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Allegato B
Seduta n. 243 del 15/11/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
le statistiche segnalano che nel nostro Paese, ogni anno, si assiste ad oltre un milione di infortuni sul lavoro;
nel 2006 oltre 1.300 di questi infortuni sono stati mortali, assegnando all'Italia il triste primato europeo nella classifica delle morti bianche;
nel solo settore delle costruzioni le morti nel 2006 (258) sono incrementate del 35 per cento rispetto all'anno precedente;
nei primi dieci mesi del 2007 gli infortuni mortali sono stati 882, gli infortuni 882.694 (che, in proiezione annuale, superano il milione e 50mila), mentre i lavoratori rimasti invalidi dal 1o gennaio 2007 sono 22.067, con una media di 73 al giorno;
si apprende da fonti di stampa che i bilanci dell'Istituto nazionale di assicurazione per gli infortuni sul lavoro (Inail) hanno fatto registrare, dal 2002 ad oggi, «avanzi consolidati di amministrazione» pari a circa 2 miliardi di euro all'anno (1,7 miliardi, nel 2007);
l'esistenza di tali corposi avanzi di bilancio appare agli interroganti paradossale, trattandosi di un istituto assicurativo le cui entrate (costituite dai premi pagati dalle aziende e dai contributi dei lavoratori) e le cui spese (le prestazioni erogate) dovrebbero essere a saldo zero;
tali avanzi ammonterebbero complessivamente a 13 miliardi di euro, depositati in un conto corrente intestato all'Inail presso il ministero dell'economia, senza alcun rendimento per l'istituto, ed utilizzato, invece, dal ministero del tesoro «per diminuire la propria esposizione nel mercato finanziario»;
contemporaneamente le prestazioni erogate dall'Istituto sono diminuite, dal 2000 ad oggi, di 300 mila unità, da 1,2 milioni nel 2000 alle 950 mila nel 2006 e alle 917 mila dell'anno in corso;
il decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38 ha riformato le tabelle di calcolo sulla base delle quali vengono conteggiate le prestazioni, alzando la soglia percentuale necessaria per vedersi riconosciuto il diritto «all'indennità patrimoniale» (la perdita della capacità lavorativa) dall'11 per cento al 16 per cento, anche se - come ha affermato in una nota recente Pietro Mercandelli, presidente dell'Anmil - «già con l'11 per cento il danno può essere molto grave e pregiudicare per esempio l'uso di una mano»;
la conseguenza di tale riforma delle tabelle di calcolo è stata l'abbassamento delle rendite erogate dall'Inail da circa 30 mila alle attuali 8,9 mila;
nelle scorse settimane l'Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro (Anmil) - che conta 470 mila iscritti - ha iniziato una forte protesta pubblica, manifestando in più occasioni sotto le sedi dei Ministeri a cui è indirizzata questa nostra interpellanza -:
quale sia il giudizio dei Ministri interpellati sulla questione in parola e se essi possano confermare la veridicità dei dati sopra esposti;
se i Ministri interpellati non ritengano urgente utilizzare tali attivi di bilancio non già per diminuire l'esposizione del Ministero dell'economia nel mercato finanziario, quanto invece per assicurare agli invalidi del lavoro e ai familiari delle vittime del lavoro assegni congrui e dignitosi, oppure per facilitare la costituzione, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, di momenti di formazione ed informazione circa la sicurezza sul lavoro;
se i Ministri interpellati non ritengano urgente ripristinare sul piano legislativo le tabelle di calcolo per il conteggio delle indennità patrimoniali precedenti al decreto legislativo n. 38 del 2000.
(2-00847) «Burgio, Rocchi».
Interrogazione a risposta in Commissione:
BURGIO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
le Fonderie Officine Pietro Pilenga si sviluppano su un'area di oltre 50.000 metri quadrati nella sede industriale di Comun Nuovo, in provincia di Bergamo;
l'azienda, il cui principale settore di attività è quello della componentistica per auto, occupa circa 240 dipendenti e produce ogni giorno 15 tonnellate di prodotti trasformati;
il 1o giugno del 2006 si è verificato, all'interno del reparto che ospita i forni fusori, un infortunio mortale: un lavoratore dipendente di una ditta esterna impegnata in lavori di ristrutturazione, Laye Dieng, è precipitato da un tetto in eternit di amianto;
una lastra di eternit è ceduta sotto il suo peso e Laye Dieng, la cui imbragatura di sicurezza non era fissata ad alcun punto di aggancio, è precipitato al suolo;
il tetto da cui Laye Dieng è precipitato aveva circa 50 anni;
il reparto funzionava regolarmente sebbene si stessero svolgendo, da diversi giorni, lavori di ristrutturazione sul tetto soprastante;
nonostante le ripetute richieste dei lavoratori di interrompere i turni di lavoro, al fine di impedire che la caduta dall'alto di terra, sporco e piccole macerie inquinasse la ghisa fusa in lavorazione nei forni, il caporeparto ha più volte dato l'ordine di proseguire;
soltanto il caso ha voluto che Laye Dieng, caduto da oltre 7 metri e schiantatosi sul pavimento, non colpisse altri lavoratori;
una testimonianza di un lavoratore delle Fonderie, pubblicata sul sito www.articolo21.info, ricorda come, mentre l'operaio era a terra morente ed in attesa del soccorso dei medici, i forni continuassero a riempire le siviere di ghisa fusa;
pare palese agli interroganti che per evitare una tale tragedia sarebbe stato sufficiente installare alcune reti di protezione ignifughe a maglie strette tra il soffitto ed i forni fusori che, considerate le dimensioni del reparto (di circa 50 metri per 15 metri), avrebbero richiesto il lavoro di tre o quattro operai per una giornata, con un costo ritenuto evidentemente troppo elevato da parte della proprietà;
dalla stessa testimonianza parrebbe di capire che la ditta «Fonderie Officine Pietro Pilenga» non ha mai ricevuto, dalla data di fondazione risalente al 1961, una ispezione e che gli unici sopralluoghi effettuati dall'Asl sono avvenuti a seguito di infortuni ivi registratisi;
nella provincia di Bergamo sono stati istituiti dal Prefetto i cosiddetti ispettori polivalenti che, a distanza di un anno, non sono però ancora entrati in azione;
dalle riflessioni contenute nella testimonianza sopra citata si evince che il Responsabile per la Sicurezza dei Lavoratori dell'azienda di Comun Nuovo non ha ancora ricevuto, dopo averne fatta richiesta svariate volte e con lettera raccomandata sin dal 6 giugno 2006, il Documento di Valutazione dei Rischi, previsto dalla legge n. 626 del 1994 e dalla circolare ministeriale n. 68 del 3 ottobre 2000, la quale espressamente prevede la consegna fisica dello stesso documento agli Rls -:
quale sia il giudizio del Ministro in indirizzo sulla vicenda in parola;
quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intende porre in essere per sollecitare una verifica celere da parte degli organismi preposti circa le condizioni di sicurezza sul lavoro dell'impianto di Comun Nuovo.
(5-01781)