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Allegato B
Seduta n. 247 del 21/11/2007
TESTO AGGIORNATO AL 19 DICEMBRE 2007
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il 30 novembre 2007 i Consigli territoriali dei Dottori Commercialisti e dei ragionieri, saranno chiamati ad eleggere il Consiglio Nazionale dell'Ordine unificato denominato Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, giusto quanto disposto dal decreto ministeriale 31 luglio 2007 (Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 182 del 17 giugno 2007);
la legge 24 febbraio 2005 n. 34 prevedeva all'articolo 4 l'esercizio della delega da parte del Governo che avrebbe dovuto prevedere misure volte a sostenere l'iniziativa dei competenti organi di amministrazione delle due Casse di Previdenza finalizzata alla eventuale unificazione degli Enti in questione, nel rispetto dei principi e criteri direttivi già previsti dal citato articolo 4;
la delega è scaduta il 30 marzo 2007 e non è stata esercitata nel presupposto (così ha dichiarato il Ministro del Lavoro in risposta alla interrogazione) della mancata produzione da parte delle Casse di Previdenza interessate, di progetti condivisi di unificazione che non è stato possibile concretizzare per la divergenza sulla valutazione di fondamentali parametri previdenziali da adottare ai fini delle previsioni attuariali;
considerata l'evoluzione innanzi rappresentata e la soluzione meramente politica del problema, su iniziativa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, è stato più volte interessato in proposito il Ministro della giustizia, il quale non ha ritenuto assumere posizione alcuna;
la situazione che si sta profilando è la seguente: avvio del processo di unificazione degli ordini dei dottori commercialisti e dei ragionieri, con la elezione di un unico consiglio nazionale da svolgersi il 30 novembre 2007 e di unici consigli territoriali già eletti, ma non ancora insediati;
confusione sul destino previdenziale dei nuovi iscritti all'ordine unificato a partire dal 1o gennaio 2008;
infatti, l'inesistenza di una intesa sulla gestione della previdenza delle due casse, che in atto operano separatamente, non consente di fare chiarezza in ordine a quale delle due casse debbano iscriversi i nuovi professionisti, e provocherà sicuramente forti contrasti interni tra le due categorie, sull'adempimento delle dovute comunicazioni da effettuarsi nei confronti dei nuovi iscritti all'ordine unificato, in merito al percorso previdenziale da seguire, rischiando così di ingenerare confusione e conflittualità su una materia sino ad ora pacificamente acclarata nei fatti;
peraltro, i regimi previdenziali delle due categorie professionali, se pur lineari e coerenti nelle coordinate fondamentali che li determinano, presentano trend storici e prospettici caratterizzati da profonde differenze con riguardo, soprattutto, alle dinamiche demografiche e alle correlate implicazioni in termini di sostenibilità di ciascuno di essi;
la Cassa dei Ragionieri infatti, presenta un saldo negativo tra nuovi iscritti e pensionati, che risulta oramai cronico e a tal proposito ha adottato una riforma volta alla autoliquidazione del proprio debito latente, così come accertato all'unanimità in sede parlamentare, nel rapporto rilasciato alla fine della scorsa legislatura dalla Commissione Parlamentare di Controllo sugli Enti gestori di Previdenza;
di contro la Cassa dei Dottori Commercialisti segnala, già da molti anni, una importante implementazione della platea degli iscritti che, in prospettiva, non potrà che aumentare ulteriormente, stante l'esistenza di oltre 60.000 iscritti al registro dei
praticanti e nella conseguente certezza che i nuovi professionisti dovranno aderire a quest'ultima cassa (ex lege 21/86). Situazione anche questa fotografata nei termini di cui sopra dal citato rapporto della Commissione Parlamentare -:
quali iniziative intenda assumere per garantire un ordinato e non conflittuale avvio del processo di unificazione degli ordini professionali dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri e dell'andamento delle successive iscrizioni alle rispettive Casse;
quali provvedimenti intenda assumere per evitare che il mancato esercizio della delega e il mancato raggiungimento dell'intesa tra le due Casse di Previdenza, possa ripercuotersi negativamente sulla gestione della previdenza dei dottori commercialisti e sulle pensioni presenti e future, con palese violazione dell'articolo 38 della Costituzione;
quali iniziative intende adottare per confermare l'iscrizione alla Cassa dei Dottori Commercialisti dei nuovi iscritti all'Albo unificato, a partire dall 1o gennaio 2008;
se non ritenga opportuno, stante la complessità delle questioni rappresentate, rinviare l'elezione dell'organo nazionale rappresentativo dell'ordine professionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
(2-00855)
«Lo Presti, La Russa, Amoruso, Adolfo, Gioacchino Alfano, Angeli, Aracu, Baiamonte, Barbieri, Bertolini, Bocciardo, Bongiorno, Bono, Borghesi, Bosi, Carlucci, Casero, Castiello, Ceccacci Rubino, Cicu, Ciocchetti, Compagnon, Contento, Cossiga, Di Centa, Drago, Fabbri, Fallica, Filippi, Floresta, Gregorio Fontana, Forlani, Formisano, Fratta Pasini, Fugatti, Galletti, Garavaglia, Gardini, Giancarlo Giorgetti, Giudice, Jannone, La Loggia, Landolfi, Meloni, Misuraca, Pelino, Peretti, Ronchi, Luciano Rossi, Ruvolo, Santori, Scalia, Taglialatela, Franzoso, Tucci, Gasparri, Di Gioia, Lazzari, Leo, Lisi, Antonio Pepe, Mancuso, Marinello, Bricolo, Stagno d'Alcontres, Fitto, Ponzo, Ceroni, Antinucci, Nan».
