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Allegato B
Seduta n. 267 del 16/1/2008
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AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta immediata:
BEZZI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il messaggio della risurrezione di Cristo è stato affidato ad un personaggio di grande rilevanza storico-religiosa, la figura femminile di Santa Maria Maddalena. Fu, infatti, Maria Maddalena a scoprire il sepolcro vuoto di Cristo e ad avvertire i discepoli della risurrezione di Gesù. L'estrema attualità del messaggio cristiano risiede proprio in questo evento che affida ad una donna il messaggio più importante per la cristianità di un miliardo di persone. Quello che il cristianesimo ha fatto sin dalla sua origine, solo oggi sta con fatica avvenendo presso le altre principali religioni monoteiste;
Santa Maria Maddalena, come molte figure storiche dell'antichità, deve il suo nome alla propria città di origine, Magdala, le cui vestigia ancora oggi si possono osservare presso la riva ovest del lago di Tiberiade, noto all'antichità come Mare di Galilea e teatro di alcuni dei principali avvenimenti legati alla vita di Gesù. Alla perpetuazione del messaggio apostolico di Maria Maddalena fu dedicata a Magdala una chiesa che rappresenta non solo uno dei primi insediamenti di culto cristiano, ma anche quello che può essere definito come il primo esempio di tempio dedicato a quella che è stata appellata come «apostolo agli apostoli» (Giovanni 20, 1-2);
il luogo di nascita di colei che per prima vide il Signore risorto è oggi conservato grazie all'opera di frati francescani archeologi. Solo una parte dell'antica città, con i resti e le testimonianze di vita risalenti all'epoca di Cristo è stata portata alla luce e gli scavi più recenti confermano l'esistenza di un agglomerato molto più ampio. La stessa chiesa di Maria Maddalena non è ancora stata portata alla luce;
l'opera dei frati francescani è gravemente minacciata dal progetto di sfruttamento dell'area per farne un parcheggio adibito all'attività balneare del vicino lago di Tiberiade -:
se non ritenga di dover chiedere al Governo israeliano quali iniziative intenda adottare a salvaguardia non solo dell'importanza religiosa, culturale e storica dei luoghi in questione, ma anche dei cittadini italiani che vi operano, spesso a rischio della loro personale incolumità.
(3-01540)
Interrogazioni a risposta scritta:
CAPEZZONE. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
a meno di otto mesi dall'apertura dei giochi olimpici di Pechino 2008 il governo
cinese continua a infrangere le promesse fatte alla comunità mondiale all'epoca dell'assegnazione dell'importante evento e, in particolare, quelle relative al rispetto dei diritti umani. Il ministero degli esteri di Pechino aveva infatti promesso al Comitato olimpico internazionale che la Cina si sarebbe impegnata a migliorare la situazione dei diritti umani nel Paese, a ridurre le emissioni inquinanti delle sue fabbriche ed a rivedere la situazione del Tibet. Ad oggi, questi obiettivi sono stati semplicemente ignorati;
risale al 27 dicembre 2007 la notizia dell'arresto del noto attivista cinese Hu Jia accusato dal governo di Pechino di atti sovversivi contro lo Stato;
Hu Jia è noto in tutta la Cina per il suo impegno contro la diffusione dell'Aids e perché informa la stampa internazionale sugli arresti di attivisti e dissidenti politici, nonché per la raccolta di preziose informazioni sulla situazione dei detenuti politici;
l'ultimo arresto di Hu Jia pare sia avvenuto in pieno pomeriggio ad opera di oltre 30 agenti che hanno fatto irruzione nella sua casa alla periferia di Pechino e lo hanno trascinato via, mentre la moglie Zeng Jinyan accudiva il loro figlio recentemente nato. Hu Jia è accusato di sovversione contro lo Stato ai sensi dell'articolo 105 del codice penale;
