Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 262 del 20/12/2007
...
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
JANNONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 30 agosto 2007 la Bergamasca e, in particolare, il territorio di Filago sono stati colpiti da una perturbazione che ha causato grandine, fulmini, trombe d'aria e forti temporali;
il maltempo ha provocato danni gravissimi nelle campagne dove sono state scoperchiate serre e stalle, allagate cascine, sradicati alberi, abbattuti campi di granoturco e distrutte coltivazioni soprattutto orticole;
gli eventi hanno colpito numerose proprietà private di tipo residenziale;
in data 4 settembre la provincia di Bergamo, con deliberazione di giunta, ha già richiesto lo stato di calamità naturale per le zone colpite dalla tromba d'aria -:
quali misure siano allo studio per accelerare il riconoscimento dello stato di calamità naturale, trattandosi di un evento che, sia per intensità che per estensione, deve essere fronteggiato con mezzi e poteri straordinari.
(4-05965)
MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 559/26 prevede che «i viali ed i parchi della rimembranza sono dichiarati pubblici monumenti»;
il comune di Firenze ha provveduto a tagliare già alcune decine di alberi della rimembranza siti in Viale Morgagni in Firenze e ancor più si appresta ad eliminarne per la realizzazione di una «tramvia veloce» in tale sede -:
se tali beni tutelati siano stati oggetto e come di specifica richiesta di abbattimento alla Sovrintendenza competente e, nel caso, quali autorizzazioni in merito siano state fornite;
se non si reputi opportuno verificare lo stato d'osservanza e «tenuta» sul piano nazionale della legge n. 559/26 che nel suo spirito civile e patriottico non può subire alcuna omissione o peggio grave oltraggio impunemente.
(4-05966)
CAPOTOSTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 24 novembre 2000, n. 341, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 gennaio 2001, n. 4, prevede, al Capo VII, nuove norme in materia di applicazione di particolari strumenti tecnici di controllo alle persone sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari e ai condannati in stato di detenzione domiciliare;
in particolare, l'articolo 16, comma 2, del suddetto decreto, introduce nel codice di procedura penale il nuovo articolo 275-bis, che prevede la possibilità per il giudice che dispone la misura degli arresti domiciliari di prescrivere procedure di controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici, quando ne abbia accertato la disponibilità da parte della polizia giudiziaria e sempre che l'imputato le abbia accettate;
inoltre, l'articolo 17, comma 1, del medesimo decreto, introduce il comma 4-bis dell'articolo 47-ter della legge 26 luglio 1975, n. 354, stabilendo la possibilità per il tribunale di sorveglianza che dispone la detenzione domiciliare di prevedere modalità di verifica per l'osservanza delle prescrizioni imposte anche
mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici, sempre che ne abbia accertato la disponibilità da parte delle autorità preposte al controllo e che il condannato le abbia accettate;
si tratta, con tutta evidenza, di disposizioni importanti, capaci sia di rendere effettivo il controllo dei detenuti agli arresti domiciliari, che spesso commettono reati, sia di recuperare agenti impegnati nel controllo, sia, infine, di attenuare almeno in parte il sovraffollamento delle carceri;
la sperimentazione del cosiddetto «braccialetto elettronico», iniziata il 20 aprile 2001, ha dato buoni risultati ma l'applicazione delle norme citate si trova oggi in una fase di stallo -:
quali provvedimenti, il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di dare piena attuazione alle norme che disciplinano l'applicazione di strumenti elettronici di controllo alle persone sottoposte a misure alternative alla custodia cautelare e alla detenzione in carcere.
