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Allegato B
Seduta n. 259 del 15/12/2007
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GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
NESPOLI e CASTIELLO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'USPP, Unione Sindacati Polizia Penitenziaria, con una nota inviata ai vertici dell'Amministrazione Penitenziaria ed al Ministro competente, ha denunciato la grave carenza di personale femminile e maschile di polizia penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Pozzuoli;
gli interroganti sono a conoscenza delle problematiche in cui l'Amministrazione centrale è costretta ad operare, in un clima di ristrettezza di risorse finanziarie, che impediscono, peraltro, di alleviare il lavoro dei poliziotti penitenziari attraverso l'espletamento di concorsi pubblici, in modo da limitare i notevoli vuoti in pianta organica -:
se si convenga a sostenere uno specifico intervento finalizzato a sopperire momentaneamente all'annosa situazione delle carenze di organico del Corpo relativamente all'istituto citato, in modo che il personale ivi distaccato possa, volontariamente, continuare a prestare servizio presso la suddetta sede per un periodo più lungo possibile.
(4-05917)
FASOLINO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
suor Maria Laura Mainetti, 61 anni, superiora dell'Istituto Immacolata di Chiavenna, viene assassinata il 6 giugno del 2000 con diciannove coltellate. L'omicidio avviene a Chiavenna, nel parco naturale delle Marmitte dei Giganti;
il 28 giugno i Carabinieri fermano tre ragazze: Ambra Gianasso e Veronica Pietrobelli,
entrambe di 17 anni, di Chiavenna e Milena De Giambattista, 16 anni, di Mese. Nel carcere minorile Milena confessa: «Satana ci ha ordinato di uccidere»;
segue la condanna di Ambra a 12 anni e 4 mesi di reclusione, e di Veronica e Milena, a otto anni e mezzo;
Veronica lascia il carcere il 4 luglio 2004 dopo aver scontato metà della pena, e viene affidata a una comunità romana. Il 2 maggio 2006 è la volta di Milena, che lavora nel centro Exodus di Grezzana (Verona) gestito da don Mazzi;
finalmente anche Ambra Gianasso ritenuta, dai giudici che l'hanno condannata a 12 anni e 4 mesi, la mente dell'efferato omicidio, lascerà fra pochi giorni il carcere per decisione del Tribunale della Libertà;
l'interrogante è convinto che dal Cielo in cui sicuramente riposa suor Maria Mainetti, martire innocente di un delitto assurdo maturato nelle nebbie di riti satanici cui le povere carnefici erano dedite, avrà già perdonato le tre ragazze;
l'interrogante non può, però, non chiedersi se suor Laura Mainetti avrà anche potuto perdonare i giudici che hanno comminato pene tali da consentire, anche mercé la recentissima sentenza del Tribunale della Libertà, una così rapida e inspiegabile uscita dal carcere da parte delle tre assassine. Certo, la loro futura vicenda personale non può non interessare. Il pieno recupero spirituale e sociale è obiettivo che tutti si auspicano venga perseguito e realizzato. Senza cedimenti però, da parte dello Stato. Il ravvedimento dovrebbe infatti essere veramente pieno e definitivo. Viva è poi la preoccupazione che i giovani che leggono le cronache possano trovare spunti per rinverdire le gesta del diabolico terzetto: purtroppo, nell'Italia di oggi, in casi del genere, il regime di detenzione è molto mite, riceve anche una buona dose di ribalta mediatica giovevole a chi aspira ad una carriera scenica e, soprattutto, si caratterizza per una costante brevissima durata;
lo dimostra anche la vicenda di Erika (da Novi) che, tanto per la cronaca, ha trucidato la madre e un implorante e incredulo fratellino. I giornali raccontano: la guardava negli occhi e le chiedeva «perché lo fai»? Insensibile a qualsivoglia sussulto di pietà o di affetto Erika ebbe a continuare il lavoro di adolescente macellaia ed è destinata a riavere l'onore di molte prime pagine allorché, tra breve, come sembra, le verrà concessa la scarcerazione. Per quella occasione, è facile prevedere uno scoop giornalistico che ci presenterà in unica foto Ambra, Veronica, Milena ed Erika riproponendole all'attenzione (si spera non emulativa) dei loro coetanei -:
se il Ministro interrogato non intenda assumere iniziative, anche normative, volte ad evitare che delitti tanto efferati possano dar luogo a pene tanto miti, adottando apposite iniziative ispettive, per l'esercizio dei doveri di sua competenza, con riguardo alle vicende di cui in premessa.
(4-05919)