Interrogazioni a risposta scritta:
CAPEZZONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche europee. - Per sapere - premesso che:
la direttiva 2001/18/CE, del 23 aprile 1990 e successive direttive di modifica, sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, sostitutiva della precedente 90/220/CE, stabilisce, nella Parte B, le modalità per l'emissione deliberata nell'ambiente di OGM «a scopo di ricerca e sviluppo o per scopi diversi dall'immissione sul mercato»;
tale direttiva è stata recepita nell'ordinamento italiano attraverso il decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224 («Attuazione della direttiva 2001/18/CE concernente l'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati»);
con un comunicato stampa del 15 novembre 2007, Assobiotec rende noto che il Ministero dell'Agricoltura e dell'Ambiente ha bocciato alcuni Protocolli per la sperimentazione in campo di OGM attuando, secondo la valutazione dell'Associazione Nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, «un grave inadempimento sul fronte della legislazione comunitaria», configurandosi la mancata applicazione dell'intera parte B della succitata direttiva;
da quanto si apprende in una nota del Ministero Ambiente, in merito alle richieste avanzate per avviare le sperimentazioni in campo aperto di specie OGM di agrumi, ciliegio, dolce, fragola, mais, melanzana, olivo, pomodoro e vite, sulla base di rilievi dei tecnici del ministero, mancherebbero «le garanzie necessarie per evitare contaminazioni»;
parrebbe che si sia verificata in sede tecnica «l'assenza di elementi sufficienti in grado di scongiurare che la coltivazione in campo aperto di piante transgeniche possa portare alla contaminazione di specie tradizionali» e «l'assenza di garanzie giuridiche in relazione alle possibili responsabilità civili e penali in caso di inquinamento genetico»;
tali rilievi paiono, peraltro, inspiegabili, in quanto un comitato tecnico composto da rappresentanti delle Regioni italiane e dello Stato, tra cui anche rappresentanti indicati dal ministero dell'Ambiente, e lo stesso ministro dell'Agricoltura avrebbero espresso un parere favorevole alla sperimentazione;
Assobiotec ha annunciato di avere presentato reclamo alla Commissione europea per la mancata applicazione in Italia della direttiva 2001/18/CE concernente l'emissione deliberata nell'ambiente di Organismi geneticamente modificati;
occorre in tutti i modi evitare di pregiudicare le enormi potenzialità della nostra ricerca agrobiotecnologica, consentendole dopo anni di ricerche in laboratorio di passare alla sperimentazione in campo, così come già avviene, nella maggior parte dei Paesi europei -:
se siano a conoscenza della situazione e se quanto affermato da Assobiotec corrisponda al vero;
se non ritengano che queste continue incertezze, troppo sovente dovute a pregiudizi ideologici, creino un grave pregiudizio all'intero sistema scientifico e, soprattutto, agricolo italiano, privandolo di fatto di una chiave fondamentale di innovazione.
(4-05718)
SPINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
Vittorio Emanuele di Savoia e il figlio Emanuele Filiberto prima di rientrare in Italia hanno giurato fedeltà senza condizioni alla Repubblica e al Capo dello Stato;
gli stessi hanno intentato causa per danni allo Stato italiano con ciò, secondo l'interrogante, non riconoscendo la legittimità delle leggi e dei decreti emanati dalle istituzioni della Repubblica, e quindi, di fatto, violando il giuramento effettuato -:
se non intenda adottare iniziative normative di rango costituzionale per ripristinare il divieto di ingresso e soggiorno nel territorio nazionale dei discendenti maschi di casa Savoia.
