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Allegato B
Seduta n. 256 del 12/12/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
RONCONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
secondo il TG LA7 delle 20,00 di martedì 11 dicembre, il Ministro Pecorario Scanio, accompagnato dal sottosegretario Paolo Cento, si sarebbe recato a Bali per il summit mondiale sul clima con una delegazione composta da oltre 40 persone -:
se corrisponda al vero questa notizia ed in tal caso da chi fosse composta questa delegazione, e a quanto ammontino i costi della missione.
(3-01492)
Interrogazioni a risposta scritta:
TURCO, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e PORETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Corte dei conti, nella relazione inviata al Parlamento sulla copertura delle leggi, relativa al quadrimestre maggio-agosto 2007, esprime forti critiche sulla copertura finanziaria e su alcune misure in materia pensionistica contenute del decreto sull'extragettito fiscale - il cosiddetto «tesoretto» - convertito con la legge 3 agosto 2007, n. 127, «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 luglio 2007 n. 81, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria». Il provvedimento, scrive la magistratura contabile, «utilizza pressoché interamente le risorse derivanti da maggiori entrate tributarie a copertura della parte più cospicua degli oneri da sostenere nell'esercizio 2007», una forma di copertura denunciata come «fuori dalle regole previste dalla legge di contabilità». «Non appare rispondente ai criteri di buona pratica di bilancio» -
scrive la Corte - «l'utilizzazione in epoca molto lontana dalla chiusura dell'esercizio di maggiori entrate tributarie quantificate a livello presuntivo per fare fronte a nuove spese certe: ciò, indipendentemente da altri aspetti tra cui l'opportunità di avvalersi del ciclo economico favorevole per il percorso di riduzione del debito, potrebbe pregiudicare lo stesso rispetto del saldo netto da finanziare originariamente previsto». Nei messi successivi, «si è avuta conferma dell'aumento del gettito tributario»; d'altra parte, «non ci sono però sufficienti elementi per una valutazione altrettanto ottimistica dell'andamento della spesa, tenuto conto anche della sua accentuata stagionalità». I nuovi oneri comportano «un peggioramento dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche pari allo 0,1 per cento del Pil: ciò determina la necessità di effettuare, in anni in cui sono attesi tassi di crescita inferiori al 2007, ulteriori correzioni degli andamenti a legislazione vigente per conseguire nel 2011 - come previsto dal Dpef - un saldo prossimo al pareggio». Il governo, inoltre, non ha «neppure fatto cenno all'andamento delle entrate extratributarie, che alla data del provvedimento appariva decisamente recessiva»;
la Corte dei conti denuncia altresì una vera e propria violazione della legge di contabilità nella parte relativa all'aumento delle pensioni minime. Secondo la legge di contabilità, le norme in materia pensionistica richiedono «un quadro analitico di proiezioni finanziarie almeno decennali, riferite all'andamento delle variabili collegate ai soggetti beneficiari, da inserire nella relazione tecnica». Nel disegno di legge-tesoretto, invece, la voce di spesa di maggior rilievo, relativa all'aumento delle pensioni minime, «non è quantificata nel testo della legge di conversione, ma soltanto nella relazione tecnica al relativo disegno di legge». Questa relazione fornisce «una stima non dettagliata degli oneri, e indica gli stessi in 900 milioni di euro per il 2007, 1.233 milioni per il 2008, 1.266 milioni per il 2009 e 1.300 milioni a regime a decorrere dal 2010» -:
quali provvedimenti il governo intenda adottare per rimediare ai rilievi avanzati dalla Corte dei Conti e come intenda garantire copertura certa ai provvedimenti adottati.
