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Allegato B
Seduta n. 265 del 14/1/2008
TESTO AGGIORNATO AL 16 GENNAIO 2008
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
REALACCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con l'ordinanza dell'11 gennaio 2008 il Presidente del Consiglio dei ministri ha adottato disposizioni urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania;
l'ordinanza ha, tra l'altro, previsto la nomina del prefetto Gianni De Gennaro a commissario delegato, al fine di fronteggiare l'estrema gravità della situazione, procedere immediatamente allo smaltimento dei rifiuti giacenti nei territori urbani e extraurbani e gestire adeguatamente le forti tensioni sociali che si registrano nelle aree interessate;
allo stesso tempo, le misure del Governo si pongono il fine di dettare un quadro coerente con il definitivo superamento della fase emergenziale;
per tali ragioni, uno dei principali obiettivi dell'ordinanza consiste nell'adottare le misure necessarie per consentire il passaggio alla gestione ordinaria, responsabilizzando fortemente gli enti locali;
in questo contesto, l'articolo 3 dell'ordinanza prevede che i comuni campani provvedano ad elaborare un piano delle misure necessarie per la raccolta differenziata,
da realizzare in tempi molto rapidi, pena la nomina - in caso di inadempimento - di un commissario ad acta;
considerata la complessa situazione esistente e l'esigenza di far sì che la fase emergenziale sia al più presto conclusa con soluzioni stabili e definitive, appare opportuno verificare l'effettiva adeguatezza delle misure contenute nell'ordinanza, con particolare riferimento all'efficacia che eventuali misure di commissariamento, non prodotte da un atto di normazione primaria, possano avere rispetto ai principi generali dell'ordinamento -:
se ritengano che le disposizioni contenute nell'ordinanza di cui in premessa possano rappresentare una base normativa sufficiente a conseguire gli obiettivi generali di superamento dell'emergenza e, in concreto, lo scopo specifico di avviare in maniera strutturale la raccolta differenziata dei rifiuti;
se non considerino, in caso contrario, utile promuovere, in tempi rapidi, eventuali interventi di natura legislativa per rafforzare i vincoli giuridici finalizzati al conseguimento di detti obiettivi.
(3-01526)
Interrogazioni a risposta scritta:
PEDRIZZI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
«l'Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella Pubblica Amministrazione» è un organismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri nato con l'intento di favorire la diffusione della cultura della legalità e della trasparenza attraverso interventi volti alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni della corruzione e degli altri illeciti perpetrati nell'ambito della Pubblica Amministrazione;
nel settembre dello scorso anno è stato conferito l'incarico di Alto Commissario all'ex Prefetto di Roma, Achille Serra, il quale ha dimostrato, sin da subito, un grande impegno nello svolgimento di importanti attività di indagine, con particolare riguardo ai settori della sanità e dell'edilizia;
l'attività dell'Alto Commissario, indispensabile per la lotta alla corruzione, necessita di maggior sostegno da parte delle forze politiche sul piano della cooperazione istituzionale, al fine di garantire il buon funzionamento delle amministrazioni pubbliche, incentivare la trasparenza, snellire le procedure e potenziare il sistema dei controlli;
numerose iniziative assunte in ambito politico, al fine di sollecitare l'approvazione del disegno di legge di ratifica della Convenzione ONU contro la corruzione A.C. 2783, provvedimento, questo, che riconosce l'Alto Commissario quale istituzione nazionale deputata alla prevenzione e al contrasto della corruzione, non hanno avuto, ad oggi, risultati concreti;
la volontà politica del Governo Prodi di rilanciare concretamente un organismo così importante è stata del tutto disattesa proprio in sede di approvazione della legge finanziaria che ha stanziato per l'Alto Commissario anticorruzione risorse finanziarie del tutto irrisorie -:
quali urgenti provvedimenti il Governo intenda assumere, al fine di garantire all'Alto Commissariato anticorruzione le necessarie risorse finanziarie indispensabili per lo svolgimento delle sue delicate funzioni e se non ritenga opportuno prevedere un ampliamento delle funzioni e delle competenze in capo allo stesso, così da renderlo ancora più in grado di contrastare il fenomeno della corruzione all'interno della Pubblica Amministrazione.
