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Allegato A
Seduta n. 265 del 14/1/2008
RELAZIONE SULLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALL'UNIONE EUROPEA (DOC. LXXXVII, N. 2)
(Sezione 1 - Risoluzioni)
RISOLUZIONI
La Camera,
in occasione dell'esame della Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Doc. LXXXVII, n. 2);
constatato che i tempi di esame di tale documento da parte del Parlamento ne hanno vanificato il valore di aggiornamento tempestivo sull'attività del nostro Paese in seno agli organi decisionali dell'Unione europea ed in applicazione di quanto stabilito e proposto a livello comunitario;
sostenendo tuttavia l'importanza del dibattito connesso al documento stesso come momento di riflessione su una tematica, quella della partecipazione dell'Italia all'Unione europea, complessa, che incide anche su molti temi sui quali non sempre si trova adeguato spazio di dibattito parlamentare;
ritenuto inoltre che la discussione del documento sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea debba continuare ad essere, come è stato in passato, uno dei momenti principali in cui il Governo assume dal Parlamento indirizzi specifici sui principali temi sui quali il Governo stesso è chiamato a pronunciarsi o a stimolare decisioni in sede comunitaria;
ritenuto che occorre guardare con particolare attenzione a due scenari esteri di interesse primario per l'Italia e per l'Europa, destinati ad occupare nell'immediato futuro la scena dell'attualità internazionale;
ricordando che la Cina ha assunto, già nell'aprile 2001, un impegno chiaro nei confronti del Comitato olimpico internazionale, quando ha sostenuto la propria candidatura come sede delle olimpiadi che si terranno nell'agosto di quest'anno: l'assegnazione delle Olimpiadi alla Cina avrebbe sostenuto e promosso lo sviluppo dei diritti umani in quel paese. A quasi sei mesi dall'evento, la situazione interna alla Repubblica Popolare sembra addirittura in procinto di peggiorare: per concludere in tempo le opere necessarie ai giochi, i lavoratori cinesi seguono turni massacranti al di fuori di ogni normativa sul lavoro, la stampa che denuncia questo sfruttamento ed i livelli impressionanti di crescita dell'inquinamento, connessi ai lavori e all'afflusso incontrollato di mezzi, viene sottoposta a censura, cronisti e cameraman a maltrattamenti e imprigionamenti. Non si fermano le condanne a morte;
considerato che allo stesso tempo, il clima dei giochi ha come congelato le precedenti campagne di protesta, anche da parte di Governi europei, contro la pratica della contraffazione e del dumping sociale operato da aziende cinesi a danno dei produttori europei;
considerato altresì che alle porte dell'Europa, allo stesso tempo, la polveriera balcanica potrebbe nuovamente esplodere:
il fallimento dei negoziati sullo status del Kosovo, nel dicembre scorso, e l'atteggiamento troppo condiscendente della maggior parte dei paesi europei nei confronti delle rivendicazioni di autonomia dei kosovari albanesi hanno portato ad un irrigidimento delle posizioni ed al fondato timore di ritorsioni e violenze a danno dei serbi del Kosovo,
impegna il Governo:
a portare la questione dei diritti umani in Cina al centro del dibattito europeo prima dell'inizio delle Olimpiadi, al fine di presentare in forma ufficiale al Governo di Pechino la richiesta di una riduzione significativa e dimostrabile dell'applicazione della pena di morte e dell'introduzione delle tutele previste dal diritto internazionale in materia di detenzione, di diritto ad un giusto processo e dell'abolizione della tortura, insieme alla garanzia della libertà di stampa e di espressione;
a chiedere al Governo cinese precisi risultati in tema di lotta alla contraffazione e alla concorrenza sleale, proponendo anche il ritiro delle delegazioni dai giochi olimpici in caso di risposte ambigue e non seguite da fatti concreti;
a non appoggiare in sede comunitaria soluzioni riguardanti la questione kosovara che alimentino frustrazioni o sentimenti di violenza e rivalsa nelle popolazioni che abitano il Kosovo.
(6-00026). Pini.
La Camera,
esaminata la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2006;
considerando che l'ulteriore sviluppo, approfondimento e rinnovamento del processo di integrazione europea rappresenta un obiettivo prioritario dell'Italia;
tenuto conto che il Trattato di riforma firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007 introduce importanti e significative innovazioni relative ai principi e ai valori, all'assetto istituzionale, alle competenze e al funzionamento dell'Unione europea (UE) e riconosce e rafforza significativamente il ruolo e le prerogative dei parlamenti nazionali nel processo decisionale comunitario;
sottolineato che il Trattato di Lisbona prevede, pur non incorporandone il testo nei trattati vigenti, l'attribuzione di valore giuridicamente vincolante alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, solennemente proclamata il 12 dicembre 2007 da Parlamento europeo, Consiglio dell'Unione europea e Commissione;
considerata la necessità che una rapida ratifica da parte dell'Italia del Trattato di riforma sia accompagnata da un'attenta valutazione dell'impatto delle innovazioni in esso contenute sull'ordinamento italiano;
sottolineata l'importanza di una partecipazione più attiva del parlamento italiano al processo di formazione delle politiche e della normativa europee, avvalendosi sia degli strumenti previsti dai trattati e dalla normativa nazionale vigente che delle nuove procedure prospettate dal Trattato di riforma;
rilevato che la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea assume in questo contesto una particolare importanza in quanto consente di realizzare un più stretto raccordo tra Parlamento e Governo nella definizione degli orientamenti e delle posizioni che il nostro Paese dovrà assumere, per partecipare in modo efficace e coerente alle varie fasi di elaborazione delle decisioni comunitarie e per acquisire a consuntivo elementi di informazione e valutazione sulle posizioni assunte e gli obiettivi conseguiti dal Governo nelle competenti sedi europee;
tenuto conto che l'esame della relazione per il 2006, in ragione della procedura prevista dal regolamento della Camera dei deputati, che ne prescrive l'esame congiunto con il disegno di legge
comunitaria, è stato avviato alla Camera dei deputati a lunga distanza dalla sua predisposizione e presentazione;
considerata pertanto l'esigenza di avviare un'attenta riflessione su una possibile revisione delle attuali procedure, in maniera da rendere più tempestivo l'esame della relazione annuale, eventualmente anche in vista di un abbinamento dell'esame della relazione annuale e di quello degli strumenti di programmazione politica e legislativa della Commissione europea e del Consiglio dell'UE, in modo da concentrare in un'unica fase, collocata ad inizio d'anno, la definizione degli indirizzi di carattere generale da perseguire nella formazione delle politiche dell'Unione europea;
considerata l'opportunità di richiamare l'attenzione del Governo sulla necessità che le prossime relazioni siano pienamente conformi al dettato dell'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, illustrando in modo più omogeneo ed organico non solo il rendiconto delle attività svolte ma anche gli orientamenti che intende assumere per l'anno in corso;
rilevata l'esigenza di rendere ancora più sistematico e tempestivo l'esame di progetti di atti comunitari e di questioni prioritarie all'attenzione delle Istituzioni europee, anche valutando la possibilità di rivedere i meccanismi previsti dal regolamento della Camera, con particolare riferimento al ruolo della Commissione politiche dell'UE;
