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Allegato A
Seduta n. 248 del 22/11/2007
...
(Sezione 9 - Problematiche relative alla diffusione della «banda larga» sul territorio nazionale)
I)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle comunicazioni, per sapere - premesso che:
la Corte dei conti - sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni
dello Stato - ha adottato nell'adunanza del 28 settembre 2007 la deliberazione n. 19/2007/G che dispone l'approvazione della relazione conclusiva dell'indagine di controllo sulla gestione concernente «interventi per infrastrutture a »banda larga« nelle aree depresse» e la sua trasmissione al Parlamento, al ministero delle comunicazioni e al ministero dell'economia e delle finanze;
il ministero delle comunicazioni aveva predisposto, al fine di superare il divario tecnologico (digital divide) tra le diverse aree del Paese, un «programma operativo per lo sviluppo delle infrastrutture» di importo complessivo pari a 900 milioni di euro che fu approvato dal Cipe con la delibera n. 17 del 9 maggio 2003;
successivamente il Cipe, con la delibera n. 83 del 13 novembre 2003, aggiornò la precedente delibera e assegnò al ministero delle comunicazioni uno stanziamento di 150 milioni di euro per l'attuazione della parte del programma riguardante il potenziamento della dotazione infrastrutturale per la larga banda nel Mezzogiorno;
l'approvazione del programma fu affidata alla società Sviluppo Italia spa, a totale capitale pubblico, con la quale il ministero delle comunicazioni stipulò apposita convenzione in cui era prevista, tra l'altro, la creazione di una società di scopo quale reale soggetto attuatore;
a questo fine fu costituita la Infratel Italia spa, per il 99 per cento posseduta da Sviluppo Italia spa e per l'1 per cento da Svi Lazio spa, con la quale il ministero delle comunicazioni ha successivamente stipulato un accordo di programma in attuazione di quanto previsto in tal senso dalla legge n. 80 del 2005;
alla realizzazione del programma con la procedura sopra evidenziata, che di fatto ha concretizzato una ampia delega di funzioni pubbliche ad un soggetto a capitale pubblico, sono state destinate risorse per un totale di 150 milioni di euro, cui si sono aggiunti contributi di cofinanziamento da parte delle regioni per ulteriori 80 milioni di euro secondo la seguente distinta: Sicilia 56 milioni, Puglia 18 milioni, Basilicata 2 milioni, Abruzzo 4 milioni, Campania, Sardegna, Calabria e Molise zero;
il programma complessivo, per un totale di 230 milioni, si è articolato in 7 lotti e ha riguardato la realizzazione di una rete di circa 1800 chilometri in fibra ottica in favore di 265 comuni;
il bando espletato per l'aggiudicazione dei lotti non indicava termini temporali per l'ultimazione dei lavori, ma era comunque prevista la conclusione entro il 2008 e la realizzazione entro il primo anno del 32 per cento delle opere programmate;
al 31 dicembre 2006 (a conclusione del primo anno) è stato realizzato il 29,56 per cento delle opere previste, mentre la spesa sostenuta è risultata pari al 32,04 per cento e cioè mentre i chilometri realizzati sono stati inferiori a quelli programmati i costi di realizzazione sono risultati superiori per la eccessiva incidenza (in totale 1.283.799,1 euro) delle consulenze, acquisite tutte intuitu personae e quindi in violazione dei principi di pubblicità e trasparenza dell'azione amministrativa, e per l'esorbitante costo del personale manageriale Infratel Italia spa, che è stato rendicontato in modo forfettario con tariffe individuali che hanno raggiunto fino a 1.200 euro al giorno, al netto delle spese di viaggio e soggiorno;
i pagamenti effettuati sono stati di molto inferiori alla massa spendibile sicché si sono accumulati consistenti residui pari ad oltre l'80 per cento;
allo stato l'indice di copertura della «banda larga» nelle aree comunali interessate dal programma risulta pari al 23 per cento di quello previsto mentre la copertura in fibra ottica delle centrali telefoniche non ha superato il 20 per cento; la Corte dei conti ha giudicato tale risultato non soddisfacente -:
quali provvedimenti intenda assumere riguardo le irregolarità e le incongruenze
segnalate dalla suindicata relazione conclusiva dell'indagine della Corte dei conti a partire dal ruolo e dalla composizione del comitato di indirizzo, che - a quanto consta agli interpellanti - ha visto al suo interno la presenza di esponenti di vertice della Infratel Italia spa, configurando una ipotesi di incompatibilità tra controllato e controllore, in considerazione dei compiti di vigilanza, di indirizzo ed anche decisionali assegnati al detto organismo in merito all'esecuzione dei lavori;
quali iniziative intenda assumere per accelerare la realizzazione delle opere previste nel piano di rete per il complessivo importo di 150 milioni di euro e per garantire che siano conseguiti gli obiettivi prefissati secondo i tempi stabiliti;
quali iniziative intenda assumere per conseguire entro la quindicesima legislatura la totale copertura della «banda larga» nelle aree del Mezzogiorno e per superare il digital divide con il resto del Paese, obiettivo che era contenuto nel piano complessivo già approvato dal Cipe nel 2003 per una spesa complessiva di 900 milioni di euro, considerato che a valere sull'apposito capitolo di bilancio 7230, per le rimodulazioni e i tagli operati dalle leggi finanziarie che si sono succedute, le risorse attualmente disponibili sono pari a 62,329 milioni di euro e sono palesemente insufficienti e considerato che la legge finanziaria all'esame del Parlamento reca uno stanziamento per l'anno 2008 di appena 50 milioni di euro e non prevede alcunché per i successivi esercizi;
se il Ministro interpellato e il comitato interministeriale per la diffusione della «larga banda» sul territorio nazionale, istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 dicembre 2006, non ritengano necessario rivedere i meccanismi e le procedure con cui si è operato finora di delega piena ad una società terza (Infratel Italia spa) finanche nella programmazione degli interventi e nella scelta delle priorità, e se invece non ritengano necessario costruire, con il concorso delle regioni e delle province interessate, un vero e proprio cronoprogramma in cui le priorità siano definite anche sulla base degli apporti finanziari che le stesse sapranno mettere a disposizione.
(2-00833)
«Aurisicchio, Scotto, Di Salvo, Pettinari, Attili».
(7 novembre 2007)