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Allegato B
Seduta n. 264 del 9/1/2008
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta orale:
NESPOLI e CASTIELLO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
di recente è entrato in vigore il decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248: «Proroga dei termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria»;
con l'articolo 33, «Disposizioni in materia di rifiuti», viene prorogato sino al 31 dicembre del 2008 il termine di applicazione delle tariffe per garantire complessivamente la copertura integrale dei costi di gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti in Campania;
come dalle cronache degli ultimi mesi, tale servizio, proprio in gran parte della Campania, non è mai stato espletato regolarmente, con continuità e secondo le
più elementari norme, tanto da meritare interventi straordinari e la nomina di una serie infinita di Commissari ad hoc;
l'emergenza rifiuti nel napoletano si è maggiormente acuita nel periodo natalizio ed ancora oggi rischia di non trovare soluzioni immediate;
l'unica soluzione possibile all'invasione di R.S.U. per le strade ed i luoghi pubblici di Napoli e Provincia, in attesa del completamento - stimato dallo stesso Commissario Straordinario solamente per la fine del 2008 - di altre e più idonee opere infrastrutturali utili allo smaltimento dei rifiuti, parrebbe essere il prorogarsi di uno stato di emergenza che certo non garantirà la regolare gestione del servizio di smaltimento sottoponendo, come in questi giorni, le popolazioni ad enormi disagi ed a convivere in situazioni di totale emergenza anche sanitaria -:
se non sia il caso, per le popolazioni residenti nei Comuni oggi sottoposti ad interventi di gestione straordinaria dello smaltimento dei R.S.U. le quali versano in drammatiche situazioni igienico-sanitarie, di sospendere il pagamento delle tariffe oggetto dell'articolo 31 del decreto legislativo 31 dicembre 2007, n. 248, che, al danno rinvenibile da un servizio - da anni - mai regolarmente garantito ai cittadini, suonerebbero, infine, addirittura come l'aggiunta di una sonora beffa visto lo stato di pericoloso disagio cui son sottoposti centinaia di migliaia di cittadini campani e le loro famiglie.
(3-01518)
NESPOLI e CASTIELLO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
da diversi mesi, oramai, si discute del progetto di riforma della Cassa Depositi e Prestiti capace di rilanciarne ed attualizzarne il ruolo, sviluppandone rinnovate capacità di intervento a sostegno degli interventi programmati dagli Enti Locali;
il Parlamento e lo stesso sistema degli Enti Locali non sono sino ad ora stati posti nella situazione di conoscere lo stato di attuazione di questo progetto ipotizzato dal Ministero dell'economia e sui suoi consequenziali sviluppi pratici;
i piani d'investimento degli Enti Locali del nostro Paese, anche in ragione dei numerosi vincoli imposti dai diversi «Patti di Stabilità» versano, attualmente, in una fase di preoccupante contrazione e gli stessi possono, invece, essere un volano importante per le politiche di investimento, di occupazione e sviluppo dei territori e dell'intero Sistema-Paese -:
quali siano ad oggi le ipotesi di rilancio ed ammodernamento della struttura e delle funzioni future della Cassa Depositi e Prestiti messe in campo del Ministero dell'economia, se le stesse siano state preventivamente concertate con il sistema delle Autonomie Locali, e quali siano i tempi di dibattito in «Conferenza Unificata» e, in definitiva, i tempi di attuazione delle nuove norme.
(3-01520)
NESPOLI e CASTIELLO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
gli enti locali, in ragione del decentramento amministrativo promosso anni orsono sino alla riformulazione del Titolo V della Costituzione, hanno visto notevolmente modificate ed accresciute le funzioni amministrative ed i compiti ad essi riconducibili;
l'articolo 119 della Costituzione sancisce l'autonomia finanziaria di entrata e di spesa degli enti locali seppur in un quadro di coordinamento della finanza pubblica, ma tale assetto, a sette anni di distanza dal varo del nuovo dettato costituzionale, non è ancora stato realizzato;
il sistema delle autonomie locali, di fatto, è stato nel tempo destinatario di una serie di importantissime deleghe da parte dello Stato e delle Regioni cui, però, non
è stata corrisposta una modifica sostanziale del proprio sistema finanziario che ancora oggi muove passi incerti verso una efficace e definitiva capacità impositiva e tributaria;
lo Stato, successivamente, ha avvertito l'esigenza di individuare pure percorsi utili a realizzare un ricorso al credito anche da parte dell'intero sistema delle autonomie locali alla perenne ricerca di risorse utili all'ottimale gestione delle nuove competenze e funzioni;
tali strumenti di «Finanza Derivata», soprattutto per i Comuni, hanno apportato una serie di negatività spingendo alcuni di questi, soprattutto alcuni Comuni metropolitani, a rischiare la stabilità finanziaria dei Bilanci per gli anni a venire;
il recepimento della «direttiva Mifid» (decreto legislativo 17 settembre 2002, n. 164) ha solamente in parte favorito il superamento di alcune controverse situazioni nelle quali si dibatteva il sistema degli enti locali che aveva fatto ricorso a strumenti di finanza derivata;
anche le norme inserite nel testo della recente «Legge Finanziaria 2008» rischiano di essere inefficaci al fine della valutazione del rischio per la stabilità finanziaria degli enti locali e relativamente alla protezione dei bilanci degli stessi -:
quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di varare un quadro normativo chiaro e non più una semplice misura tampone che consenta una maggiore sicurezza ed una sempre più opportuna trasparenza contabile nell'utilizzo da parte degli enti locali degli strumenti di «Finanza Derivata» così da finalizzare la stessa unicamente alle spese di investimento e non più, come sovente accade, a sopperire alle necessità riconducibili alla spesa corrente pregiudicando, di fatto, la stabilità economica degli enti locali in futuro.
