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Allegato B
Seduta n. 267 del 16/1/2008
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
ZACCHERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
è nota la situazione di massimo degrado del comune di Napoli in merito alla
gestione dei rifiuti, che ha purtroppo portato la città all'attenzione del mondo intero in chiave del tutto negativa;
il sindaco di Napoli, onorevole Rosa Russo Jervolino, ha ribadito - come d'altronde è pubblica notizia - che da oltre un anno la situazione andava sempre più peggiorando, che era stata più volte segnalata al Governo e che comunque la gestione dei rifiuti cittadini è da tempo immemorabile oggetto di proteste e difficoltà;
in quest'ottica apparirebbe evidente che - se si vuole doverosamente portare il nome di Napoli nel mondo per avviare verso il capoluogo partenopeo eventi di importanza e rilancio di immagine - prima di tutto vanno risolti i problemi fondamentali della città, o tutto verrebbe ad essere vanificato in un inutile spreco;
ma mentre la Regione Campania ed il Comune di Napoli sembrano incapaci di gestire numerosissime questioni legate alle diverse emergenze cittadine - che, si ripete, apparirebbero prioritarie - ecco che vengono spesi dal Ministero dei beni culturali ben 5.000.000 (cinque milioni) di euro per la sola partecipazione di Napoli al «Forum Universale delle Culture» che si è svolto a Monterrey, in Messico, nell'autunno scorso. Tutto ciò per «creare immagine» e in vista di cercare di fare affidare alla città l'edizione del 2013 del «Forum» che ovviamente ancora non si sa a quale città potrà essere assegnata -:
se il Governo non ritenga che prima di procedere a finanziare altre spese di tale importanza non sarebbe opportuno provvedere a risolvere i problemi più basilari della città;
perché quindi il Ministero dei beni culturali abbia speso tale somma senza prima accertarsi che i predetti servizi essenziali cittadini fossero stati correttamente affrontati, ben comprendendo che ogni sforzo per dare «immagine» alla città sarebbero altrimenti soldi sprecati;
quanto sia ad oggi effettivamente costato l'evento di Monterrey e quali altre spese il Governo abbia intrapreso in vista dell'eventuale appuntamento a Napoli del 2013;
se risultino al Governo altre spese affrontate dal Comune di Napoli o dalla Regione Campania o da altri enti pubblici per promuovere tale evento;
alla luce dei recenti fatti, quali chanches si ritenga possa avere Napoli di essere prescelta per il «Forum Universale delle culture» del 2013.
(4-06092)
CACCIARI, FRANCESCATO, DE ANGELIS, PROVERA, KHALIL detto ALÌ RASHID, SINISCALCHI, PERUGIA, BANDOLI e ACERBO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Eni, sostenuta dallo stesso Governo, ha da tempo avviato trattative con le autorità del Kazakistan per la prospezione e lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi in Kazakistan, a partire dalla firma il 18 novembre 1997 dell'accordo di sfruttamento per il Caspio del Nord tra il governo del Kazakistan e un consorzio di compagnie petrolifere internazionali denominato Agip Kazakhstan North Caspian Operating Company N.V. (Agip KCO) guidato da ENI attraverso la sussidiaria Agip Caspian Sea B.V.;
l'accordo include lo sfruttamento del giacimento petrolifero di Kashagan, il più grande scoperto negli ultimi 30 anni, con riserve per 38 miliardi di barili di cui 13 miliardi di barili di petrolio recuperabile, secondo al mondo solo al giacimento di Ghawar in Arabia Saudita,
nella veste di operatore del consorzio Agip KCO, ENI è alla guida delle operazioni di costruzione degli impianti su mare e su terra per l'estrazione del petrolio, per la separazione dello zolfo (presente in percentuali molto alte fino al 18 per cento) e il suo stoccaggio, e delle infrastrutture di
servizio alle isole artificiali e per il trasporto e il trattamento dei fanghi e delle acque oleose;
in tutta l'area del Mar Caspio le attività di estrazione del petrolio hanno comportato gravissimi e irreversibili danneggiamenti agli ecosistemi naturali, mettendo a rischio gli habitat di specie animali protette e la salute delle migliaia di persone residenti nella regione;
