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Allegato B
Seduta n. 254 del 10/12/2007
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SALUTE
Interpellanza:
La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
in data 2 agosto 2007, con atto ispettivo n. 4-04678, ancora oggi privo di risposta, l'interrogante ha denunziato il caso di malasanità verificatosi nel mese di gennaio 2007 presso il Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia, che ha causato la morte della sedicenne Federica Monteleone;
a distanza di ben 11 mesi da quel decesso, avvenuto durante una banale operazione di appendicite, non è dato conoscere le responsabilità di quanto avvenuto ed i motivi per i quali la locale Procura non ha inteso sequestrare immediatamente la sala operatoria dove si è svolto l'intervento;
neppure l'inchiesta interna ha prodotto alcun accertamento delle responsabilità;
a tutt'oggi risulterebbero solo indagati l'anestesista ed un tecnico;
il 5 dicembre 2007, nello stesso Presidio Ospedaliero di Vibo Valentia, durante un intervento per un ascesso alle tonsille, è deceduta la sedicenne Eva Ruscio;
la giovane Eva pur essendo stata ricoverata nella giornata di lunedì 3 dicembre 2007, non avrebbe ricevuto le tempestive cure che il suo stato di salute richiedeva;
nella notte tra il 29 e 30 ottobre 2007 è ancora deceduto, presso il presidio ospedaliero «Bianchi - Melacrino - Morelli» di Reggio Calabria, a soli 13 anni, Flavio Scutellà, il quale dopo una banale caduta da una giostra, è stato costretto ad attendere, oltre quattro ore, un mezzo di soccorso per essere trasferito da un ospedale all'altro;
dopo ognuna delle tragedie sopra elencate una Calabria attonita è stata costretta a subire inutili comunicati di cordoglio emanati dai rappresentati delle varie Istituzioni, anche nazionali, preposti ai controlli sia nel settore sanitario che in quello giudiziario;
i familiari delle giovani vittime attendono sempre di lenire il dolore per la perdita del proprio figlio, con la conoscenza e l'individuazione di coloro che hanno causato tali tragedie;
l'interrogante, in data 5 novembre 2007, con atto ispettivo n. 4-05484, privo di risposta, alla luce del contenuto della relazione del commissario anticorruzione, dalla quale emerge uno scenario di infiltrazione mafiosa nel presidio ospedaliero di Vibo Valentia ed in altre strutture che fanno capo a quella Azienda Provinciale Sanitaria, ha chiesto l'avvio delle procedure necessarie allo scioglimento della stessa Azienda Sanitaria;
l'Azienda Sanitaria di Vibo Valentia era ancora rimbalzata alle cronache nazionali per l'inchiesta «Ricatto», avviata dalla locale Procura della Repubblica, che ha riportato alla luce una storia di tangenti, apparati paramassonici, concessioni, abusi, ricatti e colletti bianchi ed il cui processo giudiziario sta andando avanti con eccessiva e «strana» lentezza -:
quali urgenti ed inderogabili iniziative intendano assumere, per i settori di competenza, al fine di giungere all'individuazione ed alla punizione delle responsabilità che sono alla base dei morti dei tre giovani calabresi;
quali urgenti ed inderogabili iniziative intendano assumere per ridare alla Calabria un sistema sanitario idoneo a garantire la salute di tutti i cittadini.
(2-00882)«Angela Napoli».