(4-05882)
FABRIS. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
con l'interrogazione a risposta scritta n. 4-05642 presentata in data 14 novembre 2007, l'interrogante segnalava la scarsa trasparenza con la quale, a suo giudizio, il Ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro ha gestito la realizzazione delle opere infrastrutturali in Lombardia, e in particolare della nuova autostrada Brescia-Bergamo-Milano affidata alla società concessionaria Brebemi SpA, nonché gli ingenti danni che potrebbero derivare allo Stato italiano in conseguenza della relativa procedura di infrazione aperta dall'Unione europea nei confronti del nostro Paese per violazione delle regole comunitarie in materia di concessioni e concorrenza;
oltre ai fatti già evidenziati nella suddetta interrogazione, alcuni organi di stampa hanno recentemente aggiunto un tassello importante per la ricostruzione dell'intera vicenda, segnalando talune sconcertanti novità relative alla società Brebemi e riferendo della presenza nel suo consiglio di amministrazione di un certo Tristano Testa, socio alla pari del Ministro Di Pietro in una società immobiliare di diritto bulgaro, la Suko srl;
in particolare, come risulta da un articolo pubblicato sul settimanale Panorama del 29 novembre 2007, il signor Tristano Testa avrebbe costituito la Suko sri a Varna, in Bulgaria, alla fine del 2002, con un capitale sociale di circa 2.500 euro e un solo dipendente nel 2006;
sempre secondo l'indagine svolta dal settimanale Panorama, i proprietari di detta società sarebbero appunto, ciascuno per il 50 per cento, Antonio Di Pietro e
Tristano Testa, rivestendo quest'ultimo anche il ruolo di amministratore della società medesima;
il 26 marzo 2007, a seguito della firma della convenzione Cal-Brebemi per la realizzazione della nuova autostrada Brescia-Bergamo-Milano, si insediava a Brescia il nuovo consiglio di amministrazione della società Brebemi SpA, in cui risulta nominato anche il signor Tristano Testa;
secondo la società Brebemi, la nomina del Testa sarebbe da imputare alla provincia di Milano, azionista per il 2,59 per cento, ma l'ufficio del presidente della provincia Filippo Penati ha prontamente smentito detta notizia, attribuendo la nomina del Testa alla società Milano Serravalle SpA, azionista al 10 per cento, peraltro in mano per il 52,9 per cento alla holding milanese Asam (Azienda sviluppo acqua e mobilità), a sua volta di proprietà per il 99 per cento della provincia di Milano;
in realtà, gli stessi uffici della provincia di Milano avrebbero ascritto la nomina del Testa ad una segnalazione proveniente direttamente dal Ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro;
ove quest'ultima notizia rispondesse al vero, si tratterebbe di un fatto di inaudita gravità, visto il palese conflitto di interessi in cui verserebbe il Ministro Di Pietro nell'aver «sollecitato», apparentemente abusando della propria posizione di Ministro delle infrastrutture, la nomina del proprio socio al consiglio di amministrazione della società Brebemi, concessionaria per la realizzazione di importanti opere pubbliche e, quindi, soggetto utilizzatore di pubblico denaro;
a ciò si aggiunga che la nomina del Testa non risulta in alcun modo giustificata dalle sue competenze, non trattandosi, per quanto risulti all'interrogante, né di un tecnico, né di un esperto conoscitore di autostrade o appalti;
inoltre, un fatto del genere aggraverebbe enormemente la posizione dell'Italia nell'ambito della procedura di infrazione aperta dall'Unione europea sulla vicenda Brebemi, costituendo un ulteriore motivo di scarsa trasparenza nella gestione del suddetto regime di concessione -:
se risulti al Presidente del Consiglio che i fatti segnalati in premessa corrispondano al vero e, se sì, quale giudizio ne dia;
quali iniziative urgenti il Presidente del Consiglio intenda assumere al fine di rimuovere una tale situazione che ad avviso dell'interrogante configura un conflitto di interessi del Ministro Di Pietro nell'esercizio delle proprie funzioni di Ministro delle infrastrutture;
se il Ministro delle infrastrutture non ritenga quanto mai opportuno fornire ai cittadini italiani e all'Unione europea i dovuti chiarimenti in merito ai fatti denunciati nella presente interrogazione, in ossequio al principio di trasparenza che deve presiedere ad ogni attività della Pubblica amministrazione, sia secondo il diritto interno sia secondo il diritto comunitario.
(4-05886)