che somministrare detti prodotti psicoattivi ad un minore senza i requisiti minimi di sicurezza potrebbe creare grave nocumento alla salute del piccolo paziente stesso;
d) sollecitare poi detto tavolo tecnico interistituzionale a dare esito senza ulteriore ritardo alle modifiche in senso più restrittivo dei protocolli per la somministrazione di psicofarmaci ai minori nel nostro paese, al fine di garantire che tali prodotti siano utilizzati solo ed esclusivamente come ultima risorsa terapeutica, sotto stretto e continuo controllo medico, per periodi limitati di tempo, e privilegiando comunque approcci validati scientificamente ma non farmacologici per la risoluzione del disagio dei più piccoli.
(4-05675)