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Allegato B
Seduta n. 250 del 27/11/2007
SALUTE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che,
va riconosciuto al Ministro della salute coerenza e coraggio nell'aver promosso una Campagna di informazione su Hiv/Aids che riavvicina il Paese agli standards europei e che finalmente il Ministero della salute ha adottato il preservativo, unico presidio preventivo, quale oggetto della campagna;
l'Italia paga purtroppo il prezzo di una politica preventiva assolutamente inesistente durata più di venti anni;
una buona campagna preventiva sui media, che ci faccia finalmente dimenticare i messaggi o terroristici o esageratamente edulcorati e moraleggianti delle campagne passate, comunque non esaurisce la vastità e la complessità dei problemi posti in essere dalla diffusione della pandemia hiv/aids;
tra i più urgenti segnaliamo l'accessibilità al test, come ha sottolineato una inchiesta del mensile Pride e del mensile Il Cassero che ravvisano, proprio rispetto all'accessibilità al test gravi alterazioni;
l'accesso al test diagnostico viene segnalato in preoccupante diminuzione, con pericolose conseguenze sulla ricostruzione del quadro epidemiologico, e, in caso di sieropositività, con rischio di ritardo nella diagnosi e nel conseguente inizio della terapia con maggiori difficoltà nella preservazione e ricostituzione del sistema immunitario;
le difficoltà di accesso al test derivano in buona misura dall'inadempimento delle norme del decreto ministeriale 1/2/91 e della legge 135 del 1990, che qualificano il test come gratuito, anonimo e volontario;
in molte Regioni, deroghe consentite dal 1995 attribuiscono un costo al test e da anonimo lo ridefiniscono come «confidenziale»;
lo stesso sito del Ministero non può evitare di segnalare quanto sopra riportato, ma evidenziamo che tali deroghe determinano gravissime disparità di trattamento tra i cittadini, e scoraggiano, in moltissimi casi, e soprattutto nei piccoli centri, l'accesso al test;
le difficoltà a reperire sul territorio nazionale centri che offrano il test in maniera gratuita e anonima paiono insormontabili tanto che il test stesso appare «scoraggiato»;
lo stesso Ministero della salute e Istituto superiore della sanità offrono un elenco lacunoso e datato di centri ai quali rivolgersi per sottoporsi al test (risale al 2006 e molti centri segnalati sono ora chiusi) e di difficile accessibilità sul web (alle pagine: www.iss.it/publ/stru/cont.php?id=2081 &lang= 1&tipo= 7&anno=2006 e www.ministerosalute.it/hiv/paginaInternalliv.jsp?id= 183&menu=strumentieservizi);
più volte l'Associazionismo che lotta contro al diffusione dell'aids (Lila, Asa, Ala, Anlaids, Nadir, Nps e Arcigay per la popolazione omosessuale) hanno sottolineato, nel corso delle riunioni della Commissione lotta all'aids che il costo del preservativo è troppo elevato e che andrebbe calmierato e che, al preservativo tradizionale si stanno affiancando forme di prevenzione diversificate che in Italia stentano a diffondersi come il preservativo femminile;
l'aids si sta avviando a diventare, grazie ai farmaci, una malattia cronica, e molti Paesi hanno adottato campagne informative che mettono in luce, in positivo, l'esperienza di vira delle persone sieropositivite. È il caso, ad esempio, di una campagna tedesca con lo slogan «I sieropositivi hanno una sessualità»;
in Italia non si è mai lavorato sulla condizione di sieropositività declinata in positivo, ma, al contrario, abbiamo assistito
nel corso degli anni a campagne vergognosamente colpevolizzanti per le persone contagiate;
le stesse oltre a combattere contro il virus si sono scontrate, molto spesso con esisti disastrosi, con violenta discriminazione, esclusione sociale e pregiudizio -:
se intenda garantire la piena applicazione della del decreto ministeriale 1/2/91 e della legge 135 del 1990 al fine di assicurare in tutti i centri del territorio nazionale, senza eccezioni, un accesso al test pienamente gratuito, anonimo e volontario e promuovere l'accessibilità al test anche sulla base di esperienze pilota come quella di Arcigay Bologna, che per la campagna di accessibilità ha scelto lo slogan «facile come fare il test hiv»;
se intenda promuovere la visibilità e la reperibilità dei centri MTS e delle strutture pubbliche che offrono accesso al test hiv gratuito, anonimo e senza impegnativa del medico;
se intenda sostenere un rilancio autentico della prevenzione attraverso il finanziamento di progetti per la distribuzione di grandi quantitativi di preservativi;
se intenda porre in essere interventi per calmierare il costo dei preservativi e se intenda promuovere l'uso e la diffusione, previa verifica scientifica della sua sicurezza, del preservativo femminile;
se il Ministero non intenda promuovere, in via immediata, campagne informative che affrontino il problema dell'inclusione sociale delle persone sieropositive e iniziative pratiche per la lotta alla discriminazione dei sieropositivi.
(2-00862)
«Grillini, Spini, Baratella, Brugger».