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Allegato B
Seduta n. 266 del 15/1/2008
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per sapere - premesso che:
la Fiat di Pomigliano d'Arco è interessata ad un processo di ristrutturazione di particolare delicatezza, sulla base di un piano di rilancio frutto di un'intesa con le organizzazioni sindacali;
lo stesso stabilimento è stato oggetto di sospensione dell'attività produttiva per consentire interventi e l'attivazione di corsi di aggiornamento per il personale;
la situazione produttiva presenta elementi di preoccupazione evidenziati in particolare da ripercussioni negative sull'indotto, con ricorsi alla cassa integrazione guadagni, e dal licenziamento di decine di dipendenti collocati in mobilità finalizzata al pensionamento;
la direzione aziendale non sta rispettando gli impegni assunti con il Piano di rilancio, come dimostrano le inadempienze in termini di informazioni su investimenti e sui corsi di formazione, nell'ambito della prevista attività della Commissione mista, (Direzione, Rsu, Organizzazioni sindacali) prevista dall'accordo;
a fronte della situazione critica sul piano produttivo prima richiamata, si sta assistendo a una recrudescenza di comportamenti lesivi dei diritti sindacali dei lavoratori da parte della direzione aziendale;
in particolare con comportamenti vessatori da parte di vigilantes incaricati dall'azienda per la sorveglianza dei corsisti e con la sospensione cautelativa di sette lavoratori sulla base di argomenti palesemente pretestuosi (come la presenza di atteggiamenti minacciosi nel corso di uno sciopero e di un corteo svoltosi nella giornata del 10 gennaio);
i su richiamati comportamenti hanno creato una situazione di tensione nell'azienda ed iniziative di lotta dei lavoratori;
la situazione ha assunto aspetti così drammatici da indurre gli organismi nazionali dei sindacati di categoria interessati a esprimere esplicite proteste, a prospettare il ricorso alla magistratura per tutelare i diritti lesi e a sollecitare l'intervento del Governo al fine di convocare rapidamente le parti sociali -:
di quali elementi di conoscenza disponga il Governo in merito alla situazione produttiva dello stabilimento;
se sia a conoscenza delle contestazioni sindacali in merito al mancato rispetto dei diritti sindacali dei lavoratori;
se in ragione della gravità della situazione e in considerazione del ruolo decisivo assunto dallo Stato in questi anni nel sostegno delle attività della FIAT, intenda intervenire, come sollecitato da alcune organizzazioni sindacali di categoria, al fine di promuovere un incontro fra le parti sociali per affrontare i problemi relativi al piano di rilancio e la sua gestione, il rispetto delle norme relative ai diritti sindacali e il ripristino di corrette relazioni industriali.
(2-00919)
«Pegolo, De Cristofaro, Caruso, Iacomino, Migliore».
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XI Commissione:
ROCCHI e ZIPPONI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
il cantiere per la riconversione della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord è attualmente uno dei maggiori in Europa;
detta riconversione prevede la trasformazione a carbone del preesistente impianto alimentato ad olio combustibile, con una riduzione della potenza installata da 2.640 Mw a 1.980 Mw e una relativa riduzione da 4 a 3 dei gruppi di produzione da 660 Mw ciascuno. È quindi prevista la costruzione di complessi impianti per l'abbattimento degli inquinanti, di due carbonili coperti e di due banchine portuali per il scarico-carico di carbone, calcare-ceneri, gesso;
la durata della vita dell'impianto di produzione, dal punto di vista economico ed industriale, è prevista in 25 anni;
in origine il programma cronologico prevedeva un tempo complessivo di realizzazione di circa 54 mesi, con fine lavori entro il 2o semestre 2008. Il cantiere è però in ritardo sui tempi su indicati e allo stato attuale la fine dei lavori è quindi prevista per il 4o trimestre 2009. Secondo dati Enel, a fine ottobre il progetto presentava un avanzamento del 98 per cento per l'ingegneria, del 97,5 per cento per gli approvvigionamenti e del 49,4 per cento per la costruzione e l'avviamento;
il costo stimato per l'opera con 4 sezioni era di 1.600 milioni di euro, probabilmente rivisto al ribasso con l'eliminazione di una sezione; sempre a fine ottobre il valore economico impegnato è risultato pari a circa l'87,5 per cento del presunto di cui il 52 per cento già consuntivato;
sono accreditate in forza presso il cantiere circa 380 imprese esecutrici. Il personale delle imprese complessivamente accreditato ha raggiunto una quota di circa 3.500 unità, con una presenza effettiva giornaliera che supera le 2.500 unità;
da tali dati si evince una situazione di cantiere oltremodo complessa, in cui primarie fonti di rischio discendono dai tempi eccessivamente ristretti di realizzazione programmati da Enel e dai conseguenti ritmi di lavoro imposti alle imprese, anche tramite la minaccia di pesanti penali per ritardati lavori o la possibile elargizione di premi di acceleramento, nonché dal rilevante numero di imprese e di lavoratori impegnati che operando contemporaneamente in aree ristrette producono tali e incontrollabili interferenze da rendere inefficace ogni tentativo di coordinamento ai fini della prevenzione;