(4-05727)
PATARINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, Al Ministro della giustizia, al Ministro della solidarietà sociale, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 9 febbraio 2001 fu presentata dall'onorevole Pampo al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la solidarietà sociale, al Ministro dell'interno la seguente interrogazione n. 4-33959:
l'amministrazione provinciale di Lecce ha affidato al Ctm Movimento Centro Don Milani ed al Centro Accoglienza l'Orizzonte, una struttura in località Abbadessa in agro di Lecce;
in tale struttura è stato insediato un centro di prima accoglienza per immigrati, nonché un Centro d'accoglienza per un imprecisato numero di «minori non accompagnati»;
nonostante l'amministrazione comunale di Lecce in data 8 gennaio 1999, con il protocollo n. 2841 abbia rilevato che la struttura non risulta inserita nell'albo regionale, ai sensi del regolamento regionale 1/93 (invitando a produrre eventuale documentazione entro dieci giorni) ed abbia affidato il Centro Ctm Movimondo dall'esercitare qualsiasi attività nel caso in cui la struttura fosse priva d'autorizzazione o non adeguata nei termini previsti dall'articolo 15 del su menzionato regolamento regionale, il Centro Don Milani continuava nella sua attività;
il Ctm Movimondo, con diverse note, ha chiesto al comune di Lecce il pagamento
delle rette di ricovero dei minori stranieri non accompagnati, calcolandole in lire 80.000 giornaliere (una richiesta esosa quanto ingiustificata a fronte delle circa lire 40.000 stabilite quale diaria per immigrati dal Ministero dell'interno);
per il periodo gennaio-aprile 1999 (periodo emergenza profughi) è stato liquidato dal comune di Lecce al Ctm Movimondo un importo di 113.520.000 lire, per il periodo maggio 1999 giugno 2000 dallo stesso Centro è stata richiesta al comune di Lecce la somma di 930.000.00 lire (maggio-ottobre 1999; 358.100.000; 1o novembre - 31 dicembre 1999; 146.480.000 lire rettificati poi in lire 136.720.140 gennaio-febbraio 2000 lire 40.000 marzo-giugno 2000 lire 323.760.000);
a seguito della contestazione dell'amministrazione comunale di Lecce sull'esosità ed ingiustificatezza delle somme, il responsabile del Ctm (dottor Vinicio Russo) intraprendeva una sorta di trattativa con l'amministrazione comunale proponendo una somma corrispondente a 65.000 lire pro capite ed a seguito di tale offerta il sindaco di Lecce riteneva opportuno convocare in data 23 settembre 2000 una conferenza dei servizi di prefettura, provincia, regione, poi non tenutasi per l'assenza di alcuni dei soggetti invitati;
secondo quanto risulta all'interrogante, dal luglio 2000 al gennaio nessuna richiesta è più pervenuta al comune di Lecce da parte del Centro Don Milani;
da notizie stampa Quotidiano di Lecce del 2 febbraio 2001 si apprende per bocca del direttore del Ctm Movimondo che dall'ottobre 1998 al 2000 dal Centro sarebbero passati 421 minori: di questi 147 sono stati affidati a parenti; 185 allontanati; 20 hanno raggiunto la maggiore età; 2 sono stati rimpatriati e 18 trasferiti in altre case d'accoglienza;
lo stesso responsabile del Centro, nell'articolo apparso sul citato quotidiano ricorda situazioni raccapriccianti nelle quali possono trovarsi tanti minori -:
se il tribunale dei minori di Lecce ha seguito singolarmente le vicende dei 421 ospiti del Centro Don Milani;
se siano al corrente delle situazioni singole d'affidamento a parenti dei 147 minori;
se il Ministro dell'interno può fornire un'interpretazione tranquillizzante in merito al destino dei 185 minori «allontanati» ad opera del Centro (confrontare Quotidiano di Lecce 2 febbraio 2001 pagina 5;
se le singole autorità preposte alla vigilanza sui minori e sui Centri d'accoglienza possano con certezza fornire notizie singolarmente sulla sorte dei suddetti minori, nonché su eventuali situazioni d'illegalità verificatesi nel Centro;
se l'assessore provinciale di Lecce, proprietario dell'immobile ceduto al Ctm Movimondo, abbia mai chiesto il cambio di destinazione d'uso, per quante persone e se l'ASL abbia mai verificato le condizioni d'igienicità;
se l'associazione Ctm Movimondo ed il Centro Don Milani risultino iscritti nell'apposito Albo Regionale;
se il Ministro dell'interno o quello della solidarietà sociale abbiano mai emanato atti da cui risulti la legittimità della richiesta da parte del dirigente del Centro di una retta di 80.000 lire al giorno, successivamente pare contratta per 60.000;
se, infine, considerati i fatti raccapriccianti venuti alla ribalta delle cronache i ministri interessati si siano adoperati per porre in essere controlli effettivi, costanti ed efficaci sui Centri che raccolgono minori non accompagnati;
nessuna risposta nel tempo è stata fornita all'interrogante;
nel frattempo risulta all'interrogante che l'Amministrazione di Lecce in data 22 febbraio 2001, protocollo generale n. 0528 aveva inviato alla Procura della Repubblica un esposto dettagliato sull'argomento per la individuazione di ipotesi di reato;
ad oggi nessuna notizia è stata mai fornita dalla Procura della Repubblica in ordine alla conclusione delle indagini;
se, a distanza di anni, si possono avere notizie in merito all'intera vicenda in questione.
(4-05733)