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Allegato B
Seduta n. 266 del 15/1/2008
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazione a risposta in Commissione:
GRIMOLDI e GOISIS. - Al Ministro della pubblica istruzione, al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 28 dicembre 2007, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto
legislativo che dà attuazione alla delega conferita al Governo a realizzare, a beneficio degli studenti, percorsi di orientamento ai corsi di laurea universitari e all'alta formazione artistica, musicale e coreutica, a quella tecnica superiore, nonché al mondo del lavoro;
i risultati ottenuti nella scuola secondaria avranno valore come punteggio per accedere ai corsi di laurea che prevedono un test di ingresso. D'ora in poi, infatti, i voti presi nell'ultimo triennio delle superiori e il giudizio conseguito alla maturità faranno punteggio per entrare nei corsi a numero chiuso dell'università;
queste misure entreranno in vigore a partire dall'anno accademico 2008-2009 e i percorsi di orientamento si inseriranno strutturalmente nell'ultimo anno di corso della scuola secondaria di secondo grado;
in particolare, per l'accesso ai corsi universitari a numero programmato, nel punteggio massimo di 105 punti, 80 saranno assegnati sulla base del risultato del test d'ingresso e 25 saranno dati agli studenti che avranno conseguito ottimi risultati a scuola: la media complessiva non dovrà essere inferiore a 7/10 dei voti ottenuti negli scrutini finali di ciascuno degli ultimi tre anni di frequenza della scuola secondaria superiore (con particolare riguardo ai risultati ottenuti in discipline, predefinite nel bando di accesso a corsi universitari, che abbiano diretta attinenza o siano comunque significative per il corso di laurea prescelto), e la valutazione finale conseguita nell'esame di Stato dal 20 per cento degli studenti con la votazione più alta attribuita dalle singole commissioni, che comunque non deve essere inferiore a 80/100. Anche la lode ottenuta nella valutazione finale dell'esame di Stato, contribuirà a facilitare il predetto accesso;
il decreto legislativo in parola prevede anche la realizzazione di percorsi di orientamento in modo che gli studenti arrivino preparati ai corsi di laurea scelti, consolidando le proprie conoscenze in relazione alla preparazione richiesta per i diversi corsi di studio. I docenti della scuola secondaria superiore possono essere coinvolti nella predisposizione dei test di accesso all'università, mentre nelle scuole possono essere organizzati percorsi di orientamento con la partecipazione di professori universitari;
il monitoraggio delle attività svolte in attuazione del decreto in parola e i risultati ottenuti sarà attuato da una Commissione nazionale ad hoc - con rappresentanza paritetica del Ministero della pubblica istruzione e del Ministero dell'università e della ricerca con una rappresentanza territoriale dei Comuni, delle Province e delle Regioni - che opera in raccordo con l'Istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione (Invalsi) e con l'Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur);
il provvedimento, accrescendo il valore legale del titolo di studio, da un lato privilegia gli studenti del Sud Italia, dove la scuola, secondo gli interroganti, è meno seria, meno attenta nei giudizi, e dall'altro lato penalizza gli studenti del Nord, i quali, paradossalmente, pur riportando nelle materie letterarie e scientifiche un punteggio superiore di almeno dieci punti, ed ottenendo una percentuale di diplomati con il massimo dei voti leggermente inferiore a quella dei loro colleghi delle regioni del Sud, sono valutati in maniera omogenea e uniforme nell'accesso all'università (Rapporto INVALSI a.s. 2004-2005 e Notiziario Statistico 2006 del Ministero della pubblica istruzione) -:
se, alla luce dell'indagine, condotta dall'INVALSI, nonché dei dati statistici pubblicati dal Ministero della pubblica istruzione, non ritengano opportuno rivedere il provvedimento in parola, per evitare qualunque forma di iniquità nei confronti degli studenti del Nord Italia;
se il Ministro dell'università non ritenga che sarebbe più opportuno prescindere dal valore legale del titolo, prevedendo, in alternativa, una sorta di ingresso-tirocinio, un anno di orientamento per gli studenti che accedono ai corsi di laurea
a numero chiuso, allo scopo di individuare le sue qualità, rispetto al sapere, saper fare, saper essere, anche al fine di favorire l'approccio alle materie di studio, i colloqui tra discenti e docenti, una didattica d'approccio, organizzata con piccoli gruppi e specifiche prove d'esame, nonché una prova finale che testi l'attitudine agli studi scelti.
(5-01897)