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Allegato B
Seduta n. 264 del 9/1/2008
LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta scritta:
PEZZELLA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 2 gennaio 2008, veniva affisso ai cancelli sbarrati dello stabilimento KSS di Arzano (Napoli), che si occupa della produzione di cinture di sicurezza per conto della Fiat e di altre aziende del settore, un comunicato aziendale nel quale si rendeva noto, senza alcun preavviso, l'immediata chiusura dell'attività; nello stesso giorno, veniva recapitato ai 103 dipendenti dello stabilimento arzanese un telegramma in cui si comunicava il licenziamento collettivo;
la chiusura della KSS e il licenziamento improvviso dei dipendenti, secondo le organizzazioni sindacali, non avrebbe alcuna relazione con la temporanea chiusura dello stabilimento Fiat di Pomigliano, azienda committente principale. Nelle settimane precedenti la chiusura, infatti, l'azienda KSS per fronteggiare le commesse aveva addirittura incentivato il lavoro straordinario e fatto ricorso anche a personale esterno con contratto a tempo determinato. Nulla, quindi, lasciava presagire quanto poi è accaduto successivamente, a partire dai materiali trasferiti in tutta fretta durante la pausa delle festività natalizie ed a finire al licenziamento dei dipendenti, senza preavviso, avvenuto ad inizio del nuovo anno;
una decisione, quindi, quella di chiudere lo stabilimento KSS di Arzano che non ha alcuna motivazione legata a mancanza di lavoro e che, invece, potrebbe celare una specifica scelta aziendale di ricorrere a lavoro esterno, anche al di fuori dell'Italia, per ridurre i costi della manodopera. Non si spiega, altrimenti, la scelta di un'azienda, attiva per commesse, di avviare procedure di licenziamento senza ricorrere a cassa integrazione o ad altre forme di ammortizzatori sociali;
la chiusura di questo stabilimento, tra l'altro, si riflette negativamente, dal punto di vista sociale, su un'area del Napoletano, ed una città in particolare, Arzano, già particolarmente sofferenti per il declino industriale di questi ultimi anni. Non poche sono state le aziende che di recente hanno chiuso le attività nel triangolo industriale dei comuni di Arzano-Casoria-Frattamaggiore, che un tempo era definita la «Brianza del Sud». Un dato allarmante che rende ancor più vulnerabile questo territorio dell'hinterland a nord di Napoli, già soffocato dalla asfissiante presenza della criminalità organizzata. La crescita della disoccupazione rischia, infatti, di alimentare le sacche dell'insofferenza sociale e, soprattutto in aree a rischio come questa, diventa potenziale manodopera per la criminalità -:
quali azioni intendano adottare i ministri interrogati per garantire il futuro occupazionale dei dipendenti della «KSS» e quali iniziative intendano intraprendere per incentivare lo sviluppo economico ed una positiva riconversione industriale di quest'area del Napoletano.
(4-06018)