ulteriori fattori di rischio possono inoltre essere ricercati nel sistema di appalti e subappalti, che spingendo le imprese a ribassi forzosi finiscono per incidere sulla sicurezza, sia per i tagli indotti ai costi, individuati contrattualmente a tal fine e sia per le più ampie conseguenze sul piano occupazionale, come testimoniano la dilagante precarietà del lavoro e la problematica presenza di lavoratori stranieri che complessivamente non permettono di portare avanti alcuna seria attività formativa;
questo quadro trova riscontro nella rilevazione numerica degli incidenti avvenuti dall'apertura del cantiere e degli stessi infortuni, seppure di certo in difetto rispetto alla realtà anche per il disposto contrattuale che stabilisce l'applicazione di penali commisurate al tasso di infortuni in azienda, così come nelle stesse ispezioni effettuate nel corso del 2007 dagli organismi di vigilanza che nel rilevare numerose irregolarità rispetto alla normativa sull'orario di lavoro, oltre che agli obblighi contributivi e assicurativi, avrebbero prodotto sanzioni alle aziende per diversi milioni di euro;
in questo difficile contesto lavorativo il 17 ottobre 2007 si è verificato l'ennesimo incidente sul lavoro, questa volta mortale, in cui è rimasto ucciso un giovane operaio
di 32 anni, Michele Cozzolino, con modalità ancora in corso di accertamento da parte dell'autorità giudiziaria;
a seguito dell'incidente la Magistratura ha disposto il sequestro della zona di lavoro, mentre la ASL locale ha emesso verbali di contravvenzione con prescrizione a carico delle imprese coinvolte, del responsabile lavori e del coordinatore sicurezza in fase di esecuzione (CE). Lo stesso CE risulta attualmente iscritto al registro degli indagati;
sempre a seguito dell'incidente è stato sottoscritto in data 22 ottobre 2007 un accordo tra Enel e Organizzazioni Sindacali, a cui hanno fatto seguito ispezioni congiunte in cantiere del CE, degli RLS - coadiuvati da un loro consulente esterno - e delle imprese esecutrici: a seguito di dette ispezioni il collegio composto dagli RLS di cantiere e dal loro consulente esterno ha redatto due verbali;
da tali verbali emerge un quadro di attività caratterizzato da diffuse inadempienze alle leggi vigenti, ma soprattutto si evince che la crescente condizione di insicurezza del cantiere è chiaramente riconducibile alla già descritta organizzazione dei lavori, ai tempi ed ai ritmi di lavoro, nonché a tali ed evidenti criticità rilevate sul piano progettuale organizzativo da spingere lo stesso collegio sindacale a richiedere un urgente aggiornamento del piano di sicurezza e cordinamento (PSC) e a rivedere in primo luogo l'intero sistema di montaggio delle caldaie -:
se non ritenga necessaria la creazione di un tavolo di confronto sulle problematiche del cantiere, con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali, al fine di avere una visione complessiva sia della rimodulazione del programma cronologico dei tempi di realizzazione dell'impianto sia delle condizioni di lavoro e al contempo mettere in atto un'approfondita indagine finalizzata, anche alla luce degli ultimi provvedimenti di legge in materia di contrasto del lavoro irregolare, sistema di assegnazione degli appalti e a promuovere una specifica azione di coordinamento tra Ispettorato del Lavoro, Inps, Inail, Spresal e tutti i soggetti preposti ai controlli per migliorare la lotta alle irregolarità contributive, al caporalato, al lavoro nero, ai fuori busta, alle violazioni dei limiti degli orari di lavoro e all'eccesso di lavoro straordinario, anche attraverso un presidio stabile degli enti ispettivi in cantiere.
(5-01909)
PAGLIARINI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
Giolivo Zanotti, operaio 54enne delle Fonderie Officine Pilenga di Comun Nuovo, in provincia di Bergamo, è stato sospeso dal lavoro e privato della retribuzione per tre giorni, con decorrenza 9 gennaio 2008, per aver segnalato gravi carenze, in fatto di sicurezza, all'interno dello stabilimento, come la mancanza di carter, sistemi di purificazione dei vapori non funzionanti e presenza di olio e acqua chimica sul pavimento;
le organizzazioni sindacali e il responsabile dei lavoratori per la sicurezza (Rls) interno alla suddetta azienda, Valter Albani, come si evince dalle note di agenzie stampa diffuse subito dopo il fatto, hanno evidenziato il grado di «diligenza» ed «elevata professionalità» dell'operaio Zanotti, addetto al reparto officine ed estremamente sollecito «nel segnalare ai suoi responsabili situazioni di pericolo»;
una volta constatato l'insuccesso delle numerose e reiterate denunce verbali, l'operaio, così come reso noto dall'Rls, ha deciso di evidenziare i problemi in questione sugli spazi liberi dei fogli di produzione giornalieri che devono essere compilati ad ogni turno. A quel punto, Zanotti è stato convocato dal caporeparto, che avrebbe contestato la modalità di segnalazione dei rischi, e in seguito il lavoratore è stato addirittura accusato di mobbing nei confronti del medesimo caporeparto;
la fonderia Pilenga dà lavoro a circa 240 operai e si occupa principalmente
della realizzazione di componentistica per automobili. Nel 2007, nel solo reparto officina - denunciano le organizzazioni sindacali - ci sarebbero stati cinque infortuni sul lavoro, causati dall'olio presente sul pavimento -:
se e quali interventi ritenga opportuno sollecitare al fine di evitare che simili fatti incresciosi possano ripetersi e al fine di tutelare il lavoro e la professionalità di coloro che all'interno di un'azienda denunciano il mancato rispetto delle condizioni di sicurezza.