(4-05975)
CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con delibera n. 58 del 4 maggio 2007 la giunta comunale di Roccapiemonte, in provincia di Salerno, ha individuato quale sede provvisoria per la istituenda stazione dei carabinieri il fabbricato attualmente utilizzato per scuola elementare, alla località San Potito, in via Caracciolo;
con lo stesso atto l'amministrazione comunale di Roccapiemonte si è impegnata a rendere disponibile tale sede per l'istituenda stazione dei carabinieri in comodato gratuito per un periodo minimo di sei anni nelle more di realizzazione della sede definitiva;
con nota n. 1055/25-2-2001, la regione carabinieri Campania - stazione di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, trasmetteva al comune di Roccapiemonte copia della nota n. 395/3-66-2001 del comando carabinieri di Mercato San Severino, datata 24 giugno 2007, mediante la quale si comunicava che il comando provinciale carabinieri di Salerno non poteva inoltrare alla prefettura di Salerno la proposta di locazione per accasermare la istituenda nuova stazione carabinieri, poiché il contenuto della delibera di giunta comunale n. 58 del 4 maggio 2007, non risultava conforme ai lineamenti di massima indicati dal Ministero dell'interno, essendo priva dell'indicazione che lo stabile da adibire a caserma, prima della consegna, doveva essere munito dei previsti sistemi di difesa passiva e delle predisposizioni informatiche e di cablaggio;
per non vanificare gli sforzi operati dall'amministrazione comunale Roccapiemonte nell'individuazione di una sede, ancorché provvisoria, per la stazione dei carabinieri da istituire sul territorio di Roccapiemonte, il comando carabinieri di Mercato San Severino invitava l'amministrazione ad integrare l'atto deliberativo n. 58 del 2007 con le seguenti precisazioni:
a) la quantificazione dei tempi necessari per adeguare il fabbricato a caserma e la presumibile data di consegna della struttura;
b) la disponibilità dell'appartamento, sito in via Roma, per destinarlo a secondo alloggio di servizio, nei termini indicati dal comune con lettera numero di prot. 1411 in data 3 aprile 2007, con l'indicazione dei tempi necessari per la piena fruibilità da parte del militare beneficiario;
con nuova delibera n. 89 del 9 agosto 2007, la giunta comunale di Roccapiemonte provvedeva ad integrare la precedente delibera con gli elementi richiesti;
con delibera n. 91 del 9 agosto 2007, la giunta comunale di Roccapiemonte provvedeva ad approvare il progetto esecutivo di adeguamento del plesso scolastico della frazione San Potito a caserma dei carabnieri -:
a che punto sia la procedura di istituzione della stazione dei carabinieri
nel comune di Roccapiemonte e se non ritenga opportuno accelerare la predetta procedura tenuto conto della forte richiesta di sicurezza da parte dei cittadini in questo periodo.
(4-05978)
CARUSO e DURANTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il signor Cesare Lodeserto, parroco presso la curia di Lecce, ha gestito per anni il Centro di Permanenza Temporanea di San Foca (Lecce), denominato Regina Pacis, fino alla sua dismissione;
la sua presunta attività di accoglienza e assistenza per gli extracomunitari, gli ha procurato fino a questo momento una sequenza di procedimenti e condanne penali;
in particolare il signor Lodeserto è stato condannato in data 28 settembre 2007 a cinque anni e quattro mesi di reclusione per i reati di sequestro di persona, estorsione, minaccia, violenza privata nei confronti di alcune ragazze extracomunitarie rinchiuse nel cpt di San Foca;
in data 22 luglio 2005, sempre il signor Lodeserto è stato condannato a un anno e quattro mesi per i reati di violenza privata e lesioni aggravate da sevizie e crudeltà nei confronti dei 17 migranti che avevano tentato la fuga dal CPT nel novembre del 2002, violenze, come si legge nel dispositivo della sentenza, determinate dal solo motivo della violenza, della prevaricazione e dell'umiliazione nei confronti di persone trattenute nel CPT;
inoltre in data 24 maggio 2005 il signor Lodeserto è stato condannato a otto mesi di reclusione per simulazione di reato, in quanto lo stesso Lodeserto si inviò al proprio telefono cellulare un sms contenente minacce di morte nel periodo in cui stava per essergli revocata la scorta che, dopo la minaccia simulata, gli fu concessa nuovamente;
nel mese di dicembre 2007 è prevista la partenza definitiva del signor Lodeserto in quanto la curia gli ha conferito il mandato fidei donum per andare missionario in Moldavia;
già in passato il signor Lodeserto è sfuggito per un breve periodo ad un mandato di cattura spiccato dal tribunale di Lecce proprio in virtù della sua permanenza in Moldavia;
il rischio evidente è che ora il signor Lodeserto si sottragga definitivamente alla giustizia italiana nel momento in cui le sue diverse condanne diventino esecutive -:
se corrisponda al vero che il signor Lodeserto tuttora usufruisce di un servizio scorta da parte delle forze di polizia;
quali provvedimenti il ministro ritenga utile porre in essere, anche valutando se risulti opportuno prendere eventuali contatti con le autorità di polizia straniera, per evitare che il signor Lodeserto si sottragga alla giustizia.
