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Allegato B
Seduta n. 266 del 15/1/2008
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
FASOLINO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la discarica ubicata in località Macchia Soprana del Comune di Serre insiste su area di eccezionale valenza idrogeologica, posta com'è al centro di un sistema che coinvolge tutto il bacino del Sele;
da più parti tecniche ed istituzionali, è stato sempre sostenuto che il paventato pericolo di inquinamento delle falde è ipotesi remota, anzi assolutamente inesistente e fuorviante;
considerato invece che nel corso di recenti lavori di sistemazione e manutenzione della discarica, per la precisione nel terzo invaso, alla profondità di 30 metri è venuto allo scoperto un corso di falda peraltro frettolosamente e fraudolentemente ricoperto e occultato;
a prescindere dalle responsabilità penali tutte da accertare viene così smascherata la più volte sbandierata sicurezza della discarica che, invece, alla luce dei nuovi eventi presenta tutte le caratteristiche di una potenziale pericolosissima fonte di inquinamento chimico e batteriologico del più importante sistema idrogeologico dell'Italia meridionale;
la rete che fa capo al corso del Sele provvede sia al fabbisogno potabile di una preponderante parte della provincia di Salerno, una delle più estese d'Italia, sia alle necessità irrigue di tutta la valle del Sele cui fa capo una delle agricolture più avanzate d'Europa, con una produzione destinata al mondo intero (derivati del latte, ortaggi, mais, fragole, carciofi);
il rinvenimento di un corso di falda in piena discarica in realtà non deve sorprendere nessuno: sarebbe bastato parlare con la gente del posto che nessuno ha mai voluto ascoltare. La zona della discarica è stata sempre associata nei ricordi e nella tradizione popolare con una straordinaria ricchezza di acqua. Molte case sono dotate di pozzi artesiani. Il nome della contrada è esemplarmente indicativo, ed è «Fontana della Noce» -:
se non intenda porre in essere l'unico provvedimento che un Governo responsabile è chiamato ad adottare: la chiusura immediata della discarica di Serre. Inoltre, un atto formale di pubbliche scuse da parte sua e del Governo a una popolazione duramente e ingiustamente colpita.
(5-01898)
Interrogazioni a risposta scritta:
MELLANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
a Padova, in Viale della Navigazione Interna, 34, località San Lazzaro, la società
Acegas-Aps S.p.A. gestisce un impianto per l'incenerimento a recupero energetico dei rifiuti di venti comuni del Bacino PD2, dove risiedono circa 400mila persone;
l'impianto di incenerimento fu realizzato negli anni '50 e messo in funzione nel 1962; attualmente è costituito da due linee che sono in grado di incenerire circa 72.000 tonnellate di rifiuti l'anno;
l'inceneritore di Padova smaltisce i rifiuti urbani provenienti prevalentemente dalla città di Padova e comunque del Bacino PD2, i rifiuti speciali non pericolosi provenienti da attività produttive e commerciali, i rifiuti sanitari pericolosi provenienti da attività ospedaliere purché privi di altri costituenti elencati nell'allegato 2 della Direttiva 91/689/CEE e i farmaci provenienti da attività ospedaliere o da raccolte differenziate;
Acegas-Aps S.p.A. è soggetta al controllo del Comune di Padova con una quota di partecipazione del 49,85 per cento e del Comune di Trieste con una quota di partecipazione del 50,15 per cento. I membri del C.d.A. di Acegas-Aps S.p.A. sono ripartiti in modo paritetico tra il Comune di Padova e il Comune di Trieste;
con delibera 3361 del 7 novembre 2003 la Regione Veneto ha approvato l'ampliamento dell'inceneritore della società Acegas-Aps S.p.A., che prevede la costruzione di una «terza linea» che consentirà di smaltire circa 170.000 tonnellate di rifiuti in un anno;
la Regione Veneto ha autorizzato il progetto di realizzazione della «terza linea» dell'inceneritore in carenza della procedura di valutazione di impatto ambientale, pur essendo stato approvato dalla CTRA (commissione tecnica ambiente) dopo l'entrata in vigore della normativa sulla VIA (VIA, LR n. 10 del 26 marzo 1999);
