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Allegato B
Seduta n. 256 del 12/12/2007
SALUTE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
MANCUSO, ULIVI e HOLZMANN. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il decreto che definisce lo schema tipo del contratto di formazione specialistica dei medici, ai sensi dell'articolo 37, comma 2, del decreto legislativo 368 del 1999 che, dando attuazione alla normativa comunitaria in materia di libera circolazione medici e reciproco riconoscimento dei loro titoli (Dir. 93/16/CEE del Consiglio del 5 aprile 1993), ha sostituito le borse di studio con il contratto di formazione specialistica;
il provvedimento si aggiunge al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 marzo 2007 che definisce il trattamento economico dei medici in formazione specialistica;
il decreto legislativo n. 368 del 1999, all'articolo 37, comma 5, punto b), prevede tra le cause di risoluzione anticipata del contratto, la violazione delle disposizioni in materia di incompatibilità;
il decreto legislativo n. 368 del 1999, all'articolo 40, comma 1, stabilisce che per la durata della formazione a tempo pieno al medico è inibito l'esercizio di attività libero - professionale all'esterno delle strutture assistenziali in cui si effettua la formazione...;
l'A.V.I.S., che raccoglie l'80 per cento delle unità di sangue nel nostro Paese per gli anni passati si è avvalsa della collaborazione dei medici specializzandi durante le raccolte di sangue effettuate al di fuori dei centri trasfusionali (C.I.T.);
le unità di sangue raccolte al di fuori dei centri trasfusionali (C.I.T.) rappresentano almeno il 50 per cento del totale raccolto nel nostro Paese -:
se il Governo intenda consentire una deroga rispetto al quadro normativo per quanto riguarda la possibilità dei medici specializzandi di collaborare professionalmente con A.V.I.S. e con gli altri Enti che effettuano raccolte locali di sangue, anche attraverso specifiche convenzioni tra le facoltà di medicina e le Aziende Sanitarie e Ospedaliere sedi di centri trasfusionali (C.I.T.).
(5-01856)
PORETTI, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e TURCO. - Al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il chondroitin solfato (o condroitina) è un componente chiave della matrice extracellulare, serve a mantenere l'integrità del tessuto. Si tratta di uno degli elementi essenziali della cartilagine. La glucosammina è una proteina associata al chondroitin solfato come integratore alimentare e nel trattamento dell'artrosi;
secondo un articolo comparso su Il Sole 24 Ore intitolato Gli Integratori venuti dalla Cina di Rita Fatiguso, molte società cinesi esportano nei mercati europei le sopracitate due sostanze con lo scopo di raggiungere la destinazione finale di Londra;
la Gran Bretagna considera il chondroitin solfato e la glucosammina prodotti della filiera peschiera (fishery products) e di conseguenza per lo sdoganamento richiede il certificato sanitario, ma il governo cinese per questi prodotti di origine animale non si considera tenuto a rilasciarlo;
sempre sul citato articolo da Il Sole 24 Ore si legge che è stata intercettata la febbrile ricerca da parte di una società con base produttiva in Cina per trovare un importatore di comodo, utile per entrare in Europa aggirando le prescrizioni sanitarie sugli integratori alimentari di origine animale. Una lettera circolare spedita a diversi operatori del settore da parte della società cinese spiega come «due dei nostri prodotti, integratori alimentari, Chondroitin Sulfate e D-glucosamine Hydrochloride/D-Glucosamine Sulfate 2KCI, sono
classificati come prodotti della pesca nel Regno Unito. Il primo è di cartilagini animali, incluso lo squalo, ma anche bovine e porcine. La D-Glucosamine HCI e il sulfate 2KCI vengono da granchi e gamberetti»;
la società cinese lamenta la scarsa concorrenzialità rispetto ai competitors cinesi e cerca in Europa, in Germania o Italia, qualcuno disposto a sdoganare senza intoppi per poi trasportare la merce a Londra su gomma in fusti da 25 chili, impilati in confezioni da 20. Dettaglio essenziale: l'utilizzo di un codice doganale particolare che, nell'astruso linguaggio della chimica suona così: «composti eterociclici con uno o più eteroatomi di solo ossigeno». Dicitura neutrale, non soggetta a dichiarazione sanitaria, la tariffa è tipica dei prodotti chimici, non con destinazione alimentare, integrata o medicamentale. Il fatto che il prodotto arrivi in fusti e non già pronto per la vendita, in polvere e non in blister, agevola poi i controlli ma rimane la questione che per gli Stati, come il Regno Unito, che richiedono il certificato sanitario questo non è presente;
sempre secondo Il Sole 24 Ore, la condroitina cinese, senza certificazione sanitaria all'origine, è a rischio: il prodotto è infatti di origine animale (pesce e volatili) e può essere contaminato da virus e batteri pericolosi per l'uomo, ad esempio la salmonella. A titolo di esempio viene riportata la vicenda che vide coinvolta la società produttrice di condroitina e la glucosamina, Tsi Health Science, con stabilimento a Jiangyian, a due ore e mezza da Shanghai, sede legale a Missula (Montana). Nel 2005 la condroitina cinese prodotta da questa società fu deliberatamente adulterata con un ingrediente rimasto non identificato e quella ricavata dalle pinne di squalo risultò positiva alla salmonella. La società bruciò il 70 per cento dei suoi profitti sul mercato Usa degli integratori alimentari e solo a fine 2006 è tornata in linea con le norme della United States Pharmacopeia;