(4-05982)
CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 28 novembre 2007 i Consiglieri di maggioranza della Comunità Montana Alento Monte Stella hanno sottoscritto una mozione di sfiducia costruttiva contro il Presidente della Comunità montana;
la mozione era sottoscritta da 27 consiglieri;
facendo seguito alla mozione il Presidente dell'Ente Comunità Montana Alento Monte Stella, signor Michele Apolito, ha provveduto alla convocazione del Consiglio Generale con l'ordine del giorno «mozione di sfiducia costruttiva presentata il 28 novembre 2007» per i giorni 14 dicembre 2007 in Prima Convocazione e 15 dicembre 2007 in Seconda Convocazione;
in data 10 dicembre 2007 perveniva alla Presidenza la nota Prot. 23928 del Comune di Castellabate con la quale si comunicava la revoca, immediatamente esecutiva, da rappresentante della minoranza consiliare del Consigliere Cannalonga Rosetta,
che aveva sottoscritto la predetta mozione di sfiducia, a seguito di richiesta del proprio gruppo di appartenenza;
poiché ai fini della legittimità della mozione di sfiducia occorre la maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati (nel caso in specie 27 su 53) la quale, ai sensi dell'articolo 9 dello Statuto, deve sussistere fino al momento della data in cui dovrà essere tenuto il Consiglio Generale (14 e 15 dicembre), atteso che la consigliera Rosetta Cannalonga era stata revocata, preso atto che la revoca faceva venir meno la maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati firmatari della mozione, il presidente Apolito dichiarava inammissibile la mozione di sfiducia per causa sopravvenuta e contestualmente disponeva la revoca della convocazione del Consiglio generale del 14 e 15 di dicembre;
nell'atto di revoca veniva disposta la sospensione degli avvisi di convocazione ed a seguito di ciò alcuni consiglieri non hanno mai ricevuto la notifica dell'avviso di convocazione per il giorno 14 dicembre 2007;
a seguito di ricorso al TAR di alcuni consiglieri, la revoca dell'avviso di convocazione viene sospesa dal TAR stesso; tale circostanza viene comunicata alla Comunità montana a mezzo fax che risulta pervenuto dopo le ore 13,30 del 14 dicembre 2007, ma mai notificato né al Presidente né ad altri funzionari della Comunità;
non vi è stato, tra l'altro, il tempo materiale per notificare il detto provvedimento a tutti i consiglieri e, soprattutto, non è stato possibile notificare lo stesso ai consiglieri che non avevano ricevuto la convocazione del consiglio del 14 dicembre 2007 anche perché non vi erano nemmeno le 24 ore previste per l'urgenza;
il giorno 14 dicembre 2007 non si è tenuto il Consiglio generale in prima convocazione ovvero non vi è stato verbale di diserzione ma il Prefetto, non tenendo conto di tutto quanto sopra né dei tempi tecnici necessari ad aderire all'ordinanza del TAR, con una nota inoltrata ai Carabinieri della stazione di Torchiara (Salerno) in data 15 dicembre 2007, nel pomeriggio, «invitava» il Presidente a tenere il Consiglio in seconda convocazione così come stabilito nel provvedimento di convocazione iniziale;
tale nota, peraltro, essendo di sabato prevista la chiusura degli uffici della Comunità montana, non è mai pervenuta al Presidente ed infatti la stessa nota è stata notificata dai Carabinieri della stazione di Torchiara alle ore 21,30 del 15 dicembre 2007 al direttore generale dell'ente dottor Mari Tiso;
tale nota, però, è stata artatamente utilizzata dai componenti della fazione politica avversa: infatti, questi reiterando un comportamento già tenuto in precedenza (per il quale è stata presentata una querela denuncia innanzi ai Carabinieri di Ogliastro Cilento in data 7 novembre 2007) hanno ritenuto di convocare loro stessi, senza alcun diritto ed autorizzazione, una seduta di Consiglio e pare che siano entrati nei locali dell'Ente comunità montana senza alcuna autorizzazione;
a questa seduta erano presenti i Carabinieri della stazione di Torchiara;