(5-01910)
BODEGA e FUGATTI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la circolare congiunta tra il Ministero dell'interno e il Ministero della solidarietà sociale, n. 2 del 28 dicembre 2006, ha fornito precise istruzioni sull'accesso al mercato del lavoro, in relazione all'ingresso, a partire dal 1o gennaio 2007, della Romania e della Bulgaria nell'Unione europea;
dallo scorso 1o gennaio 2007, pertanto, come precisato nel messaggio Inps n. 1552 del 16 gennaio 2007, per rumeni e bulgari trovano applicazione tutte le norme comunitarie, incluse quelle relative alla libera circolazione dei lavoratori e al loro soggiorno sul territorio nazionale; dunque non si applicano più le disposizioni del decreto legislativo n. 286 del 1998, e successive integrazioni e modificazioni («Testo unico sull'immigrazione»), bensì quelle del decreto del Presidente della Repubblica n. 54 del 18 gennaio 2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di circolazione e soggiorno dei cittadini di Stati membri dell'Unione europea»);
conseguentemente al loro ingresso nella UE, a Romania e Bulgaria sono applicate le disposizioni comunitarie in materia di sicurezza sociale, come precisato dall'Inps nella circolare n. 35 del 7 febbraio 2007, ove si legge al paragrafo 4 che: «(...) le Sedi dell'Istituto possono erogare, a partire dal 1o gennaio 2007, l'indennità di disoccupazione ai sensi dell'articolo 69 del regolamento CEE n. 1408/71, verificate le condizioni richieste, ai lavoratori bulgari e rumeni che entrano in Italia - a cui le Istituzioni del Paese di provenienza abbiano rilasciato il formulario E 303 - solamente se appartenenti alle categorie per le quali è previsto l'immediato libero accesso al mercato del lavoro (lavoratori autonomi, stagionali, addetti ai settori agricolo e turistico alberghiero, lavoro domestico e assistenza alla persona, edilizio, metalmeccanico, dirigenziale e altamente qualificato).»;
risulta all'interrogante che in Trentino molti lavoratori stagionali rumeni chiedono e ricevono l'indennità di disoccupazione Inps e, nel contempo, rientrano nel loro paese di origine ove probabilmente esercitano altra attività lavorativa -:
quale sia il numero delle indennità di disoccupazione erogate nell'ultimo anno in favore di lavoratori rumeni e, qualora i fatti esposti in premessa corrispondano al vero, se non ritenga doveroso inviare gli ispettori del lavoro al fine di chiarire la vicenda.
(5-01911)
Interrogazione a risposta scritta:
SGOBIO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
a poco più di un mese dal rogo nella fabbrica ThyssenKrupp di Torino, costato la vita a sette operai, il Corriere della Sera del 14 gennaio 2008 ha pubblicato la notizia di un rapporto segreto dei manager dell'acciaieria, sequestrato dai pm torinesi nello stabilimento di Terni;
secondo quanto riportato dal quotidiano, nel rapporto si parla dell'eccessiva esposizione televisiva degli operai che sono scampati alla tragedia e dei compagni delle vittime che dai media televisivi vengono rappresentati come «eroi», passando, dice la relazione, «di televisione in televisione», cosa che impedirebbe ai manager
di prendere misure disciplinari, dal momento che sarebbe «inopportuno colpire» gli operai;
nel suddetto rapporto si parla anche della storia di Torino, dove esiste, secondo la ThyssenKrupp, «una lunga tradizione sindacale di stampo comunista»;
a parere dell'interrogante, se vere, le indiscrezioni apparse sul quotidiano, relative all'esistenza di tale vergognoso rapporto, costituirebbero un fatto gravissimo e inquietante, e significherebbero l'implicito rifiuto di ogni responsabilità aziendale sulla strage e il tentativo di scaricare colpe sui lavoratori, addirittura minacciandoli di provvedimenti disciplinari per danni all'immagine aziendale, un evidente tentativo di intimidire i possibili testimoni nel procedimento penale -:
se non ritenga opportuno intervenire, per gli ambiti di sua competenza e ferma restando l'autonomia della magistratura, presso i soggetti interessati, nell'intento di tutelare i diritti e la dignità dei lavoratori della ThyssenKrupp, al fine di fare piena luce sulla esistenza di tale testo e, in caso di conferma del suddetto rapporto, per un radicale cambiamento dei comportamenti dell'azienda, che rappresentano un danno complessivo, oltre che per i lavoratori, per l'intero sistema industriale italiano.
(4-06072)