apprezzata la disponibilità dimostrata dal Ministro per le politiche europee che ha fornito nel corso dell'esame della relazione del Governo nella XIV Commissione ulteriori e più aggiornati elementi di valutazione e informazione su alcune delle più significative iniziative in corso dell'UE;
preso atto con favore delle modifiche, apportate nel settembre 2007, al regolamento interno del Consiglio dei Ministri, che subordinano l'iscrizione di uno schema di provvedimento all'ordine del giorno del Consiglio stesso alla previa verifica della compatibilità dello schema stesso con l'ordinamento comunitario, dichiarata all'atto della richiesta dall'amministrazione proponente,
impegna il Governo:
a) con riferimento al Trattato di Lisbona:
a sottoporre rapidamente alle Camere il disegno di legge di ratifica;
ad assicurare un'accurata valutazione dell'impatto delle innovazioni contenute nel trattato sull'ordinamento italiano;
a predisporre tutti gli strumenti e le procedure necessari a garantire l'applicazione delle disposizioni del Trattato di riforma una volta che esso entrerà in vigore;
ad adoperarsi per garantire, sia a livello nazionale che europeo, una piena attuazione della Carta dei diritti fondamentali, promuovendo il rispetto dei valori e dei diritti da essa affermati;
a promuovere e divulgare, attraverso le attività e gli strumenti appropriati, una piena, effettiva e diffusa conoscenza dei contenuti del nuovo Trattato da parte dei cittadini e, in particolare, dei contenuti della Carta dei diritti fondamentali e delle opportunità che il riconoscimento della sua forza vincolante attribuisce ai cittadini italiani e alle persone stabilite in Italia;
b) con riguardo al processo di allargamento dell'UE:
a sostenere il proseguimento dell'attività di monitoraggio post-adesione della Commissione europea relativa ai Paesi di più recente ingresso nell'UE, a partire da Romania e Bulgaria, al fine di assicurare un'effettiva integrazione dei due Paesi nell'UE, operando affinché sia data piena attuazione dell'acquis comunitario e siano rapidamente colmati i residui ritardi di sviluppo e di adeguamento agli standard giuridici, economici e sociali manifestatesi nei primi mesi successivi all'adesione;
a favorire la progressiva integrazione di tutti i Paesi balcanici nell'Unione europea e in particolare:
ad assicurare che la Croazia adotti le misure necessarie per la protezione delle minoranze, il ritorno dei rifugiati, la conduzione dei processi per i crimini di guerra, la risoluzione delle questioni bilaterali con i paesi contigui ed attui il suo programma di riforme;
a sostenere, per quanto riguarda la situazione del Kosovo, l'assunzione da parte dell'UE di un ruolo guida nel rafforzamento della stabilità sostenibile, anche tramite una missione della PESD ed un contributo ad un ufficio civile, assistendo lo sviluppo economico e politico della regione in una chiara prospettiva europea, in linea con le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 14 dicembre 2007;
ad accelerare l'avvicinamento della Serbia verso l'UE, vista l'importanza della stabilizzazione di tale Paese per l'equilibrio generale dei Balcani, sempre in conformità con quanto affermato nell'ambito del Consiglio europeo di dicembre;
a proseguire, secondo il calendario e i criteri stabiliti, il negoziato con la Turchia incoraggiandola ad adempiere alle riforme interne con particolare riferimento al rispetto dei diritti fondamentali - con particolare riferimento alla libertà di espressione, alla libertà religiosa e ai diritti delle minoranze - e al rispetto del protocollo di Ankara per il commercio con Cipro;
c) con riguardo alla politica estera e di sicurezza comune e alle relazioni esterne:
a sostenere tutte le iniziative utili al fine di sviluppare, già a trattati vigenti, una vera politica estera e di sicurezza comune, consolidando la posizione internazionale dell'UE e promuovendo un nuovo efficace multilateralismo, in vista dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona che rafforza le competenze e gli strumenti dell'UE in materia;
a promuovere l'adozione, sulla base dei trattati esistenti, di nuove misure per migliorare, tra l'altro, la pianificazione strategica, la coerenza tra i vari strumenti di politica esterna dell'Unione;
a sostenere, in questo contesto, un pieno sfruttamento del grande potenziale della dimensione esterna delle politiche comuni;
ad assicurare l'ulteriore sviluppo della politica europea di vicinato che deve diventare uno degli assi strategici dell'azione esterna dell'Europa, in particolare nel Mediterraneo, e nel Medioriente, soprattutto attraverso il partenariato euromediterraneo, per sviluppare una effettiva cooperazione politica, economica, sociale, con particolare attenzione ai settori della cultura e dell'università, delle energie rinnovabili nonché alla promozione della democrazia e dei diritti umani per la soluzione di tutti i conflitti aperti, offrendo maggiori opportunità di cooperazione e integrazione regionale;
ad adoperarsi, in particolare, affinché l'Unione europea assuma con rinnovato vigore l'iniziativa per la soluzione del conflitto israelo-palestinese sulla base del principio «due popoli-due Stati»;
a promuovere il rafforzamento dei rapporti dell'UE con l'Africa, soprattutto in relazione agli aspetti relativi all'immigrazione, all'energia, ai cambiamenti climatici;
ad adoperarsi affinché l'Unione europea, in coerenza con gli Obiettivi del Millennio, rafforzi l'efficacia, la coerenza e l'entità della propria attività di cooperazione, assicurando che esse siano strutturate in modo tale da rispettare e promuovere i principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza nonché promuova la cooperazione decentrata, da comunità a comunità e da territorio a territorio;
a valutare l'opportunità di un intervento legislativo nazionale sul tema
della cooperazione decentrata, dando attuazione agli indirizzi formulati a livello europeo;
ad adoperarsi perché l'Unione europea promuova e sviluppi il ruolo delle organizzazioni non governative e della società civile per favorire il dialogo, l'interposizione non violenta, nonché promuova azioni positive di cooperazione internazionale per lo sviluppo umano e di dialogo interculturale per favorire l'integrazione e tagliare alla radice le basi del fondamentalismo e del terrorismo;
d) con riguardo allo Spazio di Libertà, sicurezza e giustizia:
a valutare con estrema attenzione, in stretto raccordo con il Parlamento, le misure proposte dalla Commissione europea nel maggio 2007 (cosiddetto pacchetto Frattini) volte al sostegno dell'immigrazione legale e al contrasto all'immigrazione clandestina, nonché le misure proposte nel giugno 2007 ai fini della realizzazione del futuro regime comune europeo in materia di asilo, entro il 2010, in attuazione di quanto previsto dal Programma dell'Aia a rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi, essenziale per una corretta gestione dei flussi migratori e il contrasto all'immigrazione clandestina, cercando di coniugare l'esigenza di sicurezza con quella, altrettanto importante, della promozione dello sviluppo, dell'integrazione, e del rispetto dei diritti delle persone;
a valutare, in stretto raccordo con il Parlamento, le misure presentate dalla Commissione europea nel novembre 2007 sulla lotta al terrorismo - finalizzate principalmente al rafforzamento della sicurezza degli esplosivi e ad armonizzare le disposizioni nazionali sull'incitamento a commettere atti terroristici e sul reclutamento e l'addestramento a fini terroristici, rendendo punibili tali reati anche quando commessi attraverso Internet - al fine di assicurare che l'approccio globale in materia di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata e le specifiche misure di contrasto a tali fenomeni non siano in contrasto con le garanzie di uno Stato di diritto;