la dottoressa Anna Poli, ricercatrice che ha speso anni a studiare la funzionalità delle cartilagini umane al St. George Hospital di Londra, intervistata da il Sole 24 Ore ha dichiarato che: «Il chondroitin solfato è componente chiave della matrice extracellulare ed è importante nel mantenere l'integrità strutturale del tessuto. Questo è uno dei componenti principali della cartilagine e le conferisce gran parte della resistenza alla compressione. La perdita di chondroitin solfato dalla cartilagine è la maggior causa dell'osteoartrite. Insieme alla glucosammina, la condroitina è usata, in effetti, come integratore alimentare e nel trattamento dell'osteoartrite». Sembra, tuttavia, che nel trattamento con la glucosammina i risultati siano pari al placebo. Nel chondroitin solfato i sintomi vengono alleviati, nei casi meno gravi, e il suo effetto se associato alla glucosammina, sarebbe simile ai farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans, cioè aspirina o ibuprofene e simili). La sostanza potrebbe essere utile nella cura dell'aterosclerosi (sembra abbassi il livello di colesterolo nel sangue) e potrebbe servire nella prevenzione dell'infarto;
la condroitina non è tra le sostanze vietate dalla World Anti Doping Agency e gli atleti la prendono, pare, per proteggersi le ginocchia;
nelle chat, su internet i body builders riguardo queste sostanze discutono di costi e quantità, di tipologie e marche. C'è chi chiede lumi su un buon integratore di glucosammina e condroitina. Fioccano i consigli e le lamentele. Specie per il prezzo. C'è chi ne prende fino a 1.500 milligrammi al giorno. Comprano on-line e nessuno si chiede dei costi alla produzione: pochi grammi al consumatore finale costano anche 55-95 euro, quanto un fusto. Né, tantomeno, sospettano nulla della provenienza cinese -:
se i ministri siano a conoscenza di questa situazione e se non ritengano di aumentare i controlli su questi prodotti provenienti dalla Cina;
se i ministri non ritengano necessario svolgere accurati controlli per verificare se questi prodotti siano già nel nostro mercato
e, in caso affermativo, se non sia urgente ritirarli dal mercato.
(5-01857)
Interrogazioni a risposta scritta:
BERTOLINI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Italia esistono quasi 500 canili, che tengono in gabbia oltre 230.000 cani, ricevono fondi e sovvenzioni dalle Asl e dai Comuni e quindi utilizzano soldi pubblici dei contribuenti;
in queste strutture, dagli ultimi dati forniti dal Ministero della sanità, gli animali risultano essere spesso denutriti, malati, chiusi in gabbie sovraffollate e non sterilizzati. Viene dato loro del cibo scadente e le norme igieniche fondamentali non sono assolutamente rispettate tanto che, in uno dei canili posti sotto sequestro dalla Forestale di Taranto, i cani sono stati trovati a vivere in mezzo ai loro escrementi;
in molte regioni come Campania, Puglia e Lazio, il Nucleo Investigativo del Corpo Forestale ha scoperto che, oltre al pessimo trattamento riservato ai cani, i gestori di queste strutture traggono profitti illegali dall'attività. Qualche esempio: più un cane risulta malnutrito più il titolare del canile guadagna alzando il prezzo delle rette e quindi gli animali mangiano poco o niente; la morte di un cane, spesso indotta dall'incuria al quale è sottoposto, fa guadagnare al gestore fino a 75 euro per lo smaltimento della carcassa e alcune cucciolate vengono fatte nascere ad hoc con lo scopo di uccidere i piccoli ed incassare i soldi;
esiste una legge del 1991 che stabilisce che i cani randagi o abbandonati non siano più soppressi, ma ospitati in strutture pubbliche, ben tenuti, sterilizzati e in attesa di una famiglia che li prenda in affidamento. Questa legge sancisce anche che i canili siano un momento di passaggio per gli animali, una soluzione temporanea, ma la realtà è che molto spesso i cani ci trascorrono tutta la loro vita;
soprattutto nel sud del paese il business dei canili è in mano alle organizzazioni criminali e il giro di affari complessivo, emerso dagli ultimi dati ispettivi, è di circa 500 milioni di euro che sono frutto, come abbiamo descritto, di feroci maltrattamenti nei confronti dei cani -:
se i Ministri siano a conoscenza di questi dati allarmanti;
se abbiano intenzione di aumentare i controlli delle Forze dell'Ordine, per evitare il proliferare di canili lager e per bonificare quelli già esistenti, convertendoli in strutture vivibili ed idonee ad accogliere gli animali e, in caso affermativo, come;
se non ritengano necessario inasprire le pene per i gestori di queste strutture di morte che, oltre a non rispettare la legge, utilizzano illegalmente i soldi pubblici dei cittadini;
se non ritengano necessario che in queste strutture vengano assunte persone qualificate e preparate nel trattamento e nella cura dei cani e che cessino di esistere canili nei quali lavora una sola persona non in grado di occuparsi di tutti gli animali.
