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Allegato B
Seduta n. 265 del 14/1/2008
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INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
MAZZOCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulterebbe che il Commissariato «Nuovo Casilino» di Roma stia vivendo quotidianamente gravi difficoltà nell'adempiere il suo dovere di tutela della pubblica sicurezza nel territorio competente;
tale situazione risulterebbe essere riconducibile alla carenza di dotazione di strumenti che consentano di monitorare ben 200 mila cittadini e di perlustrare 113 km quadrati di territorio dalla via Palmiro Togliatti a Finocchio;
in particolare, le zone di Tor Bella Monaca e di Nuovo Ponte di Nona, risulterebbero essere le zone più esposte a rischi, stante il fatto che, ivi, si consumerebbero il maggior numero di reati;
a tale situazione, già di per sé critica, si aggiungerebbero, aggravandola, la presenza del campo rom di Salone, il campo abusivo Casilino 900 nonché, da ultimo, l'insediamento di quasi 8 mila extracomunitari nel territorio dell'VIII municipio;
le problematiche del Commissariato risulterebbero esser addebitabili, in primo
luogo, alla chiusura nel 2001 del posto di polizia presso Tor Bella Monaca dovuta alla mancanza del personale;
a seguito di tale decisione, infatti, il lavoro di 120 poliziotti del commissariato risulterebbe esser maggiorato con tutte le aggravanti che ne discendono, stante il fatto che si ritroverebbero a dover svolgere le indagini opportune unitamente al lavoro amministrativo;
al riguardo, sussisterebbe un tetto massimo per le ore straordinarie che, se superato, non risulterebbe nemmeno esser retribuito;
in secondo luogo, risulterebbe una grave carenza di autovetture;
in particolare, risulterebbero esser date in dotazione solo tre autovetture, di cui una, che dovrebbe esser utilizzata quale auto-civetta per le investigazioni, parrebbe non solo immatricolata nel 1998 ma, per di più, presenterebbe dei difetti dovuti all'usura nel tempo, a causa dei quali gli agenti risulterebbero esser costretti ad utilizzare le proprie;
le restanti due autovetture, che dovrebbero esser utilizzate per gli interventi, risulterebbero anch'esse di vecchia data e, infine, risulterebbe sussistere una terza autovettura che, dallo scorso anno, attenderebbe di esser riparata;
le forze dell'ordine, dunque, risulterebbero esser impossibilitate a svolgere il loro dovere giacché si ritroverebbero a dover coprire un territorio così vasto avendo a disposizione solo un numero limitato di volanti;
da ultimo, si riscontrerebbe una gestione inadeguata anche all'interno dello stesso Commissariato;
in particolare, sembrerebbero mancare soluzioni adeguate alla sicurezza dello stesso ove si consideri che le finestre non solo risulterebbero prive di inferriate ma, ancor più grave, non sembrerebbe esser stato installato alcun impianto di allarme;
le carenze si riscontrerebbero anche nella più elementare gestione degli uffici, stante il fatto che risulterebbe esser presente una sola postazione internet e gli stessi telefoni risulterebbero non esser abilitati alle chiamate extraurbane e ai cellulari;
tale situazione sembrerebbe costringere gli stessi agenti che devono effettuare delle telefonate fuori dal Comune di Roma a doversi recare al centralino, con una perdita di tempo per gli stessi ma, soprattutto, per il servizio che essi dovrebbero esser messi in grado di effettuare per garantire la sicurezza dei nostri cittadini -:
se i fatti corrispondano al vero e, in caso affermativo, tenuto conto della situazione anomala testé prospettata, quali iniziative intenda intraprendere al fine non solo di porre rimedio alle inadeguate condizioni sussistenti presso il Commissariato Casilino ma, ancor più importante, al fine di consentire agli agenti stessi di poter assolvere il loro dovere, stante il fatto che la zona interessata risulta esser ampiamente vasta e, di conseguenza, le richieste di sicurezza e di dispiego delle forze dell'ordine risultano esser maggiori.