e) con riguardo alla revisione del quadro finanziario dell'UE:
ad avviare, in stretto raccordo con il Parlamento, la tempestiva definizione della posizione italiana nel dibattito sulla revisione del quadro finanziario dell'UE e del suo sistema di finanziamento, avviato dalla Commissione europea con il documento di consultazione presentato il 12 settembre 2007;
a trasmettere a tal fine tempestivamente alle Camere dati e informazioni dettagliati sugli effetti finanziari per l'Italia delle differenti ipotesi di riforma delle spese e delle entrate dell'Unione europea;
a privilegiare, nella riflessione in corso, soluzioni che concentrino le risorse comunitarie su interventi a sostegno delle nuove priorità e sfide strategiche, in particolare quelle concernenti la competitività, l'innovazione, la conoscenza, la solidarietà e soprattutto, la regolazione dei flussi migratori e alla gestione del fenomeno dell'immigrazione clandestina;
ad assicurare altresì che il bilancio dell'Unione europea attribuisca risorse significative a progetti e «prodotti» europei ad altissimo valore aggiunto, in particolare nel campo della sanità, della ricerca o a progetti nel settore delle infrastrutture;
a valutare la possibilità di promuovere l'introduzione di meccanismi di cofinanziamento della politica agricola comune e di un sistema di finanziamento imperniato sulla risorsa Reddito nazionale lordo (RNL), in base alla quale ciascuno Stato membro contribuisce al bilancio UE in proporzione alla ricchezza da esso prodotta, in modo da semplificare e razionalizzare a medio termine le risorse proprie dell'UE e di accrescerne il carattere solidaristico e perequativo;
f) con riferimento alla Strategia di Lisbona:
ad adoperarsi per semplificare e rendere più incisivi gli strumenti di programmazione e attuazione della strategia di Lisbona, definendo nel prossimo ciclo di
programmazione triennale 2008-2010 un numero ristretto e realistico di obiettivi adeguati e puntuali;
ad adottare tutte le misure settoriali necessarie per dare attuazione a livello nazionali agli orientamenti e alla normativa stabiliti a livello europeo per dare concreta attuazione alla Strategia;
a coinvolgere in modo tempestivo e sistematico le Camere sia nella verifica dello stato di attuazione del Piano nazionale di riforma italiano (PICO) sia nella ridefinizione delle priorità politiche e delle relative azioni;
g) con riguardo alla politica economica e monetaria:
ad adoperarsi per rafforzare il coordinamento delle politiche economiche, in particolare all'interno della zona euro, al fine di evitare che la concorrenza tra ordinamenti, già elevata in considerazioni delle forti differenze retributive e dei regimi fiscali e contributivi, possa pregiudicare i fondamenti stessi del processo di integrazione europea a definire, pertanto, all'atto dell'adozione dei prossimi orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione, obiettivi precisi, realistici ed effettivamente prioritari per assicurare uno sviluppo equilibrato in Europa, attivando a livello europeo e nazionale circuiti decisionali che ne assicurino l'effettiva attuazione;
a promuovere una rappresentanza unitaria dell'area euro nelle istituzioni finanziarie internazionali;
h) con riguardo alle politiche del lavoro e per l'inclusione sociale:
ad assicurare un effettivo coordinamento delle politiche per l'occupazione, che persegua una combinazione di flessibilità lavorativa, protezione sociale e sicurezza occupazionale, una maggiore equità sociale, lotta alle disparità territoriali e tutela delle fasce deboli, in aderenza agli obiettivi della Strategia di Lisbona;
ad intervenire nelle forme appropriate, in stretto raccordo con il Parlamento, nel dibattito in corso a livello europeo sull'ammodernamento del mercato di lavoro e sul modello sociale europeo, con particolare riferimento alle politiche per la protezione sociale e l'integrazione sociale a ai cambiamenti demografici;
a sostenere le iniziative dell'UE relative alla conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, quale strumento volto anche a superare la povertà, nonché alla lotta all'emarginazione sociale, con particolare riferimento alle persone anziane e agli immigrati;
a partecipare attivamente, in raccordo con il Parlamento, alla definizione delle politiche favorevoli alla famiglia in Europa e a provvedere all'adozione delle misure di competenza nazionale nel quadro dell'Alleanza delle famiglie;
i) con riguardo alla promozione delle pari opportunità:
ad adoperarsi nelle competenti sedi decisionali dell'UE per l'adozione di misure idonee a garantire l'innalzamento del tasso di occupazione femminile e della sua qualità, in modo da elevare il potenziale di crescita e garantire una più equa ripartizione delle risorse pubbliche;
a sostenere le iniziative dell'Unione europea volte a promuovere l'imprenditorialità femminile;
a dare attuazione all'analisi e agli orientamenti prospettati nella Nota Aggiuntiva al Rapporto sullo stato d'attuazione del Programma Nazionale di Riforma 2006-2008, relativa alle Iniziative per l'occupazione e la qualità del lavoro femminile nel quadro degli obiettivi europei di Lisbona;
l) con riferimento alle politiche per istruzione, formazione, ricerca e innovazione:
a sostenere, nelle opportune sedi comunitarie, tutte le iniziative relative all'apprendimento permanente e all'efficienza ed equità dei sistemi educativi e formativi, assicurando al tempo stesso
l'adozione a livello nazionale delle misure, anche finanziarie, necessarie a darvi attuazione;
a promuovere politiche e azioni per conseguire l'obiettivo generale di destinare il 3 per cento del PIL alla ricerca e allo sviluppo entro il 2010, con due terzi della spesa proveniente dal settore privato;
m) con riguardo alla coesione economica, sociale e territoriale:
ad avviare, in stretto raccordo con il Parlamento, una riflessione intesa a definire la posizione del nostro Paese nel dibattito sul futuro della politica di coesione, avviato dalla Commissione europea con la presentazione, il 30 maggio 2007, della IV Relazione sulla coesione economica e sociale;
ad adoperarsi per promuovere lo sviluppo delle politiche europee per la coesione territoriale, assicurando il perseguimento nell'ordinamento italiano degli obiettivi e degli indirizzi fissati nell'Agenda territoriale dell'UE e nella Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili, approvate nel maggio 2007 nella riunione informale dei ministri responsabili dello sviluppo urbano e della coesione territoriale;
n) con riguardo al mercato interno e alla concorrenza:
ad intervenire attivamente, in stretto raccordo con il Parlamento, nel riesame del mercato interno e nella definizione delle linee di azione per il suo ammodernamento;
ad adoperarsi per una rapida approvazione della proposta di direttiva relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi di impresa e della proposta di regolamento sul marchio comunitario, al fine di rimuovere ostacoli e distorsioni che incidono negativamente sulla crescita economica, sul livello dei prezzi e sui consumatori;
a promuovere nelle competenti sedi decisionali dell'UE la rapida introduzione di un sistema di protezione dei brevetti ottenibile a costi ragionevoli e che tuteli la competitività delle imprese italiane ed europee rispetto alla concorrenza dei Paesi terzi;
a sostenere le iniziative delle istituzioni dell'UE intese a ridurre gli oneri amministrativi e a semplificare l'ambiente regolamentare per le imprese e i cittadini;
o) con riguardo alla tutela dei consumatori:
