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Allegato B
Seduta n. 256 del 12/12/2007
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DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
BIANCOFIORE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nella provincia di Bolzano la questione degli alloggi ai militari va vista sotto una chiave di lettura differente rispetto al resto d'Italia. Il motivo principale risiede nell'atipicità di una realtà locale che esige un'attenzione, ma soprattutto soluzioni diverse per assicurare agli italiani dell'Alto Adige, e nello specifico ai militari residenti in provincia, un futuro fondato su maggiori certezze;
il problema della casa sta infatti alla base di tale condizione perché garantirebbe una presenza stabile nella provincia della componente italiana, perché eviterebbe un esodo tanto indesiderato quanto inevitabile verso le terre d'origine, perché realizzerebbe un «sogno» per tutte quelle famiglie che percependo un reddito da dipendenti dello Stato hanno poco da sperare sulla possibilità di veder realizzato questo «sogno»;
la questione tuttavia non va soltanto vista sotto quest'ottica, ma va anche posta in termini di convenienza per l'economia dello Stato. La tendenza che si è venuta col tempo a delineare ha tutte le caratteristiche di una gestione superficiale, sconveniente e dai caratteri «poco cristallini». Da quando si è cominciato a parlare di cartolarizzazione in particolare si sono osservati:
a) mancati interventi manutentori negli alloggi di servizio;
b) ritardi nell'assegnazione di alloggi sfitti;
la mancanza di interventi di manutenzione, non solo negli alloggi, ma soprattutto in taluni stabili sta provocando dei danni sempre più accentuati alle strutture degli stabili stessi, tali da compromettere anche la sicurezza degli stessi stabili. Basti dire che vi sono numerose palazzine di venti e più appartamenti che a vent'anni dalla loro realizzazione hanno infiltrazioni d'acqua un po' ovunque, ma soprattutto nei garage sotterranei, minando alle fondamenta l'integrità delle strutture stesse. Strutture che con il passare del tempo oltre a perdere di valore rischiano di provocare ulteriori danni a persone e cose con il distacco di intonaci e corto circuiti dall'evidente pericolosità;
i ritardi, poi, nella assegnazione degli alloggi, hanno verosimilmente la stessa motivazione: gli alloggi non vengono assegnati senza essere stati opportunamente manutenzionati. Manutenzione che come è stato detto non avviene con la dovuta solerzia causa i costi che attualmente il demanio a fatica sosterrebbe;
i ritardi nelle assegnazioni vanno chiaramente a discapito di quelle famiglie che pur avendo diritto all'alloggio demaniale sono costrette a ritardare il ricongiungimento dei propri cari, ovvero pagare i prezzi esorbitanti degli affitti presenti sul mercato. Per questo motivo molti militari
si trovano costretti a chiedere il trasferimento presso altre sedi di servizio, fuori dall'Alto Adige, ovvero, in taluni casi il proscioglimento;
tutto questo produce un malcontento diffuso che i militari avvertono come una insufficiente attenzione ai loro problemi da parte in primis della classe politica;
in una realtà locale come quella altoatesina questo malessere è ancora più esasperato in quanto pone i militari nella condizione di sentirsi una categoria di serie «B» dovendosi confrontare con altre categorie che nella provincia di Bolzano godono di ben altre attenzioni;
il Governo dovrebbe dunque:
a) rendere possibile l'acquisto da parte dei militari di alloggi di servizio che stanno gradualmente ma altrettanto inesorabilmente perdendo sempre più valore, nell'ottica di realizzare con il ricavato altre abitazioni da assegnare ad altre famiglie di militari;
b) incentivare la realizzazione di cooperative di militari;
alcune cooperative di militari si sono infatti già costituite nella speranza di poter ottenere qualche lotto di terreno edificabile tra quelle aree che il demanio militare ha dismesso o dismetterà a breve. Attualmente i beni dismessi da parte del demanio, vengono acquisiti per legge dalla Provincia di Bolzano la quale nulla deve in cambio, il che è lesivo dell'interesse economico dello Stato e dei suoi servitori;
un passo in avanti c'è stato nel recente incontro del Ministro della Difesa Parisi con il Presidente della Provincia di Bolzano Durnwalder, laddove si è parlato della possibilità di cedere aree del demanio «militare» alla Provincia in cambio di alloggi per volontari;
risulta che il passaggio delle aree è stato firmato dal Ministro ma che la Provincia Autonoma non abbia mantenuto fede agli accordi presi;
il Presidente della Provincia Autonoma Durnwalder aveva ovviamente dato la propria disponibilità ben sapendo che la provincia avrebbe ottenuto un maggior vantaggio a discapito, ancora una volta, dello Stato;
tuttavia l'iniziativa non avrebbe potuto che rallegrare i militari visti i ritardi sulla «cartolarizzazione» e la necessità di acquisire nuovi alloggi per le FFOO;
è necessario in ogni caso segnalare che molti militari in servizio nella provincia altoatesina, hanno costituito delle cooperative con lo scopo di autofinanziarsi la realizzazione della prima casa. In un passato abbastanza recente iniziative in tal senso avevano avuto successo, lo testimoniano le abitazioni realizzate presso la ex cas. «Mignone» dove più di 60 famiglie di militari riunitisi in cooperative edilizie hanno potuto realizzare il loro sogno;
è da sottolineare che per l'Amministrazione militare sarebbe sicuramente vantaggioso cedere porzioni di aree dismesse alle predette cooperative in quanto senza ricorrere a nessun tipo di finanziamento, si ritroverebbe un congruo numero di propri dipendenti sistemati in case di proprietà e nello stesso tempo ulteriori alloggi liberi da destinare a coloro che chiedono l'appartamento di servizio;
a Bolzano vi sono aree demaniali «depresse» quali l'ex deposito munizioni di Riva di Sotto, sito nel comune di Appiano, l'area di via Novacella in Bolzano città, che le cooperative sopraddette sarebbero fin da subito pronte ad utilizzare qualora ne venisse loro destinata una porzione -:
se il Governo intenda porre in essere un'iniziativa legislativa che soddisfi questa esigenza che nasce dalla volontà di cittadini in divisa dopo anni di servizio prestato nella difficile realtà territoriale altoatesina, assicurando loro ed alle loro famiglie un futuro di certezze;
se intenda favorire l'acquisto degli alloggi, che non solo garantirebbe la permanenza delle famiglie dei militari ormai
integrate nella realtà altoatesina, evitando quell'esodo di cui si è parlato, ma altresì farebbe cessare la notevole quantità di istanze volte al trasferimento in altre sedi di servizio e, in particolare donerebbe un sospirato sollievo a tutti coloro che in Alto Adige vivono ormai da anni, e che avendo figli cresciuti in terra altoatesina, auspicano di potervi rimanere per non allontanarsi dai propri affetti.
(4-05884)