(4-06033)
ASCIERTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Parlamento della Repubblica con la legge n. 124 del 3 agosto 2007, entrata in vigore il 12 ottobre 2007, ha riformato il
«Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica e la disciplina del Segreto di Stato»;
in questi giorni di fase transitoria si stanno definendo i 12 regolamenti attuativi della legge di riforma, che devono essere definiti entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge (cioè entro il 12 aprile 2008);
lo scorso novembre sono apparse notizie sui principali organi di stampa nazionali relative ad un indiscriminato allontanamento «d'autorità» di centinaia di appartenenti ai due Servizi (circa 500 unità complessive), senza alcuna esplicitazione dei criteri di scelta seguiti e/o dei motivi giustificativi alla base dei provvedimenti di allontanamento, in favore di nuovo personale dalla incerta preparazione tecnico professionale, assunto con il criterio discrezionale della «chiamata diretta», in contrasto con il disposto legislativo in fase di attuazione in materia di reclutamento del Personale;
nella fase di messa a punto dei regolamenti di attuazione della legge di riforma si stanno saturando, soprattutto per via politica, gli Organici dei due Servizi tali da impedire, a medio termine, nuove assunzioni;
a quanto consta all'interrogante, fra il personale estromesso d'autorità non sarebbero ricompresi né elementi legati a partiti dell'area di Governo (soprattutto DS e Margherita) né elementi a carico dei quali risulterebbero instaurati procedimenti penali e disciplinari;
in alcuni casi si sarebbe persino avuta la promozione gerarchica di elementi che versavano nelle predette condizioni;
appartenenti ai due servizi estromessi d'autorità avrebbero iniziato a presentare denunce presso la Procura della Repubblica di Roma in relazione a fattispecie asseritamente aventi rilievo penale connesse con le procedure descritte nella presente interrogazione;
quanto denunciato risulta pregiudizievole per il prestigio, l'onorabilità, l'affidabilità democratica e l'efficienza operativa dei Servizi di Informazione e Sicurezza della Repubblica -:
se non voglia chiarire quanto sta accadendo nei Servizi di Informazione e Sicurezza in materia di reclutamento-ingresso di nuovo personale.
(4-06050)
ANGELA NAPOLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. - Per sapere premesso che:
in data 11 dicembre 2007 il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza socio-economico-sanitaria nel territorio della Regione Calabria;
l'intervento governativo si è reso necessario alla luce di più attività ispettive ministeriali conseguenti a ben tre casi di malasanità nei quali hanno perso la vita persone giovanissime;
le attività ispettive ministeriali hanno posto in luce numerose criticità interne ad alcuni presidi, ospedalieri; abbandono delle strutture e delle parti tecnologiche, non mantenimento a norma degli impianti, irregolare modalità di stoccaggio dei rifiuti sanitari, mancanza di pulizia scarsa efficienza dell'offerta ospedaliera, mancanza di equilibrio dei livelli di assistenza;
ad avviso dell'interrogante occorrerebbe, altresì, un particolare controllo sugli operatori sanitari e sul personale che opera nelle strutture sanitarie calabresi al fine di garantire la qualità e l'efficienza dell'assistenza;
in Calabria spesso le decisioni assunte da chi amministra la cosa pubblica, soprattutto nel settore delle assunzioni di personale, sono state orientate da meri interessi clientelari, poco dalla meritocrazia e dalle reali necessità;
anche nel corso del 2007 la Giunta regionale calabrese, nonostante i numerosi elementi di criticità emersi appunto nel settore della sanità, ha decretato, con l'approvazione della legge regionale n. 9 del 2007, il passaggio degli operatori delle équipes socio-psico-pedagogiche, di cui alla legge regionale n. 57 del 1990, circa 500 addetti in tutta la Regione, alle aziende sanitarie;
le figure professionali delle équipes sono costituite da assistenti sociali, pedagogisti,sociologi, psicologi e da altre figure non ben identificate; sono lavoratori passati a tempo indeterminato, senza alcuna forma di selezione, alle dipendenze della Regione Calabria, con legge di sanatoria, il cui compito era di supportare i Comuni nella progettazione e gestione dei servizi sociali;
sulle citate équipes sono state registrate più volte gravi irregolarità sia da parte della Corte dei conti che della Guardia di finanza;
il passaggio di queste 500 persone dalla Regione alle aziende sanitarie andrebbe immotivatamente ad impinguare, peraltro, proprio in questo momento di dichiarata emergenza regionale sanitaria, i super ingolfati organici delle ASP, con personale non adeguato;
inoltre tra le 500 unità di personale, diverse risultano in possesso del titolo di laurea, e ricoprono attualmente il ruolo di funzionario regionale;
un loro passaggio alle ASP comporterebbe l'acquisizione della qualifica di dirigente senza il passaggio dalle normali forme di selezione previste dal contratto nazionale della dirigenza, peraltro, con un aumento esponenziale della spesa per il personale a carico dei bilanci delle ASP calabresi, già gravati da pesanti buchi;
inoltre il trasferimento di queste 500 unità di personale dalla Regione alle ASP priverebbe i Comuni e le Province del personale qualificato, a suo tempo individuato proprio nelle figure delle équipes socio-psico-pedagogiche (legge regionale n. 57 del 1990) -:
per quali motivi non abbia impugnato la legge regionale n. 90 del 2007 ed, in particolare, l'articolo 28 della stessa che prevede «disposizioni in materia di personale», bloccando così il passaggio alle ASP degli operatori delle équipes socio-psico-pedagogiche;
se non ritengano necessario ed urgente, più che mai alla luce delle numerose criticità che hanno portato alla decretazione dello stato di emergenza socio-economico-sanitaria del territorio calabrese intervenire, nell'ambito dei poteri derivati dallo Stato di emergenza, per sospendere o - ove possibile - annullare il passaggio degli operatori delle suddette équipes alle aziende sanitarie.