ad adoperarsi affinché nella revisione della politica dei consumatori, sia assicurata una maggiore trasparenza dei mercati, un alto livello di protezione che consenta di guadagnare la fiducia dei consumatori negli acquisti transfrontalieri e nella scelta dei servizi finanziari relativi alla previdenza;
p) con riguardo ai servizi finanziari:
a contribuire attivamente, in stretto raccordo con le Camere, al dibattito avviato in seno al Consiglio ECOFIN sulla elaborazione di nuove regole e principi, a livello europeo e nazionale, per la prevenzione, gestione e soluzione delle crisi finanziarie transfrontaliere, anche alla luce delle turbolenze che hanno interessato negli ultimi mesi i mercati finanziari internazionali, promuovendo un rafforzamento del coordinamento tra le autorità di regolamentazione e vigilanza;
q) con riguardo alla politica commerciale:
ad adoperarsi per una rapida approvazione dalla proposta di regolamento relativa all'indicazione del paese di origine di taluni prodotti importati da paesi terzi, (cosiddetto «Made in»), che accrescerebbe significativamente la tutela e il potere di scelta dei consumatori, con effetti benefici per la concorrenza e il funzionamento del mercato interno;
r) con riguardo alla politica fiscale:
a sostenere le iniziative avviate dalla Commissione europea in vista dell'elaborazione di una proposta legislativa volta a definire una base imponibile comune consolidata per le società che svolgono
la loro attività in vari paesi dell'Unione, al fine di attenuare il fenomeno della concorrenza fiscale dannosa;
s) con riferimento alla politica dell'energia:
a sostenere, già a trattati vigenti, la creazione di una reale politica energetica dell'UE, anche in considerazione dell'importanza strategica e degli effetti positivi per il nostro Paese;
a sviluppare, in particolare, la dimensione esterna della politica energetica europea che rafforzi il ruolo dell'UE, segnatamente ai rapporti con la Russia e gli altri Paesi terzi esportatori di energia verso l'UE;
ad adoperarsi, pertanto, per una rapida approvazione delle proposte presentate il 19 settembre 2007 dalla Commissione al fine di realizzare pienamente l'apertura del mercato dell'energia nei settori dell'elettricità e del gas,
ad elaborare, dando attuazione alle direttive europee in vigore e agli orientamenti formulati dalle istituzioni europee, un Piano energetico nazionale che programmi complessivamente lo sviluppo della politica in tale settore con la prospettiva del miglioramento del livello di autosufficienza energetica del Paese, e di una ridefinizione del mix energetico di base;
t) con riguardo alla politica dei trasporti e alle reti transeuropee:
a proseguire nell'attuazione dei progetti di reti transeuropee di trasporto, utilizzando i finanziamenti in via di erogazione da parte della Commissione europea, in considerazione della fondamentale importanza strategica ed economica che essi rivestono per lo sviluppo e la crescita economica del Paese nel contesto dell'Europa allargata, nella salvaguardia del patrimonio ambientale;
a sostenere le iniziative della Commissione europea volte a migliorare l'efficienza e la sostenibilità del trasporto merci comunitario, con particolare riferimento allo sviluppo delle autostrade del mare e alla creazione di una rete ferroviaria e di corridoi multimodali dedicati al trasporto merci, assicurandone la più ampia estensione possibile alle varie aree del Paese;
a promuovere lo sviluppo di sinergie tra le reti di trasporti, energia e telecomunicazioni, migliorandone il finanziamento;
u) con riferimento alla politica agricola comune e alla pesca:
a seguire con particolare attenzione, in stretto raccordo con il Parlamento, la riflessione sul futuro della politica agricola europea, avviata con la presentazione della comunicazione della Commissione sullo «stato di salute della PAC», con particolare riferimento alla possibilità di concentrare il sostegno del bilancio dell'UE sui coltivatori anziché sui proprietari agricoli;
ad assicurare che il dibattito aperto sull'aumento delle quote latte sia indirizzato nel senso di decisioni che contribuiscano allo sviluppo delle imprese che hanno esercitato l'attività produttiva nel rispetto delle regole;
ad adoperarsi, nel settore della pesca, affinché si rimuovano gli ostacoli che impediscono la piena operatività del Fondo europeo per la pesca e Piano d'azione per il mediterraneo, sia promossa la cooperazione multilaterale con i Paesi terzi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, operando per una armonizzazione delle regole che non penalizzino le flotte italiane;
v) con riguardo alla politica ambientale e ai cambiamenti climatici:
a sostenere l'attuazione della strategia rinnovata per lo sviluppo sostenibile, adottata dal Consiglio europeo di giugno 2006, con particolare riferimento all'individuazione chiara di obiettivi operativi, alla promozione e diffusione delle eco innovazioni e delle tecnologie ambientali, allo sviluppo di una nuova politica energetica,
alla preparazione delle opzioni per un accordo internazionale post-2012 in materia di cambiamento climatico, al perseguimento dell'obiettivo dell'UE di arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010, all'attuazione di misure specifiche volte a conseguire modelli di consumo e di produzione più sostenibili;
a rafforzare nell'ordinamento interno e in ambito comunitario le misure in materia di cambiamenti climatici, sostenendo un'effettiva attuazione della politica energetica e climatica integrata, e superando le inadempienze del nostro Paese rispetto alle indicazioni della Commissione europea;
z) con riferimento alla partecipazione dell'Italia alla formazione ed attuazione delle politiche dell'Unione europea:
a rafforzare e incrementate le strutture e risorse a disposizione del Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei (CIACE), al fine di rafforzare il ruolo nella fase ascendente del nostro Paese, in maniera coordinata con i diversi livelli di governo;
ad accrescere la presenza dei funzionari dei ministeri e delle altre amministrazioni presso la rappresentanza italiana all'Unione europea, in maniera da consentire un più efficace lavoro ai vari tavoli in cui si svolgono i negoziati nella fase di predisposizione della normativa europea;
ad assicurare che le prossime relazioni annuali rechino specifica indicazione, in conformità al dettato dell'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, degli orientamenti che il Governo intende assumere con riferimento agli specifici settori di attività dell'Unione europea nell'anno in corso;
a garantire la costante e tempestiva informazione del Parlamento sulle iniziative adottate dal Governo nella cosiddetta fase ascendente del processo decisionale europeo, con particolare riferimento ai temi segnalati nelle risoluzioni approvate annualmente dal Parlamento in merito alla relazione nonché al programma legislativo della Commissione europea e agli altri strumenti di programmazione delle istituzioni europee;
ad individuare modalità idonee affinché la trasmissione alle Camere dei progetti di atti comunitari risulti effettivamente qualificata, oltre che tempestiva, secondo quanto previsto dall'articolo 3 della legge n. 11 del 2005;
a dare maggiore ed autonomo rilievo all'informazione alle Camere concernente le proposte e le materie che risultano inserite all'ordine del giorno delle riunioni del Consiglio dei ministri dell'Unione europea, secondo quanto previsto dall'articolo 3, comma 4, della legge n. 11 del 2005;
ad adoperarsi per assicurare un'adeguata informazione sulle attività e il funzionamento dell'Unione europea, anche promuovendo la trasmissione da parte della RAI, in fasce orarie di ascolto medio-alto, di contenuti europei appropriati sia nei tele e radiogiornali, sia nelle trasmissioni di approfondimento o divulgative.