sia Hu Jia, sia la moglie Zeng Jinyan, anch'essa dissidente politica e nota per utilizzare Internet come mezzo di denuncia degli abusi sui diritti dell'uomo perpetrati in Cina, hanno ottenuto nel 2007 il Premio Sacharov 2007, in nome della libertà di pensiero;
entrambi sono stati più volte minacciati, perseguitati e messi sotto sorveglianza: dall'agosto del 2006 sino al marzo 2007 sono stati trattenuti agli arresti domiciliari a Pechino con l'accusa di minaccia alla sicurezza nazionale;
Hu Jia è famoso per aver ripreso con una videocamera la sua vita durante gli arresti domiciliari e aver poi mostrato il filmato, dal titolo Prisoners in Freedom City, durante un'audizione presso il Parlamento europeo;
in un reportage a cura del giornalista Jochen Graebert andato in onda il 14 gennaio 2007 sul primo canale della televisione tedesca (ARD), nel corso della quotidiana trasmissione di approfondimento Tagesthemen, viene intervistata Zeng Jinyan, anch'essa formalmente posta agli arresti domiciliari, e ora guardata a vista da poliziotti e agenti della polizia segreta che la seguono e la perseguitano non appena lascia la propria dimora;
secondo quanto afferma il Chinese human rights defenders (Chrd), gruppo che opera per la tutela dei diritti umani in Cina, l'arresto del noto attivista dimostra, una volta di più, che le accuse di sovversione contro lo Stato, punite dall'articolo 105 del codice penale cinese, «non sono altro che un paravento dietro al quale il governo si nasconde per tacitare le voci critiche all'interno del Paese»;
sempre secondo la citata organizzazione, la situazione starebbe via via peggiorando con l'avvicinarsi delle Olimpiadi: sarebbero già 41 i casi di arresti arbitrari di attivisti per i diritti umani giustificati con l'articolo 105 del codice penale;
evidentemente il governo cinese, con l'intenzione di presentare al mondo intero un paese prospero e «felice» ha deciso di far semplicemente momentaneamente «sparire» agli arresti domiciliari, nelle prigioni o nei campi di lavoro gli oppositori e gli «scontenti», che potrebbero macchiare l'immagine da dare ai milioni e milioni di turisti e telespettatori che seguiranno l'evento sportivo -:
se il Governo sia a conoscenza di questa ulteriore grave violazione dei diritti umani nella Repubblica popolare cinese;
se intenda esprimere la più ferma condanna per i duri trattamenti e le persecuzioni adottate nei confronti degli oppositori, anche in spregio alle precise e solenni dichiarazioni delle autorità di Pechino;
quali iniziative concrete ed urgenti intenda intraprendere nell'ambito dell'Unione europea, per ottenere il rispetto dei diritti umani in Cina.
(4-06087)
ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
da notizie pubblicate sul Corriere d'Italia - periodico degli italiani in Germania e nazioni di lingua tedesca - che vengono presentate come indiscrezioni colte da fonti del Ministero Affari Esteri, sarebbe in via di chiusura il consolato d'Italia ad Innsbruck, in Austria, il quale dovrebbe essere sostituito da uno sportello consolare nella sede dell'Istituto Italiano di Cultura;
la chiusura del consolato di Innsbruck verrebbe subito dopo il ridimensionamento di quello Bedford, la chiusura di Bastia e di Lipsia, eccetera, ma non era stato anticipato in Commissione Esteri alla Camera né dal Ministro né dal viceministro Danieli nel corso di recente audizioni parlamentari;
nel Tirolo austriaco vivono migliaia di italiani, che ora dovranno fare circa 400 km per arrivare a Vienna e che ad Innsbruck era stato chiuso da poco anche il locale Comites, l'unico dell'Austria -:
quali siano gli effettivi intendimenti del MAE circa questa ennesima possibile riduzione della nostra rete consolare.