(4-06064)
ANGELA NAPOLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle comunicazioni, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
con atto ispettivo n. 4-05331 del 19 ottobre 2007, l'interrogante ha denunziato l'anomala e grave decisione assunta dal Consiglio regionale, in data 27 settembre 2007, con il commissariamento del Corecom Calabria;
con lo stesso atto ispettivo l'interrogante oltre a chiedere la verifica delle motivazioni che hanno portato al commissariamento di un organo regionale di controllo così importante, aggiungeva la valutazione circa l'opportunità di impugnazione, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione, da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007, contenente appunto il provvedimento di decadenza ed il conseguente commissariamento del Corecom Calabria;
il Corecom Calabria, istituito con legge regionale n. 2 del 22 gennaio 2001, è un organo funzionale dell'Agcom per la
concessione dei benefici alle televisioni locali ai sensi della legge n. 448 del 1998; concessione che dovrebbe essere definita nel rispetto della piena autonomia ed indipendenza dell'organo regionale in questione;
tra i cinque componenti del Corecom Calabria erano nati palesi contrasti in occasione della formulazione della graduatoria per la concessione dei benefici relativi all'anno 2005, poiché la stessa graduatoria era divenuta oggetto di una delibera, datata 16 luglio 2007, a firma del solo Presidente del tempo, ed in disaccordo con quanto deliberato dal Comitato in data 2 luglio 2007;
la scelta del Presidente del tempo era subito apparsa ai quattro componenti del comitato come rispettosa di esigenze formulate dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, durante una convocazione del 17 marzo 2007, piuttosto che della trasparenza rispetto alle documentazioni presentate;
sulle ripetute violazioni commesse dal Presidente del Comitato del tempo, i quattro componenti dello stesso comitato hanno presentato più esposti alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, sottolineando come lo stesso Presidente ed il dirigente della struttura abbiano omesso di denunziare alcuni rappresentati legali di imprese private per la violazione del decreto del Presidente della Repubblica 445/2000, commessa fornendo dichiarazioni false e mendaci;
la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha aperto un'inchiesta proprio relativamente a comportamenti omissivi nella gestione dei contributi alle televisioni locali;
la decadenza ed il conseguente commissariamento del Corecom Calabria, con l'assegnazione, peraltro, delle funzioni di delegato alla struttura del Corecom Calabria, proprio allo stesso ex Presidente dell'organo (non in possesso tra l'altro dei requisiti previsti dal decreto legislativo n. 165 del 2001), appare chiaramente come provvedimento punitivo nei confronti dei componenti del Corecom nonché poco garantista per quanto riguarda l'erogazione dei fondi;
la Presidente della Conferenza dei Corecom Italiani ha censurato pesantemente l'iniziativa calabrese chiedendo formali spiegazioni, mai fornite, al Presidente del Consiglio regionale calabrese;
non è la prima volta che il Consiglio regionale della Calabria, che presenta tra l'altro un elevato numero di suoi componenti inquisiti, interviene su organismi di controllo, quasi a dimostrazione di voler governare senza alcuna possibilità di contrasto o di legittima valutazione del proprio operato -:
se non ritengano necessario ed urgente verificare le motivazioni che hanno portato al commissariamento di un organo regionale di controllo così importante;
se il citato commissariamento sia compatibile con la normativa nazionale vigente in materia;
se l'erogazione da parte del Ministero delle comunicazioni dei benefici previsti dalla legge avvenuta sulla base di una graduatoria redatta dal solo Presidente dello stesso Corecom sia avvenuta nel rispetto della normativa vigente e se siano stati salvaguardati solamente i diritti di tutte le emittenti che hanno provveduto a fornire relativa documentazione senza omissione alcuna.