(4-06039)
EVANGELISTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da articoli di stampa ed anche da voci autorevoli dei Sindacati di Polizia proviene la notizia circa l'incredibile imminente chiusura di 13 distaccamenti di polizia stradale, malgrado «il tanto sbandierato potenziamento dei controlli su strada, elemento cardine del nuovo decreto-legge sulla sicurezza stradale»;
tale decisione sarebbe conseguenza dei numerosi tagli previsti dalla legge finanziaria 2008 per cui il Ministero dell'interno ha previsto un piano di «razionalizzazione» che di fatto porterebbe alla riduzione dei presidi di Polizia;
cruciale è il ruolo della Polizia stradale nell'assicurare un più alto livello di
sicurezza stradale al fine di garantire un significativo ridimensionamento del numero di incidenti stradali, molte volte mortali, per cui occorrerebbe un potenziamento dell'organico e non certamente il ridimensionamento;
i distaccamenti che si vogliono chiudere sono tutti collocati lungo strade statali ed ex statali, vale a dire quelle strade in cui più alto è il tasso di mortalità. A conferma di tale tragico primato vi è la statistica che indica un tasso di numero di morti ogni 100 incidenti rilevati di 1,4 nelle strade urbane, 4,1 sulla rete autostradale e 6,3 proprio sulle strade statali, ex statali o provinciali, con un tasso complessivo medio di 2,4 morti ogni 100 incidenti rilevati;
tra i distaccamenti a rischio chiusura c'è quello di Viareggio che, in Versilia, territorio di grande popolarità e intenso flusso di persone, svolge un'azione di grande importanza sulle strade, soprattutto nelle ore notturne;
tra i 13 «condannati» alla chiusura ci sono, inoltre, i distaccamenti di Faenza e di Portoferraio, il primo serve uno snodo di strade statali, il secondo costituisce l'unico presidio di Polizia stradale sull'isola d'Elba dove, in particolare in estate, sui 170 km di strade asfaltate c'è una densità di traffico da paralisi;
particolarmente importante ed incisiva è altresì, l'attività svolta dalla Polizia stradale al fine di contrastare i traffici illeciti della criminalità organizzata lungo la rete viaria -:
se il Ministro non reputi opportuno procedere ad una attenta valutazione del ruolo strategico che la polizia stradale svolge nei vari distaccamenti e mettere in atto ogni possibile iniziativa, anche in rapporto con gli enti locali territoriali, per tutelare i territori più a rischio;
quali iniziative intenda quindi assumere per garantire alla collettività il mantenimento ed il consolidamento dei presidi della Polizia stradale, da impegnare sulla rete viaria, ed evitare il realizzarsi della paventata soppressione che altrimenti costituirebbe un grave errore non solo a danno della sicurezza stradale ma contrasterebbe con la lotta alla criminalità, che rappresenta azione essenziale per lo sviluppo civile, sociale ed economico.
(4-06041)
LUCCHESE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in particolare nella città di Roma e sulla Pontina, dei giovinastri scagliano dei sassetti contro le auto in circolazione e, obbligano i conducenti a fermarsi, dicendo loro che sono stati colpiti nello specchietto della loro auto e chiedendo subito un risarcimento monetario;
ormai gli automobilisti anziani e le donne vengono taglieggiati con questi sistemi -:
quali provvedimenti intenda adottare per eliminare il triste fenomeno del cosiddetto «specchietto»;
se il Ministro voglia disporre degli accertamenti e soprattutto una maggiore vigilanza sulle strade.