in seguito all'accusa di aver violato le normative ambientali e fiscali del paese avanzata dal governo kazako, nell'agosto 2007 sono state sospese le operazioni offshore dell'ENI ed è stata aperta la rinegoziazione dell'accordo di sfruttamento (Production Sharing Agreement);
le popolazioni residenti nelle regione del Caspio chiedono da tempo di essere messe a conoscenza dei piani e dei progetti di sfruttamento delle risorse petrolifere da parte delle compagnie petrolifere operanti nella regione, compresa l'ENI e Agip KCO;
una missione internazionale della società civile si è recata in Kazakistan lo scorso settembre per verificare gli impatti ambientali e sulla salute pubblica delle operazioni ENI/Agip sulla sponda nord del Mar Caspio, riportando risultati allarmanti soprattutto collegati alle emissioni di gas solfati e mercaptani e all'assenza di informazioni rispetto nuove tecnologie necessarie per uno stoccaggio sicuro dello zolfo;
l'ENI ha rifiutato di incontrare la delegazione in Kazakistan e, contrariamente alle buone pratiche internazionali e alla convenzione internazionale di Aarhus sull'accesso all'informazione sottoscritto dal governo Italiano e dal Governo del Kazakistan, non ha reso pubblici i documenti relativi alla Valutazione di Impatto Ambientale del progetto né gli altri studi sugli impatti sulla salute, sulle acque del Nord del Mar Caspio, sulle specie protette che si riproducono e nidificano nell'area e nelle riserve naturali limitrofe alla zona dove si svolgono le operazioni di estrazione offshore dell'ENI;
la suddetta documentazione è stata nuovamente richiesta dalle organizzazioni della società civile, del Kazakistan, dell'Italia e di altri paesi europei in sede pubblica al Parlamento europeo il 5 dicembre 2007, e ad oggi la documentazione non è ancora accessibile al pubblico interessato;
è un buon principio di politica internazionale fare in modo che lo sfruttamento delle risorse naturali avvenga in condizioni di amicizia e reciproco rispetto tra le comunità che le posseggono e quelle che ne usufruiscono;
il Governo si è recato in missione ufficiale nel paese lo scorso ottobre e che attraverso il Ministero dell'economia e delle finanze detiene il 30 per cento delle azioni dell'ENI, e quindi nella veste di azionista di maggioranza oltre che di rappresentante degli interessi pubblici può chiedere alla compagnia di agire nel rispetto degli impegni internazionali italiani nelle sue operazioni all'estero e di seguire le buone pratiche internazionali del settore in cui opera -:
se il Governo sia a conoscenza delle violazioni ambientali di cui è stata accusata l'ENI;
se il Governo ritenga opportuno agire affinchè la società controllata ENI renda pubblicamente disponibili in forme accessibili anche alle popolazioni locali tutte le informazioni riguardanti gli impatti ambientali, sociali e sulla salute pubblica collegate alla costruzione degli impianti su mare e su terra del progetto Kashagan;
come richiesto dalla Convenzione di Aarhus sull'accesso all'informazione, la partecipazione pubblica ai processi decisionali;
se il Governo ritenga opportuno agire affinché la società controllata ENI renda pubblicamente disponibili in forme accessibili anche alle popolazioni locali le informazioni con rilievo ambientale contenuti negli accordi di sfruttamento denominati Production Sharing Agreement;
se il Governo ritenga opportuno agire affinchè la società controllata Eni renda pubblicamente disponibili in forme accessibili anche alle popolazioni locali le informazioni sulla gestione e lo stoccaggio dello zolfo e sugli impatti su scala regionale e continentale in caso di incidente in una situazione geologica difficile e ad alto rischio come quella del giacimento di Kashagan;
se il Governo sia a conoscenza di ulteriori circostanze di cui voglia mettere al corrente la Camera dei deputati rispetto al proprio ruolo di azionista di maggioranza della compagnia nel promuovere il rispetto delle buone pratiche e degli standard internazionali da parte dell'ENI nelle sue operazioni fuori dal territorio italiano ed europeo;
se il Governo sia a conoscenza di ulteriori circostanze di cui voglia mettere al corrente la Camera sulle responsabilità dell'ENI per le operazioni all'estero laddove, come nel caso di Kashagan, vi sia un conflitto con gli impegni internazionali assunti dal governo italiano, suo azionista di maggioranza.
(4-06105)