(6-00027). Frigato, Cassola, Razzi.
La Camera,
esaminata la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2006;
considerando che l'ulteriore democratizzazione, sviluppo, approfondimento e rinnovamento del processo di integrazione europea rappresenta un obiettivo prioritario dell'Italia;
tenuto conto che il Trattato di riforma firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007 introduce innovazioni relative ai principi e ai valori, all'assetto istituzionale, alle competenze e al funzionamento dell'Unione europea (UE) e riconosce e rafforza il ruolo e le prerogative dei parlamenti nazionali nel processo decisionale comunitario;
sottolineato che il Trattato di Lisbona prevede, pur non incorporandone il testo nei trattati vigenti, l'attribuzione di valore giuridicamente vincolante alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, solennemente proclamata il 12 dicembre 2007 da Parlamento europeo, Consiglio dell'Unione europea e Commissione;
considerato la necessità che la ratifica da parte dell'Italia del Trattato di riforma sia accompagnata da un rilancio con metodo democratico del processo di riforma costituzionale e da un'attenta valutazione dell'impatto delle innovazioni in esso contenute sull'ordinamento italiano;
sottolineata l'importanza di una partecipazione più attiva del parlamento italiano al processo di formazione delle politiche e della normativa europee, avvalendosi sia degli strumenti previsti dai trattati e dalla normativa nazionale vigente che delle nuove procedure prospettate dal Trattato di riforma;
rilevato che la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea assume in questo contesto una particolare importanza in quanto consente di realizzare un più stretto raccordo tra Parlamento e Governo nella definizione degli orientamenti e delle posizioni che il nostro Paese dovrà assumere, per partecipare in modo efficace e coerente alle varie fasi di elaborazione delle decisioni comunitarie e per acquisire a consuntivo elementi di informazione e valutazione sulle posizioni assunte e gli obiettivi conseguiti dal Governo nelle competenti sedi europee;
tenuto conto che l'esame della relazione per il 2006, in ragione della procedura prevista dal regolamento della Camera dei deputati, che ne prescrive l'esame congiunto con il disegno di legge comunitaria, è stato avviato alla Camera dei deputati a lunga distanza dalla sua predisposizione e presentazione;
considerata pertanto l'esigenza di avviare un'attenta riflessione su una possibile revisione delle attuali procedure, in maniera da rendere più tempestivo l'esame della relazione annuale, eventualmente anche in vista di un abbinamento dell'esame della relazione annuale e di quello degli strumenti di programmazione politica e legislativa della Commissione europea e del Consiglio dell'UE, in modo da concentrare in un'unica fase, collocata ad inizio d'anno, la definizione degli indirizzi di carattere generale da perseguire nella formazione delle politiche dell'Unione europea;
considerata l'opportunità di richiamare l'attenzione del Governo sulla necessità che le prossime relazioni siano pienamente conformi al dettato dell'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, illustrando in modo più omogeneo ed organico non solo il rendiconto delle attività svolte ma anche gli orientamenti che intende assumere per l'anno in corso;
rilevata l'esigenza di rendere ancora più sistematico e tempestivo l'esame di progetti di atti comunitari e di questioni prioritarie all'attenzione delle Istituzioni europee, anche valutando la possibilità di rivedere i meccanismi previsti dal regolamento della Camera, con particolare riferimento al ruolo della Commissione politiche dell'UE;
apprezzata la disponibilità dimostrata dal Ministro per le politiche europee che ha fornito nel corso dell'esame della relazione del Governo nella XIV Commissione ulteriori e più aggiornati elementi di valutazione e informazione su alcune delle più significative iniziative in corso dell'UE;
preso atto con favore delle modifiche, apportate nel settembre 2007, al regolamento interno del Consiglio dei Ministri, che subordinano l'iscrizione di uno schema di provvedimento all'ordine del giorno del Consiglio stesso alla previa verifica della compatibilità dello schema stesso con l'ordinamento comunitario, dichiarata all'atto della richiesta dall'amministrazione proponente,
impegna il Governo:
a) con riferimento al Trattato di Lisbona:
a sottoporre rapidamente alle Camere il disegno di legge di ratifica;
a sostenere in tutte le sedi l'idea che il processo di riforma costituzionale debba continuare rispettando il metodo democratico ed il principio secondo il quale la sovranità appartiene al popolo;
ad avviare un negoziato per l'attribuzione di un mandato costituente al Parlamento europeo o, in mancanza di un accordo unanime, per l'elezione di una assemblea costituente da parte dei Paesi che lo vorranno;
ad assicurare un'accurata valutazione dell'impatto delle innovazioni contenute nel trattato sull'ordinamento italiano;
ad adoperarsi per garantire, sia a livello nazionale che europeo, una piena attuazione della Carta dei diritti fondamentali, promuovendo il rispetto dei valori e dei diritti da essa affermati;
a promuovere e divulgare, attraverso le attività e gli strumenti appropriati, una piena, effettiva e diffusa conoscenza dei contenuti del nuovo Trattato da parte dei cittadini e, in particolare, dei contenuti della Carta dei diritti fondamentali e delle opportunità che il riconoscimento della sua forza vincolante attribuisce ai cittadini italiani e alle persone stabilite in Italia;
b) con riguardo al processo di allargamento dell'UE:
a sostenere il proseguimento dell'attività di monitoraggio post-adesione della Commissione europea relativa ai Paesi di più recente ingresso nell'UE, a partire da Romania e Bulgaria, al fine di assicurare un'effettiva integrazione dei due Paesi nell'UE, operando affinché sia data piena attuazione dell'acquis comunitario e siano rapidamente colmati i residui ritardi di sviluppo e di adeguamento agli standard giuridici, economici e sociali manifestatesi nei primi mesi successivi all'adesione;
a favorire la progressiva integrazione di tutti i Paesi balcanici nell'Unione europea e in particolare:
ad assicurare che la Croazia adotti le misure necessarie per la protezione delle minoranze, il ritorno dei rifugiati, la conduzione dei processi per i crimini di guerra, la risoluzione delle questioni bilaterali con i paesi contigui ed attui il suo programma di riforme;
a sostenere, per quanto riguarda la situazione del Kosovo, l'assunzione da parte dell'UE di una posizione unitaria che incoraggi la stabilità della regione assistendo lo sviluppo economico e politico in una chiara prospettiva europea e che escluda soluzioni fondate sulla violazione del diritto internazionale non riconoscendo eventuali dichiarazioni unilaterali di indipendenza da parte kosovara;
ad accelerare l'avvicinamento della Serbia verso l'UE, vista l'importanza della stabilizzazione di tale Paese per l'equilibrio generale dei Balcani, sempre in conformità con quanto affermato nell'ambito del Consiglio europeo di dicembre;