l'Istituto oncologico veneto, su incarico della Regione Veneto, ha presentato una relazione sul «Rischio di sarcoma in rapporto all'esposizione ambientale a diossine emesse dagli inceneritori». Lo studio, che ha preso in esame tutti i casi maligni di sarcoma nel periodo 1990-1996, ha preso l'avvio dall'osservazione di un eccesso significativo di sarcomi dei tessuti molli nei comuni dove risultano attivi gli inceneritori della provincia di Venezia oltre ad un grande inceneritore per i rifiuti urbani situato a Padova San Lazzaro-Camin);
tra le considerazioni generali della relazione dell'Istituto oncologico veneto, si evidenzia: «...l'indagine nel suo complesso suggerisce che lo smaltimento dei rifiuti segua percorsi alternativi a quello dell'incenerimento, dal momento che si rende responsabile della dispersione in atmosfera di cancerogeni che, oltre a riconoscere una molteplicità di cellule bersaglio, sono in grado di agire per effetto di una bio-accumulazione...». «...Le politiche ambientali dovrebbero porre al centro delle proprie strategie la riduzione della produzione dei rifiuti come necessario obiettivo di prevenzione primaria»;
l'inceneritore di Padova della società è ubicato in prossimità del quartiere di Camin-San Gregaria; a circa 2.000 metri in linea d'aria dall'Istituto oncologico del Veneto; - a circa 2.300 metri in linea d'aria dal Centro leucemie infantili «Città della Speranza» - a circa 2.300 metri in linea d'aria dall'ospedale civile di Padova - a circa 2.500 metri in linea d'aria dal centro della città di Padova;
l'inceneritore di Padova è in prossimità di stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti di cui al decreto legislativo 334 del 1999 che recepisce la direttiva comunitaria 96/82/CEE (Seveso II): Air Liquide Italia srl - Loundbeck ex Vis Farmaceutici - Geremia s.r.l. - Di Lenardo S.p.A. - A.P.S. S.p.A. - Acciaierie Venete Riunite S.p.A. - Nuova F.N.T. S.p.A. - Firema Trasporti S.p.A. - Coloritalia s.r.l. - Ente Autonomo Magazzini Generali;
la Corte di Giustizia dell'Unione europea con una sentenza del 5 luglio 2007 ha condannato lo Stato italiano per non
aver sottoposto, prima della concessione dell'autorizzazione alla costruzione, il progetto di «terza linea» dell'inceneritore della società ASM Brescia S.p.A., impianto di cui all'allegato I della Direttiva del Consiglio 27 giugno 1985, 85/337/CEE, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici o privati come modificata dalla Direttiva del Consiglio 3 marzo 1997, 97/11/CE non avendo reso accessibile al pubblico, in uno o più luoghi aperti al pubblico, per un adeguato periodo di tempo affinché esso potesse esprimere le proprie osservazioni prima della decisione dell'autorità competente, la domanda di autorizzazione all'esercizio della «terza linea» dell'inceneritore di Brescia, e non avendo messo a disposizione del pubblico la decisione relativa a tale domanda e una copia dell'autorizzazione;
l'incenerimento degli RSU (rifiuti solidi urbani) è, fra tutte le tecnologie, la meno rispettosa dell'ambiente e della salute. È inevitabile la produzione di ceneri (che rappresentano circa 1/3 in peso dei rifiuti in ingresso e devono essere smaltite in discariche speciali) e l'immissione sistematica e continua nell'atmosfera di milioni di metri cubi di fumi, polveri grossolane, (PM10) e fini (PM2.5), costituite da nanoparticelle, di sostanze chimiche (metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine e furani, eccetera) estremamente pericolose, perché persistenti ed accumulabili negli organismi viventi;
l'impianto di Padova incenerisce ogni anno 72.000 tonnellate di rifiuti, quantità che verrà più che raddoppiata quando entrerà in funzione la «terza linea» con una capacità di incenerimento di 170.000 tonnellate di rifiuti l'anno; per arrivare, secondo la proposta di una «quarta linea» della società Acegas-Aps S.p.A., alle 270.000 tonnellate l'anno di rifiuti inceneriti, portando la potenzialità dell'impianto a quasi quattro volte più di quella attuale;
