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Allegato B
Seduta n. 265 del 14/1/2008
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SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
BERTOLINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il direttore del Centro OMS Medicina del Turismo, Walter Pasini, ha lanciato un allarme riguardante i numerosi casi di meningite diagnosticati nel nostro paese nelle ultime settimane. Sostiene infatti che: «gli sviluppi e le indagini sui casi riscontrati nel nord e nel centro Italia sembrano confermare il ruolo giocato da ceppi di meningococco importati (...). La circolazione in Italia di un elevato numero di africani provenienti dalla cosiddetta «cintura meningococcica» (senegalesi, ivoriani, etiopi e somali) pone il rischio di meningite di tipo A, Y e W135»;
sempre secondo il dottor Pasini, i rischi derivano soprattutto dagli immigrati clandestini che sfuggono, in quanto tali, ad ogni forma di controllo sanitario;
nel nord Italia, specialmente in Veneto, sono morte di meningite diverse persone, tra le quali giovani e neonati e svariati casi si stanno riscontrando anche nel Lazio, soprattutto nella provincia di Latina ed in altre regioni;
oltre alla meningite, l'impatto sulla salute pubblica della presenza degli oltre 4 milioni di immigrati presenti in Italia riguarda anche malattie trasmesse per via alimentare, come l'epatite A e la febbre tifoide, malattie sessualmente trasmesse come HIV, Aids, sifilide e gonorrea, legate alla prostituzione, e soprattutto la tubercolosi, malattia in Italia ormai debellata ma che sta avendo una preoccupante ripresa -:
se il Ministro abbia già pensato di attivare un piano di prevenzione della diffusione di casi di meningite e, in caso affermativo, attraverso quali azioni;
se il Ministro non ritenga che debba essere fatto un censimento dello stato vaccinale delle persone, che decidono di entrare nel nostro paese, al fine di evitare che malattie di questa pericolosità possano contagiare i cittadini italiani, soprattutto quelli più deboli come bambini e anziani;
come il Ministro abbia intenzione di affrontare i casi di immigrati portatori di malattie contagiose già presenti nel nostro Paese.
(4-06061)
BERTOLINI e PAOLETTI TANGHERONI. - Al Ministro della salute. - Per sapere Premesso che:
sul quotidiano Il Giornale del giorno 9 gennaio 2008 è stata pubblicata un'intervista al dottor Emilio Arisi dell'Ospedale Santa Chiara di Trento, il quale
ammette di prescrivere alle pazienti, che ne fanno richiesta, la pillola abortiva RU486 già da due anni e di aver fatto abortire, con questo metodo, oltre 300 donne;
oltre al caso dell'ospedale trentino è emerso che la pillola RU486 è in uso anche in altri 26 ospedali italiani, dislocati soprattutto al centro nord. Le regioni dove il farmaco viene maggiormente richiesto e somministrato sono Toscana ed Emilia Romagna, in totale nel 2006 le pazienti che sono ricorse a questo metodo abortivo sono state 1.178;
nel nostro Paese la commercializzazione della pillola RU486 non è ancora stata autorizzata né dal Ministero della Salute, né dall'AlFA, l'associazione italiana del farmaco e manca un protocollo che ne regoli la somministrazione, poiché si ritiene siano ancora necessarie ulteriori sperimentazioni per testarne la sicurezza e i rischi per la salute delle donne che decidono di assumerla;
il dottor Arisi ha la possibilità di prescrivere la pillola utilizzando la norma italiana che permette di acquistare un farmaco all'estero (dove la RU486 è già da tempo reperibile), se utile per una certa persona. L'iter di richiesta è molto semplice: è sufficiente che una donna dichiari di avere paura dell'anestesia o dell'operazione chirurgica per abortire, perché il medico possa prescriverle il farmaco abortivo;
è necessario ricordare che una percentuale di donne a cui è stata somministrata la pillola abortiva non ha espulso totalmente il feto e sono state costrette a sottoporsi ad un raschiamento di urgenza, mettendo in serio pericolo la loro salute -:
se il Ministro fosse già a conoscenza del fatto che in molti ospedali italiani è possibile reperire la pillola abortiva RU486;
come è possibile che ciò avvenga, visto che ancora la commercializzazione del farmaco in Italia non è autorizzata e non si hanno garanzie definitive sulla sua dannosità per l'organismo femminile e come intenda procedere al riguardo;
come giudica il metodo tramite il quale il dottor Arisi si procura la pillola RU486, visto che si tratta - ad avviso dell'interrogante - di un esplicito aggiramento della legge italiana, poiché questa norma è stata fatta per aiutare le persone colpite da malattie particolarmente gravi ed in situazioni terminali;
se non ritenga che quanto sta avvenendo a Trento e negli altri ospedali, soprattutto della Toscana e dell'Emilia Romagna, crei un pericolosissimo precedente per tutte le donne che vogliono abortire facilmente, senza assumersi la responsabilità dei propri atti e che ciò rappresenti una dannosa sottovalutazione della pratica abortiva;
come intenda intervenire per bloccare rapidamente questa vergognosa ed illecita pratica medica.
(4-06062)