(4-06100)
MADERLONI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 3 gennaio 2008, il motopesca Antonia Madre della flottiglia di Manfredonia, è stato fermato nella zona est dell'isola di Pelagosa e posto sotto sequestro all'isola di Lissa, con l'accusa di sconfinamento nelle acque territoriali croate;
tale evento ha permesso la diffusione della notizia che il Parlamento di Zagabria, peraltro in regime di preadesione all'Unione europea, ha recentemente deciso di interrompere la moratoria ad un progetto del 2003, ovvero l'istituzione di una «Zona di Protezione Ittica e Ambientale» (ZERP), con prerogative esclusive per i propri cittadini su più della metà del mare Adriatico, facendo in modo che tale progetto entri in vigore dal 1 gennaio 2008. Se dopo il giorno 11 gennaio, il neo-governo croato dovesse approvare tale decisione, il settore della pesca italiana nell'Adriatico ne risulterebbe gravemente danneggiato;
le decisioni unilaterali della Croazia sono state discusse, dal novembre 2003 ad oggi, nelle mozioni, risoluzioni ed interrogazioni agli allora Ministeri degli Affari Esteri e delle Risorse agricole e della Pesca. Però, le proposte degli onorevoli G. Scaltritti, Famiano Crucianelli e Aldo Preda, nonostante l'approvazione delle Commissioni congiunte (Affari Esteri e Comunitari e Risorse Agricole e della Pesca), non hanno dato risultati, e soprattutto non è mai stato reso esecutivo l'accordo di pesca fra l'Italia e la Croazia per la gestione dell'Adriatico, con progetti di partenariato o società miste;
in questi giorni, sul territorio, si sono attivati l'assessore all'Agricoltura della Regione Marche, Paolo Petrini, il consigliere regionale di Sinistra Democratica, Massimo Binci, che ha fatto istanza di comunicazione urgente alla competente commissione consiliare, il responsabile regionale di Lega Pesca Marche, Simone Cecchettini e Domenico Leone coordinatore settore pesca di Sinistra Democratica di Ancona;
il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Paolo De Castro, ha inviato un telegramma alle Capitanerie di Porto dell'Adriatico ribadendo l'invito agli armatori-pescatori alla massima cautela, vigendo una situazione di pre-allarme;
sappiamo che attualmente è in corso, con la partecipazione attiva della Commissione europea, un negoziato politico da parte del Governo italiano e dei Ministeri interessati;
considerato, tuttavia, l'estremo disagio che deriva agli operatori del settore dalla mancanza di direttive precise in ordine ai confini della ZERP, alle norme che ne regolano l'osservanza, ai meccanismi di controllo sulla corretta applicazione del regime giuridico internazionale, alle sanzioni previste, al sistema di regolamento delle eventuali controversie;
tenuto conto, inoltre del sopracitato regime di preadesione alla UE della Croazia stessa, il quale potrebbe essere pregiudicato, come affermato dalla U.E, dalla decisione oggetto dell'interrogazione, in particolare considerando i Regolamenti Comunitari del Consiglio nn. 3760 del 1992 e 2371 del 2002, rispettivamente sull'istituzione della Politica Comune della Pesca nella C.E.E. e sulla conservazione e lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel suo ambito, così come le disposizioni di Diritto internazionale vigenti nella consuetudine consolidata e nei trattati codificati, quali la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare del 1982, agli articoli 55, 59, 117, concernenti elementi generali ed in dettaglio sulle prerogative marittime degli Stati firmatari, che hanno firmato il trattato di riferimento. A tal proposito, sia l'Italia, sia la Croazia, hanno a ciò provveduto nell'anno 1995 -:
quali interventi intenda adottare perché l'intera vicenda si risolva in modo favorevole per il settore della pesca italiana, già fortemente in crisi a causa del caro-gasolio, delle mucillaggini invernali e degli storici problemi che lo affliggono;
quali misure possa attivare per informare prontamente gli operatori del settore sugli eventuali sviluppi, impartendo, inoltre, al fine di evitare possibili incidenti, urgenti e chiare direttive nel merito.
(4-06104)