nel mese di giugno 2007, nel corso di un'assemblea pubblica, l'assessore all'ambiente del Comune di Padova ha reso noto di aver incaricato lo studio Ates di Massanzago della verifica di impatto ambientale sul progetto di costruzione della «terza linea» dell'inceneritore della società Acegas-Aps S.p.A. Lo stesso assessore all'ambiente del comune di Padova ha dichiarato: «La verifica di impatto ambientale durerà tra i sei e gli otto mesi, al termine dei quali i risultati saranno legge per l'azienda APS. Se risulterà non compatibile con l'ambiente il progetto sarà bloccato»;
i lavori di realizzazione della «terza linea» dell'inceneritore, che richiederanno investimenti pubblici per circa 64 milioni di euro, sono iniziati nel marzo 2007, hanno un tempo contrattuale di due anni dalla consegna dei lavori, quindi si prevede termineranno entro la prima metà del 2009;
la valutazione di impatto ambientale ha ragione di essere solo se viene realizzata prima, e non dopo la costruzione della «terza linea»;
nell'ambito territoriale ottimale (ATO), che comprende la provincia di Treviso, si è raggiunta una raccolta differenziata spinta da record nazionale (75 per cento di rifiuti riciclati). La raccolta differenziata spinta, per la scarsità del residuo che rimane, è chiaramente incompatibile con l'incenerimento. Inoltre, per ogni tonnellata di rifiuti riciclati c'è un risparmio energetico medio di 4.234.000 chilocalorie rispetto alle 1.194.000 chilocalorie dell'incenerimento con recupero energetico;
la città di Padova nel 2005 ha raccolto in maniera differenziata circa il 40 per cento dei suoi rifiuti -:
se il Governo non intenda intervenire urgentemente, in attesa delle risultanze della verifica di impatto ambientale dello studio Ates, presso la Regione Veneto, affinché sia sospesa l'autorizzazione, già concessa ad Acegas-Aps S.p.A., alla costruzione della «terza linea» dell'inceneritore
di Padova anche per scongiurare l'ipotesi di ulteriori procedure di infrazione a carico dello Stato;
se il Governo, anche per salvaguardare il diritto dei cittadini alla salute, non ritenga opportuno suggerire alle amministrazioni competenti la possibilità di contemplare, riguardo allo studio di VIA, anche l'«Opzione Zero», la quale non consiste solo nel non costruire gli impianti, ma pianifica un'alternativa di riduzione della produzione dei rifiuti industriali e il miglioramento della loro qualità nel tempo, secondo gli obiettivi prioritari europei e nazionali.
(4-06079)
STRADELLA, CICU e MARRAS. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la dura repressione nei confronti dei cittadini e di rappresentati politici sardi che manifestavano pacificamente nella notte dell'11 gennaio 2008 a Cagliari contro la decisione, unilateralmente adottata da parte del Presidente della Regione Sardegna, di accettare nel territorio dell'isola i rifiuti della Regione Campania, ha dato evidenza mediatica ad una decisione che presenta numerosi aspetti problematici: dalla decisione di schierare le forze di polizia secondo criteri «antisommossa», ai criteri, ad avviso degli interroganti sostanzialmente autoritari, adottati dal Presidente Soru nell'adottare la decisione di accogliere i rifiuti ed imporla agli enti locali; dalla totale mancanza di informazione su quali tipologie di rifiuti fossero in arrivo dalla Campania, all'ipocrita per gli interroganti richiamo alla «solidarietà nazionale», che non può esistere nei confronti di chi ha sperperato 2 miliardi di euro in 14 anni senza risolvere un problema la cui natura peraltro è tutt'altro che emergenziale, poiché in relazione agli RSU si può quantificare oggi quanti ne saranno prodotti da qui a 10 anni;
non può secondo gli interroganti confondersi la «solidarietà» tra regioni governate dal centro sinistra, acriticamente adottata, con la «solidarietà nazionale», poiché tale interpretazione ha portato il Governo regionale a violare le stesse leggi regionali di tutela dell'ambiente, importando rifiuti di cui ignora la composizione (e quindi i peggiori), nonostante il Presidente della Regione Soru si dichiari strenuo difensore dell'ambiente dell'Isola -:
quale tipologia di rifiuti della regione Campania siano stati e saranno importati dalla Regione Sardegna ed in quale quantità;
quali provvedimenti di ristoro in favore della Regione Sardegna, a valere sulle immense risorse destinate alla «soluzione» del problema rifiuti in Campania, si intendano adottare.
(4-06082)