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Allegato B
Seduta n. 257 del 13/12/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
nei giorni scorsi, la comunità medico-scientifica internazionale ha plaudito alla notizia, definita come «la possibile pietra filosofale della medicina del futuro», relativa alla produzione di cellule staminali - cellule base in grado di trasformarsi in qualsiasi tessuto del corpo umano, in quantità inesauribile - senza ricorrere all'uso di embrioni umani;
la scoperta - opera di due équipes di scienziati una statunitense e l'altra giapponese - una volta perfezionata, potrebbe garantire organi di ricambio senza alcun rischio di rigetto, perché sviluppati partendo dalla pelle di ogni singolo paziente, o trattamenti efficaci per malattie oggi incurabili come la sindrome di Alzheimer e la sindrome di Parkinson, o anche il diabete;
è evidente, anche ai non addetti ai lavori, che i risultati raggiunti dalle due équipes di scienziati, attraverso differenti procedimenti, ampliano, enormemente il ventaglio delle possibilità di cura di terribili malattie;
si deve, altresì, rilevare, che la possibilità di generare cellule staminali specifiche per ciascuna malattia di ogni singolo paziente senza usare embrioni umani, costituisce indubbiamente un superamento delle attuali ricerche sulle staminali, alla cui base vi è anche la controversa e inquietante tecnica della clonazione terapeutica;
la stessa comunità scientifica sta ripensando seriamente la materia come dimostrato anche dalle recenti dichiarazioni dello scienziato britannico Ian Wilmut, creatore della pecora Dolly, il quale ha deciso di abbandonare le ricerche sulla clonazione;
in Italia, la legge non consente ricerche sulle cellule staminali embrionali, ma - allo stesso tempo - il nostro Paese ha ritirato, all'atto dell'insediamento del governo di centro-sinistra, la firma dalla cosiddetta minoranza di blocco che si opponeva alla destinazione di fondi europei alla ricerca sugli embrioni umani, e - dunque - alla loro distruzione;
alla luce dei predetti importanti sviluppi scientifici finanziare progetti di ricerca sulle cellule staminali embrionali risulta obiettivamente inutile ed eticamente improponibile in quanto tale tecnica comporta la distruzione di embrioni umani e quindi di vite umane;
alla luce di questi fatti nuovi è indispensabile che il nostro Paese riveda immediatamente la propria posizione in ambito europeo in ordine ai fondi destinati alla ricerca sugli embrioni umani in quanto si tratta di un filone di ricerca ormai superato oltreché eticamente inaccettabile,
impegna il Governo
ad agire tempestivamente e in modo concreto per promuovere nelle sedi europee, alla luce degli importanti passi avanti che la ricerca scientifica sta compiendo in questo campo, la moratoria delle ricerche sulle cellule staminali embrionali e quindi la sospensione dei fondi a tale scopo destinati ed il sostegno e la valorizzazione delle ricerche che prevedono l'impiego di cellule staminali adulte, abbandonando così un filone di ricerca eticamente inaccettabile in quanto comporta la distruzione di embrioni umani e quindi di vite umane.
(1-00256)
«La Loggia, Leone, Palmieri, Di Virgilio, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Bertolini, Boscetto, Biancofiore, Fallica, Gardini, Germanà, Giudice, Marinello, Paoletti Tangheroni, Garagnani, Lupi, Fitto».
Risoluzione in Commissione:
La XIV Commissione,
premesso che:
il 12 dicembre 2007 Parlamento europeo, Consiglio dell'Unione europea e Commissione europea hanno solennemente proclamato a Strasburgo la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
il trattato di riforma, firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007 e di cui si è aperto il processo di ratifica, prevede l'attribuzione di valore giuridicamente vincolante alla Carta, pur non incorporandone il testo nei trattati;
la Carta proclamata il 12 dicembre 2007 riproduce con poche variazioni il testo della Carta dei diritti fondamentali proclamata solennemente a Nizza il 7 dicembre 2000 dal Parlamento europeo, dal Consiglio dell'Unione europea e dalla Commissione europea e poi trasfusa nella Parte seconda del Trattato che adotta una costituzione per l'Europa, firmato a Roma nel 2004;
la Carta di Nizza ha avuto il merito di includere in un unico testo, per la prima volta nella storia dell'Unione europea, i diritti civili, politici, economici e sociali dei cittadini europei nonché di tutte le persone che vivono sul territorio dell'Unione;
in particolare la Carta ha riaffermato che l'Unione europea si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell'uguaglianza e della solidarietà, si basa sul principio della democrazia e sul principio dello Stato di diritto e pone la persona al centro della sua azione;
la Carta di Nizza è stata inoltre elaborata secondo una procedura originale, essendo stata predisposta da una Convenzione alla quale hanno partecipato per la prima volta rappresentanti dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo oltre che dei Governi;
i principi e i diritti iscritti nella Carta costituiscono quindi il frutto di un processo democratico, che ha coinvolto tutte le più alte istanze rappresentative dell'Unione europea, e sono espressione delle tradizioni costituzionali comuni degli Stati membri;
la Corte di giustizia e le corti costituzionali nazionali hanno in numerose occasioni richiamato, a fondamento delle proprie pronunce, la Carta di Nizza, pur non avendo essa formalmente valore vincolante;
la Carta ha quindi, prima ancora del riconoscimento della sua forza giuridica, assunto un ruolo cruciale, sia sul piano simbolico che pratico, nel processo di integrazione europea, estendendolo dal piano prettamente economico a quello della tutela e promozione dei diritti e delle libertà fondamentali;
l'attribuzione di forza giuridica alla Carta ha estrema importanza in quanto obbliga in modo chiaro e diretto le Istituzioni dell'Unione europea e gli Stati membri a rispettare i diritti e i principi indicati nella Carta e ne consente la piena e diretta giustiziabilità da parte dei cittadini;
la Carta, pertanto, oltre contribuire alla salvaguardia e allo sviluppo dei valori comuni e dei principi comuni, nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli europei nonché dell'identità nazionale degli Stati membri e dell'ordinamento dei loro pubblici poteri, assicura la creazione di uno spazio giuridico unico,
impegna il Governo:
ad adoperarsi per garantire, sia a livello nazionale che nelle sedi europee competenti, una piena attuazione della Carta dei diritti fondamentali, promuovendo il rispetto dei valori e dei diritti da essa affermati;
a promuovere, attraverso le attività e gli strumenti appropriati, una piena ed
effettiva conoscenza dei contenuti della Carta e delle opportunità che il riconoscimento della sua forza vincolante attribuisce ai cittadini italiani e alle persone stabilite in Italia.
(7-00316)«Frigato, Bimbi».