a proseguire, secondo il calendario e i criteri stabiliti, il negoziato con la Turchia incoraggiandola ad adempiere alle riforme interne con particolare riferimento al rispetto dei diritti fondamentali - con particolare riferimento alla libertà di espressione, alla libertà religiosa e ai diritti delle minoranze, in particolare di quella curda verso la quale è inaccettabile l'uso dell'esercito - e al rispetto del protocollo di Ankara per il commercio con Cipro;
c) con riguardo alla politica estera e di sicurezza comune e alle relazioni esterne:
a sostenere tutte le iniziative utili al fine di sviluppare, già a trattati vigenti, una vera politica estera e di sicurezza comune, consolidando la posizione internazionale dell'UE per la promozione della
pace, del disarmo e della cooperazione internazionale, e promuovendo un nuovo efficace multilateralismo, in vista dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona che rafforza le competenze e gli strumenti dell'UE in materia;
a promuovere l'adozione, sulla base dei trattati esistenti, di nuove misure per migliorare, tra l'altro, la pianificazione strategica, la coerenza tra i vari strumenti di politica esterna dell'Unione, ridefinendo il concetto di modello di difesa, attivando le iniziative necessarie a invertire nettamente la tendenza all'aumento delle spese per armamenti e rilanciando con forza la politica del disarmo;
a sostenere, in questo contesto, un pieno sfruttamento del grande potenziale della dimensione esterna delle politiche comuni;
ad assicurare l'ulteriore sviluppo della politica europea di vicinato che deve diventare uno degli assi strategici dell'azione esterna dell'Europa, in particolare nel Mediterraneo, e nel Medioriente, soprattutto attraverso il partenariato euromediterraneo, per sviluppare una effettiva cooperazione politica, economica, sociale, con particolare attenzione ai settori della cultura e dell'università, delle energie rinnovabili nonché alla promozione della democrazia e dei diritti umani per la soluzione di tutti i conflitti aperti, offrendo maggiori opportunità di cooperazione e integrazione regionale;
ad adoperarsi, in particolare, affinché l'Unione europea assuma con rinnovato vigore l'iniziativa per la soluzione del conflitto israelo-palestinese sulla base del principio «due popoli - due Stati»;
a promuovere il rafforzamento dei rapporti dell'UE con l'Africa, soprattutto in relazione agli aspetti relativi alla lotta alla povertà, alla prevenzione dei conflitti, all'immigrazione, all'energia, ai cambiamenti climatici;
ad adoperarsi affinché l'Unione europea, in coerenza con gli Obiettivi del Millennio, rafforzi l'efficacia, la coerenza e l'entità della propria attività di cooperazione, assicurando che esse siano strutturate in modo tale da rispettare e promuovere i principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza nonché promuova la cooperazione decentrata, da comunità a comunità e da territorio a territorio;
a valutare l'opportunità di un intervento legislativo nazionale sul tema della cooperazione decentrata, dando attuazione agli indirizzi formulati a livello europeo;
ad adoperarsi perché l'Unione europea promuova e sviluppi il ruolo delle organizzazioni non governative e della società civile per favorire il dialogo, l'interposizione non violenta, nonché promuova azioni positive di cooperazione internazionale per lo sviluppo umano e di dialogo interculturale per favorire l'integrazione e tagliare alla radice le basi del fondamentalismo e del terrorismo;
d) con riguardo allo Spazio di Libertà, sicurezza e giustizia:
a valutare con estrema attenzione, in stretto raccordo con il Parlamento, le misure proposte dalla Commissione europea nel maggio 2007 (cosiddetto pacchetto Frattini) volte al sostegno dell'immigrazione legale e al contrasto all'immigrazione clandestina, nonché le misure proposte nel giugno 2007 ai fini della realizzazione del futuro regime comune europeo in materia di asilo, entro il 2010, in attuazione di quanto previsto dal Programma dell'Aia;
a rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi, essenziale per una corretta gestione dei flussi migratori e il contrasto all'immigrazione clandestina, cercando di coniugare l'esigenza di sicurezza con quella, altrettanto importante, della promozione dello sviluppo, dell'integrazione, e del rispetto dei diritti delle persone;
a valutare, in stretto raccordo con il Parlamento, le misure presentate dalla Commissione europea nel novembre 2007
sulla lotta al terrorismo - finalizzate principalmente al rafforzamento della sicurezza degli esplosivi e ad armonizzare le disposizioni nazionali sull'incitamento a commettere atti terroristici e sul reclutamento e l'addestramento a fini terroristici, rendendo punibili tali reati anche quando commessi attraverso Internet - al fine di assicurare che l'approccio globale in materia di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata e le specifiche misure di contrasto a tali fenomeni non siano in contrasto con le garanzie di uno Stato di diritto;
e) con riguardo alla revisione del quadro finanziario dell'UE:
ad avviare, in stretto raccordo con il Parlamento, la tempestiva definizione della posizione italiana nel dibattito sulla revisione del quadro finanziario dell'UE e del suo sistema di finanziamento, avviato dalla Commissione europea con il documento di consultazione presentato il 12 settembre 2007;
a trasmettere a tal fine tempestivamente alle Camere dati e informazioni dettagliati sugli effetti finanziari per l'Italia delle differenti ipotesi di riforma delle spese e delle entrate dell'Unione europea;
a privilegiare, nella riflessione in corso, soluzioni che concentrino le risorse comunitarie su interventi a sostegno delle nuove priorità e sfide strategiche, in particolare quelle concernenti la competitività, l'innovazione, la conoscenza, la solidarietà e soprattutto, la regolazione dei flussi migratori e alla gestione del fenomeno dell'immigrazione clandestina;
ad assicurare altresì che il bilancio dell'Unione europea attribuisca risorse significative a progetti e «prodotti» europei ad altissimo valore aggiunto, in particolare nel campo della sanità, della ricerca o a progetti nel settore delle infrastrutture;
a valutare la possibilità di promuovere l'introduzione di meccanismi di cofinanziamento della politica agricola comune e di un sistema di finanziamento imperniato sulla risorsa Reddito nazionale lordo (RNL), in base alla quale ciascuno Stato membro contribuisce al bilancio UE in proporzione alla ricchezza da esso prodotta, in modo da semplificare e razionalizzare a medio termine le risorse proprie dell'UE e di accrescerne il carattere solidaristico e perequativo;
f) con riferimento alla Strategia di Lisbona:
ad adoperarsi per semplificare e rendere più incisivi gli strumenti di programmazione e attuazione della strategia di Lisbona, definendo nel prossimo ciclo di programmazione triennale 2008-2010 un numero ristretto e realistico di obiettivi adeguati e puntuali;