Interrogazione a risposta orale:
D'ELIA, PORETTI, TURCO, BELTRANDI e MELLANO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la farmacia è un fondamentale presidio sanitario di pubblica utilità;
la farmacia Igea di Roma, storicamente, ha tenuto il proprio esercizio sempre aperto nell'interesse del cittadino utente, venendo sanzionata nel caso in cui chiudeva senza una preventiva autorizzazione dell'Autorità (articolo 119 del TULS - testo unico delle leggi sanitarie del 1934);
da quando la materia della disciplina degli orari è di competenza delle Regioni, l'evolversi della legislazione ha visto, sotto la spinta della corporazione dei farmacisti (Ordine e Associazione dei titolari di farmacia), prima istituire turni obbligatori per le ferie estive e per gli orari settimanali, poi modulare i turni per l'apertura nel fine settimana da uno ogni sei a uno ogni otto e ora uno ogni dodici;
nonostante l'obbligo di turnazione sia stato più volte sanzionato dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, le norme non sono state modificate e il servizio farmaceutico festivo risulta sottodimensionato rispetto alle necessità dei cittadini ed agli standard di una grande capitale europea come è Roma;
a titolo di esempio dei problemi descritti, si segnala il caso emblematico della farmacia Igea della dottoressa Maria Catena Ingria la quale, anche sulla spinta di un appello firmato da 8.000 cittadini, da anni presta un servizio continuativo alla cittadinanza con il supporto dei Presidenti dei Municipi contermini e di una delibera di approvazione da parte del Comune di Roma. L'Ordine professionale ha sospeso per un mese la dottoressa Ingria dalla professione, sanzione poi confermata dall'autorità centrale, composta sempre da farmacisti, per lo più titolari. Nonostante la nomina di un farmacista direttore in sua sostituzione, il 23 novembre 2007, alla dottoressa è stata notificata un'ordinanza di chiusura immediata della farmacia, a firma dell'assessore Milano, determinando di fatto, per mano del comune, l'interruzione o quantomeno la diminuzione di un servizio pubblico soprattutto nei giorni festivi; in particolare, la farmacia non ha potuto consegnare i farmaci urgenti prenotati, né fornire assistenza a molti cittadini che non hanno trovato i farmaci di cui abbisognavano nelle poche farmacie aperte;
l'interesse prevalente dovrebbe essere quello di assicurare al cittadino utente un presidio quanto più possibile accessibile e disponibile;
esistono medicinali non sempre disponibili nelle farmacie perché poco utilizzati e molto costosi, il cui reperimento risulta ancor più difficoltoso;
nulla osterebbe, ove la farmacia fosse in grado attraverso turnazioni interne, a garantire l'apertura anche 24 ore su 24;
si continuano ad assecondare le richieste della corporazione dei farmacisti che, da sempre, si mostra interessata solo a mantenere la propria rendita di posizione -:
quali iniziative intendano assumere, nell'ambito delle proprie competenze, affinché sia riconsiderata la disciplina concernente l'apertura degli esercizi farmaceutici e, più in generale, sia garantito ai cittadini un servizio pienamente adeguato in un settore di così particolare rilevanza.
(3-01490)
Interrogazioni a risposta scritta:
BIANCHI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nel reparto di neonatologia del policlinico di Messina è stato trovato un nido di zecche e, secondo quanto riportato da notizie di stampa, un bimbo sarebbe stato anche punto;
la presenza degli insetti, denunciata da una madre, è stata confermata dal direttore sanitario dell'ospedale che ha provveduto a sospendere per 24 ore i ricoveri nel reparto, a chiudere precauzionalmente due stanze e ad attivare le operazioni di disinfestazione generale e un'opera di sterilizzazione;
le larve sarebbero di «argasidae», comunemente note come «zecche molli», provenienti da animali e che, secondo il responsabile del reparto di neonatologia del Policlinico di Messina, non sarebbero portatrici di germi patogeni, ma potrebbero dare delle reazioni di tipo allergico;
il sostituto procuratore ha aperto un'inchiesta conoscitiva sulle cause che hanno portato i parassiti addirittura a nidificare tra le culle. Per la Procura non è del tutto convincente la spiegazione che le «zecche molli» potrebbero esser state trasportate dal vento attraverso le finestre aperte o provenire dagli escrementi dei piccioni che nidificano sui cornicioni del padiglione;
è un fatto gravissimo, dovuto a carenze igienico-sanitarie all'interno del reparto le cui cause devono essere al più presto accertate -:
se e quali iniziative il Ministro interrogato ritenga opportuno assumere al fine di accertare le cause delle carenze igieniche-sanitarie del policlinico di Messina e garantire a tutti i pazienti italiani, indipendentemente dalla regione di appartenenza, delle condizioni igienico-sanitarie degli ospedali adeguate alle esigenze di cura, anche attraverso la intensificazione dei controlli preventivi effettuati dai Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (NAS) dell'Arma dei Carabinieri.