(3-01521)
FORMISANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comma 132, dell'articolo 1, della legge n. 244 del 24 dicembre 2007 (finanziaria 2008), prevede «nel limite massimo di 500mila euro annui, per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni e con un reddito proprio e del coniuge non superiore complessivamente a euro 516,46 per tredici mensilità, senza conviventi, è abolito il pagamento del canone Rai esclusivamente per l'apparecchio tv ubicato nel luogo di residenza....»;
l'esonero previsto rischia di trasformarsi in una beffa dal momento che il decreto attuativo a favore degli over 75 più poveri, non risulterebbe ancora pubblicato;
le organizzazioni sindacali lamentano l'impossibilità di dare risposte concrete alle decine di pensionati che si rivolgono ai loro sportelli visto che, fino al decreto, non c'è alcuna certezza su come, dove e quando inviare la domanda di esenzione, salvo il fatto che, in attesa del decreto medesimo, l'invio della richiesta non esenta dal pagamento del canone per il 2008;
quali misure intenda adottare per evitare che il pagamento del canone Rai, ormai in scadenza, venga pagato dai potenziali beneficiari, andando ad annullare una misura agevolativa fortemente pubblicizzata dall'esecutivo.
(3-01523)
Interrogazione a risposta in Commissione:
CONTENTO e ANTONIO PEPE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con una recente decisione, la Corte di Cassazione ha statuito il principio secondo cui l'omesso versamento all'erario, da parte del sostituto di imposta, della ritenuta d'acconto sul compenso dovuto ad un professionista impedisce a quest'ultimo, in sede di dichiarazione dei redditi, di detrarre l'ammontare della medesima;
secondo la giurisprudenza precedente, invece, si sosteneva che proprio perché il versamento è rimesso al sostituto, il sostituito rimaneva del tutto estraneo all'omissione e che, quindi, anche sotto il profilo probatorio, non poteva essere richiesto al percipiente di somme gravate da ritenuta un'ulteriore dimostrazione, ai fini della ripetizione dell'imposta indebitamente pagata, se non quella di aver subito la ritenuta;
parrebbe ora che, proprio sulla scorta di tale più recente sentenza, gli uffici dell'amministrazione finanziaria abbiano iniziato una serie di accertamenti, nei confronti di alcuni professionisti, invitandoli a dare prova dell'intervenuto versamento delle ritenute col recupero, in difetto, del mancato versamento della ritenuta in capo al soggetto percipiente il compenso;
non è chi non veda come una tale iniziativa, se confermata, permetterebbe all'amministrazione di muovere rilievi, entro il periodo valido per gli accertamenti, nei confronti di molti professionisti che confidavano nel precedente indirizzo;
ciò anche a prescindere dalla stranezza di un'operazione che fa pagare al contribuente l'omesso versamento di una ritenuta che grava sul sostituto e che pretende di recuperare l'importo relativo da chi, comunque, ha percepito esclusivamente l'importo al netto della ritenuta -:
se sia confermata l'esistenza di accertamenti avviati dai competenti uffici direttamente nei confronti dei professionisti per omessi versamenti di ritenute;
se ritenga, non solo giuridicamente, ma anche in via di equità sostanziale, rispondente ai principi dello Statuto del Contribuente tale azione e se, quantomeno, alla luce di tale orientamento più recente, non sia il caso dì intervenire con un atto esplicativo a contenuto generale sul corretto comportamento che si vorrebbe attribuire ai contribuenti sostituiti in modo da renderli edotti di un tanto evitando, conseguentemente, di perseguirli per comportamenti posti in atto precedentemente, ma sulla base di un affidamento giustificabile;
quali interventi, ad ogni buon conto, intenda assumere allo scopo di restituire certezza nei rapporti giuridici e tributari tra sostituto e sostituito.
(5-01889)