(4-06065)
TURCO, BELTRANDI, D'ELIA, MELLANO e PORETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la versione consolidata del Trattato sull'Unione europea e del Trattato che istituisce la Comunità europea all'articolo 307 prevede che le disposizioni del trattato non pregiudicano i diritti e gli obblighi derivanti da convenzioni concluse, anteriormente al 1o gennaio 1958 o, per gli Stati aderenti, anteriormente alla data
della loro adesione, tra uno o più Stati membri da una parte e uno o più Stati terzi dall'altra;
nella misura in cui tali convenzioni sono incompatibili col trattato, lo Stato o gli Stati membri interessati ricorrono a tutti i mezzi atti ad eliminare le incompatibilità constatate -:
quali siano le convenzioni concluse anteriormente al 1o gennaio 1958 tra l'Italia e uno o più Stati terzi;
se, quando, da chi, con quali motivazioni dette Convenzioni siano state valutate compatibili con i Trattati dell'Unione europea.
(4-06066)
FABRIS. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
da un articolo del quotidiano Il Gazzettino pubblicato il 18 dicembre scorso risulta che il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro abbia comunicato attraverso una lettera destinata al capo della Protezione Civile Bertolaso, al Presidente della regione Veneto Galan, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, l'intenzione di sostituire il Commissario Straordinario Vernizzi per il Passante di Mestre con il Presidente dell'Anas Pietro Ciucci;
risulta che nella succitata lettera il Ministro Di Pietro, nonostante condivida «l'esigenza di prorogare lo stato di emergenza... nella località di Mestre» e quindi consideri necessaria la figura del Commissario, ritenga che tale carica debba essere individuata «nella persona del presidente Anas, società concessionaria della rete stradale nazionale, dotata di tutte le competenze tecniche occorrenti per il migliore espletamento del compito»;
inoltre, dal medesimo articolo di stampa si evince che:
a) il Ministro abbia motivato la decisione sostenendo che «in base ad una delibera Cipe di inizio 2007, all'Anas è affidata la realizzazione del Passante e che essa ha anticipato a tal fine 20 milioni di euro», nonostante tale ultima considerazione non sia affatto precisa, visto che la legge attribuisce la gestione dell'autostrada alla società mista Anas-Regione e che la proprietà non è esclusivamente statale;
b) la decisione di cui alle premesse precedenti non sia affatto condivisa dalla Regione Veneto che difende fortemente il lavoro svolto dal Commissario Vernizzi ed elogia le capacità di mediazione dimostrate nei rapporti con gli enti locali, comprovate dal fatto che 7 chilometri del Passante di Mestre sono già percorribili, ed il completamento dell'opera è previsto per la fine dell'anno 2008;
c) il Presidente della regione Veneto Giancarlo Galan ha immediatamente fatto pervenire una lettera a Palazzo Chigi nella quale contesta apertamente le criticità rilevate dal Ministro in merito alla gestione dell'attuale Commissario ed esprime il proprio dissenso sul risparmio del corrispettivo che, a seguito di tale decisione non sarebbe più connesso all'incarico, ricordando che «fin dall'inizio nessuna spesa è stata a carico dell'Anas o del bilancio statale» perché i soldi percepiti da Vernizzi, 80 milioni di euro lordi all'anno, sono a carico della Regione Veneto;
d) anche il Presidente della Provincia di Venezia Davide Zoggia ha inviato una missiva a Palazzo Chigi nella quale lamenta che tale decisione comporterebbe soltanto l'ennesimo ritardo nel completamento di un'opera che, grazie all'impegno ed alla felice gestione dell'attuale Commissario, sarà terminata tra un anno;
e) inoltre, il Presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, ha manifestato la propria perplessità al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta circa la decisione del ministro Di Pietro, chiedendo l'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri;
f) infine Achille Variati, nel ribadire la fiducia e la stima nei confronti
del Commissario Vernizzi, precisa che «se Di Pietro ha vecchi rancori col Veneto, il Veneto non è più disposto a pagare ritardi» -:
se il Governo sia a conoscenza di quanto descritto nella presente interrogazione e, se sì, quale giudizio ne dia;
se il Governo, alla luce di quanto descritto nella presente interrogazione, non ritenga quanto mai urgente assumere opportuni provvedimenti al fine di impedire la sostituzione dell'attuale Commissario straordinario Vernizzi con l'attuale Presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, considerata - ad avviso dell'interrogante - l'inconsistenza delle motivazioni addotte dal Ministro Di Pietro per giustificare detta sostituzione, tanto più che le capacità gestionali dimostrate da Vernizzi sono provate dallo stato avanzato dei lavori per il completamento dell'opera del Passante di Mestre nel territorio veneto.
(4-06067)