(4-06044)
CIRIELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Torchiara è composto da otto consiglieri più il Sindaco di maggioranza e da quattro consiglieri comunali di minoranza;
dal mese di gennaio del 2007 tre consiglieri di minoranza del Comune di Torchiara hanno chiesto la revoca del loro rappresentante presso la comunità montana Alento Monte Stella, in quanto non si sentono più rappresentati politicamente dall'attuale delegato della minoranza il consigliere Di Bartolomeo;
il Sindaco del Comune di Torchiara, dopo varie diffide al Prefetto di Salerno fatte dai predetti tre consiglieri e volte alla convocazione del Consiglio comunale per la revoca del consigliere Di Bartolomeo,
provvedeva alla convocazione del consiglio con all'ordine del giorno la revoca del consigliere Di Bartolomeo;
in tale consiglio è stata deliberata la non revoca del consigliere Di Bartolomeo con il voto dei consiglieri di maggioranza contrariamente a quanto previsto dalla legge (utilizzo del voto limitato);
i tre consiglieri di minoranza hanno dovuto ricorrere al TAR di Salerno per l'annullamento della delibera;
il TAR ha di fatto annullato la delibera di Consiglio specificando che la revoca doveva essere votata soltanto dai consiglieri di minoranza;
i tre consiglieri hanno chiesto quindi di nuovo la convocazione del Consiglio comunale per la revoca del loro rappresentate ma il Sindaco non ha provveduto alla convocazione e quindi i tre consiglieri hanno dovuto ricorrere nuovamente al TAR chiedendo l'ordinanza presidenziale di convocazione del Consiglio comunale per la revoca del proprio rappresentante;
il TAR ha emesso l'ordinanza a favore dei tre consiglieri e la stessa è stata notificata al Sindaco di Torchiara ed al Prefetto di Salerno;
a tutt'oggi ancora non è stato possibile svolgere il Consiglio per la revoca del rappresentante della minoranza e infatti il Sindaco e la sua maggioranza hanno più volte rinviato l'argomento facendo mancare il numero legale;
il Prefetto di Salerno, a tutela dei tre consiglieri di minoranza, provvedeva ad inviare un Commissario ad acta per provvedere a convocare il consiglio Comunale con all'ordine del giorno la revoca del consigliere della minoranza per il giorno 17 dicembre 2007;
il giorno 17 dicembre 2007 però non è stato posto in votazione l'argomento in quanto la maggioranza consiliare ha fatto mancare il numero legale -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, se gli stessi corrispondono al vero, quali iniziative di propria competenza intenda adottare ed in particolare se non ritenga opportuno valutare l'ipotesi di sciogliere il consiglio comunale di Torchiara per gravi inadempienze, non avendo ottemperato alle disposizioni del TAR e del Prefetto di Salerno.
(4-06058)
RAMPELLI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 18 novembre 2007, a Roma, quattro persone di nazionalità moldava sono state arrestate poiché colte in flagranza di reato dagli agenti del Commissariato Flaminio Nuovo;
ai quattro moldavi veniva addebitato il reato di tentato sequestro di persona e lesioni in concorso tra loro ai danni di una donna di nazionalità rumena ed il reato di danneggiamento e lesioni aggravate in concorso tra loro e in danno del marito della donna di nazionalità rumena di cui sopra;
processati con rito direttissimo in data 19 novembre 11 2007, davanti al Tribunale di Roma sez. VII in composizione monocratica (Proc. Pen. N. 52383/2007), il Pubblico Ministero richiedeva l'applicazione degli arresti domiciliari per uno degli imputati e la custodia in carcere per gli altri;
il giudice, pur riconoscendo le modalità violente dell'azione e la personalità violenta degli autori, convalidava l'arresto degli imputati ma applicava in conformità ad una normativa che evidentemente lo consentiva, solamente la misura cautelare dell'obbligo di presentazione quattro volte a settimana al Commissariato di pubblica sicurezza Flaminio Nuovo, vanificando pertanto il nulla osta per la loro espulsione;
ferma restando l'autonomia della magistratura, a giudizio dell'interrogante è sconfortante notare come venga mortificata l'attività degli agenti di polizia che hanno effettuato quattro pericolosi arresti alle ore 22 circa del 18 novembre 2007
concludendo il loro servizio alle ore 15 del 19 novembre 2007 lavorando per oltre trenta ore di seguito, molte delle quali non retribuite, per poi vedere gli autori dei violenti reati, seppure sorpresi in flagranza di reato, non trattenuti in carcere, anche per comprendere in che modo possa essere garantita l'incolumità dei cittadini -:
se non intendano assumere ogni iniziativa necessaria perché sia rigorosamente applicato il decreto-legge varato dal Consiglio dei ministri il 28 dicembre 2007 sull'espulsione degli immigrati quando gli autori di reati violenti vengono lasciati in libertà e quali ulteriori iniziative intendano assumere per evitare il ripetersi di tali episodi.
(4-06068)