(4-05834)
LION. - Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in Sardegna l'acquacoltura, in particolare la molluschicoltura, riveste un ruolo di notevole importanza, sia per quantità prodotte, sia per indotto occupazionale e per valore commerciale;
in tale contesto, la specie più importante risulta essere il mytilus galloprovincialis che ha come area principale di allevamento il golfo di Olbia dove si concentrano le attività legate a tale produzione;
in ambito regionale l'attività di mitilicoltura del golfo di Olbia è una realtà produttiva di primaria importanza. Le superfici assegnate in concessione per svolgere attività di allevamento, tutte ubicate dentro il golfo, sono pari a 393.350 mq suddivise in circa 50 distinte concessioni;
negli ultimi anni l'espansione della zona industriale si sta impadronendo di aree utilizzate per la molluschicoltura sottraendo all'acquacoltura fondamentali spazi operativi;
il mantenimento dell'estensione e della salubrità del patrimonio ambientale è condizione necessaria per poter svolgere le attività relative alla mitilicoltura, ma anche per assicurare un apporto consistente e continuativo sul lungo periodo;
l'allevamento dei mitili nel Golfo di Olbia dipende funzionalmente dalla qualità delle acque, dall'integrità ambientale del contesto marino e dal controllo severo delle attività produttive di carattere industriale affinché non riversino nel Golfo sostanze pericolose o ad ogni modo nocive sia per la fauna ittica, sia per il consumatore che ne fa uso;
soggetti privati avrebbero effettuato una verifica della qualità delle acque del golfo di Olbia. In tale sede, a eseguito di analisi sui mitili stanziali eseguite nel mese di novembre 2006 dal laboratorio di analisi Leonardi di Porto Torres, sarebbe emerso un quadro non rassicurante dello stato di salute delle acque del golfo;
le autorità sanitarie locali competenti avrebbero contestato tale ipotizzata alterazione qualitativa delle acque del Golfo, non riscontrando nei mitili oggetto di verifiche, concentrazioni di sostanze inquinanti, quali soprattutto arsenico, piombo, zinco e cadmio, tali da poter essere considerate pericolose;
rispetto a tale giudizio positivo sarebbe stato opposto che l'Autorità sanitaria interessata si sia riferita alla concentrazione di suddette sostanze nei soli mitili di allevamento e in tale ambito avrebbe prodotto dati non esaustivi e non omogenei rispetto al contesto ed alle finalità dell'indagine. Esiste infatti una marcata differenza tra questo tipo di mitili e quelli stanziali (oggetto delle analisi svolte dal soggetto privato), mentre i primi infatti vengono importati da altri paesi ed allevati per un periodo relativamente breve nelle acque del Golfo di Olbia, i secondi vi trascorrono il loro intero ciclo di vita divenendo una importante fonte di informazione sullo stato di inquinamento delle acque;
un possibile peggioramento della qualità delle acque del golfo di Olbia
avrebbe ripercussioni assai negative anche per la vita naturale di un'altra specie del Golfo, quale quella dell'arsella. Nel Golfo di Olbia esiste infatti l'unica specie autoctona di tutto il Mediterraneo e in quanto unicità biologica, si ha l'obbligo di tutelarla nella migliore maniera possibile soprattutto al fine di evitarne l'estinzione;
in caso dovesse trovare un oggettivo riscontro il grado di inquinamento ipotizzato in sede privata in ragione degli esiti delle analisi non ufficiali effettuate sulle acque del golfo di Olbia, ci si troverebbe di fronte ad una pericolosissima minaccia sia per la sopravvivenza dell'arsella autoctona, sia per la salubrità dei mitili;
è ad ogni modo evidente che nell'area del golfo di Olbia sia in atto una rapida espansione del settore industriale con incidenza non positiva sull'habitat marino. Ad aggravare le circostanze concorrono inoltre la forte presenza di cantieri nautici privi di sistemi di depurazione e dall'altrettanto forte concentrazione di idrocarburi dovuta al traffico navale;
è urgente condurre una verifica sulla qualità ambientale del Golfo di Olbia e dei fattori che potrebbero danneggiarne gli equilibri naturali e la salubrità delle risorse marine -:
se non ritenga di dover procedere ad una analisi accurata del fondo marino del Golfo di Olbia, anche attraverso l'utilizzo di mezzi e di metodi specifici, come il carotaggio;
se non intenda provvedere a far sottoporre ad ulteriori analisi i mitili stanziali presenti nel Golfo di Olbia;
quali iniziative intenda intraprendere per tutelare l'attività dei miticoltori del golfo in oggetto e l'esistenza delle arselle autoctone rispetto all'ambiente marino nel quale si sviluppano e riguardo ad una attuale raccolta che non appare sostenibile.
(4-05846)
CASSOLA. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto documentato da Controcorrente Reportage, andato in onda su Sky, sembrerebbe che alcune sostanze molto tossiche e potenzialmente cancerogene affini alla diossina siano state trovate nel sangue di alcuni pastori e nel latte delle loro pecore ad Acerra, in un'area inquinata da rifiuti tossici stoccati illegalmente;
il suddetto reportage, avrebbe infatti mostrato i risultati delle analisi commissionate da un professore dell'Istituto dei tumori Pascale di Napoli sul sangue di un pastore di Acerra morto il 17 aprile scorso per un tumore diffuso;
il sangue del pastore in questione, analizzato da un laboratorio di analisi canadese, conteneva 556 nanogrammi per grammo di lipide di Pcb, un valore 25 volte superiore al limite. Sembra che anche i livelli nel sangue di suo fratello che ha vissuto e lavorato nella stessa zona, siano alterati;
negli ultimi 4 anni sono morte 2.200 pecore dei Cannavacciuolo -:
se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali provvedimenti intenda intraprendere al fine di tutelare la salute della popolazione campana contro i rischi da sostanze tossiche scaricate abusivamente.
(4-05850)