ad adottare tutte le misure settoriali necessarie per dare attuazione a livello nazionali agli orientamenti e alla normativa stabiliti a livello europeo per dare concreta attuazione alla Strategia;
a coinvolgere in modo tempestivo e sistematico le Camere sia nella verifica dello stato di attuazione del Piano nazionale di riforma italiano (PICO) sia nella ridefinizione delle priorità politiche e delle relative azioni;
g) con riguardo alla politica economica e monetaria:
ad adoperarsi per rafforzare il coordinamento delle politiche economiche, in particolare all'interno della zona euro, al fine di evitare che la concorrenza tra ordinamenti, già elevata in considerazioni delle forti differenze retributive e dei regimi fiscali e contributivi, possa pregiudicare i fondamenti stessi del processo di integrazione europea, a definire, pertanto, all'atto dell'adozione dei prossimi orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione, obiettivi precisi, realistici ed effettivamente prioritari per assicurare uno sviluppo equilibrato in Europa, attivando a livello europeo e nazionale circuiti decisionali che ne assicurino l'effettiva attuazione;
a promuovere una rappresentanza unitaria dell'area euro nelle istituzioni finanziarie internazionali;
ad adoperarsi per una modifica dello Statuto della BCE al fine di:
1) ampliare gli obiettivi di politica monetaria all'interno dell'area dell'euro, oggi limitati alla sola stabilità dei prezzi, anche alla promozione dello sviluppo economico e dell'occupazione;
2) determinare criteri e procedure trasparenti che prevedano il coinvolgimento della Commissione Europea e dell'ECOFIN in merito alla definizione degli obiettivi di cambio e di tasso di inflazione perseguiti all'interno dell'area dell'euro;
h) con riguardo alle politiche del lavoro e per l'inclusione sociale:
ad assicurare un effettivo coordinamento delle politiche per l'occupazione, che persegua una combinazione di flessibilità lavorativa, protezione sociale e sicurezza occupazionale, una maggiore equità sociale, lotta alle disparità territoriali e tutela delle fasce deboli, in aderenza agli obiettivi della Strategia di Lisbona;
ad intervenire nelle forme appropriate, in stretto raccordo con il Parlamento, nel dibattito in corso a livello europeo sull'ammodernamento del mercato di lavoro e sul modello sociale europeo, con particolare riferimento alle politiche per la protezione sociale e l'integrazione sociale a ai cambiamenti demografici;
a sostenere le iniziative dell'UE relative alla conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, quale strumento volto anche a superare la povertà, nonché alla lotta all'emarginazione sociale, con particolare riferimento alle persone anziane e agli immigrati;
a partecipare attivamente, in raccordo con il Parlamento, alla definizione delle politiche favorevoli alla famiglia in Europa e a provvedere all'adozione delle misure di competenza nazionale nel quadro dell'Alleanza delle famiglie;
i) con riguardo alla promozione delle pari opportunità:
ad adoperarsi nelle competenti sedi decisionali dell'UE per l'adozione di misure idonee a garantire l'innalzamento del tasso di occupazione femminile e della sua qualità, in modo da elevare il potenziale di crescita e garantire una più equa ripartizione delle risorse pubbliche;
a sostenere le iniziative dell'Unione europea volte a promuovere l'imprenditorialità femminile;
a dare attuazione all'analisi e agli orientamenti prospettati nella Nota Aggiuntiva al Rapporto sullo stato d'attuazione del Programma Nazionale di Riforma 2006-2008, relativa alle Iniziative per l'occupazione e la qualità del lavoro femminile nel quadro degli obiettivi europei di Lisbona;
l) con riferimento alle politiche per istruzione, formazione, ricerca e innovazione:
a sostenere, nelle opportune sedi comunitarie, tutte le iniziative relative all'apprendimento permanente e all'efficienza ed equità dei sistemi educativi e formativi, assicurando al tempo stesso l'adozione a livello nazionale delle misure, anche finanziarie, necessarie a darvi attuazione;
a promuovere politiche e azioni per conseguire l'obiettivo generale di destinare il 3 per cento del PIL alla ricerca e allo sviluppo entro il 2010, con due terzi della spesa proveniente dal settore privato;
m) con riguardo alla coesione economica, sociale e territoriale:
ad avviare, in stretto raccordo con il Parlamento, una riflessione intesa a definire la posizione del nostro Paese nel dibattito sul futuro della politica di coesione, avviato dalla Commissione europea con la presentazione, il 30 maggio 2007, della IV Relazione sulla coesione economica e sociale;
ad adoperarsi per promuovere lo sviluppo delle politiche europee per la coesione territoriale, assicurando il perseguimento nell'ordinamento italiano degli obiettivi e degli indirizzi fissati nell'Agenda territoriale dell'UE e nella Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili, approvate nel maggio 2007 nella riunione informale dei ministri responsabili dello sviluppo urbano e della coesione territoriale;
n) con riguardo al mercato interno e alla concorrenza:
ad intervenire attivamente, in stretto raccordo con il Parlamento, nel riesame del mercato interno e nella definizione delle linee di azione per il suo ammodernamento;
ad adoperarsi per una rapida approvazione della proposta di direttiva relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi di impresa e della proposta di regolamento sul marchio comunitario, al fine di rimuovere ostacoli e distorsioni che incidono negativamente sulla crescita economica, sul livello dei prezzi e sui consumatori;
a promuovere nelle competenti sedi decisionali dell'UE la rapida introduzione di un sistema di protezione dei brevetti ottenibile a costi ragionevoli e che tuteli la competitività delle imprese italiane ed europee rispetto alla concorrenza dei Paesi terzi;
a sostenere le iniziative delle istituzioni dell'UE intese a ridurre gli oneri amministrativi e a semplificare l'ambiente regolamentare per le imprese e i cittadini;
o) con riguardo alla tutela dei consumatori:
ad adoperarsi affinché nella revisione della politica dei consumatori, sia assicurata una maggiore trasparenza dei mercati, un alto livello di protezione che consenta di guadagnare la fiducia dei consumatori negli acquisti transfrontalieri e nella scelta dei servizi finanziari relativi alla previdenza;
p) con riguardo ai servizi finanziari:
a contribuire attivamente, in stretto raccordo con le Camere, al dibattito avviato in seno al Consiglio ECOFIN sulla elaborazione di nuove regole e principi, a livello europeo e nazionale, per la prevenzione, gestione e soluzione delle crisi finanziarie transfrontaliere, anche alla luce delle turbolenze che hanno interessato negli ultimi mesi i mercati finanziari internazionali, promuovendo un rafforzamento del coordinamento tra le autorità di regolamentazione e vigilanza;
q) con riguardo alla politica commerciale:
ad adoperarsi per una rapida approvazione dalla proposta di regolamento relativa all'indicazione del paese di origine di taluni prodotti importati da paesi terzi, (cosiddetto «Made in»), che accrescerebbe significativamente la tutela e il potere di scelta dei consumatori, con effetti benefici per la concorrenza e il funzionamento del mercato interno;
r) con riguardo alla politica fiscale:
a sostenere le iniziative avviate dalla Commissione europea in vista dell'elaborazione di una proposta legislativa volta a definire una base imponibile comune consolidata per le società che svolgono la loro attività in vari paesi dell'Unione, al fine di attenuare il fenomeno della concorrenza fiscale dannosa;
s) con riferimento alla politica dell'energia:
a sostenere, già a trattati vigenti, la creazione di una reale politica energetica dell'UE, anche in considerazione dell'importanza strategica e degli effetti positivi per il nostro Paese;
a sviluppare, in particolare, la dimensione esterna della politica energetica europea che rafforzi il ruolo dell'UE, segnatamente ai rapporti con la Russia e gli altri Paesi terzi esportatori di energia verso l'UE;
ad adoperarsi, pertanto, per una rapida approvazione delle proposte presentate il 19 settembre 2007 dalla Com
missione al fine di realizzare pienamente l'apertura del mercato dell'energia nei settori dell'elettricità e del gas;
ad elaborare, dando attuazione alle direttive europee in vigore e agli orientamenti formulati dalle istituzioni europee, un Piano energetico nazionale che programmi complessivamente lo sviluppo della politica in tale settore con la prospettiva del miglioramento del livello di autosufficienza energetica del Paese, e di una ridefinizione del mix energetico di base;
t) con riguardo alla politica dei trasporti e alle reti transeuropee:
a proseguire nell'attuazione dei progetti di reti transeuropee di trasporto, utilizzando i finanziamenti in via di erogazione da parte della Commissione europea, in considerazione della fondamentale importanza strategica ed economica che essi rivestono per lo sviluppo e la crescita economica del Paese nel contesto dell'Europa allargata, nella salvaguardia del patrimonio ambientale;
a sostenere le iniziative della Commissione europea volte a migliorare l'efficienza e la sostenibilità del trasporto merci comunitario, con particolare riferimento allo sviluppo delle autostrade del mare e alla creazione di una rete ferroviaria e di corridoi multimodali dedicati al trasporto merci, assicurandone la più ampia estensione possibile alle varie aree del Paese;
a promuovere lo sviluppo di sinergie tra le reti di trasporti, energia e telecomunicazioni, migliorandone il finanziamento;
u) con riferimento alla politica agricola comune e alla pesca:
a seguire con particolare attenzione, in stretto raccordo con il Parlamento, la riflessione sul futuro della politica agricola europea, avviata con la presentazione della comunicazione della Commissione sullo «stato di salute della PAC», con particolare riferimento alla possibilità di concentrare il sostegno del bilancio dell'UE sui coltivatori anziché sui proprietari agricoli;
ad assicurare che il dibattito aperto sull'aumento delle quote latte sia indirizzato nel senso di decisioni che contribuiscano allo sviluppo delle imprese che hanno esercitato l'attività produttiva nel rispetto delle regole;
ad adoperarsi, nel settore della pesca, affinché si rimuovano gli ostacoli che impediscono la piena operatività del Fondo europeo per la pesca e Piano d'azione per il mediterraneo, sia promossa la cooperazione multilaterale con i Paesi terzi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, operando per una armonizzazione delle regole che non penalizzino le flotte italiane;
v) con riguardo alla politica ambientale e ai cambiamenti climatici:
a sostenere l'attuazione della strategia rinnovata per lo sviluppo sostenibile, adottata dal Consiglio europeo di giugno 2006, con particolare riferimento all'individuazione chiara di obiettivi operativi, alla promozione e diffusione delle eco innovazioni e delle tecnologie ambientali, allo sviluppo di una nuova politica energetica, alla preparazione delle opzioni per un accordo internazionale post-2012 in materia di cambiamento climatico, al perseguimento dell'obiettivo dell'UE di arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010, all'attuazione di misure specifiche volte a conseguire modelli di consumo e di produzione più sostenibili;
a rafforzare nell'ordinamento interno e in ambito comunitario le misure in materia di cambiamenti climatici, sostenendo un'effettiva attuazione della politica energetica e climatica integrata, e superando le inadempienze del nostro Paese rispetto alle indicazioni della Commissione europea con una legislazione nazionale più coerente e conforme alle direttive europee in materia il cui pieno recepimento nel nostro ordinamento deve avvenire entro la fine del 2008;
z) con riferimento alla partecipazione dell'Italia alla formazione ed attuazione delle politiche dell'Unione europea:
a rafforzare e incrementate le strutture e risorse a disposizione del Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei (CIACE), al fine di rafforzare il ruolo nella fase ascendente del nostro Paese, in maniera coordinata con i diversi livelli di governo;
ad accrescere la presenza dei funzionari dei ministeri e delle altre amministrazioni presso la rappresentanza italiana all'Unione europea, in maniera da consentire un più efficace lavoro ai vari tavoli in cui si svolgono i negoziati nella fase di predisposizione della normativa europea;
ad assicurare che le prossime relazioni annuali rechino specifica indicazione, in conformità al dettato dell'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, degli orientamenti che il Governo intende assumere con riferimento agli specifici settori di attività dell'Unione europea nell'anno in corso;
a garantire la costante e tempestiva informazione del Parlamento sulle iniziative adottate dal Governo nella cosiddetta fase ascendente del processo decisionale europeo, con particolare riferimento ai temi segnalati nelle risoluzioni approvate annualmente dal Parlamento in merito alla relazione nonché al programma legislativo della Commissione europea e agli altri strumenti di programmazione delle istituzioni europee;
ad individuare modalità idonee affinché la trasmissione alle Camere dei progetti di atti comunitari risulti effettivamente qualificata, oltre che tempestiva, secondo quanto previsto dall'articolo 3 della legge n. 11 del 2005;
a dare maggiore ed autonomo rilievo all'informazione alle Camere concernente le proposte e le materie che risultano inserite all'ordine del giorno delle riunioni del Consiglio dei ministri dell'Unione europea, secondo quanto previsto dall'articolo 3, comma 4, della legge n. 11 del 2005;
ad adoperarsi per assicurare un'adeguata informazione sulle attività e il funzionamento dell'Unione europea, anche promuovendo la trasmissione da parte della RAI, in fasce orarie di ascolto medio-alto, di contenuti europei appropriati sia nei tele e radiogiornali, sia nelle trasmissioni di approfondimento o divulgative.
(6-00028). Falomi, Pettinari, Venier, De Zulueta.