a questa seduta non hanno preso parte i consiglieri dell'attuale maggioranza in quanto essi non hanno mai ricevuto una convocazione ufficiale ed alla stessa seduta non ha preso parte neanche il Segretario generale dell'ente Comunità montana in quanto anch'egli non è stato raggiunto da convocazione ufficiale;
alla predetta seduta i consiglieri presenti hanno nominato Presidente il signor Pietro Lisi e sono state conferite tutte le cariche politiche del caso;
il Signor Pietro Lisi ha convocato infine alle ore 22,30 dello stesso giorno, il dipendente Lucibello Francesco ed ha preteso da questi la consegna delle chiavi, consegna che pare sia avvenuta a seguito di un ordine di servizio scrittogli dal Lisi nonostante fosse stato diffidato dal presidente in carica dell'ente Apolito;
dei fatti sopra esposti sono a perfetta conoscenza i Carabinieri di Torchiara i quali hanno presenziato dall'inizio alla fine alla vicenda;
il Presidente della Comunità montana Apolito inoltrava alla Stazione dei Carabinieri di Agropoli un esposto nel quale denunciava i fatti sopra esposti;
il giorno seguente, in data 16 dicembre 2007, i consiglieri che si erano autoconvocati al predetto consiglio del giorno 15 dicembre 2007 hanno tenuto addirittura una riunione di Giunta esecutiva e nella mattinata di lunedì 17 dicembre 2007, alla presenza di sei pattuglie dei Carabinieri si sono ripresentati presso la sede della Comunità Montana per prendere possesso degli incarichi che arbitrariamente si erano conferiti;
inoltre, pare che siano state cambiate tutte le chiavi dell'Ente ed il presidente Apolito non può, da allora, accedere alla sua stanza perché presidiata a turno dai consiglieri di minoranza e quindi è impossibilitato a prendere possesso della propria documentazione;
dei fatti su citati, come già premesso, il presidente Apolito sporgeva querela denuncia al Tribunale di Vallo della Lucania per tramite del Comando Stazione Carabinieri di Agropoli, al Ministro dell'interno, al Ministro di grazia e giustizia e al signor Prefetto di Salerno;
sembrerebbe che nel predetto esposto a firma del Presidente Apolito, quest'ultimo abbia denunciato al Ministro dell'interno il comportamento del Prefetto di Salerno che, in più di un'occasione, pare abbia assunto un comportamento non paritario nei confronti dei due schieramenti politici, intervenendo in modo determinante nella vicenda a favore dello schieramento politico avverso al presidente Apolito;
Apolito, nell'esposto inviato al Ministro, lamenta numerosi atti che dimostrano questo comportamento non paritario, ad iniziare dalla decisione del Prefetto di non intervenire, sebbene richiesto, allorché nel maggio 2006 la coalizione politica che sosteneva il Presidente Apolito presentò una mozione di sfiducia costruttiva firmata da 27 componenti (ai sensi dell'articolo 19 dello Statuto) e tale mozione fu dichiarata inammissibile senza alcuna articolata motivazione dall'allora Presidente Vassallo; il Prefetto ritenne, allora, di non intervenire riconoscendo legittima la dichiarazione di non ammissibilità della mozione che vedeva il consigliere Della Pepa Giuseppe candidato Presidente;
lo stesso Prefetto, però, in quest'ultimo caso non ha tenuto lo stesso comportamento nei confronti della mozione di sfiducia presentata contro il Presidente Apolito nel 2007, in quanto non ha tenuto conto di un articolato provvedimento di inammissibilità, dichiarando che dovesse essere il Consiglio generale a valutare l'ammissibilità o meno della mozione di sfiducia e di conseguenza nominando un Commissario ad acta per la convocazione del Consiglio;
dall'esposto citato, che è stato già inoltrato al Ministero dell'interno, si evincono altri fatti che attestano la disparità di trattamento del Prefetto nei confronti delle forze politiche che compongono il Consiglio della comunità montana -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se gli stessi corrispondono al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare ed in particolare se non ritenga opportuno valutare se l'operato del Prefetto di Salerno nel corso della vicenda esposta sia conforme alla normativa vigente.
(4-05990)