(4-05872)
ZACCHERA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
a suo tempo la Camera ebbe ad approvare la legge 6.3.2001 n. 52 «Riconoscimento del registro nazionale dei donatori di midollo osseo» che, all'articolo 8, prevedeva che entro sei mesi sarebbe stato pubblicato il regolamento attuativo della nuova legge;
ormai sei anni di distanza non risulta che tale regolamento sia stato ancora pubblicato;
ciò comporta obiettivi problemi di ordine pratico e concreto nella attuazione
delle norme, creando difficoltà ed intralci nella pratica applicazione di questa importante normativa -:
se non si ritenga di dover immediatamente intervenire per verificare questo stato di cose e risolverle al più presto;
per quali motivi il regolamento non sia ancora stato predisposto o perlomeno pubblicamente diffuso;
per quale data si ritiene che il regolamento stesso possa essere emanato e quindi entrare in vigore.
(4-05873)
CIOCCHETTI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il rettore dell'università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, nel suo discorso in occasione dell'apertura dell'anno accademico 2007-2008, ha voluto esporre pubblicamente alcune considerazioni a proposito delle pesanti nubi che, già oggi e ancor di più per l'incombente domani, gravano sul Policlinico Gemelli;
tale affermazione deriva da ciò che è previsto nel Piano di rientro dei costi della sanità della Regione Lazio, attualmente all'attenzione del Ministero dell'economia, che penalizza fortemente il Policlinico Gemelli di Roma, per quanto riguarda la programmazione futura e in particolare rispetto all'erogazione dei finanziamenti e ai pagamenti già dovuti in base al protocollo d'intesa;
sono in corso trattative, con interlocutori istituzionali nazionali e regionali, per impedire una simile penalizzazione del Policlinico Gemelli e mantenere l'integrità e la qualità di una istituzione del servizio pubblico sanitario che ha raggiunto livelli ed indici di costi tra i «migliori d'Italia»;
da dette trattative non emerge, però, quel senso di responsabilità che eviti di sacrificare il bene di questa realtà ospedaliera, a favore delle fredde regole dei conti economici pubblici;
risulta ormai improcrastinabile rivedere e riformulare i protocolli con i policlinici universitari, da tempo scaduti, e prevedere una attenta programmazione che dovrebbe essere rivolta a garantire il futuro delle strutture di eccellenza, quale è il Policlinico Agostino Gemelli -:
se non intendano intervenire, ciascuno per le parti di rispettiva competenza, affinché vengano poste in essere idonee azioni per la salvaguardia di un così importante policlinico ospedaliero.
(4-05875)
FORMISANO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di martedì 11 dicembre 2007 la Commissione Sanità della regione Lazio in una audizione ha incontrato i vertici della Fondazione S. Lucia, istituto di ricerca e cura a carattere scientifico che, tra i 43 IRCCS del territorio nazionale, è la prima per il centro sud ed è la settima in graduatoria nazionale per attività, professionalità e lavoro svolto;
i vertici della Fondazione, di cui è direttore generale il dottor Luigi Amadio, hanno illustrato alla Commissione Sanità della regione Lazio la grave situazione in cui si trova oggi l'istituto a causa del non rispetto delle convenzioni e degli accreditamenti e quindi oggi l'istituto a causa del non rispetto delle convenzioni e degli accreditamenti e quindi della remunerazione che la regione Lazio effettua nei confronti dell'azienda che opera nel suo territorio;
la Fondazione S. Lucia non ricovera solo cittadini del Lazio ma ha tra i suoi pazienti un 20 per cento di ricoveri di cittadini fuori regione che si rivolgono alla Fondazione IRCCS S. Lucia per la sua ormai famosa professionalità;
la Fondazione ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro i pagamenti della regione Lazio che considera la Fondazione stessa come una piccola clinica accreditata nel territorio regionale;
la politica seguita dalla regione Lazio - anche in attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario concordato con il Governo - mette a rischio i ricoveri e quindi anche l'occupazione dei dipendenti dell'Istituto S. Lucia poiché non effettua alcun intervento a garanzia dell'Istituto stesso -:
quali iniziative intenda prendere il Ministro in indirizzo nei riguardi della regione Lazio che con il suo atteggiamento discriminatorio mette in grave pericolo la funzionalità dell'istituto all'interno del Servizio sanitario nazionale.
(4-05876)